Il commercio tra le due Americhe

Il commercio tra le due Americhe Poiché con l'articolo 67 del nuovo ordinamento dello Stato Civile, approvato con R. D. 9 luglio 1939XVII n. 1238, il termine di cui sopra è stato portato a dieci giorni, il Ministero ritiene, su conforme parere della Commissione Consultiva predetta, che anche per la determinazione della razza cui appartengono i nati da matrimonio misto posteriormente al l.o ottobre 1938-XVI, il termine di cinque giorni per l'accertamento della religione professata debba essere elevato a-dieci giorni. Nel darne comunicazione per opportuna norma, il Ministero ritiene utile chiarire che sono da considerarsi da matrimonio misto: a) i figli di genitori entrambi di nazionalità italiana di cui uno ebreo; b) i figli di un genitore di nazionalità italiana e di un ebreo straniero . c) i figli nati da entrambi igenitori di nazionalità straniera di cui uno ebreo, salvo che detti rìgliappartengano a Stato che aomauna propria legislazione razziale, "?Lq"?L^a??„sÌ„app le%Zedello Stato stesso. iiiiiiiii un ninnili mini iiiiiiiimiiimmiiiiiiii n Il commercio tra le due Americhe Tutto andrebbe bene se i vari Stati del Sud avessero il denaro o le merci che occorrono agli Stati Uniti del Nord NEW YORK, novembre. L'incapacità dei politicanti americani di medio calibro di comprendere i caratteri essenziali di una quistione politica o economica è anche troppo nota sia all'in decamnocotiterno che all'estero. Le relazioni ! socommerciali che s intenderebbero [ costabilire tra Stati Uniti ed Ame-; drlca del Sud non fanno eccezione | challa regola. Quando Germania Inghilterra e Francia entrarono in guerra si credette fosse giunta la opportunità meravigliosa, d'impadronirsi di tutto il commercio sudamericano. Soprattutto di disfarsi una buona volta, nel campo della competizione economica, dall'odiata minaccia del sistema del baratto inaugurato dalla Germania. Un grande progetto L'occasione sembrò tanto importante che il Presidente propose di risuscitare il suo antico progetto d'istituire un fondo di mezzo miliardo di dollari da essere usati per concessione di crediti allo scopo di stimolare il commercio con i Paesi dell'America Centrale e Meridionale. A seguire le notizie che arrivano da Washington si ha il senso della confusione della mancanza di propositi determinati, dell'incertezza di direttive che regnano nelle sfere politiche della capitale. Un giorno si propone di stabilire un « security belt », cioè un limite o una cerchia di sicurezza che circondi tutto l'Emisfero Occidentale dall'Alaska e dalla Groenlandia alla Terra del Fuoco. Ma non si è d'accordo sull'estensione di questa cerchia dentro la quale non sarebbe permesso alcun combattimento tra forze di Paesi belligeranti. Dapprima fu suggerito che trecento miglia bastassero, ma in seguito si trovò che tale limite era insufficiente e fu richiesto di aumentarlo a mille miglia. Un altro giorno si domanda che vengano organizzati squadroni di Vigilanza per tener lontani i sottomarini dalle acque territoriali. E poi ancora che si aumentino le iorze terrestri se non si vuol far la fine della Polonia. Di tanto in tanto scoppia un panico di spionaggio dal che si passa all'idea di destinare mezzo miliardo di dollari al commercio con l'America del Sud. Si fa brillare davanti agli occhi del pubblico americano afflitto dalla crisi e dalla disoccupazione il magnifico miraggio dei 250 milioni di dollari di prodotti che la Germania avrebbe venduto l'anno scorso ai Paesi al Sud del Rio Grande. Perchè gli Stati Uniti non dovrebbero incanalare dentro i loro confini un rivolo d'oro di tale rispettabile portata? Chi ragiona in questa maniera dimentica alcuni fatti essenziali di primissima importanza. Quei produttori americani che vendessero mercanzie ai Paesi del Sud America si aspetterebbero certamente di esser pagati in moneta che avesse un valore internazionale. Ora è proprio di una valuta del genere che i sud-americani mancano. Anche per la limitata quantità di prodotti ch'essi presentemente acquistano negli Stati Uniti non pagano in denaro: pagano con altri prodotti. Ed è con questi che pareggiano la loro bilancia commerciale. Se dovessero aumentare la quantità di prodotti da acquistare in questo Paese con che dovrebbero pagarli ? Con l'invaio di un maggior numero di loro prodotti: non prodotti qualsiasi, ma prodotti di un genere richiesto negli Stati Uniti. Hanno le nazioni latino-americane tale categoria di mercanzie ? Esse sono in gran parte produttrici di materie prime e di generi alimentari. Non solo, ma ciascuna non produce che due o tre (e alle volte rondesoririupa senLgucavbbgmtiqapaLsmzdccactadsincuggcdmgf£tintetalitifospmntctGdIlLduno. solo) articoli essenziali, ciò; dche costituisce la gravissima de-1 vboleizza — una debolezza che in ' alcuni casi si trasforma in una verai calamità naturale — dell'economia dei Paesi dell'America Latina. Se uno di tali prodotti fallisce, il Paese colpito precipita in uno stato di depressione disperata per mancanza dell'introito ordinari» su cui si contava. egdbr-GInconciliabilità Ma c'è dlppiù: i generi che i Paesi latino-americani hanno pos sibilità di esportare non sono ri chiesti nell'America Settentriona strgadCcGtmtle. Vendono, perciò, a trovarsi nel- pla posinone di competitori più che «■ - ■■'tdi ausiliari economici degli Stati Uniti. L'Argentina, per esempio, produce grano, granoturco, carne e lana. Altre nazioni del Sud producono ir» abbondanza fcotone, legumi, petrolio, frutta, carne, caffè, rame e zucchero. Non solo gli americani- del Nord non hanno bisogno di (tali generi, ad eccezione del caffè,, quanto essi si adoperano in tutti i modi per escluderli dai loro mercati. Anche dei prodotti di cui c'è domanda quali il caffè ed alcune frutta tropicali come banane, noci di cocco, ananas ed altre è tanta l'affluenza da superare il bisogno. Perciò gli Stati Uniti"non saranno in condizione di fare maggiori acquisti nell'America del Sud ammenocchè questa non si dedichi a produrre cose che loro servono. Nè venderanno colà assai più di quanto vendono attualmente fino a quando non potranno ricevere in cambio generi di cui veramente necessitano. E' difficile, perciò, vedere quale destinazione poltra avere il mezzo miliardo di dollari destinato dal Governo nord-americano all'America meridionale, gìe si presterà denaro a quei paesi allo scopo di metterli in gradò di pagare i mag giori acquisti -che faranno negli Stati Uniti, i: buoni « yankees » non vedranno mai più i loro dol lari. La Germania acquistava viveri e materie prime nell'America meridionale non tanto perchè poteva pagarli con articoli manifatturatl quanto perchè ab bisognava di quei prodotti. Lo stosso avveniva per tflasistpclzlcgcaodspvldc1cfdapnttitcpla Gran Bretagna.-Cercare di chiù-j dero all'America del Sud i mercati di quei pa-.?si che hanno realmente necessità dei suoi prodotti non è atto di buona politica. Che cosa possono sperare gli Stati Uni ti alterando artificiosamente il cor so naturale degli scambi economici con 1 aprire i propri mercati a prò- dotti che loro non servono e col | chiuderli alle nazioni a cui occor-jrono? Con l'impedire tale sbocco non si rende un servizio ai paesi dell'America latina e si scombussola la stessa economia nord-americana. Senza che gli americani riescano neppure ad immaginare una conseguenza tanto lontana dai propri intendimenti, essi vengono a giustificare le domande di possedimenti coloniali da parte delle nazioni meno favorite dalla sorte. L'allarme che da tempo -è stato gettato tra il popolo americano di una pretesa dominazione economica e politica del Sud-America che varie nazioni europee cercherebbero di raggiungere attraverso il baratto non ha altro scopo che di giustificare la politica di armamenti che sta tanto a cuore di certi gruppi politici ed industriali i quali si agitano presentemente a Washington perchè l'America prenda parte diretta o indiretta alla- guerra europea. Amerigo Ruggiero L'Argentina non modificherà la sua tradizionale politica di scambi Buenos Aires, 23 novembre. In ambienti di sicura autorità si ritiene che l'Argentina nonmodificherà la sua politica tradi-zionale di scambi con i vari paesidell'Europa e si asterrà dal con-centrare i suoi acquisti sui mer-cati britannico e francese. Si specifica che ogni contraria interpretazione data ad un comunicato dell'Ufficio di controllo dei cambi soprattutto negli Stati Uniti, è inesatta e si rende noto che recentemente l'Ufficio stesso diramò una circolare agli importatori argentini nella quale erano ricordati gli accordi compensativi in vigore con i diversi paesi e la necessità di osservarli come in tempi normali perchè ogni alterazione ingiustificata delle circostanze di f£& ^^é«J22S^L®f^?-loS traffico si presterebbe a dannose interpretazioni. (United Press). Terremoto in Anatolia Istanbul, 23 novembre. Si apprende che forti scosse di terremoto hanno distrutto completamente sette villaggi dell'Anatolia Orientale. Il numero delle vittime non è ancora noto. Ulteriori notizie pervenute informano che il terremoto che ha scosso la regione dell' Erzindjan presso il Caucaso, ha causato la morte di sedici persone, tutte donne e bambini, il ferimento di altre ventisei, e il crollo di cinquecento case. Le scosse continuano tuttora con minore violenza. Il Governo ha preso urgenti misure di soccorso. Illlllllllllllllilllilllllililllllllillllllillllllllllllllllllltlt di quello prescritto dall'ordina mento dello Stato Civile del Regno, per le dichiarazioni di nascita L'accertamento della razza I termini per la denuncia all'ufficio di Stato Civile Roma, 23 novembre. II Ministero dell'Educazione Nazionale ha comunicato ai rettori ed ai direttori di istituti superiori quanto segue: « Per l'accertamento della razza dei nati posteriormente al l.o ottobre 1938-XVI da matrimonio misto, è stato stabilito, sentito il parere della commissione consultiva di cui all'articolo 26 della legge razziale, che dovessero considerarsi non appartenenti a razza ebraica quelli per i quali fosse stata, entro i primi cinque giorni dalla nascita, fornita la prova dell'Ufficio di Stato Civile competente della loro appartenenza a religione diversa dall'ebraica. Tale termine era stato fissato, in analogia da farsi all'Ufficio dello Stato Civile. vaXpipttpmbglecmrmbezsgcau"diiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiiii luminili inumili mi iniiimiii

Persone citate: Amerigo Ruggiero, R. D.