L'influenza dell'Italia nel sud-est europeo di Concetto Pettinato

L'influenza dell'Italia nel sud-est europeo L'influenza dell'Italia nel sud-est europeo La fermezza della politica romana rassicura i Paesi balcanici — Calorosi riconoscimenti da tutte le capitali dell'azione svolta dal Duce Dal Baltico al Mediterraneo Londra, 6 novembre. La delegazione finlandese sarà sottoposta stasera a Mosca ad una di „ue\\e pressioni, che, dagli espe?ti della diplomazia sovietica, è Sfinita come «pressione allo spumante. Si sa che, durante ogni negoziato, vi sono le cosiddette COnversazioni ufficiali e quelle che si svoigono dopo 0 durante i pranzi o i balli, e che sono combinate per smussare angoli o diluire le acidità fermentate durante i contatti ufficiali propriamente detti. Champagne diplomatico Stasera, i delegati finlandesi di gala. Che il Governo SOV etlCO gal . dà al Teatro maggiore dell'Ope| ^a: un osservatoreabritannicc^che c°nf la W-™"" JK^SSJfriJìf avuto contatti e raccoltoesperien. |z?- oi assicura chedopo Iopera VJ. «ara champagne e, dopolo champagne, ci sarà un d^corset11? bonario del compagno Stalin .«volto al capo della delegazione .Paasikivi, nei quale avrà modo di «cordare a questi come in un pas|sato non enormemente remoto sia georgiani che finni fossero stati vittime di persecuzioni e terrori zaristi e come insieme, secondo linee, anche se differenti, spesso convergenti, sia gli attuali governanti della Finlandia che della Russia abbiano lavorato insieme | verso la comune liberazione. Pru dentemente, si farà presente il j pericolo di altri imperialismi, de ! scrivendoli come peggiori di quel- 10 zi«ista e ^1^"^^°".^°" menti e approfittando di un atmo sfera cameratesca, epica e convi, vial6| secondo cne si voglia, di 1 fagij vedere che, se la Russia vuo le qualche cosa che è finlandese, jin fin deiconti è^tutto^per il bene dèlia Finlandia. Che -Paasikivi si lasci convincere è tutt'altro che certo, meno certo ancora è che il Governo di Helsinki approvi la suesposta, ma non concessa, convinzione del suo primo delegato a Mosca. Le informazioni surriferite non sono prodotto di fantasia: vengo Ino, ripetiamo, da un conoscitore della lattica diplomatica russa e del a situazione nel Baltico. ,u nt0 a„e reazioni palesi di - Londra nulla da aggiungere o da togliere a quanto si è descritto .! nei primi giorni, come nulla vi è !da aggiungere o da togliere a ! quanto abbiamo detto circa le re \aziom anglo-russe. I giornali og fifi non hanno più commesso er * grossolani. né hanno scoper: tQ tr* la loro posizione; "non e sj ]eg<ve piUi per esempio, che al- leali della Finlandia sono l'inveri no e la simpatia dell'opinione pubo blica americana, né si scrive più - che le domande di Stalin sono ^^ i."^^ 1 h è e l'obbiettivo 1 che è e l'obbiettivo della diploma zja britannica resta quello di bat tere la Germania ad ogni costo, togliendole amici e, se possibile, convertirli in nemici. Ad ogni co- ! sto, si è detto, compreso quello di , una sopraffazione sovietica contro la Finlandia è a e Va aggiunto che, nelle ultime ore, si è delineata qualche preoccupazione britannica di fronte all'appetito dei bolscevichi ed ai piccoli bocconi a loro portata. Può darsi che questa preoccupazione sia di genere manovriero, in quanto che nei giorni scorsi la stampa inglese aveva troppo candidamente dichiarato le carte del proprio gioco; per contro può essere che Londra cominci a capire come l'imperialismo russo possa portare a conseguenze estremamente | gravi tutto il sistema imperiai capitalistico dell'occidente. Il blocco balcanico Un giornale di stasera, lo Stan- rff/rrf. si dimostra preoccupato non itanto per le richieste fatte di ces- isione territoriale e di concessione militare, ma piuttosto del confine che la Russia vorrebbe stabilire con la Norvegia: dove non si teme più l'imperialismo russo che forse si spera di vedere un giorno o l'altro contrapposto a quello germanico, ma si seguita invece ad avere paura dell'osmosi comunista verso l'occidente. Se è comodo per Mos:a contare e sul Governo sovietico e sul Komintern, secondo i casi, anche per gli altri queste alternative di opportunità e opportunismo non possono non indurre in serie preoccupazior' L'altro argomento europeo, quello dei Bnlcani, co: connessi pro- blemi della costituzione di un b!oc- co abbastanza forte ed abbastanza fortemente appoggiato per fare una politica indipendente, è trattato un po' su tutti i giornali, in note di redattori diplomatici o attraverso le interpretazioni dei corrispondenti da Roma, da Ankara e dalle varie capitali sub-danubiane. In Inghilterra si segue da vicino questo movimento diplomatico con maggior discrezione di quanto si sia fatto nei giorni scorsi e, vorremmo aggiungere, con maggior intelligenza: infatti non si parla più di una co-influenza italiana e turca nella penisola, come della migliore soluzione del problema della neutralità balcanica, la quale era la soluzione candidamente confessata dagli inglesi come quella ideale. Tante grazie: si tratta del solito tradizionale sistema della potenza o dell'influenza bilanciata, che ha dato per secoli modo alla Inghilterra di agire come arbitra delle cose di Europa. Giacché in politica come in meccanica, si ha equilibrio quando la somma delle forze che fanno parte del sistema è uguale a zero. Ne risulta che l'inserimento nel sistema di una forza estranea sposta l'equilibrio, cosicché questa forza, anche se minima, è quella che controlla l'equilibrio e può comandare a proprio vantaggio la direzione degli squilibri. Il gioco è abile, ma anche gli inglesi si sono accorti che ha il difetto di essere un po' vecchio, e quindi non parlano più di * influenza a due » — quella dell'Italia e quella della Turchia — come della migliore soluzione per dare consistenza alla neutralità balcanica. I giornali, nelle ultime ventiquattro ore, si sono piuttosto fermati a sottolineare i segni di un riavvicinamento della Turchia all'Italia, ripetono le lodi per Tazio mdnndCcpcapldIpavcsne di pace esercitata dal Governo I di Roma. E' già un buon segno che I la stampa inglese abbia capito che il sue gioco è stato capito, a Roma, certamente e forse anche ad An-| kara. Leo Rea massimo conto delle aspirazioni del popolo, cioè non è distratta da nessun progetto e nessuna idea che non siano quelli del progresso e della crescita del popolo stesso. Come l'Italia ha ritenuto che l'accordo con la Grecia fa parte appunto dei suoi interessi nazionali, cosi ha creato la più favorevole atmosfera con il popolo ellenico, pronta a perfezionare ed allargare l'amicizia se le condizioni europee dovessero consigliarlo; e come la Italia attribuisce'grandissima importanza ai suoi rapporti con gli Stati balcanici così non trascura, appunto perchè grande Potenza a vastissimi interessi, il corso della crisi russo-finlandese. Insomma, conchiude il giornale, nulla accade in Italia che non discenda dall'interesse nazionale e che con esso non armonizzi compiutamente. Alfio Russo L'economia svizzera e l'amicizia dell'Italia Berna, 6 novembre. La stampa svizzera approfitta della relativa calma regnante sul fronte diplomatico per rivolgere la propria attenzione ai settori periferici del conflitto e rileva fra l'altro con simpatia gli sforzi dell'Italia per ce isolidare la pace nel Mediterraneo. Secondo la Nationalzeitung « se è vero che taluni non vedono nell'intervento italiano se non un male minore destinato ad evitare un intervento russo, i più lo salutano con sincera gioia rendendo omaggio al suo valore politico in ordine all'ulteriore sviluppo degli Stati balcanici. Il fatto che dalla posizione del conquistatore assunta con l'occupazione dell'Albania, causa dell'ostilità della Grecia, il G2§cmgPscamgDsmf Regno sia riuscito a prendere col patto italo-ellenico la posizione di una potenza interessata alla pace, allo sviluppo economico e ad una specie di sicurezza collettiva interbalcanica, costituisce l'avviamento ad un grande successo politico di Roma ». Compiacendosi poi della stabilità che la diplomazia italiana viene introducendo in questa zona del mondo, l'organo di Basilea conclude affermando che può anche darsi che Stalin tenda, in omaggio all'interesse di partito, a provocare un cataclisma mondiale, ma che certamente un Uomo consapevole come Mussolini della propria missione storica e dei bisogni dell'Europa farà di tutto affinchè lo scopo fallisca. Nel l'occuparsi del rapporti eco .3 «.KB T^%i^nrfn volare gli scambi fra i due paesi. \del signor Hitz. il Bund riprodu- 'ce d'altra parte alcuni notevoli,rilievi del presidente della Carne-!ra di Commercio italiana di Zu- rigo, Bianchi, sull'importanza che -5 <-,„.i„„i: rio„,;„(.,,'., nel frangenti attuali 1 amicizia^g, f[.anEent dell'Italia rappresenta per la Con^ 1 feclerazione. Dopo avere ricordato ,come fin dal 3\ agosto scorso u l^,^ di Roma * e resQ nQ_ t mercè ralta voce del suo Capo . ... ... . . r ,' !le proprie disposizioni amichevoli a a verso la Confederazione, il Bianchi ricorda la decisione italiana di assegnare il porto di Genova al traffico da e per la Svizzera e osserva che chiunque sappia con quanta difficoltà i porti della penisola giungano oggi a fronteggiare i bisogni nazionali non può non riconoscere in quella decisione la prova di una vera e solida amicizia. Il Presidente della Ca¬ mera di Commercio accenna quinedi al neg0ziati per lo sviluppo dei -, raorti6 Commerciali fra i due - Pa'elsi fa notare che tali neg0. aLiat, signincan0 per la Svizzera a nè iu bnè meno >he la aicurezza i dell^ pl.opria vita economica e il i mantenimento delle proprie norl1 majj rela.zioni commerciali con majj re pesterò „:' „ ' i Quanto prima — agii Bianchi — le nuove comunicazioni elettro - ferroviarie permetteranno ai viaggiatori di £ iere u pei.cor.so Genova chi£ss0 in un ^ d.ore e l'Italia tra offrire a|,a Svizzera tariffe £d orari estremamente vantagj0si u trasporto dene 3lte ^ t £ , dij.brig0 dolle pratich doganali alla intiera ». N , ri»ortare ie dichiarazioni di cui » ,a ..elione del Bund fo,' , , t , „ deaj. derio che quale „1I(Jvo ^gno della ristabilita cordialità italo-svizzera, il giornale in questione riammesso in Italia. Concetto Pettinato

Persone citate: Alfio Russo, Duce, Hitz, Italia Berna, Leo Rea, Mussolini, Stalin