Il discorso di Chamberlain Ietto da John Simon alla Guildhall di Leo Rea

Il discorso di Chamberlain Ietto da John Simon alla Guildhall Il discorso di Chamberlain Ietto da John Simon alla Guildhall Scetticismo sul successo della proposta regale delFAja -- La situazione diplomatica e l'andamento delle operazioni militari -- Il grave costo della guerra e le restrizioni interne Londra, 9 novembre. III sensazionale interesse sorto|sfn Inghilterra per le notizie rela-:gUve all'attentato di Monaco, si è s»nA»fnf^ ìmnrAvuìanmAntp tipI nri-1nspostato improvvisamente nel pri- nmo pomeriggio verso le faccende | zdi casa: sii diffusa la notizia che|sChamberlain era ammalato, co-[estretto a letto, tanto da non pò; ter presenziare, quale ospite di onore, al banchetto del Lord Mayor. L'atmosfera drammatica diffusa dalle notizie tedesche del mattino, ha. come è naturale, ingigantito la sensazione: inoltre per i londinesi la « Giornata del sindaco » costituisce una delle grandi date dell'anno. Chamberlain indisposto In tempo di pace il Lord Mayor, che è il sindaco della City, va ad insediarsi in municipio alla testa di uno storico corteo in costume con le pittoresche divise delle antiche ghilde o corporazioni, simbolo dell'indipendenza e della potenza della città di Londra. Questo popolo, che suole affollarsi lungo le strade del centro, in tempo di guerra invece non fa vacanza e si limita a vedere sui giornali le fotografie delle automobili scortate da ciclisti militari in tenuta da trincea. Per giunta è mancato anche il Primo Ministro al banchetto. Li per 11 le notizie non erano precise: si è creduto ad una malattia diplomatica per non pronunciare il discorso; si è pensato alle più strane complicazioni in rapporto con la guerra o con le proposte belgo-olandesi di pace. Poi si è saputo che sir John Simon prendeva il posto di Chamberlain; che egli avrebbe letto alla fine del pranzo il discorso cori come era stato scritto dal Primo Ministro. Qualcuno ha continuato a brontolare, come se un Primo Ministro non fosse un uomo come un altro, con i suoi difetti e con i suoi diritti di ammalarsi: e ha sostenuto che Chamberlain voleva evitare a tutti i costi di incontrarsi con le indiscrete domande della Camera dei Comuni. Ma nel discorso letto da sir John, c'erano le risposte anche a questo: Chamberlain aveva appunto scritto che i ministri sono uomini come gli altri; quanto al fatto diplomatico di attualità, la dichiarazione si è mantenuta nello stesso stile riservato c dilatorio che abbiamo avuto occasione di sottolineare a proposito dei commenti di stampa. C'era il riconoscimento della nobiltà del gesto dei due Sovrani neutrali; c'era il rigetto della re stmeocgdrfenvsmento, sul nemico; c'era la citazione di un brano di un passato discorso di Chamberlain. Bisogna osservare tuttavia che questa autocitazione riferisce un testo un po' meno intransigente di quello citato dai giornali: «.Noi non desideriamo proseguire la guerra un giorno di più di quello che non sia sd.^noohiufa ni mr»I. f. lì Isponsabilità di un eventuale falli-,necessario qualora possa ottener- si una soluzione soddisfacente perì per altra via*. |Benché il brano abbia forse il ìdifetto di essere troppo ovvio, re-;sta significativo: la dialettica di- plomatica ha talvolta il valore di essere qualcosa di differente dalla Idialettica letterale. Altrettanto ì giustificato e tradizionale è l'ar-igomento dilatorio del bisogno di consultazioni con i Dominii: qual- che maligno potrà osservare che questa volta, tuttavia, manco a farlo apposta, i più alti rappresentanti dei Governi dei Dominii si trovano a Londra e che perciò la consultazione non dovrebbe richiedere tanto tempo. Diamo bando alle inezie: il discorso, anche se tenuto conto delle sue caratteristiche conviviali e cittadine che hanno imposto il ricordo dell'anno passato, quando'Monaco voleva dire spirito di pace'e non il luogo di un discorso ostile e di un attentato tragico, che han-ino consigliato una elegante mo- ! destia circa la possibilità di er-jrare degli uomini di Stato e che hanno determinato tante allusioni a circostanze di traffico e di oscuramento notturno, il discorso un suo significato psicologico ce l'ha. Noi non sappiamo se 1 Inghilterra, e con essa l'Impero, sia intransigente: certo è che si preoccupa di mostrare un volto il più transigente possibile. Si parla di non far durare la guerra più del necessario; si prevedono nel modo più umano possibile le conseguenze che la presente « strana guerra » potrà avere, con una serie di affermazioni per ora teoriche e largamente enunciative ma che ■— volere o no — sono tutte un coro di confiteor per le malefatte del Trattato di Versaglia. Il Paese dello splendido isolamento e dell'equilibrio dei contrari, ora parla apertamente di federazione europea sia sulle colonne cìell'arcitradizionale Times che nei discorsi del capo dell'opposizione laburista. Il discorso Non sappiami ripetiamo, quali siano i veri sentimenti e quale sarà per essere l'azione futura ed è meglio non compromettersi: ci limitiamo tuttavia a constatate che, in altri tempi, non si dicevano nemmeno certe parole. Ed ora veniamo alla cronaca. Sir John Simon, levandosi a leggere il discorso scritto da Chamberlain, ha così incominciato: « Non ostante il nostro genuino desiderio di pace e gli sforzi che facemmo per salvaguardarla, i metodi di violenta aggressione seguiti dalla Germania ci hanno costretti ad entrare in guerra, perchè l'unica risposta che si possa opporre alla forza è la forza. Avendo dovuto prendere le armi non 'e deporremo finché non avremo la certezza che l'Europa sia stata liberata dalla minaccia che per tanto tempo l'ha paralizzata. « Quanto ali appello della Regina d'Olanda e del Re del Belgio ; continua il discorso — tutti apprezzano i nobili motivi che l'hanno inspirato. Confessi ,n avere ben poca speranza che il Cancel¬ liere tedesco dia all'appello una ri-1 sposta soddisfacente; ma non vo- glio d'altro canto che la guerra; si protragga un giorno di più deljnppp.qsnrin o qo imo trinata ertiti.ì necessario, e se una giusta solu zione potesse mai essere ottenuta senza guerra sarebbe dovere mio e dei miei colleghi del governo di suggerire al Sovrano una adegua ta risposta. In ogni modo dovremo anzitutto consultare i Dominii ed i nostri amici ed alleati ». Venendo poi a parlare delle operazioni di guerra sul fronte occidentale, il discorso prosegue: « Questa è la più strana dell? guerre e nella forma in cui è con dotta sembra meno ad una guer- ra che ad un assedio. Non si sai fino a quando durerà questa fase | e se da un momento all'altro essa non possa mutarsi in un violento conflitto. Ma si può in ogni caso vedere che la posizione degli alleati, col passar delle settimane j si è rafforzata anziché logorarsi. Il Trattato anglo-franco-turco sa-| rà un potente strumento di pace nell'Europa del sud-est. D'altra parte il patto tedesco-sovietico ha portato dei vantaggi alla Russia, ma per la Germania non ha rappresentato che perdite e umiliazioni. La revoca della legge di neutralità è stato un evento importante. Essa riapre agli alleati le porte del più grande emporio del mondo. L'efficienza di tutti e tre i ser-l vizi si è già dimostrata tale da|ispirare fiducia nella loro capacità ad affrontare ogni compito che sarà loro affidato per l'avvenire. Non abbiamo dunque motivo di lagnarci se non vi sono state grosse battaglie in questo primo periodo. Ne abbiamo approfittato per rinsaldare le nostre difese e la nostra potenza offensiva Del resto, la guèrra sul mare noni è stata inattiva e se dobbiamo!per questo riguardo deplorare se-rie perdite, abbiamo ottenuto no-;tevoli successi nella caccia ai sot-,tomarini ed anche in numerosi;scontri aerei ». I , , 'La EUerra COStS j Passando a parlare della dife- sa interna, Chamberlain dichiarai di essere bene al corrente degli inconvenienti e dei pericoli dello 1oscuramento, come pure degli in-1 convenienti causati dal trasferi-j mento di centinaia di migliaia di bambini nelle campagne. Egli ha tuttavia aggiunto che l'esperienza!dell'altra guerra ha mostrato co-i me in questo campo sia opportuno j cominciare senz'altro nel campo IPratico, anziché procedere poi per £'t.ti'-. . „on tentativi e con errori « I problemi del fronte interno non sono molto dissimili da quelli che si sono dovuti affrontare nella grande guerra ma vi sono importanti e nuovi fattori. C'è la stessa necessità di esercitare una implacabile pressione economica sul nemico, la stessa necessità di,assicurare le importazioni dei prò- ; assicurare le importazioni aei prò. : dotti essenziali. Le forze mobili-1tate sono - sarann° H?,ua' quelle dell ultima guerra, ma a causa dell'incremento della mec canizzazione, il compito di equipaggiore le truppe diventa più complesso e più costoso. Tutte queste maggiori spese fanno sor 8*er* nuovi problemi nel campo delle valute. Non è sorprendente che sia stato necessario imporre in larga misura un controllo sulla produzione e talune restrizioni sulle esportazioni allo scopo di conservare gli articoli di cui la Gran Bretagna non può fare a meno e impedire che le merci che il nemico desidera cadano nelle sue mani. Anche le enormi spese inerenti alla guerra ci hanno costretti a disciplinare severamente il consumo di molti generi d'uso generale. Le forze già mobilitate sono rilevantissime e gradatamente eguaglieranno se pure non su cereranno, quelle che furono mobilitate durante la guerra mon- la gigantesche: esse ali se non superiori adiale a confronto della quale, con tinua il discorso, le spese per l'equipaggiamento dei reparti, per il munizionamento, per la mecca nizzazione, sono, nel frattempo aumentate da tre a sette volteNon sappiamo quanto durerà quegta guerra, ma dobbiamo esserepronti a combatterla, sino al giorno in cui avremo ottenuta la vittoria t>. mare che il Governo, forte dell'ap-poggio dell'opinione pubblica e del la solidarietà degli alleati, ha fede assoluta nella vittoria. Il Premier non starà malato a lungo. Lord Snell alla Camera deT <-!>-,■ 1 no ncni'nccn i ni « « nini " decorso conclude con l'affer-Lord ha espresso i più vivi auguri per un suo pronto ristabilimen to ed il conte Stanhope gli ha ri sposto di ritenere che l'attacco d gotta di cui il Primo Ministro è stato colpito non sarà di lungadurata. Leo Rea La Principessa con i Principini durante la visita al Villaggio del Circo Massimo, Le L.L. Altezze Maria Pia e Vittorio fotografati sulle automobiline del Parco del divertimenti. (Telcfolo;