Dopo le polemiche sulle prove scritte i candidati affrontano gli esami orali

Dopo le polemiche sulle prove scritte i candidati affrontano gli esami orali Ultimi giorni di fatiche nelle aule assalite dal Va fa Dopo le polemiche sulle prove scritte i candidati affrontano gli esami orali Alcuni interrogatori in un istituto magistrale e in un liceo classico - Piccarda Donati era vanitosa? - Perché ti piace Leopardi? • La pace di Santo Stefano eia rivoluzione di Kant mettono in imbarazzo gli aspiranti alla maturità - Il pericolo di lasciar parlare i professori Per i candidati alla maturità è cominciata la seconda ed ultima parte della loro fatica, quella decisiva: le prove orali. E' cominciata in condizioni climàtiche poco favorevoli: la improvvisa ondata di caldo pesa anche psicologicamente su ragazzi, già provati da alcune settimane di studio intenso. Ed anche l'atmosfera morale, che circonda gli esaminandi e le famiglie, quest'anno non è del tutto serena, perché le prove scritte hanno provocato critiche, riserve, polemiche. Il tema c mazziniano > per la maturità classica conteneva un errore di stampa così grave, che qualcuno — con poco giudizio — avanzò addirittura l'ipotesi che l'esame venisse annullato. Il brano, che gli alunni del liceo classico dovevano tradurre in latino, era di un ben mediocre prosatore; il passo di Leonardo assegnato ai loro compagni dello scientifico, presentava serie difficoltà stilistiche. Il problema di matematica per lo scientifico era formulato — nella seconda parte — in modo infelice. Inoltre la discussione, che la stampa ha aperto su queste prove scritte, riuscirà utile per il fu turo (soprattutto in vista de! progetti di riforma); però non ha giovato alla tranquillità dei- candidati. Gli studenti, i familiari, tutti quelli che pensano ai ragazzi ed alla scuola, si augurano ora che le prove orali si svolgano in un clima più disteso, con reciproca comprensione, così da far dimenticare le spiacevoli riserve suscitate dagli scritti. L'esame orale, condotto con abilità ed intelligenza, può essere il più utile per misurare la maturità dei candidati; quando non si riduce ad una prova mnemonica o ad un quiz, serve ottimamente a saggiare la cultura generale e la serietà dei ragazzine quindi a riparare eventuali infortuni dell'esame scritto. Siamo certi che tutti i professori applicheranno questi criteri, del resto suggeriti dalle istruzioni ministeriali. Senza indulgenze colpevoli, ma-senza eccessi di rigore. In un dialogo sereno, che lasci convinti i professori e gli scolari, i candidati < maturati > e quelli respinti. Ieri sono incominciati gli orali per l'abilitazione magistrale e per la maturità classica. Oggi hanno inizio gli orali per la maturità scientifica, domani per l'abilitazione a ragionieri e geometri ed infine il 12 luglio per l'abilitazione artistica. Abbiamo assistito ad alcuni esami all'istituto magistrale Berti ed al liceo- classico Cavour. Abbiamo constatato l'intenzione del professore di condurre il candidato ad un colloquio. Nessuna domanda tipo «: com'erano le calze di Lucia quando era pronta per le nozze > o « di che colore era la polenta di Tonio ». Lo scorso anno domande simili hanno fatto cadere ben 18 candidate in una sola commissione. All'istituto Berti la candidata, carina, bruna, che sosteneva la prova di , italiano vestiva il grembiule nero: le sue colleghe invece avevano abiti vaporosi estivi. Aveva appena terminato le prove di latino e di storia e la presidente della commissione le ha chiesto se preferiva riposarsi qualche minuto per distrarsi. Ha voluto iniziare subito: «Almeno me ne libero prima ». « afa abbiamo facce così brutte da incutere terrore! ». La candidata ha scosso il capo per dir di no, cercando di sorridere, ed ha sollevato il petto in un sospiro profondo. La domanda era su Piccarda Donati, del terzo canto del Paradiso. Ha saputo dire che Piccarda era una giovinetta di Firenze andata a farsi suora nel monastero di Santa Chiara: suo fratello Corso la trasse a viva forza dal chiostro per darla in isposa a Rossellino delia Tosa. La candidata ha letto: « V lui nel mondo vergine sorella; ■ e sé la mente tua ben sé riguarda, non mi ti celerà l'esser piti bella ». Prof.: Rivolgendosi con queste parole a Dante, Piccarda compie un atto di vanità? Cand.: No, perché le sue parole sono affermazione di gioia, espressa con semplicità Prof.: E' peccato per una donna mostrare la propria bellezza? Rispondo io: non è pec«ato quando manca malizia e vanagloria. Perché Piccarda è nella sfera più bassa del Paradiso? Cand.: Perché venne meno al voto. Venne meno per violenza altrui, però forse Dante pretendeva da lei una maggior resistenza. Forse addirittura il martirio. La seconda domanda di italiano era: < Perché le piace Leopardi t ». La risposta — < perché descrive bene la natura » — è stata accolta dalla professoressa con un movimento di labbra che indicava come non fosse soddisfatta. Quando il candidato non sa avviarsi, l'esaminatore di solito gli viene in aiuto con altre domande complementari che dovrebbero metterlo sulla via. Non sempre queste domande complementari sono di aiuto. Al liceo Cavour ieri mattina un esaminatore di filosofia è storia diceva ai candidati: < Cercate di rispondere subito in un modo o nell'altro, mettetevi a parlare. Evitate che interveniamo con le domandine perché possono essere rischiose, in quanto meglio precisando l'argomento mettono a maggior prova la vostra cultura >. Quel professore ha chiesto ad un giovanotto con occhiali: « Mi parli della pace di Santo Stefano ». Il candidato con grande sforzo ha ricordato che uno dei contraenti era la Rus sia, ma non ha saputo ricor dare che l'altro era la Turchia. Il professore ha insistito con altre domande. Non abbiamo capito se il candidato sapeva che la pace era stata stipulata il 3 marzo 1878. Non ha però risposto alle domande che gli chiedevano perché l'Inghilterra e le altre potenze europee si erano affrettate ad indire il congresso di Berlino per togliere alla Russia l'egemonia che la vittoria sulla Turchia le aveva dato sui Balcani. Neppure ha detto che al congresso ha partecipato anche la Russia, pur sapendo che era a suo danno. «Ha partecipato — ha chie-ito il professore — perché diversamente avrebbe avuto contro tutte le potenze europee ed una guerra l'avrebbe travolta. Nessuno può osare di essere solo». Per filosofia, sempre al liceo Cavour, è stato chiesto ad una signorina: « Che cos'è la rivoluzione copernicana di Kantt » La candidata bionda, con un golfino giallo sulle spalle, <i volto arrossato da qualche brufolo, muoveva la mano ad afferrare il pensiero che di con tinuo le sfuggiva. Ha detto che prima di Kant, anzi prima di Cartesio, al centro del conoscerr- era la realtà, quale noi volgarmente la immaginiamo attraverso i sensi, ed il pen siero le ruotava attcrno per rappresentarla. Con Kant è il pensiero che si è messo al cen tro ed attorno ad esso ruota l'oggetto, la realtà. Poi con l'aiuto del profes sore ha risposto che in Kant l'crdine, le leggi della natura sono le leggi costitutive dello sp.r.to. Non ha però saputo dire perché Kant ha chiamato copernicana, per analogia astronomica la sua rivoluzione «L'ha chiamata così, ha con tiiiiimii [<ì(tiiiiiFfiiL]iiiii»iitiiiiiiiii[riiiiii tinuato il professore, in rapporto al senso comune. L'uomo del popolo, crede che la realtà sia il sensibile, il filosofo invece sa che è il pensiero, il suo pensiero, perché sia le leggi del pensiero sia le leggi della natura sono ordinate dall'Io »

Persone citate: Cavour, Kant, Rossellino

Luoghi citati: Berlino, Firenze, Inghilterra, Russia, Turchia