Ambiguità inglese dinanzi alla politica sovietica di Leo Rea

Ambiguità inglese dinanzi alla politica sovietica Ambiguità inglese dinanzi alla politica sovietica La dichiarazione settimanale di Chamberlain al Parlamento Londra, 2 novembre, llChamberlain stasera ha tenuto mal Comuni un breve discorso, nel dcorso del quale ha fatto alla Ca-:Cmera bassa la solita esposizione1 msettimanale sulla condotta dellaimguerra. Interessante par la parte :friferentesi alle operazioni militari, | il discorso è ancora più interes- sante per la parte politica, la qua-' le è quasi interamente dedicata al-1 ol'ultimo discorso di Molotof. Il i eriassunto del discorso si commen-,nta da sè e mostra chiaramente I ncome l'atteggiamento britannico i zdi fronte alla Russia è quello di un Idmaestro paziente verso uno scola-1 aretto piuttosto discolo, ma che non conviene cacciare di scuola anche perchè quel tale discolo può essere utilmente impiegato per mettere a posto quello aie, nel giudizio del predetto signor maestro, è stato il più cattivo della classe. Riserbo verso Molotof plcsgrc1 t! g: sDa dieci giorni a questa parte jgabbiamo indicato questo stato d'a-1 pnimo e queste mire inglesi : il di- mscorso tenuto da Halifax qualche 'bgiorno addietro ai Lords, dava1 l'assoluzione alla Russia per la ma-! alefatta sulla Polonia; Chamberlain;tnon è andato oggi tanto in là; tut- ctavia bisogna tener conto che il sdiscorso del Primo Ministro ha fat- ! cto seguito immediatamente a quel-,vla massa di male paiole inviate |rdal commissario sovietico all'In- ; sghilterra e al suo governo. Cham-1 cberlain non ha nemmeno polemiz zato; si è attaccato a quella parte del discorso di Molotof nella quale la Russia ha confermato la propria neutralità. Dopo aver citato un brano del discorso tenuto da Molotof alla fine di maggio — allorché il commissario agli Esteri sovietico avvertì che il governo di Mosca non si sarebbe lasciato trarre in conflitti internazionali e che i Soviet! erano per la pace e con pnrsststenctro l'aggressione — il Primo Mi- gnlstro Britànnico ha oggi persino : atrovato il modo di dire che il go-nverno di Londra concorda perfet-ìPtamente con le vedute enunciate nallora da Molotof. Quanto all'ul-: Ptimo discorso moscovita, quello jpche conteneva affermazioni tali'iche dal punto di vista inglese do-1 mvrebbero essere considerate come1 pinsolenze, Chamberlain si è limi- L tato a dire che non intendeva I hprendersi il fastidio di ribattere ai 'fantasiosi voli cui si è lasciato an- \ mdare Molotof circa gli scopi di Iguerra della Gran Bretagna e del , *la Francia. Il dialogo a distanza del Primo.aMinistro con Molotof è finito così ssenza toni che si possano onesta- |dmente chiamare polemici, mo-,pstrando d'altra parte come la di-1 cpolmazia britannica veda, per il|3momento, il suo interesse princi- ! lpale nel tenere la Russia sotto con- ' vtrollo: e non si può dire che si- i snora non ci sia riuscita, almeno in | qparte. ì tA questo proposito, dobbiamo; qtornare sullo strano contegno di suna parte della stampa inglese: il G< Manchester Guardian » di sta- gmane, in un titolo, chiama mode- lrate le richieste russe alla Fin- ! vlandia. Ma come? vien fatto di schiedersi; se la questione del Cor-mridoio ha avuto le conseguenze che i Cha avuto — e si trattava di un,n« corridoio che separava la Ger- j emania dalla Germania —, come | isi può definire moderata quella j Edella Russia che chiede un pezzoi ddi Finlandia? Il * Manchester ; dGuardian > dà una giustificazione I cdicendo che la Russia vuole un j dpezzo di territorio per difendere ; uLeningrado: contro chi? abbiamo ; sdiritto di chiedere ancora. Contro. dla Finlandia? — evidentemente!dno. E allora per costruire una ba- ; cse: contro chi? chiediamo per la irterza volta. i vDopo questi tre interrogativi cforse si capisce la ragione per cui i lcerti organi inglesi davano l'ap-;epettito russo come « moderato ». n. ... * aVeZZO paternalistico flQuesto atteggiamento dell'In- j ghilterra ci fa ripensare al pater-1 dnalismo così caro alla stampa in- ; dglese, quando commenta le notizie imsulla recente attività diplomatica vitalo-greca: Atene, come è noto, gè stata considerata sempre a Lon- ldra come una fedele seguace, an- cche se talvolta è divenuta sempli¬ cemente una cavia, come al tempo hin cui Lloyd George la mandò in iguerra contro Kemal per poi far!Pscrivere agli storici inglesi che cosi ; ssi stabilirono le basi dell'Intesa ! pbalcanica fra la Grecia e la Tur- -, echia. Dopo tutte quelle vicende, ■ dLondra ha continuato tuttavia nel I rvezzo di dar consigli ad Atene: e roggi, mentre si annuncia l'avve-1 snuto scambio di note fra i gover-1 lni di Roma e di Atene, alcuni ambienti inglesi lodano la Grecia per l'amicizia verso l'Italia, ma nello q—èsfeVso tempo" le raccomandano la tsua funzione di alleata. Bisogna tornare al Parlamento e per dare in riassunto quella par-! tePdel discorso di Chamberlain che, si riferisce al e vicende della guer- Cra durante gli ultimi sette giorni. rimerà" de^u'ViTcoui del"1 Camera dei lords Migli scopi del- la guerra « Settimana relativamente tranquilla — ha detto il Primo Ministro. Le pessime condizione atmosferiche, unite alla scarsa visibi-1 lità, hanno contribuito a ridurre' le operazioni belliche, che si sono limitate all'attività localizzata delle artiglierie sulla frontiera fran-: co-tedesca ed a lavori di consolidamento delle difese da parte della truppe britanniche. Sul mare le operazioni non sono state di;speciale interesse ma si è conti- j nuato a dar la caccia ai sommer- gibili nemici. Dall'altro canto, ha aggiunto il signor Chamberlain, abbiamo perduto un certo numero (di Diroscafi mercantili. Quanto al-;. r. . ■_ ; 11 Jl ^nnnnl 1l'aviazione, sia nei voli di ricognizione, sia nei tentativi nemici di attaccare convogli, gli inglesi non hanno subito perdite nè di apparecchi nè di unità navali: i tedeschi sì. Un episodio di ardimento, secondo il Primo Ministro, è stato mdgclli volo di ricognizione sulla Ger m&nia nord;occidentalenel corso d«9uale/Jf apparecchi britannl- :C1 .hann<! '°t°Erafato posizioni ne-ic1 miche da un altezza di sessanta dimetrl malgrado il violentissimo | d:fuoco avversano. , |i| ■ •. „ • _ _ !•»■ _ ip La Situazione politica IC' Chamberlain è passato poi ad!^1 occuparsi del discorso di Molotof i ed ha detto che il governo britan,nico lo ha studiato attentamente I notando con interesse, la defini i zj0ne delle intenzioni del governo Idei Sovieti per l'avvenire. Dopo 1 aver ricordato che, in un discorso pronunciato lo scorso maggio, Molotof si dichiarò fautore della pace e contro ogni sorta di aggressione, il signor Chamberlain ha aggiunto: « Questo è pure il pensiero del governo di S. M. Britannica, ma non sono disposto a intrat1 tenervi sui voli di fantasia del si! gnor Molotof quando accenna agli : scopi di guerra degli alleati. Quejgti scopi sono stati chiaramente 1 precisati da noi, e ritengo che la maggior parte dell'opinione pub'blica internazionale li apprezzi, 1 Chamberlain è passato, quindi, ad occuparsi della collaborazione tra le varie parti dell'impero, ac cennando alla conferenza che si sta svolgendo a Londra per la coordinazione dei contributi delle varie parti dell'impero alla guerra. In un primo tempo le colonie saranno chiamate a dare solo un contributo economico e di materie prime, ma è intenzione del governo di servirsi di uomini dell'impero coloniale nel modo più efficace secondo un programma che è allo studio. Intanto nell'Africa Orientale britannica le forze militari sono state notevolmente aumentate. Chamberlain ha terminato esaltando lo spirito di cooperazione delle varie parti dell'Impero. Il capo del gruppo liberali, Sinclair, ha quindi approvato l'atteg- giamento di «paziente attesa* assunta verso la Russia dal governo britannico; e il signor Attlee Per i laburisti, ha insistito sulla necessita di una organizzazione P»" intensa del fronte interno soprattutto nel campo economico ed in quello della propaganda per mantenere alto il morale della po polazione. L Aua Camera Alta lord Stian hope ha ripetuto la dichiarazione 'atta dal Primo Ministro ai Co\ munì. I rivonrlira7Ìnnì ìnrlianp , **" «vcuuivaAiuui mutane [ i Lord però hanno partecipato .ad una animatissima discussione sull'argomento ideologico di mo- i da: gif scopi della guerra. Gli op-ìdmanltsfeptsrnqnsllLrlctdttrpsEmdbdzRnucbedn1nrsmr,pOSjtori ne'parlano perchè hanno 1 capito che il governo non ama che |3e ne parli; a questi chiari di luna l'opposizione si riduce — come si vede — a puntigli. Dalla discus sione generale, tuttavia, ha preso q destro il visconte Samuel per ì toccare un problema scottante: ; quello dell'India. Egli ha parafra sato le richieste del Mahatma Gandhi, così come i nostri lettori già le conoscono, in seguito al te legramma che egli cortesemente ! volle direttamente indirizzarci una settimana fa. Samuel ha detto che me il Mahatma, nè il partito del i Congresso, rappresentanti volere o ,no la maggior parte degli indiani, j e i principii di democrazia cui gli | inglesi SOno attaccati talmente in j Europa, chiedono la separazione i dalla Gran Bretagna, né tentano ; di forzare la mano agli inglesi a I concessioni fulminee. Le richieste j di Gandhi — ha ripetuto — sono ; umane e moderate, ragionevolis; sime: chiede un po' di indipen. denza, lo statuto di dominio e la !dimostrazione con fatti concreti ; che il governo di Londra manterira questa volta le promesse tante i volte fatte e tante volte dimenti- cate. Il visconte ha deplorato la i lentezza, la mancanza di fantasia ;e di energia dimostrate dal governo britannico in proposito e gli argomenti che, così facendo o non facendo, mette a disposizione del- la propaganda nemica. j Ha risposto il ministro dell'In1 dia, il quale si è limitato a ricor ; dare le molte difficoltà del proble ima indiano, ma che è stato tutta via costretto ad ammettere come grazie appunto a quelle difficoltà le soluzioni non sono certo con rapidità. In fine di seduta Lord Halifax ha preso la parola per esprimere il punto di vista del Governo: i !Pari avevano discusso anche degli ; scopi della guerra e su questo ! punto il Ministro britannico degli -, esteri si è intrattenuto per non ■ dire quali sono le mire della guer I ra, ma piuttosto per spiegare le ragioni per cui non è ancora pos1 sibile enunciare gli scopi per cui 1 l'Inghilterra è scesa in campo- maTiTnitelmaturatequesti non si possono enunciare — ha detto Halifax — perchè non è soltanto l'Inghilterra interessa ta ad essi, ma anche l'alleata Francia e 1 Dominions; e necessa- rio, eg 1 ha detto inoltre tenere ! tonto di elementi che potrebbero , avere il loro p«omIb omento in CU» » |g™*Jg,|Si*ta& aj- CJ£ s^odÌr™Fl Visconte avé^ 1 và tuttav^accènnitti MtaWli- ment<j deU.mdjpendenza deila Ce- koslovacchia e della Polonia come a presupposti base della guerra iniziata e della pace ausDicata. Leo Rea 1