L'ambigua politica inglese nei confronti di Mosca di Leo Rea

L'ambigua politica inglese nei confronti di Mosca L'ambigua politica inglese nei confronti di Mosca Londra, 6 dicembre. Si parla ancora e sempre della Russia e di quello che sarà il ter-zo «colpo» sovietico, della dire-rono, cioè, in cui la spinta del- l'imperialismo sovietico agirà do-po i colpi contro la Polonia e con tro la Finlandia. La lancetta del le previsioni si sposta continuamente sul quadrante europeo e non soltanto europeo: alla spinta verso la Scandinavia e a quella verso la Romania e i Balcani, si è aggiunta stasera quella di un colpo in direzione del golfo Persico. Basta accennare a questa previsione per comprendere quale ridda di argomenti essa abbia scatenato: si parla di una azione contro la Turchia, di ammassamenti sovietici ai confini del Caucaso con obiettivo, quindi, antlturco e di ammassamenti sulla frontiera afgana con obiettivi evidentemente antibritannici. Si tira fuori la vecchia tesi russa dell'* uomo malato di Europa » e si riparla dell'altrettanto vecchio antagonismo russobritannico. Quanto ci sia di vero nelle ipotesi che naturalmente scendono da queste tesi, o quanto di vero ci sia nelle altrettanto naturali antitesi non si può dire: chi da tesi, ipotesi, antitesi volesse derivare una sintesi farebbe qualche cosa che sarebbe stata molto apprezzata dai forbiti scrittori di un secolo fa, ma non renderebbe certamente un servizio ai lettori di un giornale cui importano meno le preziosità letterarie e più la sostanza dei fatti. Aeroplani alla Finlandia Il fatto principale, per ora, si limita alla continuata ed efficace resistenza opposta dai finlandesi contro l'aggressione sovietica. E' un fatto dal quale si possono trarre conseguenze dirette e sicure ai fini della formazione di un giudizio preciso sulla situazione non soltanto in Finlandia, ma anche sulla possibilità stessa che, dopo quello che avrebbe dovuto essere il secondo « colpo » sovietico, e proprio per i risultati non brillanti di esso, il governo di Mosca decida di agire con maggior prudenza in altri settori. Tutta la stampa inglese, parlando della difesa finlandese, mette in rilievo come gran parte del successo sia dovuto all'impiego dell'aviazione e contemporaneamente si pubblicano dispacci secondo i quali diversi aeroplani da bombardamento di fabbricazione estera sarebbero ormai giunti e sarebbero impiegati dall'aeronautica finlandese. A questo riguardo siamo in grado di riferire in base a informazioni di fonte assolutamente sicura, che la Finlandia verrebbe aiutata nella sua difesa anche dall'Inghilterra, con un sistema che può trovare un parallelo nell'aiuto in materiali prestati dall'Italia alla Spagna durante l'ultima vittoriosa difesa contro il bolscevismo. Le informazioni cui abbiamo testé accennato precisano che il governo di Londra ha già deciso di inviare alla Finlandia 20 apparecchi da combattimento. Nasceranno complicazioni ? Forse nessuna, giacché tali apparecchi potrebbero essere di marca e di costruzione americana, cosi che, questa volta, non sarebbe nemmeno necessario mettere in piedi e far lavorare un organismo simile al Comitato di quel « non intervento » vissuto e defunto senza onore. E, si badi bene che questa ultima ipotesi, cioè che si tratti di apparecchi americani e che quindi il gesto inglese non implica la rottura aperta o immediata delle relazioni fra Londra e Mosca, va d'accordo con le notizie giunte oggi da Washington secondo cui Roosevelt intende proporre al Congresso di mettere a disposizione della Finlandia le somme da essa pagate in conto debiti di guerra. Il che, sia detto in parentesi, servirebbe meravigliosamente per rispettare la domanda del « cash and carry » che praticamente abolisce la legge della neutralità in favore degli amici degli Stati Uniti. La stampa inglese di oggi non ha pubblicato nulla, nonché di sensazionale, di veramente interessante: merita appena di essere riferita una noticina del redattore diplomatico dello Standard il quale dice che Hitler intenderebbe fare delle proposte di mediazione nel conflitto fra la Finlandia e la Russia allo scopo, dice il giornale di cattivarsi le simpatie dei neutri e di ampliare poi le trattative e passare cosi dalla composizione del conflitto fra Mosca ed Helsinki a quelle fra la Germania e le potenze occidentali. Una informazione sulla quale non occorre fermarsi a lungo giacché abbiamo l'impressione che intorno ad essa ci sia poco, molto poco, di sodo. Il piano russo Le altre speculazioni giornalistiche della giornata sono state centrate sull'articolo apparso sul Voelkischer Beobachter sulla possibilità di una guerra russo-turca, che sboccherebbe poi in una guerra anglo-russa: abbiamo già accennato alle induzioni e deduzioni che la stampa inglese trae da tale articolo e dalla successiva previsione che la Russia miri ad una spinta di carattere asiatico anziché europeo. Il Times dedica all'argomento uno dei suoi editoriali, nel quale è di interesse per gli osservatori italiani la conclusione, là dove si dice che in Turchia si ritiene che la Russia minacci piuttosto i Bal- ,cani e si lamenta la mancanza di j coesione in quella penisola. Il ri- 1 chiamo ai Balcani e al pencolo jrosso, porta automaticamente alia ■ posizione dell'Italia ed alla neces- 1 sita di ottenere l'approvazione ela collaborazione italiana. A questo proposito siamo in condizioni di dare come primizia assoluta la notizia che durante la^^tìd5dei^i,%dSseduta tenutasi a Parigi, lunedi.si è convenuto di offrire all'Italia un posto nel Consiglio di animi- nistrazione. La notizia ri vimu» ria una fnn-in materia di Canale di Suez, e se questa nostra informazione sa- rà smentita, ciò vorrà semplice- mente dire che il Governo italiano non ha accettato, perchè inade- guata, l'offerta di un seggio al seggio Paese che ha un traffico attraver so il canale inferiore soltanto i quello dell'Inghilterra. Leo Rea

Persone citate: Hitler, Roosevelt