"Dovevamo passare il Natale a Casa" di Guido Tonella

"Dovevamo passare il Natale a Casa" Il Comandante del « Bremen » racconta "Dovevamo passare il Natale a Casa" La partenza da New York ostacolata dalle auto= rità americane = La rotta oltre il circolo polare == La vana ricerca degli incrociatori britannici Berlino, 18 dicembre. Sono cinque giorni che il Bremen, il grande transatlantico tedesco, è rientrato in patria, ma nonostante il comprensibile interessamento che il pubblico ha ma™festato Per ^"f8^ stupefacente Ista'naveT che arriva àT una staz|za di ben 5].000 tonnellate fosse impresa non è stato finora possibile ottenere, dopo le prime laconiche notizie, alcuni dettagli precisi nè sulla rotta seguita da) Bremen stesso nella traversata dell'Atlantico, nè sulle avventure che gli sono capitate da New York in poi. In visita ufficiale a Berlino, dove gli sono state tributate grandiose accoglienze, unitamente agli ufficiali ed agli uomini dell'equipaggio che qui lo hanno accompagnato, il Commodoro Ahrens, comandante del JSremen, ha consentito personalmente a fornirci interessanti precisazioni di questo suo straordinario viaggio che « nessuno degli uomini del Bremen. per quanto assuefatto alle avventure della vita marinara potrà mai dimenticare ». Il Commodoro Ahrens dopo avere premesso come la mole di que- dinnndnml'gvml'latestivtitetrilprvtale da rendere estremamente difficile una fuga inosservata, ha dichiarato come per l'appunto la fase più delicata del viaggio sia stato l'inizio, dato che il transatlantico, sorpreso dagli incalzanti avvenimenti di fine agosto nel porto di New York, aveva novantanove probabilità su cento di urtarsi al limite delle acque territoriali americane in uno sbarramento delle unità inglesi da guerra alle quali non sarebbe parso vero di potere impadronirsi fin dal primo giorno di guerra di una nane nemica di così ingente valore (il Bremen è costato infatti la bellezza di sessanta milioni di mar- iiIIedante Ahrens "non ha" esitato ad accusare in modo formale gli americani di avere scientemente fatto ritardare la partenza del transatlantico sotto il pretesto di srCmschi). A questo proposito il coman-j*dacsconstatare se esso fosse armato I tconstatare se esso tosse armato,! per dare, tempo agli mgles, dl|Ni can.ia! noni e perben trentasei ore di se-1 l1 ™lto ^ ^A^T^^ZtVo.n cercando le armi persino nei bac gni e nelle piscine installate sulla itjnave. I « disporre il loro sbarramento A e1 bordo del Bremen. dal quale poco " jpiù di una settimana prima erano, ? sbarcati 1500 passeggeri, gli ispet-1 a-|tori della polizia americana si mi- < iser0 jn testa di scoprire dei can-1 al <slamo partiti - ci. racconta'^5 a 1 :il Commodoro — sapendo che due *ìarTad aspètfà?cl ^navfmer^ iMlc^%f^^^ nica lasciavano il porto di Ne» York con noi... Che avremmo fat- ctn sp p-Iì inrrnriat-nri inp-lpsi ri ' sto se gli incrociatoli inglesi ci ,avessero fermati? Non posso dir- aeI vei0 in moci0 preciso Certo è che1 t- U nostro Bi.e;„P„ "n0n lo avreb- t- hpvn nrpsn mai' * Ma il vìno-mo el IsiTnizP4 bene^a dispetto cU tutte ta ie contrarie previsioni- ciuando il1 aoM^^T^to'dSK -laUp territoriali è notte fonda- jilnait'ransatiant co e i neru tutto avanza a lmni soenti, vo i£e filando al massimo di velc^ità U-1rj^j suoi possenti motori (oltre ses-'d ìsanta chilometri all'ora!), punta! decisamente al largo. |dIl comandante ci dice di avere pvisto uno des;li incrociatori in ag-i dy I guato, ma gli inglesi il Bremen sjnon lo vedono. Ma chissà quante 1 te!altre unità ora sono state sguin-|b-: zagliate dall'Ammiragliato bntan- i mo1 nico in lungo ed in largo attraver- ! fa1 so l'Atlantico, ora che si sa cheit-|il Bremen è partito dall'America., f-1 Ed allora conviene uscire dalle vie | o i solite; conviene cercare la nebbia,; a i , I il maltempo, per occultarsi quan - ; topiu è_possibile. s a Ha il Bremen a hordo un dispo- sitivo per potersi circondare di nu- \ bi artificiali? E' un punto che ri- mane insoluto nell'esposto che ci; fa il comandante Ahrens. il quale) ci dichiara per altro che in genere, il Bremen viaggiava in questa suaispedizione di notte, tenendosi di bgiorno fermo e « per quanto pos- e a j-^Dlle occultato » (si sa cne a tal -1 flne tutte le sovrastrutture della inave nel corso del viaggio e suc-lcessivamente a Murmansk erano state riverniciate con una tinta ; grigia). Sono a bordo 850 uomini dell equipaggio. La.rotta si svilup- pa in direzione della Groenlandia, | dove è difficile che gli inglesi ab- SS^JL'SS^Sli ^««tnTnlif '£ÒU r^,M,vìA^1^rtori che scrutano le tenebre, ma che fortunatamente non arrivano fino al Bremen. Si imbocca la via dei navigatori Vichinghi, fra la Islanda e Te coste groenlandesi e poi ancora si sale in su, a nord, presso le isole dello Spitzberg. Quanto ha durato questa eccezionale traversata, oltre il circolo polare artico? Il comandante Ahrens. da vero lupo di mare, è un uomo di poche parole I «avv^ atlantico che naviga nelle zone infide degli icebergs, egli è già ar rivato col suo di Murmans le accoglienze chevoli dei russi, i quali hanno cercato di rendere in tutti i modi gradito il soggiorno agli uomini del Bremen. « L'equipaggio veniva ridotto a Murmansk al minimo necessario — 125 uomini — tutti gli altri erano mandati a casa via terra. No, non si stava male a Murmansk: i russi abbondavano fr. S^T^c^ XXì ; ospiti tedeschi, facevano venire da i Leningrado artisti col cui concor- i so si organizzavano sul Bremen 1'bellissime serate... Ma la nostal- igià attanagliava i cuori dei cen-1 itoventicinque tedeschi, a casa no- Intra volevamo passare il Natale'— dice u comandante — ed ausi: kVcfstf^ se ^remamente amH ci si rimise dieci di un mattino in viaggio... ». Il resto è cosa nota: la circumnavigazione della penisola scandinava, l'incontro con gli aerei tedeschi « che controllano e dominano tutto il Mare del Nord » come ci dirà il comandante Ahrens, l'avventura col sommergibile inglese messo in fuga da un idrovolante tedesco (a bordo del Bremen nessuno, però, l'aveva visto).! l'arrivo nelle acque territoriali della Madrepatria... Ora il Bremen è in « un porto tedesco» («a Brema» sentiamo sussurrarci, senza però che la notizia trovi precisa conferma, nella vecchia città dei navigatori anseatici, del cui nome la bella nave tedesca si fregia come di un patrocinio glorioso). Ed alle àncore il Bremen ci starà probabilmente per un pezzo, perchè un'avventura come la sua non si può rivivere due volte. Guido Tonella