Il Duce visita la Mostra dell'Arte Albanese

Il Duce visita la Mostra dell'Arte Albanese Il Duce visita la Mostra dell'Arte Albanese // compiacimento del Fondatore dell'Impero agli artisti vinci¬ tori del "Premio Albania „ - Le ardenti acclamazioni della folla Roma, 25 novembre. Il Duce ha visitato, nella Galleria di Roma, la prima Mostra di Albania. Questa notevole esposizione di arte rappresenta il coronamento e la iniziativa presa nella passata primavera, in occasione della annuale rassegna del Sindacato Belle Arti di Puglia. Sorse allora l'idea di istituire il « Premio Albania » da assegnare al migliore 0 ai migliori paesaggi che per il settembre venissero presentati al pubblico concorso tra artisti italiani ed albanesi. L'idea, che ebbe subito il patronato della Federazione dei Fasci di Combattimento della terra di Bari, venne accolta con vivissimo favore, c numerosi pittori partirono dall'Italia per andare sul posto a. studiare, mentre in Albania 1 pittori si ponevano anche essi al lavoro. Cosicché, per revoca fissata poteva eprirsi a Bari, durante la Fiera, l'esposizione delle opere e poteva procedersi alla assegnazione dei premi concessi dal Sottosegrctariato per gli Affari d'Albania, dai Ministeri dell'Educazione Nazionale e della Cultura Popolare, nonché dalla Confederazione dei professionisti e degli artisti. Gli artisti prescelti L'esposizione costituì veramente un saggio di mirabili esecuzioni pittoriche. I due artisti cui tocca il più alto riconoscimento furono, tra gli albanesi, Mio Vangjush e, tra gli italiani, Vincenzo Ciardo. Vennero, poi, premiati, a pari merito, Kolombi Zef, Zengo Andronigi, Tushi Vangjush, Mir Papapajn, Giovanni Conte, Adriana Apolloni e Mario Sorbelli. In tutto cinque albanesi e quattro italiani su una trentina e più di concorrenti. Ora, per l'iniziativa del Sindacato nazionale delle Belle Arti, le opere dei vincitori del « Premio Albania » sono state ordinate nella Galleria di Roma, nella 27a serie delle sue pregiate esposizioni d'arte, insieme con le opere migliori degli altri concorrenti. Quaranta quadri di tredici albanesi e quarantadue di sedici italiani, come un primo saggio di fraternità artistica italo-albanese. E ad inquadrare convenientemente la visione dei paesaggi rappresentati sono stati disposti, in nobili ctmtodté a vetri alcuni stupendi esemplari di costumi, d'armi, di gioielli, in una parola dei più tipici prodotti dell'arte popò lare decorativa dell'Albania. Il Duce è giunto al palazzo del la Confederazione dei professio nisti ed artisti alle 13,45. Ricevu to dal Ministro della Cultura Po polare e da quello delle Corpora zioni, dal Sottosegretario per gli Affari Albanesi, dal presidente della Confederazione dei profes sionisti ed artisti, dal segretario del Sindacato nazionale delle Bel le Arti e da altre autorità, il Duce ha ricevuto il primo entusiastico saluto dalla folla che gremiva per un lungo tratto via Sicilia e dalle bimbe di un Istituto di educazione infantile che sorge proprio dinanzi alla sede della Confederazione. Il Duce, sorridente alla schietta e vibrante manifestazione, ha salutato romanamente la folla ed i bimbi; quindi, fatto segno ad una grandiosa ardentissima acclamazione, è entrato nell'atrio del palazzo ove prestavano servizio d'onore le rappresentanze della Gioventù Italiana del Littorio. Il Duce, accompagnato dall'eco sempre più alto della manifestazione, è entrato subito nei saloni della Galleria di Roma ove le opere sono disposte in una meravigliosa cornice decorativa. Nella prima sala, il Duce si è incontrato con varie personalità albanesi tra le quali erano il Ministro delle Finanze, il Ministro dell'Economia nazionale, S. E. lo Ambasciatore Gemil Dino, S. E. l'Accademico padre Giorgio Fischia. Con essi il Duce ha scambiato cordiali parole. Quindi il Duce ha ammiralo le varie opere esposte esprimendo il Suo compiacimento agli artisti vincitori del primo «Premio Albania ». Nella prima sala sono disposti i quadri dei pittori italiani, nella seconda quelli dei pittori albanesi. Il Duce si è soffermato particolarmente di fronte al suggestivo quadro «/ mietitori » di ftfio Vangjush, acquistato dal Governo albanese e ad alcuni paesaggi di Zef Colombi, ed ha avuto parole ti viva ammirazione per le altre opere. Omaggio di fanciulle Nella sua visita meticolosissima -.1 Duce si è indugiato, anche visibilmente soddisfatto, innanzi ai preziosi oggetti dell'artigianato albanese, splendenti con i loro vari colori nelle belle vetrine. Sono tappeti, lavori in filigrana, lavori in legno, lavori in marmo, armi antiche, costumi femminili, abiti da sposa, collane delle montagne di Scutari e terracotte. Nelle sale sono anche delle fanciulle albanesi indossanti i ricchi costumi delle loro regioni. Al passaggio del Duce non sanno contenere il loro entusiasmo, e al grido schietto e ardente della loro esultanza il Duce risponde con affabili parole. Ultimata la visita e ricevuto il rinnovato, devoto omaggio delie autorità albanesi, il Duce ha lasciato la galleria di Roma Oltre la colonna luminosa spiccano, incise nella pietra, le Sue parole: « L'arte è per noi un bisogno essenziale della vita ». La manifestazione assurge ad un tono ardentissimo. Artisti albanesi ed italiani si stringono intorno al Duce, acclamandoLo con indie bile entusiasmo. Il Duce ha parole per tutti. Dopo essersi intrattenuto alcuni minuti nel pieno di quella fervida e vasta manifestazione, esce dal Palazzo ed è ancora acclamato dalla folla, fattasi, nell'attesa, più folta e compatta. Mentre le rappresentanze armate della Gioventù Italiana del Lit¬ tsztSdseg torio rendono gli onori, si ode lo scroscio argentino della invocazione delle Dimbe, dall'alto' della terrazza fiorita dell'istituto. Il Duce, prima di risalire nella Sua automobile, risponde con uno dei Suoi saluti più sereni; e il Suo saluto accresce maggiormente lo entusiasmo delle adolescenti, fuso, in un coro immenso, nell'esultante grido del popolo.