La scomparsa dell'Aga Khan di Carlo Casalegno

La scomparsa dell'Aga Khan JET morto il più, favoloso personaggio del tempo mèo staro La scomparsa dell'Aga Khan è spento ieri a mezzogiorno dopo lunga malattia cardìaca - Aveva 80 anni; dal 1885 era il capo degli ismailiti, i musulmani che gli offrivano ogni anno il suo peso in oro - Delle quattro mogli, la seconda fu una ballerina torinese - Non si conosce ancora dove verrà sepolto; forse inumato in una moschea sul Nilo Leggenda e realtà L'Aga Khan era un personaggio leggendario. Durante mezzo secolo i giornali l'hanno sfruttato per alimentare quel bisogno di favoloso, che è proprio dell'età nostra come di ogni tempo, ed hanno parlato di lui come di un « principe da Mille e una notte », usando tutti i luoghi comuni che sono di rigore per l'« Oriente misterioso ». Tutto nella sua biografia si prestava a quella deformazione fantastica: la posizione di « pontefice » di una setta non ben definita, le incalcolabili ricchezze, la periodica offerta del suo peso in oro e diamanti, l'esistenza fastosa trascorsa fra magici palazzi in India e preziosi castelli sulla Costa azzurra, le vittorie dei suoi cavalli, le inconsuete vicende matrimoniali sue e dei suoi figli. Più che ammirazione, egli suscitava meraviglia ed invidia. Fors'anche qualche moto dj antipatia; e non tanto per la sua vita dorata di nababbo, quanto per il contrasto tra la figura bassa, pesante, con doppio mento ed occhi sporgenti, e la bella, elegantissima moglie sempre vicina. Il principe stesso si preoccupò di sfatare quella leggenda, con una preoccupazione della propaganda che forse non va attribuita alla necessità di difendere il suo prestigio religioso, ma all'influsso dell'educazione occidentale. Qualche anno ' fa scrisse le sue « Memorie » e rivelò che altri uomini hanno, più miliardi di lui; la sua fortuna fu di essere risparmiato dal fisco. Dimostrò che la posizione di iman degli ismailiti non consiste solo nell'incassare decime favolose, ma nel guidare milioni di uomini sulla retta via morale e politica. Provò che aveva lavorato sempre al progresso civile dei suoi fedeli, predicando la tolleraliza, combattendo la superati zione, dando il buon esempio : in un'epidemia, per con vincerli ad usare le medicine moderne, si fece vaccinare in ■pubblico. L'allevamento dei cavalli (sniegò) era il le cito hobby di un uomo, che agli impegni mondani alter nava lo studio della poesia persiana, della teologia islamica, della letteratura in glese e dell'alta politica. Ma proprio ridotta alle proporzioni reali, la sua esi stenza appare tanto più in teressante ed eccezionale. Nacque ottant'anni fa in In dia, poco dopo che il nonno era fuggito dalla Persia per aver guerreggiato contro lo Scià. La sua famiglia (si crede laggiù) discende in.li' nea diretta da Maometto attraverso Fatima, la figlia del profeta, e suo genero Ali, e per questa genealogia ha il privilegio di dare il capo agli ismailiti: una grossa setta di musulmani sciiti, operosi e .rigoristi, larga mente diffusa in Asia e in Africa. La madre — vedova — volle conciliare nell'educazione del figlio le tradizioni feudali e puritane con la civiltà occidentale; assieme 'ai maestri di scienza coranica, gli assegnò i precettori indicati dai gesuiti della missione di Bombay. A otto anni venne proclamato iman della sua setta e « dio vivente » ; a tredici dovette fronteggiare, consigliando pace, il primo massacro tra musulmani e indù ; a vent'anni, già sposato con una principessa cugina, venne per la prima volta in Europa. Qui ebbe la sua seconda patria e fissò quasi stabilmente la sua residenza, fra Corti, grandi alberghi, teatri e ippodromi. Qui conobbe tutti i protagonisti della vita politica e mondana: fu presentato alla vecchia regina Vittoria, sentì la ferrea siretta di mano di Guglielmo II, giocò al gólf con Edoardo VII ; vide Massenet comporre" musica immerso nel bagno e frequentò Puccini; assistette ad un « gran premio » a fianco di Mussolini e non potè vedere i cavalli perché distratto da un monologo del dittatore ; par' tecipò con Gandhi nel '31 alla conferenza della Tavola rotonda per l'India, nel '37 diresse a Ginevra l'Assemblea della Società delle Nazioni. Ed in Europa tre volte si sposò. Discendente' di Maometto, principe di « prima classe » con rango di altézza reale ed il diritto a undici colpi di oa linone, gran sigisore in ogni gusto ed in ot ogni gesto, fece tre matrimoni « borghesi ». Ripudiata la principessa indiana, nel 1908 prese in moglie la ballerina torinese Teresa Magliano; il suo primogenito nacque in corso Vittorio 82 e fu battezzato dal parroco di San Carlo. Vedovo, sposò nel '29 la modista Andrée Caron, figlia di un oste di Chambéry; divorziato nel '43, si unì l'anno appresso con una ragazza di Séte, già « miss Francia » ed attuale Begum: una convivenza felice, un'unione esemplare. Forse proprio nei matrimoni va cercata la chiave segreta della sua personalità. L'aspetto più appariscente-è quello adombrato dalla leggenda: il principe asiatico formatosi tra l'Oriente feudale e l'Occidente francobritannico, serenamente orgoglioso della sua origine e cosciente strumento del dominio coloniale inglese,. dilettante di talento nella politica come nel turf, epigono di quella classe di grandi signori che fu distrutta dalla guerra del T4. Ma la leggenda ignora,, probabilmente, l'animo vero e le ' virtù migliori dell'Aga Khan: la ricchezza di vita interiore, che gli consentì di non conoscere mai la noia; la profonda religiosità, per cui scrisse -— certo sinceramente -■— che la sua ora più bella era la preghiera del venerdì ; • il senso romantico del mairi monio, che spingeva, questo nababbo orientale a cercare « comprensione, sostegno, unione spirituale » nella sua compagna. Per questa sensibilità, sentendo la morte avvicinarsi, egli aveva espresso un solo desiderio : rivedere an cora una volta la nipotina Yasmin. E il sorriso della bimba è stato forse, per il vecchio principe, il più prezioso dei tanti doni prodigati dalla fortuna alla sua esistenza dorata. Carlo Casalegno Il principe Ali Khan e la fidanzata, l'ex-indossatrice Bettina, si allontanano in automobile dalla villa di Versoix (Telef.)

Luoghi citati: Africa, Asia, Europa, Francia, Ginevra, India, Persia