L'Italia e i Balcani di Leo Rea
L'Italia e i Balcani L'Italia e i Balcani Che cosa si riprometteva Londra dall'attuale inscenatura ginevrina Londra, 12 dicembre. Alla conclusione di questa giornata che ha veduto la scadenza del così detto ultimatum' della Lega alla Russia, verrebbe abbastanza automatica la constatazione che la ceduta ginevrina ha avuto un risultato completamente negativo. Tuttavia, un esame più approfondito e una visione panoramica più compiota delle cose quali sono state manovrate e influenzate a Ginevra portano a una conclusione diversa. E' bensì vero che ai fini per i quali la Lega dovrebbe esistere non è stato concluso nulla, meno ctie nulla, ma dal punto di .vista britannico la giornata è stata tutt'altro che senza frutto. Le cose sembrano anzi essere andate proprio secondo il piano britannico : sfruttare la situazione creata dall'aggressione russa con l'intento di creare o aggravare i dissapori fra Russia e Germania e al tempo stesso prendere parte attiva e aperta alla difesa della Finlandia (vedi i venti aeroplani inglesi e la pubblicità fatta intorno ad essi) in modo da impedire che la Russia trovi facile la strada verso la Scandinavia e non si giunga poi a un'intesa russo-tedesca numero due a imagine di quella raggiunta nell'agosto e realizzata nel settembre, intesa che questa volta potrebbe avere per oggetto una zona strategicamente e navalmente essenziale per la Gran Bre.tagna e per le sorti della guerra. Se questo è il tema diplomatico al quale la Gran Bretagna ha informato la sua attuale azione ginevrina — e secondo tutte le apparenze un piano siffatto è una realtà ben più che ur.a supposizione — bisogna convenire che anche questa volta Ginevra ha servito benissimo all'Inghilterra. Ultimatum limite senza Riguardo alla Finlandia, Londra ha vissuto oggi più sul notiziario del palcoscenico leghista che su quello del campo di battaglia eli Carelia; le azioni manovrate della Lega hanno attratto maggiormente l'attenzione che la solida ed eroica resistenza opposta dai finlandesi alle orde bolsceviche: questo è forse spiegabile con la constatazione che, nonostante i cento giorni passati dalla dichiarazione di guerra, è chiaro esservi maggiori possibilità di lavoro pelle diplomazie di quante ve ne siano per i capi dei grandi eserciti. I giornali di stamane tengono a Indicare d.ie il telegramma inviato dalla Società delle Nazioni al Cremlino aveva bensi tutta la veste di un ultimatum, ma non era ultimatum giacchè mentre conteneva un tempo limite mancava di sanzioni: i giornali del pomeriggio invece hanno insistito nel sottolineare le caratteristiche ultimative della comunicazione; quelli della sera, di fronte al silenzio sovietico, ignorano l'argomento. Comunque, è certo che mentre gli Stati aderenti alla Lega come tali non faranno nulla di positivo, alcuni di essi prenderanno iniziative individuali o raggruppate intese ad aiutare la resistenza della Finlandia fornendole munizioni, viveri, equipaggiamento e materiale da guerra, specialmente aeroplani. Naturalmente tutto ciò è corredato da notizie varie che battono sempre sullo stesso chiodo: dimostrare che non si crede al perfetto amore filato tra Mosca e Berlino. Lo Standard scrive che il petrolio romeno non può entrare in Germania perchè i vagoni cisterna vengono trattenuti alla frontiera, non permettendo le autorità sovietiche inoltri ferroviari attraverso il territorio polacco da esse occupato se non contro pagamento in oro del prezzo di trasporto. Sempre intensissima l'attenzione dei circoli londinesi sull'attività della diplomazia italiana. Il News Chronìclc in una corrispondenza da Roma parla di una nuova « offensiva di pace» che Hitler ha in mente e le cui linee sarebbero state esposte dall'Ambasciatore von Mackcnsen al conte Ciano. Il corrispondente, dopo aver detto che nulla di preciso è possibile sapere in proposito, avverte che se veramente qualcosa di vero vi è nelle notizie che circolano da qualche giorno in diverse capitali, se ne dovrebbe saper qualche cosa, almeno attraverso qualche indicazione, dal discorso che il conte Ciano terrà sabato alla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, discorso la cui attesa si mantiene vivissima anche a Londra. Voci sul blocco balcanico Quanto ai Balcani, interessantissima è una corrispondenza del Datiti Mail da Bucarest, nella quale si discute ancora delle possibi¬ lità e delle vie per giungere alla formazione di un patto balcanico. Il giornale comincia coll'affermare una verità che non sempre è apparsa in piena luce, cioè che il Governo di Roma non ha mai favorito la formazione di un aggruppamento che avesse per mira un'azione antitedesca; si tratta piuttosto di un blocco capace di fermare qualunque tentativo bolscevico verso il Mediterraneo. Dopo avere ricordato il comunicato diramato alla fine dell'ultima seduta del Gran Consiglio, dal quale il corrispondente citato deduce che il piano italiano per il blocco balcanico è quello di dare ad esso un carattere « non avverso alla Germania ma decisamente nemico della Russia », il giornalista dice che « il governo di Ankara non si dimostrava però entusiasta di un blocco su queste linee, prima perchè aveva sempre preferito un blocco favorevole alla Francia e alla Gran Bretagna, e in secondo luogo un blocco che non avesse carattere decisamente anti-russo». * Tuttavia — conclude il giornalista — i recenti concentramenti di truppe sovietiche nella zona del Caucaso potranno indurre la Turchia a una maggiore comprensione del piano italiano e ad aderire alle vedute di Roma ». Volontari e aerei per la Finlandia I giornali della sera pubblicano una notizia che viene confermata dall'inviato speciale del Daily Telegraph a Helsinki nella sua telefonata di stanotte: si tratta della costituzione di una Legione britannica che verrebbe incorporata nell'esercito finlandese. Il citato corrispondente ha intervistato il vice-console britannico a Helsinki il quale si è dimesso dalla sua carica appunto per dirigere l'arruolamento dei cittadini britannici desiderosi di battersi per la Finlandia. « Sento 11 dovere — ha detto il vlaitGIanuabpdmpszimgtaddp a l vice-console signor Alien — verso la civiltà occidentale di battermi in favore della Finlandia. Spero di | trovare numerosissime reclute in Gran Bretagna e specialmente in Irlanda ». Sempre a proposito di rapporti anglo-finlandesi, stasera l'ufficio notizie della Wite Hall dirama una noticina dove si annunzia che appena il Governo britannico ebbe accordato a ditte nazionali il permesso di esportare materiale da guerra alla Finlandia, la Germania si è subito schierata dalla parte dei bolscevichi. A Londra, sempre secondo questa dichiarazione, risulterebbe confermato che il Reich cerca di impedire in ogni modo il transito di materiale da guerra verso la Finlandia da parte di paesi desiderosi di venirle in aiuto, opponendosi perfino quando può all'inoltro di materiale ordinato dal Governo di Helsinki prima delle attuali ostilità. Leo Rea i
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