Due punti critici

Due punti critici DIETRO ___ LO SCHERMO Due punti critici Una diagnosi sulla situazione del nostro cinema - Un'industria si crea, non si improvvisa - Diplomati del Centro Sperimentale - Si riaprono studi a New York - Un «Don Chisciotte» a disegni animati, con una riduzione di Aldous Huxley La difficile situazione del nostro cinema si trascina ormai da parecchio tempo, un pessimista direbbe che tende a farsi cronica. Chi pessimista non è ritiene che, se esistono forze sane, quéste finiranno per prevalere, grazie anche agli insegnamenti e soprattutto ai < ridimensionamenti > che la non breve crisi avrà suggeriti e imposti. Intanto, in questi ultimi mesi, si sono avvicendate inchieste o addirittura denunce, che hanno' ribadito quanto press'a poco tutti sapevano. Una nuova diàgnosi è ora dovuta a Michele Lacalamita, che su Il punto fa veramente un suo «punto» della situazione. Durante la splendida fioritura, tra 11 1923 e il 1929, del cinema mulo (il film americano, l'espressionismo tedesco, l'affermazione scandinava, il primo cinema sovietico) la cinematografia italiana già non esisteva agli inizi di quella fioritura, 1 nostri studi pratica¬ iiimiiiiiiiiiiiimiiiii 111111 ■ 111 l 11111111 ! 11 ■ mente si chiudono fra il 1922 e il 1924. Con il primo cinema sonoro (che aveva fra l'altro dato nuove speranze, soprattutto per ragioni linguistiche, anche alle varie cinematografie nazionali) da noi si vuole ricostituire tutto dal nulla, si ha un cinema di regime. Se la sua produzione è quella che è, le attrezzature e i quadri tecnici sono per lo più indiscutibili, e potrebbero essere una solida base anchu per il periodo seguente la fine del regime, un periodo che si presume di volonteroso artigianato. Accade invece il quasi imprevedibile. D'un tratto, come all'aprirsi di valvole che fino ad allora avessero contenuta una crescente pressione, il nostro cinema ha una sua fioritura che ben presto tutto il mondo ammira; i nostri film d'arte si susseguono all'insegna del cosiddetto neo-realismo; è come una gara, e una gara assai feconda. In ogni Paese si dice e i ■ i i i 111 ) i ■ 1111111 i i 11111 i 1111 ! 11:11111111 ■ i lim si ripete essere il cinema italiano al primissimo posto, lo si dirà e lo si ripeterà per alcuni anni. E ciò è perfettamente vero; tanto vero che, in quegli stessi anni, e grazie a quel successi, si crede, con una leggerezza pari a'-la miopia, di poter trasferire quel primato d'arte (raggiunto) a un primato industriale (da improvvisare). E' questo uno dei due punti critici segnalati dalla diàgnosi di Lacalamita. L'altro è nella denuncia dei compiti che erano e sarebbero devoluti agli Enti cinematografici di Stato, dagli studi (Cinecittà) e dalla produzione (Clnes) al noleggio e all'esercizio (ENIC). In quell'avventato e pericoloso trapasso, dalle avvenute luminose affermazioni di alcuni nostri artisti alla voluta e frettolosa creazione di una nostra struttura industriale, quegli Enti avrebbero dovuto costituirsi a chiave di volta di tutta una situazione che si andava così profilando, i illlillllliilllllllillllillllll ninnimi e regolarla, se non determinarla addirittura. Sono invece venuti meno ai loro compiti, tra l'altro l'ENIC è ormai e persino ridotta a una sua parziale liquidazione. Se, grazie ad alcuni artisti, un'arte dello schermo può fiorire in un determinato periodo, un'industria cinematografica non può essere improvvisata, e meno che mai può basarsi su quel felice periodo. Occorrono quadri, provati, sicuri; e questi quadri, quando finalmente possono esistere, devono la loro esistenza a un lungo, metodico, scrupoloso lavoro di preparazione, di prove e di tentativi, di cèrnite. * * Produttori e registi di Hollywood stanno puntando anche su Roma. Mankiewicz, dopo Un americano tranquillo, conterebbe di iniziarvi Santo Cowboy, da un copione di Margadonna; Negulesco sta pensando alla riduzione di un romanzo di Flora Sandstrom; Mark Lawrence dovrebbe affrontare, come produttore, regista e attore, Ex-gangster, un titolo abbastanza esplicito; e si parla di una riedizione di Ben Hur. — Italia piccola, già annunziato come « Questo splendido amore » sarà il nuovo film di Mario Soldati, con Nino Taranto e Rita Giannuzzi. — Pietro Germi ha iniziato le riprese de L'uomo di paglia, protagonisti lo stesso Germi, Luisa Della Noce, Saro Urzi e Franca Beltoja. — Al Centro Sperimentale di Cinematografia si sono quest'anno diplomati dieci allievi per la recitazione, due per la regìa (con cinque uditori stranieri), uno per il costume, tre per l'ottica (con due uditori stranieri,), tre per la direzione Ai produzione. — Massimo Puccini ha composto un documentario, Mafai, dedicato al noto pittore, con musiche di Mario Nascimbenc. —• Proseguono le riprese di Arrivederci Roma, con Mario Lanza, Renato Rasccl, Marisa Allasio; e di Le fatiche d'Ercole, regìa di Pietro Francisci, con Steve Reeves, Sylva Koshina, Lidia Alfonsi e Fabrizio Mioni. * * Ai suoi inizi il cinema americano nasce praticamente a New York. Non occorre molto. Un cortile, o una rimessa, o una terrazza, tanto meglio se sui tetti (i grattacieli ciano ai loro primi timidi tentativi, dovuti a questa o a quella banca, che mai e poi mai avrebbe concesso una delle sue terrazze a quegli sciagurati, allora, del cinematografo). Cominciando poi quegli sciagurati a fare dollari su dollari, dopo avere anche ottenuto regolari finanziamenti dalle banche; per ragioni di clima, di luce e d'ambiente scoprono, alla loro maniera, la California, e soprattutto un piccolo sobborgo di Los Angeles, dal nome un po' buffo, Hollywood. In breve, dopo la corsa all'oro, si ha in California anche la corsa al film; e il piccolo sobborgo si aureola rapidamente di tutta una sua leggenda, diventa Hollywood. A New York le grandi Case di produzione tengono i loro super-presidenti, i più rarefatti e potenti stati maggiori, in contatto con banche, autori, editori, Broadway; in California, invece, gli studi, gli stabilimenti, le fabbriche dello spettacolo in scatola. Ora giunge notizia che si stanno riattrezzando alcuni studi a New York, si torna così un po' alle origini. A Bronx si sono riattivati il vecchio Biograph (ora Gold Medal), il Thomas Edison ; a Brooklyn il vecchio Vitagraph (ora Warner Bros) ;• e si è creato un gruppo nuovo, il Production Center Inc. Si dice e si ripete che tutto ciò dovrebbe dare nuovi toni alla produzione americana. ^ Staremo a vedere. * * La cineteca di Mosca ha annunziato un suo ottavo < volume » di film, che comprenderà tutta la produzione russa del 1918. — Poiché una legge inglese proibisce ai minori degli anni dodici di lavora™ per il cinema, si è giunti anche questa volta a un tacito accordo perché il piccolo Colin Petersen potesse essere il protagonista di The scamp; a patto che non fosse fatta alcuna pubblicità al film durante la sua lavorazione, e il bambino potesse ugualmente frequentare la sua scuola. — Dopo il Don Chisciotte annunciato da Todd se ne annuncia un altro, americano, a disegni animati, con il testo di Cervantes adattato da Aldous Huxley. — Pierre Chenal girerà in Italia, in duplice versione, francese e americana, Il capitombolo, da un romanzo di James Hadley Chase. — Durante il 1957 i produttori di Hollywood avranno in lavorazione all'estero ben 57 film, dalla Francia all'Italia, dal Giappone all'Honduras. — Perfezionato un accordo bilaterale per lo scambio di film scientifici fra la Russia e l'Italia. — Carlo Rim dirigerà Ce joli monde, con Darry Cowl e Noèl Deniaud, Robert Hirsch e Noèl Roquevcrt. — Annie Girardot e Robert Lamoureux saranno i protagonisti del nuovo film di Marc Allégret, La victime. * * Fra artisti — E' quasi una leggenda, la collezione d'arte che Maurice Chevalier ha raccolto nella sua villa di Marnesla-Coquette, e della quale è assai fiero. La presenta a tutti la illustra, la ostenta, con un entusiasmo pari all'ingenuità che nemmeno suppone l'ironia di chi lo segue e lo ascolta. Re centemente, di fronte a un « suo » Utrillo, l'esuberante Maurice non stava più nella pelle: «E pensate che Utrillo sì, Utrillo, proprio lui, il pittore, questo quadro lo fece ap positamente per me! Non i uno dei suoi soliti quadri, l'ha fatto per me, su misura! ». E l'altro, con finta innocenza € Perché, avevate forse già la cornice? ». m. g.