Tutti d'accordo e tutti in lite di Amerigo Ruggiero

Tutti d'accordo e tutti in lite LA NEUTRALITÀ1 AMERICANA Tutti d'accordo e tutti in lite NEW YORK, ottobre. L'unanimità del popolo americano di rimaner fuori della guerra — quale almeno s'è manifestata finora — è di natura assai strana. Tutta la nazione sembra determinata a tenersi lontana dal conflitto europeo e a non lasciarsi attirare nel vortice da qualsiasi motivo o da qualsiasi propaganda speciosa. Ma su questo comune accordo si combatte con un'asprezza ed un veleno che non si metterebbero in un contrasto di opinioni irreconciliabili. E' ima unanimità strana — ripetiamo — diffidente ed irreconciliabile, come se ognuno sospettasse i motivi dell'altro nell'accettarc la tesi isolazionista, come se nella determinazione dell'avversario di ieri si nascondesse un trancilo, si celasse una trappola che debba scattare al momento opportuno. Se non bì trattasse di cose assai gravi, la condotta del maggiori esponenti di gruppi e partiti nella scena politica americana offrirebbe inesauribile materia d'umorismo. E' come se in una mischia disordinala vi accorgeste improvvisamente che il nemico contro cui più specialmente appuntavate le vostre armi si trova a vostro fianco a combattere l'identica battaglia. Dopo il primo stordimento prodotto dalla sorpresa non lo potete decisamente accettare quale alleato. Perchè costui si trova qui? — pare che si domandi ognuno dei belligeranti — Egli non può esser venuto da questa parte per nessun motivo onesto. Qualche cosa di marcio ci dev'essere sotto. Sento in aria odor di tradimento. E si vigilano, reciprocamente, si guatano, si scagliano furiosamente l'uno contro l'altro, accusandosi a vicenda di motivi loschi, di spionaggio a favore di questa o di quella organizzazione straniera. Il Presidente e l'Amministrazione sono più che mai decisi a mantenere gli Stati Uniti in posizione neutrale. Deciso alla stessa maniera è il senatore Eorah e il grupro degli isolazionisti di cui egli è il capo. Ciò non impedisce ch'essi si combattano furiosamente nel Senato, per la stampa e per la radio a proposito dell'argomento sul quale sono, in ultima analisi, d'accordo. Henry Ford, il Colonnello Lindbergh, la «American Legion», Fritz Kuhn e il suo « Bund », i repubblicani, i grandi rappresentanti del capitalismo, Earl Browder e i comunisti dei quali egli è capo, il magnate del giornalismo William Randolph Hearst, Padre Coughlin, il capo dei socialisti Norman Thomas e i suoi seguaci e l'americano medio in generale, tutti sono contrari alla partecipazione dell'America in una guerra. Tuttavia la battaglia si svolge accanita non solo sulle ragioni che possono aver indotto individui e gruppi a schierarsi a favore della neutralità, quanto e soprattutto sulla sincerità dei loro motivi. La posizione in cui è venuto a trovarsi Earl Browder ed i suoi comunisti in conseguenza degli ultimi avvenimenti europei, ha offerto agli americani — che conservano il loro senso d'umorismo anche nelle circostanze più confuse e difficili — infinita materia di sollazzo. Tutti stavano ad attendere come se la sarebbero sbrogliata. Ma se ne sono usciti con grande disinvoltura mista ad una buona dose di faccia tosta. Hanno abbandonato bruscamente il vecchio Fronte Unito Comunista contro il Fascismo per mezzo del quale si cercava di diffondere nei lavoratori e negli studenti americani uno spirito di ostilità contro le nazioni totalitarie e soprattutto contro la Germania, spirito che all'occasione avrebbe determinato lo 6chieramento degli Stati Uniti contro questi paesi. Ma da quando le inesorabili necessità politiche e storiche hanno promosso il ravvicinamento della Germania alla Russia, « fratello » Browder e i suoi comunisti si sono schierati contro ogni possibile azione ostile degli Stati Uniti verso dette na zioni. E così la Lega Comunista contro il Fascismo è diventata una Lega contro ogni guerra in generale. Ma il buon Browder non s'è fermato qui. Egli accusa Lindbergh, Hearst e Padre Coughlin di nutrire il segreto proposito di spingere gli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco dell'Inghilterra, il che, dato il carattere, la personalità e le simpatie dei nominati, è un'accusa che contribuisce ad aumentare la confusione e la incomprensione babelica della scena politica americana nell'ora presente. L'unico appiglio contro Lindbergh è ch'egli fece, dopo la sua visita in Germania, le più alte lodi dell'aviazione tedesca. In quanto ad Hearst, egli è stato sempre ostile all'Inghilterra. Nella passata guerra mondiale i componenti del suo servizio d' informazioni furono espulsi da quel paese per mancanza di simpatia per la causa degli alleati. In quanto a Padre Coughlin egli discende da antenati irlandesi che per secoli furono ribelli all'Inghilterra e ne ha ereditato la ostilità irreconciliabile. Ford è stato accusato ripetutamente di tendenza fasciste e per un breve periodo spiegò attività anti-semite. La confusione dell'ora attuale ha prodotti incredibili accoppiamentiFord e Browder si trovano attualmente gomito a gomito nelle filedei < Fronte Unito Americano con-»«n io o-,,^u v Tu «itiinyinnp dilvo la guerra». La Mtuaz one diKuhn e del suo «Bund» di ger-mano-americani, è molto chiara enetta. Essi cercano con ogni niez-zo d'impedire che gli Stati Uniti intervengano contro la loro patria d'origine. Il capo dei socialistiNorman Thomas, in orazioni assaiornate spiega 1 motivi perchè aAmerica non dovrebbe scendere inguerra: il vero ed unico motivo cheegli si guarda bene di far noto èch'essendo lui ed i suoi seguaci decapitalisti temono che una guer-" j ... . °. ra vada a finire nel comunismoo in un regime totalitario. Perda-re un'idea il più possibile completadell'attuale scena politica america na occorre aggiungere alle persone ed al gruppi nomirati avanti, una forte massa confusa ed inclassificabile che segue gl'impulsi e le emozioni del momento. Per intendere com'essa ragiona, o meglio non ragiona, occorre ricordare i violenti attacchi e il disprezzo di cui faceva segno il tremulo ed irresoluto Chamberlain all'epoca di Monaco, e come reclamasse un'azione più ferma e decisa. Questa stessa massa si scaglia ora contro il Ministro inglese per aver scatenata una guerra imperialista, la stessa guerra imperialista che antecedentemente essa richiedeva a gran voce. L'emotività e la mutevolezza delle masse americane costituiscono per se stesse un pericolo. Non avendo una base ferma e permanente di giudizio e di azione si lasciano sviare dalle impressioni del momento. La determinazione di rimanere fuori della guerra, che sembra per il momento incrollabile, può essere rovesciata da una ondata di sentimenti avversi prodotta da qualche avvenimento che colpisca nel vivo la sensibilità degli americani. Qualche indizio non troppo rassicurante c'è anche ora. Amerigo Ruggiero