CRONACHE DEL TEATRO

CRONACHE DEL TEATRO CRONACHE DEL TEATRO Un ricevimento del Ministro della Cultura Popolare in onore dei « Giovanissimi » Un successo di Ugo Betti con « La casa sull'acqua » Nel pomeriggio di ieri, sabato il Ministro della Cultura Popolare apcntutinrMrcha"Zto nenTZ^de]piùTandl ' albergo di Roma un ricevimento l*in onore.della Compagnia dei Gio-esanissimi direrfa dal Silvio d'A-]mmica. Alla simpatica e significati- pva iniziativa ha corrisposto una cvera folla di autorità, senatori, al-' rtori che è intervenuta a salutare,st giovani e ad auspicare alle foronfortune ed alle fortune del teatro ditaliano. Le quali, quest'anno, so- tno proprio fauste, che da lungo atempo non si vedeva tanta gente, mnei teatri ad applaudire con /e?-ldvare ed a seguire le rappresenta-i tzioni con tanto interesse. Tanto dper portare un esempio, la Com-ilpagnia Bicci-Adami in 16 recite ual Teatro Nuovo di Milano ha in- zcassato ben 122.01,1,10 lire, pari ' ad una media qiornaliera di lire]™19.007,08 e ad una frequenza di it855 spettatori paganti per rappre-1 sseduzione. Fatto significativo: bdelle 46 recite 29 sono state di tcommedie italiane. La Compagnia ddel Teatro Eliseo è alla 40" repli- dcu de «Le gaie comari di Windsor» sa teatri sempre esauriti; e la Com-jtpagnia dei Giovanissimi è alla 10» replica di « Molto rumore per tutl-ì tla » a teatri esauriti. Teatri esali-1iaamhgriti segnalano la Compagnia Zacconi e la Maltagliati-Cimara-Ninchi. E di altri ancora non sappiavio. A giusto titolo il Ministro Pavolini ha voluto constatare, parlando all'eletta assemblea, i senni Ilprecursori della nuova ascesa del 1 mteatro italiano di prosa. Egli ha ] cè e a n a a o . , a , o a a e i l a p o o , a e a i detto che mentre a Roma i Giovanissimi debuttavano con un'opera di alto impegno, Zucconi a Milano trionfava coi « Dialoghi di Platone » al punto che per entrare in teatro sono avvenuti vari incidenti che hanno richiesto l'intervento dei tutori dell'ordine. C'è dunque nella nuova atmosfera creata dal Regime anche nel campo dell'arte teatrale un fecondo risveglio ansioso di superamento e di grandi affermazioni. Dopo aver ricordato l'opera dei suoi predecessori ed elogiato l'attività dei suoi collaboratori, il Ministro ha assicurato che il Regime farà per il teatro tutto quello che è necessario, convinto come è della potenza di espansione dell'arte affiancata alla potenza delle armi. L'iniziativa di questa Compagnia di giovani ha tutto il carattere delle iniziatve prettamente fasciste. Movimento ardito, esperimento coraggioso, conquista significativa, esempio di coraggio e di disciplina, la Compagnia dei Giovanissimi ha giù le simpatie degli esperti e del pubblico. La prima vittoria la impegna per il futuro. Il Ministro Pavolini ha elogiato Silvio d'Amico per la fede e l'entusiasmo con cui serve il teatro italiano ed i maestri della R. Accademia che hanno preparato con tanto impegno i nuoci attori, gli autori ed i ertici che, ognuno nel proprio settore, lavorano alla promettente rinascita, ha salutato tutti gli attori, vecchi, anziani e giovani, che, presenti o lontani, sono impegnati nella nuova battaglia ed ha concluso affermando la sua sicura fede nell'avvenire del teatro italiano nuovo. Vivissimi ed insistenti applausi hanno coronato le belle e sentite parole del Ministro della Cultura Popolare. Poi Silvio d'Amico ha ringraziato a nome di tutti ed ha assicurato il Ministro della leale uppassionata collaborazione di tutti nel servire l'arte ed il Regime. La bella riunione si è protratta a lungo nella più cameratesca cordialità. Le giovanissime hanno destato la curiosità delle giovani e delle più unziane: ed era veramente consolante vedere con quanta simpatia attrici famose ed attrici ignote, attori celebri ed attori oscuri hanno simpaticamente famigliarizzato. Con si alti e nobili auspici le fresche energie sono state immesse ufficialmente nella vita del teatro. Siano le benvenute. Esse hanno bene meritato l'odierno altissimo auspicio. * * Due segnalazioni dobbiamo fare questa settimana: la prima rappresentazione de « La casa sull'acqua » di Ugo Betti, al Teatro dell'Università di Roma, e quella di « Pioggia », quattro atti di John Colton e Clemence Rodolph. dalla novella Miss Thompson » di \V. Maugham, al Teatro delle Arti. dmfnslcvsmittceeflsusnsePqS erAanVTnrim'aoK erriamo, la prima opeia teauaie ai Ugo Betti; comunque ci sembra la piusonaa. Francesco e Luca.1 uno gagliar-do e spiccio, latro debole e timo- roso, son fratelli e vivono nella stessa casa, con Marta, moglie di Francesco, una creatura .nnamo- ta del manto che la tiene in sog-gezione. Francesco e uno di quegliuomini che non ammettono con-tradittori: è il più forte; a lui spet-ta quindi il dominio, in tutto e pertutto. Vita grigia, stagnante e tor-bida come l'acqua che lambisce lacasa e s'immelma nelle fondamen-ta, vita paurosa, piena d'incubi e di desideri, di pallide speranze e di maceranti certezze. In questo ambiente pesante e triste come una prigione capita Elli, una fanciulla che viene dall'America: la giovinezza, la gioia, l'evasione. E' naturale che essa appaia ai due fratelli come il porto della felicità. Si inizia cosi quella lotta sorda e terribile che in Francesco —- e in Marta — ha, in certi momenti, caratteri veramente epici. Betti ha|acgttgdlivcapito perfettamente i suoi perso ' SSKi^JE l*",™*?* ™ai't0Q * m°F! fi' esPorato co" ?a£ace intelligenza i ]mot\ Pm "tintivi e prepotenti e pensieri più minuti e reconditi ci ha presentato il frutto delle sue v—tge]'d' ricerche in un alone di umana poe,sia che talvolta e persino allucinan.te- Il fresco e festoso risveglio di Luca/ il drammatico silenzioso tormento di Francesco, la trepida angoscia di Marta acquistano man , mano che 1 azione si svolge un evildenza, sempre più prepotente e i travolgente; e al terzo atto, quan do 11 dramma è nel cuore di tutti, ila sua potenza di commozione umana e artistica raggiunge altez ze classiche. Il tragico diverbio tra ' due fratelli, dissennati dal profu]™ di Elli. la fatale uscita di Mar ita sulle orme della fanciulla, il 1 suo ritorno dopo il delitto — la butta nell'acqua — l'espressione tutta interiore del suo tormento e dei suoi atti, non turbati nemmeno dal suono della sua stessa voce, sono tra le cose più belle di quejtra brillantissima opera. Peccato che Betti non abbia avuì to il coraggio di esser crudele fino 1in fondo! Dopo averli tormentati, dopo averli condotti con progressione di alta natura artistica fino alle ultime necessarie conseguenze, Betti ha avuto pietà dei suoi personaggi: Elli non è morta, Luca sarà fe- qnPntral Ilice, Francesco e Marta, eroical 1 mente rassegnati, resteranno nella ] casa sull'acqua... Per noi la vicenda finisce quan è o o o i a r . a e i i a . o o n i l o e , o e o e i a e ci ri li o a oe pcldi n a V. i. do Marta appare, bianca come una morta sulla soglia della casa. Solo fino a quel punto il dramma rimane nel clima mitico; solo cosi ha senso d'universale. Bastano quelle tre o quattro battute finali perchè il volo s'interrompa e si avverta la picchiata verso terra. Ma il dramma è robusto Dopo aver ascoltato La casa sull'acqua, due cose non riusciamo a spiegarci: perchè Betti che in quest'opera si dimostra scrittore sano e robusto, poeta di teatro capace di ardui e alti voli, si compiaccia talvolta, e spesso, di evasioni simboliche che disturbano e sfiancano la sua arte, e ce lo fanno apparire quasi un crepuscolare; e perchè un'opera come questa non abbia trovato finora non una, ma due, tre compagnie disposte a rappresentarla... L'edizione che ne ha curato Nino Meloni, regista di pronta sensibilità e intelligenza, non poteva essere più aderente ed espressiva. Paola Borboni ci ha dato una Marta di perfetto disegno fisico e spirituale. (Che bella trasformazione si è operata, nella maturità, in questa brillante attrice!). L'eloquenza dei suoi penosi silenzi e dei suoi gesti elementari ci avvertivano della invisibile e terribile presenza del fato. E che senso di umanità nella scena del secondo atto quando apre il suo cuore a Elli, e le parla del marito che non ha saputo far felice perchè non gli ha dato, e non sa perchè, un figlio! E che disperato smarrimento in quel volto sbiancato alla rivelazione di Luca che. per farsela alleata, !e grida che Francesco ha baciato Elli! Non c'era nulla da desiderare di più e di meglio. Un Francesco sanguigno e impetuoso è stato Dino De Luca, e un ottimo Luca, tutto sofferenza, combattuto fra tremiti e slanci, Augusto Marcacci. Brillante e innocente, nella parte di Elli, Lilla Brignone csmlrhdotod\sBtsbdstmccdgqslgpSlSSSf'S&lSfiiSP'ÌSSS 111 unissimo ordine che onora il|va più leale e evidènte di quella primissimo Teatro dell'Università Prima della rappresentazione il giovanissimo Siro Angeli ha detto un « omaggio a Betti >, e nulla poteva esser più gentile e significativo di questo segno di comprensione e di rispetto dei giovani che si affacciano alla vita artistica verso un poeta che, nella piena maturità, continua a combattere, con animo puro, le sue belle battaglie. E' questa la prò continuità ideale che accomuna nella stessa fatica i giovani e gli anziani: la frattura, che soltanto i superficiali e gli avventati ave- vano considerato come acquisita,non è mai esistita e non esiste.[1 Teatro dell'Università ha anche il merito di dimostiarlo. Tanti anni fa, in una sera di di- Gi0vanni G,aSS0 dava la ai nri rRnnre'spntazione del dram- a JgWJJ SfSSStìSSS? che si af tacciava allora al teatro, e che r-, ; d diventare, com'è, uno o- iu famosi isti della nostra a cinematoerafia. Gli amici eravadi mo tutti, si capisce, in teatro per o- godere dei trionfo del nostro aug-|tore e aii'OCCorrenza, aiutare la li: barca... Non ce n'era bisogno pern-icne \\ dramma era fortemente cot-|struito, e Giovanni Grasso, benché erijn declino, era ancora formidabile, r-lMa la vicenda si svolgeva sotto la lai pioggia. Pioveva al primo atto, n-; pioveva al secondo, e all'alzarsi e del sipario sul terzo... pioveva an e cora. Vic;no a me, in poltrona, era to,un nostro caro amico, venuto con le migliori intenzioni di questo imondo, che all'autore volevamo. tutti un gran bene, uno di quegli ' uomini però che per un motto di :spirito darebbero l'anima al dia- volo. Lo sentivo fremere e sbuf- fare. Mi guardava e mi riguarda- va con un risolino sulle labbra, e quasi voleva essere incoraggiato a dire quello che pensava. Ma io non'volevo dargli corda, perchè sapevo. che, lasciarlo partire, eran guai... Ed ecco che. senza che aprisse bocca, il mio amico si pIì.o. il bavero della giacca, e apre l'ombrello che fin'allora aveva tenuto fra le gambe. Quel che successe ve lo lascio immaginare. Nel mezzo di una wpna rlrammuticiusima teatro^ gU attori dovettero fermarsi, e1Giovanni venne al proscenio per capire quello che succedeva. Quando s'accorse dell'amico che conosceva, lo apostrofò irritato; * sempre lo stesso sei! » E l'altro: ■:< ma, scusa, è tutta sera che piove, e m'è venuto tale un raffreddore...».! Altra risata, e il dramma andò inIfrantumi... Se l'altra sera il mio amico fosse stato al Teatro delle Arti, non diversa sorte sarebbe toccata a Pioggia. Per tre atti P'°ve. e .a pioggia, a quanto P*- Sol' Jr„"n„i5f.^!.°"a?f 10„lm[!0ELa.Ilt?- | Se non piovesse, le cose probabil- mente andrebbero diversamente. 'Per quanto, data 1 impostazione |del dramma, pioggia o non piog- 1 Sia. non mi sembio che le cose potessero cambiare. Chi ha letto i uramma ai miss moni- del pastore Davidson ha il suo originario vigore e ii j"w . — — ----- la novella di Maugham, e chi haivisto Uhm sa di che cosa si tratta. Nella trasposizione per la scena il dramma di miss Thom pson e perduto se tutto infronzolilo di orpel i melodrammatici di evidente ispi-,razione popolaresca, tanto che 1 opera ci appare affatto interes-.sante e priva di ogni ragione ar- tistica. Anton Giulio Bragaglia è riu- scito a ravvivarla con la sua at- tenta regia, e l'ha fatta applau-ldire. Diana Torrieri e Nerio Ber- nardi hanno espresso con eloquen-iza il diverso tormento dei due principali personaggi, e sono stati volenterosamente coadiuvati dagli altri attori. S. S. j

Luoghi citati: America, Lilla, Marta, Milano, Roma