Assassinò un veneto che Io chiamava «terrone»

Assassinò un veneto che Io chiamava «terrone» Assassinò un veneto che Io chiamava «terrone» In Appello la condanna è stata ridotta a 15 anni Si è avuto ieri, In Corte d'Assise d'appello, l'epilogo di un tragico episodio, svoltosi il 4 settembre 1955, all'osteria dei « Due Leoni », in via Veglia 71, alla periferia di borgo San Paolo. Imputati cinque giovani calabresi; Domenico Longo,' di 28 anni, detenuto, chiamato a rispondere di omicìdio; Carmelo Ceravolo, Giuseppe e Antonio Schirippa e Antonio Faldelli, a piede libero, accusati del reato di rissa. Vittima un veneto: Benedetto Godine, di 23 anni. Motivo del delitto: rivalità campanilistiche. Si trovavano tutti riuniti all'osteria il 4 settembre, una sera di domenica. Il Godina aveva rivolto l'epiteto di « terrone » al Ceravolo offendendo lui e la comitiva dei compaesani. Era seguita una zuffa violentissima, interrotta di colpo quando fu visto il Godina portarsi le mani al petto, vacillare, cadere a terra. Una coltellata gli aveva trafitto il cuore. La polizia fermò i calabresi e il Longo ammise di aver ucciso il giovane veneto in un momento d'ira. Il primo processo si concluse con la condanna a 21 anno e 7 mesi di reclusione. Nel dibattito di ieri, davanti ai giudici di secondo grado, il Longo ha tentato di creare un colpo di scena accusando il Ceravolo di aver ucciso il Godino. Rivelazione dell'ultima ora e sempre taciuta per paura di una minaccia di morte; «TI fac- s ciò far fuori da quelli della banda Giuliano che sono amici di mio fratello ». Il Ceravolo ha respinto energicamente l'accusa. La Corte (Pres. Cottafavi, P. G. Nicosla, cane. Quaglia), ascolata la difesa degli avvocati Vllella o Milla di Roma e Delgrosso del nostro Foro, ha ritenuto il Longo responsabile di omicidio preterintenzionale, riducendo la pena a 15 anni di reclusione.

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