Molotov, Malenkov e Kaganovic destituiti dalle cariche sotto l'accusa di ribellione e di gravi errori politici

Molotov, Malenkov e Kaganovic destituiti dalle cariche sotto l'accusa di ribellione e di gravi errori politici Inattesa, sensuzionale epurazione nelle pia alte (gerarchie sovietiche Molotov, Malenkov e Kaganovic destituiti dalle cariche sotto l'accusa di ribellione e di gravi errori politici II comunicato utiiciale alierma che i tre avevano costituito «un gruppo antipartito», si erano opposti alla distensione internazionale, restavano favorevoli allo stalinismo e tentava* * di eliminare dal governo i loro avversari - «Scoperti e smascherati», sono stati espulsi dal Praesidium ~ La gravità delle accuse ia pensare a provvedimenti ben più severi contro i «frazionisti» - L'ex-ministro degli Esteri Scepilov, loro complice, lascia la segreteria del Comitato centrale - Il provvedimento sembra rafforzare la dittatura di Kruscev nel partito e nel governo (Nostro servizio particolare) Mosca, 3 luglio. Radio Mosca ha dato notizia questa sera alle 20 di un sensazionale mutamento nelle altissime ' gerarchie sovietiche. Il Comitato Centrale del partito ha riconosciuto colpevoli di « deviazionismo » e di « frazionismo » i compagni Molotov, Malenkov e Kaganovic, e li ha espulsi dal Praesidium dei Comitato stesso; ha constatato la complicità di Scepilov con i tre deviazionisti, e gli ha tolto la carica di segretario del Comitato, ma lo ha confermato mèmbro del Praesidium. E' il « terremoto > più grave che abbia scosso la direzione dell'URSS dopo la destituzione e la condanna di Beria, nel giugno-luglio 1953; e c'è un'impressionante coincidenza di date fra i due avvenimenti, tale da far pensare che i tre espulsi di oggi potrebbero incontrare un destino non diverso da quello dell'ex-capo della polizia segreta. E' innegabile, inoltre; che la condanna di Molotov Malenkov e Kaganovic rappresenta — come la caduta di Berla — un altro momento della lotta fra 1 capi sovietici per la successione di Stalin, un'altra tappa della battaglia tra Kruscev (il vincitore di oggi) ed i suoi avversari nel massimo organo direttivo del partito. A sostituire i tre espulsi sono stati chiamati altrettanti membri supplenti del Praesidium: il maresciallo Zukov, ministro della Difesa; Jekaterina Fursteva, ministro dell'Istruzione, la eprima signora> del regime; Ignatiev, ex-membro del Politburò revocato poco dopo la morte di Stalin e riabilitato nel 1955. Ma queste" nomine entrano nel quadro di un ampio (ed ancor non interpretabile) rimaneggiamento del Praesidium, di cui parleremo più avanti. Il primo indizio che, nelle alte sfere governative, si stava preparando qualcosa di nuovo, era stato offerto questa mattina da un lungo e duro editoriale della Pravda, integralmente trasmesso da Radio Mosca. In quest'articolo si ricordava anzitutto che il partito ha sempre tutelato la propria unità, espellendo i membri ribelli di qualsiasi rango, e che la disciplina appare più che mai necessaria, mentre purtroppo alcuni individui e gruppi si oppongono ancora alle decisioni del Comitato centrale. Quindi la Pravda passava a toccare problemi concreti, scrivendo: «Il ventesimo Congresso del partito rilevò in particolare che il Comitato centrale si era pronunciato opportunamente contro i tentativi di recedere dalla linea generale del partito, concernente la priorità dello sviluppo dell'industira pesante, e anche contro la confusione nel problema della costruzione del socialismo nelnostro Paese e in alcuni altri problemi d'attualità. Il Congresso diede istruzione al Comitato centrale di continuare a rafforzare in ogni .modo la unità del partito e di mantenere la purezza della teoria marxista-leninista ». Seguiva, a questo punto, un accenno molto significativo sul fatto che, nel partito, tutti i membri sono eguali, sia alla base che al vertice,- e che ciascuno è tenuto ad attuare le decisioni approvate, « qualunque sia il posto che egli occupa ». Era una deplorazione abbastanza chiara contro alti dignitari del partito, non nominati colpevoli di resistenza alle direttive del Comitato Centra'e Poiché accenni simili, nella stampa russa, non sono mai casuali, gli osservatori stranieri ne erano stati messi in allarme. Ma nessuno poteva prevedere che, a distanza di poche ore, la stessa Radio Mosca avrebbe annunciato la distìtazione ignominiosa di tre fra i più potenti gerarchi del regime. Le prime voci sulla disgrazia di Molotov, Malenkov, Kaganovic e Scepilov incominciarono a circolare alla metà del pomeriggio, accolte dapprima con un certo scetticismo. Più tardi trovarono una conferma ufficiosa da Varsavia: negli ambienti governativi e giornalistici polacchi, la notizia era data per sicura. Alle 20, infine, giunse la conferma ufficiale con il lunghissimo, importantissimo comunicato trasmosso dall'emittente di Mosca in russo ed in tutte le lingue nelle emissioni per l'estero. Una lettura attenta del comunicato può fornire qualche indicazione sui retroscena politici, sulle cause e sulle conseguenze del « terremoto al Cremlino >. Anzitutto esso colpisce tre personalità di primissimo piano del periodo stalinista: Molotov, Primo ministro e ministro degli Esteri per tanti anni, uomo di fiducia e collaboratore stretto del dittatore; Malenkov, suo pupillo e suo erede, diventato Premier alla morte del generalissimo e poi de¬ sngsppmemcntlevr«rtzlenq a i . a n a a n i e e o : ¬ stituito nel 1955 per < errori », nella politica economica; Kaganovic, ministro per vent'anni sotto la dittatura staliniana, parente del generalissimo. Scepilov, loro « complice », non è mai nominato insieme con i tre, ed è colpito da accuse molto meno gravi. Secondo il comunicato ufficiale, le tre personalità avevano costituito un «gruppo antipartito » ; si erano opposti alle decisioni del XX Congresso e del Comitato centrale; avevano applicato metodi contrari alla morale del partito e « di fazione » per far trionfare i loro principi; hanno tentato di « cambiare la composizione > delle sfere dirigenti dell'U.R.S.S. Sono stati «scoperti e smascherati » dopo un'azione " « metodica > svolta per quattro anni contro il partito. Essi sono colpevoli, in altre parole, dei reati di frazionismo, di deviazionismo, di indisciplina e quindi ribellione alle direttive del partito, oltreché di superstite stalinismo. Un simile cumulo di accuse, ed il tono estremamente duro del comunicato, fanno pensare che saranno prese, a loro carico, misure ben più gravi della espulsione dal Praesidium. Non si vede come possano mantenere le cariche di ministri, restare nel partito, conservare la libertà personale. L'atto di accusa, estremamente minuzioso, e redatto nel solito stile monotono e gremito di ripetizione dei documenti comunisti, riguarda tutti i campi della politica dell'URSS. In particolare: 1) I tre gerarchi si sono opposti alle direttive del XX Congresso per una politica di fraterna collaborazione fra 1 nopoli dell'URSS, per la lotta contro l'onnipotenza burocratica, per .il ripristino della legalità socialista.e la soppressione del culto 'della personalità. 2) Hanno combattuto per la sopravvivenza dei vecchi me- todi nell'industria e nell'agricoltura. Essi si sono opposti al decentramento dell'organizzazione produttiva, ai favori per la produzione agricola, al piano di sfruttamento delle terre vergini in Asia. 3) Molotov —: il < colpevole > più duramente colpito — si è opposto alla coesistenza pacifica, alla riconciliazione con Tito, ai trattati di pace con l'Austria e con il Giappone, al riconoscimento di diverse forme di socialismo, al principio degli incontri diretti tra uomini di Stato, ai passi eseguiti dall'URSS negli ultimi anni per la distensione mondiale. Il significato di queste accuse sembra abbastanza chiaro: Molotov e (in minor misura) 1 suol alleati sono colpevoli di essersi opposti alle direttive di Kruscev nel campo della politica estera (riconciliazione con Tito e offensiva di pace), della politica industriale (decentramento ), dell' agricoltura (sfruttamento delle terre vergini, maggior libertà al contadini), della politica interna (destalinizzazione, riduzione dei poteri della polizia). Il loro siluramento rappresenta, è innegabile, un rafforzamento di Kruscev alla testa del partito e del governo. Ora vengono spontanee tre domande: quali saranno le conseguenze di questo terremoto sulla politica dell'URSS; quale sorte incontreranno gli epurati e quegli elementi di base che, secondo il comunicato ufficiale, li hanno sostenuti; perché l'azione epurativa sia stata'seatenata proprio in questi giorni. Sul primo punto, si può prevedere che continuerà la « linea Kruscev >: di destalinizzazione moderata, di appoggio alle industrie per i consumi civili, di incremento all'agricoltura e di ricerca della distensione. Sembra che il segretario del partito sia appoggiato da Zukov (promosso membro effettivo del Praesidium) e dall' Armata Rossa. Una grossa riforma del Praesidium c'è già stata oggi; ed il Praesidium (quindici membri effettivi, otto supplenti) è il vero depositario del potere in Russia, perché il governo è emanazione del partito. E' probabile, come abbiamo già detto, che tre epurati perdano i posti di vice-Premier ed i ministeri del Controlio di Stato (Molotov), delle Industrie elettriche (Malenkov), dell'Edilizia (Kaganovic). Quanto a più vaste « purghe >, per ora non si può dire nulla. Quanto alla scelta del tempo per questa manovra di Kruscev, le ragioni sono oscure. Però non è arrischiato metterla in rapporto con l'imminente visita di Mao Tse-tung in Russia ed in Polonia; visita legata a sua volta con il profondo travaglio del mondo comunista, da Pechino a Budapest, da Belgrado a Praga. U. p. La più recente fotografia ctoi maggióri capi russi: in prima fila da sinistra Bulganin, Kruscev, Malenkov, Molotov o Voroscllov; dietro, il secondo da sinistra è Kaganovic