Oggi si svolgono a Piacenza i funerali a spese del Comune

Oggi si svolgono a Piacenza i funerali a spese del Comune I feretri stono giunti nella notte da Saint Moritz Oggi si svolgono a Piacenza i funerali a spese del Comune li racconto dei superstiti - Uno di essi, Alfredo Carini, con la sua presenza di spirito evitò una più vasta catastrofe - Le figure degli alpinisti scomparsi (Dal nostro inviato speciale) Piacenza, 1 luglio. Le salme degli alpinisti piacentini travolti sabato dal crollo del cornicione sul Pizzo Palù arrivano stanotte in città. Una arcata del Palazzo Gotico, accanto al sacrario dei Caduti in guerra, è stata parata con veli di lutto. Questa è la camera ardente che i concittadini hanno preparato qui, nel centro antico e solenne di Piacenza, per Bruno Dodi, Fabrizio Barbieri, Giovanni Fiocchi e Clelia Grugni. La salma della giovane studentessa Maria Grazia Marini-sarà fatta proseguire per Cotogno, e quelle di Luciano ZagM, Enrico Bonvicini ed Enzo Battaglia per Reggio Emilia, loro città natale. Di Giuseppe BapetU, segretario dell'Amministrazione provinciale di Piacenza e vicepresidente del CAI, si dispera ormai di trovare il corpo entro pochi giorni. I funerali, a spese del Comune, si svolgeranno domani alle 17,30. Sai atmo presenti tutte le autorità, le rappresentanze sportive e culturali piacentine ed una grande folla. Giuseppe BapetU era a Piacenza < il più giovante dei vecchi*; asciutto, svelto, dinamico, a 64 anni compiuti era sempre in testa alle comitive dei giovani, e spesso gli accadeva di lasciarsele indietro col fiato grosso. Per Bruno Dodi parla la sua immàgine intelligente e arguta. Era un giovane studioso di problemi veterinari, assistente alla Facoltà di Agraria; aveva intrapreso studi che mostrano il suo carattere sottile, di osservatore un po' ironico della natura-. < Coma difendersi dall'insidia delle zanzare », < Come ottenere che ingialliscano, attraverso una alimentazione razionale, le carni del pollame allevato in batteria ». Dodi aveva preso ad amare la montagna negli anni dell'adolescenza, quando, con il barattolo della vernice ed il pennello, se ne andava solitario per l'Appennino emiliano a tracciare i < segnavia » sulle pietre dei sentieri, malcerti e ignoti alle guide turistiche. Clelia Grugni, insegnante di materie scientifiche, era una giovane provata alle fatiche della montagna. Giovanni Fiocchi, elettrotecnico di vaglia, sembra abbia rincorso con solerte tenacia ti suo tragico destino. Fino al¬ l'ultimo egli non aveva potuto iscriversi alla gita perché oberato di lavoro ed incerto di ottenere la mezza giornata di permesso necessaria. Liberatosi dagli impegni dell'ufficio, lo sventurato aveva raggiunto i gitanti a Letico, e lì si era imbarcato sull'autopullmann azzurro dei piacentini in viaggio verso l'Engadina. Del prof. Fabrizio Barbieri, ex^ufficiale dei bersaglieri, insegnante di educazione fisica, si compiange la bella prudenza paterna, la commossa trepidazione con cui egli, atleta di lunga esperienza sportiva, aveva di recente intrapreso i cimenti alpinistici. « Andiamo prudenti — si raccomandava sabato acorso ai.compagni di cordata —; alla mia età noti posso espormi a tanti rischi; ho due bambine che a casa mi aspettano ». La tragica ascensione era stata preparata, con lo zelo scrupoloso di sempre, da Rapetti e da Dodi, nella loro qualità d\ organizzatori del CAI. Una settimana prima . i due amici avevano compiuto un viaggio a St. Moritz per concludere gli ultimi accordi con la guida e con la direzione delle Funivie. Con uno sguardo avevano accarezzato la catena montagnosa in cui si addentrava l'itinerario prescelto c vagheggiato. < Sabato compia i 64 anni: questa sarà l'ultima mia ascensione — aveva esclamato Rapetti —: sarà il mio canto del cigno, dopo di che il vecchio farà zaino a terra ». Con gli scampati alla sciagura è quasi impossibile oggi parlare. Essi non escono dalle loro case, dormono sonni agitati, non ricevono che gli intimi. La studentessa Luisella Foresti, che ha assistito alla rovinosa caduta dei compagni, non fa che ripetere il nome di Clelia Grugni, sua amica indivisibile con la quale aveva in comune la passione per la montagna e persino lo zaino. Antonio Demicheli, che un disturbo da vertigine trattenne su un piano, a qualche decina di metri daVsi vetta, ha cosi descritto la fulminea atroce scena: « Dodi mi aveva consegnato la sua macchina da presa e dall'alto mi incitava a riprendere le sequenze della ascesa. D'un tratto ho visto un polverone; li ho visti precipitare tutti. Apparve poi il Carini, con gli altri, e disse che non c'era più nulla da fare. Ridiscendemmo a valle, per avvisare le squadre di soccorso, le umche che potessero fare qualcosa per i nostri poveri compagni ». Un groviglio di presagi nefasti sembrava agitarsi entro <ì pullman degli escursionisti piacentini, sabato scorso. Bruno Dodi, approssimandosi a St. Moritz teneva allegri gh amici con frasi burlesclie e scongiuri contro la malasorte. Il dott. Alfredo Carini aveva invitato i due fratelli Fiocchi a legarsi con lui nella cordata. Avevano risposto di no: <Preferiamo dividerci in due cordate; se uno cvola» almeno l'altro si salva ». Ha < volato » Giovanni, il maggiore dei due. Abbiamo parlato stasera con Alfredo Carini, vice direttore della Banca del Lavoro di Castelsangiovunni. Egli è l'unico tra gli scampati che abliie. superato ogni crisi e che parli con serenità, anche se con amarezza, della crudele vicenda di cui è stato in parte protagonista. Stamane egli ha ripreso puntualmente il proprio lavoro, ed ha tutt'oggt lavorato. Non si ò nemmeno concesso, in tutta la giornata, una pausa per anCare a visitare la moglie giunia in tutta fretta da Cuneo, la città natale di lei, per abbracciare il marito dopo averne letto sui giornali la burjasrosa avventura. Alle 18 Alfredo Carini ha potuto chiù- dere i conti di cassa ed e filato , precipitosamente a Piacenza, ^a casa sua. Biondo, robusto, con la faccia cotta dal sole, egli non ama far rilevare che almeno otto persone debbono la vita alla sua fermezza e presenza di spirito. « Chiunque, 'co-; nosca la montagna avrebbe, fatto lo stesso », egli dice. Ma se la sua piccozza avesse fallito alla presa la catastrofe dell'Engadina avrebbe avuto maggiori proporatoni anche più angosciose. Gli escursionisti narra il Carini — erano- giunti sulla vetta già da alcuni mi nuti. Angelo Cella aveva ceduto la sua macchina fotografica alla guida Max Robby perché il gruppo desiderava farsi ri trarre sullo sfondo del versante italiano. Alfredo Carini, che fu ufficiale di artiglieria da montagna in tempo di guerra e che non ama le divagazioni dopolavoristiche sui ghiacciai,- si trattenne in disparte. D'improvviso egli udì il sinistro scricchiolìo del crepaccio che s'apriva. « Con un salto a pesce » si gettò fuori del cornicione franante, verso la parete. Infissa saldamente la piccozza, anche il pugno riuscì a conficcare nel ghiaccio. Per qualche frazione di secondo egli rimase penzoloni nel vuoto, mentre i fili di altri destini si aggrovigliavano prodigiosamente all'unico puntello che egli aveva piantato nella montagna. La corda che legava Max Robby, Angelo Cella e. Giuseppe Rapetti, si era in-\ ^trecciala alla sua. Bastò un attimo per consentire a Robby di mettersi in salvo e di trattenere nella caduta il Cella. Purtroppo la massa di ghiaccio investi il Rapetti, che fu strappato dai compagni e precipitò nel burrone. Anche la corda della guida Villingcr, che legava una coppia di alpinisti tedeschi, si era impigliata con quella del Carini; ed anche questi tre furono fermati nel precipizio, per quell'istante che fu necessario alla guida per aggrapparsi alla parete. Nel frattempo Luigi Fiocchi e Gianfranco Toninelli, che erano legati in cordata con il Carini, penzolavano nel vuoto, sospesi alla cintola. Ai loro scarponi si erano aggrappati i due fidanzati tedeschi: un grappolo umano, sotto i cui piedi si era spalancato l'improvviso abisso. Carini e le due guide seppero districare alla svelta i paurosi nodi. Fiocchi e Toninelli furono sollevati a forza di braccia. Fiocchi si inginocchiò sul pianoro e pregò per il fratello scomparso, davanti ai suoi occhi, nel vuoto. Toninelli piangeva come un ragazzo: egli teneva il braccio sulle spalle di Maria Grazia Marini, nel momento in cui la sua compagna ara sprofondata. I due fidanzati tedeschi si abbracciavano gemendo e confondevano le loro lacrime baciandosi. . \ Gigi Ghirottl LcigmrtsvrateinubApImscrdvl

Luoghi citati: Cuneo, Palù, Piacenza, Reggio Emilia