Rinunciando ad ogni pretesa gli Orléans si fanno ancora amare di Sandro Volta

Rinunciando ad ogni pretesa gli Orléans si fanno ancora amare CONTRATTO NUZIALE DEL PRINCIPE ENRICO Rinunciando ad ogni pretesa gli Orléans si fanno ancora amare II figlio del conte di Parigi è diventato semplicemente il conte di Clermont -1 legittimisti non hanno gustato troppo la trasformazione - Assenti i rappresentanti delle famiglie reali d'Inghilterra e del Belgio - Presente l'ex-re Umberto (Dal nostro inviato speciale) Dreux, 3 luglio Al castello del « Cervo volante », dove vive la famiglia Orléans, i rappresentanti di tutte le dinastie d'Europa hanno pranzato questa sera per festeggiare la firma del contratto di matrimonio fra il principe Enrico e la duchessa Maria Teresa di Wurttemberg. E' stata una riunione di famiglia, perché quelle 225 persone erano tutte più o meno parenti, sia pure molto alla lontana. La maggior parte discende infatti dalla famiglia Nassau che, attraverso complicate combinazioni matrimoniali, ha assicurato per secoli la successione ai troni del continente. La festa è stata molto brillante, benché alcuni dei presenti provassero un certo imbarazzo ad associarsi a una manifestazione che contrastava con i loro sentimenti legittimisti. In occasione delle sue nozze, il lontano nipote di Philippe-Egalité ha infatti rinunciato per sempre al titolo di <Delfino» e a farsi chiamare Enrico di Francia; è diventato semplicemente il conte di Clermont, e a molti invitati faceva pena sentirlo chiamare Monsicur le comte invece del tradizionale Monscigneur. Ma ciò che metteva soprattutto a disagio quelle maestà e quelle altezze, quasi tutte spodestate, erano le assenze dei rappresentanti di due famiglie reali, quella d'Inghilterra e q".?lla del Belgio, chr, pur essendo legate come tutte le altre da vincoli di parentela agli Orléans, non hanno voluto associarsi al loro compromesso con le istituzioni repubblicane. Dei vari monarchi erano d'altronde presenti soltanto il re Paolo e la regina Frederika di Grecia. C'era poi la principessa ereditaria dei Paesi Bassi, Beatrice, con la sorella Ire-1 ne; il granduca ereditario del' Lussemburgo e i principi Axel e Giorgio di Danimarca. Tutti gli altri erano sovrani o principi in esilio: Alessandro e Maria Pia di Jugoslavia; Simeone di Bulgaria, l'ex-regina Victoria di Spagna, col pretendente don Juan, l'ex-re di Italia Umberto, Duarte di Briganza, pretendente al trono del Portogallo, e uno stuolo di principi di piccoli Stati, in massima parte tedeschi, scomparsi da molti anni dalle carte geografiche. Nonostante le due assenze, che pesavano sulla riunione come un muto rimprovero, il pranzo del c Cervo Volante » ha avuto stasera uno splendore veramente regale. Venerdì, quando il sindaco di Dreux, un giacobino di 87 anni, celebrerà il matrimonio civile dei due giovani, il castello degli Orléans si aprirà a più di duemila invitati e "una colazione in Diedi verrà sprvita nell'immenso parco. Sovrani e principi in esilio si troveranno allora mischiati agli uomini della repubblica, ai professori di scuola media, e agli avvocati di provincia, diventati membri dell'assemblea nazionale. Perderanno allora ogni significato le distinzioni dell'almanacco di Gotha e i nomi degli Edgard Faure e degli Antoine Pinay si confonderanno con quelli delle antiche case regnanti del Baden, della Sassonia o del Liechtenstein. Stasera, invece, il pranzo di famiglia per la firma del contratto matrimoniale si è svolto d'accordo con le più pure tradizioni di corte, fra la contessa di Parigi, in una sontuosa toilette di Christian Dior, e la fidanzata, alla quale il più famoso parrucchiere parigino, Alexander, aveva acconciato una pettinatura rinascimenta- le, copiata da una delle fan- ciulle dipinte da Botticelli nel- la «Primavera». Dlor, Carsen, Balmain hanno passato settimane nel museo del Louvre per disegnare le toilcttes di stasera. Hanno vestito Maria Pia di Jugoslavia dì organza giallo paglierino e Tatiana Radziwill di organza verde. Per la principessa Isabella, sorella di Enrico, hanno preparato un vaporoso vestito bleu pallido a piselli bianchi e alla principessa del Liechtenstein hanno fatto indossare una toilette di velo color perla stampato a fiori rosa. Le bambine delle case reali, che prestavano servizio d'onore, avevano vesti di mussolina bianca e fiorellini ricamati e i loro fratellini portavano blouscs di seta e pantaloni di velluto nero. E' probabile che la maggior parte dei 225 invitati di stasera, tutti più o meno cugini degli sposi, provassero un po' di malinconia durante la splendida serata. In quasi tutti i loro Paesi, come in Francia, c'è ormai la repubblica, però è soltanto in Francia che è possibile celebrare con tanto sfarzo e tanta affettuosa partecipazione popolare, una festa dell'exfamiglia reale. Anche 1 più tradizionalisti di loro devono aver capito il merito del conte di Parigi, erede della più antica e più illustre dinastia europea, il quale, accettando lealmente le istituzioni del proprio paese, ha riportato la sua famiglia a partecipare alla vita della nazione. Da Pan Luigi a Luigi Filippo, il re dell'evoluzione liberale, tutta la storia di Francia è legata a quella della Casa di Orléans; l'attuale conte di Parigi non ha voluto che quel glorioso passato andasse perduto a causa dì rivendicazioni anacronistiche. Egli ha seguito l'evoluzione dei tempi, non si è opposto alla volontà del popolo. In questi [giorni, la partecipazione di tutta la nazione alla felicità ideila sua famiglia, prova che [ha saputo scegliere la via mi- gl'ore. Sandro Volta