Fioriscono le rose di Henry Shapiro

Fioriscono le rose Fioriscono le rose Nel '22 e nel '23, mentre I hLenin si spegne' Ic-ntamente in una casa di campagna presso Mosca, una domanda inquieta correva nell'URSS e in tutta Europa: che succederà dopo la sua scomparsa ? Quando mori, nel gennaio del '24, gli successe un triumvirato che ebbe innanzitutto la preoccupazione di allontanare Trotzki, l'uomo più popolare del Paese; poi a poco a poco Stalin eliminò Kamenev e Zinoviev, mise al bando gli amici di Lenin e per 25 anni regnò da solo. Fu la più implacabile e sanguinosa dittatura della storia moderna, anche se lasciò tracce profonde e non tutte negative: basta confrontare la Russia affamata dei tempi della NEP con la potenza che vinse la prova della seconda guerra mondiale. H corso di quegli avvenimenti sembra ripetersi, sia pure in una situazione tanto diversa. Morto Stalin, gli successe un'altra direzione collegiale; Malenkov, presidente del Consiglio, pareva sostenere in essa la parte più importante, ma ancora una volta fu il segretario .del partito a dominare il gioco. Fucilato Beria, retrocesso il Primo Ministro, allontanati i rivali dai posti-chiave, Kruscev ha deciso ora un'epurazione ben più radicale : Molotov, Kaganovic, Malenkov e Scepilov hanno .perduto le cariche nel partito,'sono stati espulsi dal governo e si trovano sotto il peso delle accuse più gravi che possano colpire un comunista. Secondo la denuncia del Comitato centrale, essi si sono ribellati agli obblighi disciplinari, si sono opposti alla revisione dello stalinismo ed alle direttive del XX Con gresso contro il « culto della personalità ». Come ai tempi del dittatore, hanno continuato a difendere l'onnipotenza della burocrazia, il centralismo oppressivo, le illegalità della polizia segreta. All'interno, hanno tentato di impedire il decentramento della organizzazione economica, l'aumento della produzione agricola, la bonifica delle terre vergini, la adozione di norme dìù libera -1 li per i contadini delle fattorie collettive. Nei rapporti con l'estero, Molotov ha sabotato la riconciliazione con Tito, i trattati di pace con l'Austria e il Giappone, gli incontri personali con i capi di Stato stranieri, le iniziative per la distensione internazionale; non credeva nella possibilità d° scongiurare la guerra e nell'esistenza delle «vie nazionali al socialismo». Tutti e quattro hanno danneggiato la Russia ed il partito: pur avendo riconosciuto i propri errori e promesso obbedienza, dovevano essere duramente puniti. Ormai il Praesidium del partito, l'onnipotente organismo che in Russia detiene tutte le leve del comando, è dominato da Kruscev e dai suoi amici. Quali mete si propone il nuovo apprendista dittatore? La condanna di Molotov e di Kaganovic dimostra che si sono voluti eliminare gli ultimi stalinisti, e quindi il pericolo di un ritorno alla guerra fredda ed ai vecchi errori. Meno chiaro, a prima vista, l'allontanamento di Scepilov e di Malenkov : probabilmente il primo paga il fallimento delle iniziative russe nel Medio Oriente, mentre il secondo si opponeva alla decentralizzazione burocratica voluta dal segretario del partito. Certo si è giunti ad una svolta importante nella vita sovietica. Kruscev è un comunista, che pare voglia governare l'URSS con direttive più elastiche e meno spietate. Intende sviluppare — come Stalin e Molotov — la potenza sovietica, ma non solo attraverso le leg^i crudeli dell'economia di guerra. Gli avvenimenti degli ultimi mesi (a Budapest, a Varsavia ed ora a Praga, dove l'atmosfera è molto tesa) dcostbliPmdKrepecsmudripnPhinèclasvmtilmdfdcomabzcpPdcnn hanno rivelato un profondo disagio all'interno del blocco comunista e nella Russia stessa. Lo strapotere della burocrazia, il feroce centralismo, lo sfruttamento dei Paesi occupati accrescono la miseria generale e rischiano di scatenare nuove rivolte. Kruscev si propone di snellire l'apparato governativo per far uscire la macchina economica dall'attuale marasma, e di offxire alle masse una più abbondante quantità di beni. Non può dare la pericolosa libertà agli inquieti popoli comunisti, forse appena un maggior benessere. Per ottenere questo risultato ha bisogno.della distensione internazionale; l'URSS non è in grado di continuare la corsa agli armamenti e la ri¬ cerca di migliori condizioni di vita : si impone una scelta. Se queste sono le sue direttive, logico è il ragionamento di Kruscev; tuttavia è incerto se avrà la forza di applicarle. Stalin disponeva della polizia politica, la più potente organizzazione militare dell'URSS; oggi il suo successore conta — o spera di contare — sull'appoggio di Zukov, capo indiscusso ''elle forze armate. Ma se l'esercito negli ultimi dieci anni è rimasto sempre fedele alla direzione del partito, non si può escludere che esistano ;;ltri generali disposti ad un colpo di stato. In verità nessuno conosce i segreti del Cremlino ed è in grado di prevedere le conseguenze ultime di rivolgimenti, che scuotono forze gigantesche in Paesi retti a dittatura ed impegnano il destino di centinaia di milioni di uomini. Più che mai gli avveni¬ menti russi debbono essere seguiti con vigile attenzione, aspettando che le ipotesi siano confermate dai fatti. E' sintomatico che, pochi giorni prima delle decisioni di Mosca, Pechino abbia pubblicato il rapporto segreto, tenuto in febbraio da Mao Tse-tung alle gerarchie del partito. Esso conteneva l'annuncio di direttive più liberali è la condanna del totalitarismo sovietico. Il presidente cinese è, come Kri*scev, un comunista integrale, ma persegue un metodo diverso da quello monolitico ed oppressivo di Stalin; egli pensa che ogni popolo possa seguire una sua strada verso il socialismo. Mao, che non è privo di snirito poetico, concludeva il suo rapporto : «Lasciate che sboccino cento fiori ». Così a Mosca sono fiorite le rose: speriamo non abbiano un cupo colore come ai tempi di Stalin. « scosse di assestamento > nell'apparato del partito, sarà possibile avere indicazioni più sicure. Si ha intanto l'impressione che la pubblicità data ai duri provvedimenti voglia rassicurare all'interno e all'estero sulla « buona volontà > dei capi russi i quali, sgombrato il campo dai « rami secchi >, potranno ora procedere sulla via delle riforme é della distensione. Così almeno assicurava stamane l'organo del partito russo che in editoriale scriveva: « Occorre continuare senza stanchezza la lotta per rafforzare la pace e giungere ad un allentamento della tensione internazionale >. Radio Mosca ha tuttavia questa sera dichiarato che «nulla muterà nei rapporti con il Medio Oriente», Interessante sarà seguire le ripercussioni che la prova russa avrà nei paesi satelliti. Le prime avvisaglie si sono già avute in Romania, con l'annuncio dell'espulsione dal Polltburo di due personalità di rilievo, Josef Chisinevskl e Miroh Constantinescu. Il fenomeno per ciò che concerne 1 Paesi comunisti operanti nell'orbita di Mosca è di gran lunga il più serio ed interessante nella complessa situazione. Romania, Cecoslovacchia e Bulgaria sono i tre Paesi più interessati perché in essi più che negli altri è rimasta in carica la < vecchia guardia > staliniana. E' opinione corrente che la completa vittoria di Kruscev, nei confronti della vecchia guardia del Cremlino (specie Molotov, Kaganovich e Malenkov) pose,, essere intesa come un nuovo ritorno su quella strada di «liberalizzazione» iniziata ai tempi del « disgelo » e poi interrotta. Se Mosca si avvia in questa direzione, le altre nazioni comuniste la seguiranno. La conseguenza si avrà in un ravvicinamento all'interno del blocco fra i Paesi comunisti, nonché in un ravvicinamento fra U.R.S.S. e Jugoslavia. Oggi è stato confermato per lunedì il viaggio di Bulganin e Kruscev a Praga, rinviato ai primi di questa settimana (e i motivi sono apparsi chiari solo ieri). . Mentre Kruscev compirà il suo viaggio in Cecoslovacchia, Mao Tse-tung visiterà la Polonia. Henry Shapiro