L'ultima battaglia di Leo Rea

L'ultima battaglia L'ultima battaglia Il « Graf Spee » può tentare - Cento marinai inglesi rendono gli onori ai Caduti tedeschi Londra, 15 dicembre. C'è stata almeno un'ora, deve esserci stato almeno un momento. in cui oggi il mondo intero ha certamente sentito calare la febbre di notizie, di particolari, di precedenti, di conseguenze della battaglia navale svoltasi alle foci del Piata. In quel momento ci si è raccolti nel pensiero delle onoranze rese dai compagni di bandiera, dai neutrali e dai nemici alle trentasei salme dei 7tiaritiai tedeschi caduti sul ponte o dietro i pezzi, ai loro posti di combattimento. Nell'avamporto di Monievideo il von Spee, raggiunto da molti colpi inglesi, ma noti ferito a morie in quanto a possibilità di navi gazione, era fermo; da una nave britannica era scesa la compagnia di cento «omini che doveva rendere gli onori ai morti nemici; al largo, due dei tre incrociatori inglesi che parteciparono alla battaglia, i due tuttora validi, continuavano la loro guardia, rinforzati — si dice — da qualche unità maggiore di loro e maggiore del von Spee. Nulla si sa circa le onoranze ai quattro morti dell'Achilles: è probabile, tuttavia, che essi abbiano avuto il funerale dei marinai. Per un'ora o per un momento solo, dicevamo; giacché il mondo vuole ancora sapere non soltanto quello che è stato, come è avvenuto, ma anche quello che sarà. Le informazioni circa l'andamento e il risultato della battaglia confermano quanto scrivevamo ieri notte: tatticamente è notevole l'azione degli incrociatori leggeri inglesi, come è notevole la loro precisione di tiro; d'olirli parte, è notevolissima l'abilità manovriera dell'unità tedesca, mediante la quale il Graf Spee è riu scito a giungere in porto sfuggendo a tre avversari meno forti ma più veloci. Chi legga i resoconti di questa battaglia non può non ripensare a quel quadro degli Uffizi in cui i levrieri parano e intimoriscono il cinghiale, il quale recede, ma mostra i denti e, ferito, perisce. Strategicamente, c'è poco dubbio possibile: una nave corsz*— ha perduto la sua guerra dal momento in cui è vista, sia pure da una torpediniera. Questa non attaccherà, ma segnalerà la posizione del nemico, ne seguirà le mosse. Il nome stesso di « corsara » deriva dal fatto che essa batte mari dove il suo partito non ha dominio. Il Graf von Spee, molto ferito nelle artiglierie — si dice ora — ma perfettamente efflcente in quanto a navigabilità, può certamente tentare un'uscita, appoggiando l'audacia a tutti gli inganni ammessi dalle leggi della guerra e sopratutto della guerra di corsa. Qualche osservatore affermila che la battaglia del Piata è soltanto l'inizio di una battaglia maggiore; qualche altro considera che essa abbia messo il suggello alla carriera della « corazzata tascabile » tedesca. Non si può dire chi dei profeti abbia ragione: tra qualche giorno si saprà. Vicino alla battaglia, quando erano ancora caldi i cannoni e i morti non sepolti, si è iniziata una scaramuccia diplomatica: Londra preme sul governo di Montevidco perchè applichi nel senso più restrittivo la legge internazionale sull'asilo a navi belligeranti; Mon smiltrhtaildutossfLpHpzctdtagrgqardnfaUimrdacznbmcCgiEPedLdtevideo per ora non ha risposto, j // Ministro degli esteri Uruguay a- no studia i rapporti degli esperti ,,„„„„ .uàF-ii, 7„ z,„„- \,„„ che hanno visitato la nave, con- sulta t giuristi; Washington non i pare che vor/lia insistere sulla il-\ legittimità dell'azione navale e>i-]tra quella «cintura di sicurezza » nmniri ben wo mialia deci™ in 'ampia ben suo miglia accisa tuiun modo piuttosto personale a protezione della neutralità delle due Americhe; per gli inglesi le acque territoriali finiscono a tre ìtiiglia dalla costa e non c'è nessuna, intenzione di un ampliamento di tale limite. Intanto, ora che la carriera del Graf Spee è considerata finita, viene alla luce il conto completo dei danni che il « corsaro » ha recato al traffico mercantile britannico: ben nove navi per un totale di r,0 mila tonnellate erano state affondate dall'unità tedesca; molti degli ufficiali e dei marinai inglesi appartenenti alle nove vittime erano stati presi a bordo come pri batterie nemiche, è giunto a rifu-, giomeri e vi si trovavano quando. il von Spee, sotto l'incalzare delle giarsi nel porto di Montevideo. E-\ rano in tutto 61, fra cui sei capi-1 rani. La loro liberazione è aure-1 nuta, per opera del comandante',tedesco, contro l'impegno che nes- suno di essi riprenda ^M\mare per tutta la durata della guerra. . / giornali inglesi hanno piene le co'onne dei racconti fatti dopo la,liberazione da questi marinai mer- trovati sulla can.'ili che si sono nave da guerra nemica sotto le cannonate dei proprii connazionali. Essi dicoìio che sono sempre ì stati trattati bene a bordo. Lamentano tuttavia che da quando il von Spee è stato impegnato dai tre incrociatori britannici essi non hanno avuto cibo. Durante la battaglia essi dicono di avere passato il tempo giuocando a carte. Quando la nave è entrata a Monievideo un ufficiale tedesco è arrivato sotto coperta dove essi erano rinchiusi e in perfetto inglese ha detto sette parole: — Signori, per voi la guerra è fnita. Leo Rea

Persone citate: Graf

Luoghi citati: Londra, Montevidco, Montevideo, Uruguay, Washington