Il crollo della Polonia di Versaglia

Il crollo della Polonia di Versaglia Il crollo della Polonia di Versaglia « La coscienza della vigoria delle nostre Forze Armate ci conferisce una calma piena di sicurezza; poiché questa vigoria ha dato le sue prove non soltanto nell'attacco, ma anche nella difesa di ciò che è stato conquistato. Episodi di valore « L'eccellente istruzione individuale dei graduati e dei soldati si è affermata in modo rimarchevole. Si deve ad essa se le cifre delle perdite sono state così basse. La totalità di queste perdite non dà, è vero, una idea esatta dell'asprezza e delle peripezie della lotta. Poiché vi furono dei reggimenti e delle divisioni che attaccati da forze militari superiori o attaccando un nemico più numeroso hanno dovuto compiere dei gravi sacrifici, permettetemi di ricordare nella lunga serie delle battaglie e dei combattimenti che si sono succeduti così 'rapidamente soltanto due episodi, a titolo d'esempio, tra i molti altri. Quando, per coprire l'Armata del generale von Reichnau, che si dirigeva a marce forzate verso la Vistola, le Divisioni dell'Armata del generale Blaskowitz, schierandosi all' ala sinistra della prima Armata, si dirigevano su Varsavia con la missione di respingere l'attacco che l'Armata polacca del centro avrebbe potuto pronunciare nel fianco di quella del generale von Reichnau, vi fu un momento in cui, mentre si credeva che le Armate polacche fossero quasi completamente in ritirata nella direzione della Vistola, esse riapparvero invece all'improvviso per attaccare V Armata del generale Blaskowitz. Fu un tentativo disperato dei polacchi di rompere l'accerchiamento di cui essi erano oggetto. Quattro Divisioni polacche e qualche Corpo di cavalleria si gettarono su una Divisione tedesca, la quale doveva coprire un fronte di circa 30 chilometri di lunghezza. A dispetto della superiorità numerica, quintupla ed anche sestupla dell'avversario, e malgrado la stanchezza dei suoi elementi che combattevano da parecchi giorni, questa Divisione sostenne l'attacco e lo respinse in parte nel più sanguinoso corpo a corpo, senza cedere né piegare, finché giunsero i rinforzi necessari. « E, mentre la radio nemica annunciava di già dappertutto trionfalmente che le armate polacche si spingevano in direzione di Lodz, il generale divisionario, col braccio fracassato, mi comunicava le peripezie dell'attacco e mi illustrava il valore spiegato dai suoi uomini. Le perdite qui furono davvero considerevoli. « Una divisione tedesca di territoriali aveva ricevuto il compito di mettere in fuga, assieme a delle altre formazioni poco numerose, i polacchi, verso la parte settentrionale del Corridoio, di prendere Gdynia e di avanzare in direzione della penisola di Hela. Questa Divisione di territoriali aveva davanti delle truppe scelte polacche, soldati di marma, aspiranti e sottufficiali di artiglieria di marina e cavalleria. Con una tranquillità di sicurezza questa Divisione di riserva s'è impadronita di un .compito che la opponeva ad un nemico di gran lunga superiore di nuImero. In pochi giorni essa respinse i polacchi di posizione in posizione, facendo 12.600 prigionieri, liberando Gdynia e Oxhoft e spingendo verso la penisola di Hela un contingente d i 4700 uomini, che vi rimasero bloccati. « La sfilata dei prigionieri ha offerto uno spettacolo emozionante; i vincitori erano in gran parte già di una certa età; un buon numero di essi aveva il petto ornato di medaglie della grande guerra, mentre le colonne dei prigionieri che passavano sotto i loro occhi si componevano di giovanissimi, fra i venti ed i ventott'anni. Le perdite tedesche « Nel momento in cui io vi rendo note le cifre dei nostri morti e dei nostri feriti vi prego di volervi alzare. « Per quanto queste cifre siano j appena il venti per cento di quando noi presupponessimo all'inizio di questa campagna, e ciò grazie : alla preparazione delle nostre trup:pe ed alla efficienza delle nostre : armi e grazie al comando delle nojstre formazioni, noi non vogliamo ! pertanto dimenticare che ciascun Caduto che ha dato la sua vita ha , sacrificato per il suo popolo e per ; il nostro Reich tutto quanto un :uomo può dare. « Secondo la lista del 30 settem[bre 1939, che non dovrebbe ormai 'subire cambiamenti rilevanti, nelìl'Esercito, nella Marina, nell'Aviazione compresi gli ufficiali, noi ab¬ biamo avuto morti 10.512, feriti 30.322, dispersi SJfOS. Di questi dispersi una parte che cadde in mano dei polacchi si deve purtroppo considerare come massacrata o uccisa. « A queste vittime della campai gna. polacca va la nostra gratitu! dine, ai feriti la nostra cura, ai j congiunti le nostre condoglianze !ed il nostro aiuto. « Con la caduta della fortezza di Varsavia, di Modlin e con la resa di Hela, la campagna polacca è finita. La sicurezza del Paese contro i predoni, contro le bande di ladri e contro i singoli terroristi viene garantita con ogni decisione. ali risultato di questa campa| gna è statò l'annientamento di i tutte le Armate polacche. Ne de' riva come conseguenza la dissoluI zione di questo Stato; 69J/.000 priI gionieri hanno iniziato la marcia j sii Berlino. Il bottino di materiale ' bellico è ancora incalcolabile. Con! temporaneamente dall'inizio delle ' ostilità le forze armate germaniche si tengono pronte all'ovest e \ attendono il nemico con tranquillità. ! Ventanni di malgoverno « La Marina da guerra del Reich ;ha compiuto il proprio dovere nei combattimenti intorno alla Wejsterplatte, Gdynia, Oxhoft ed Hela ; e ha mantenuto la sicurezza del j Mar Baltico e della baia tedesca. ! La nostra arma sottomarina combatte in modo degno degli indiimenticabili Eroi del passato. Riguardando questo collasso, unico , nella Storia, di un cosidetto Stato, 1 sorge in ognuno il desiderio di conoscerne le cause. La culla dello . Stato polacco fu Versaglia. « Questa struttura statale nacque dall'enorme sacrificio di san. gue non dei polacchi, ma dei tedeschi e dei russi. Ciò che già nei secoli precedenti si era dimostrato incapace di resistere fu ricostituito artificiosamente dapprima nel 1916 e creato poi, in modo non meno artificioso, nel 1919. « Disprezzando una esperienza di quasi mezzo millennio, senza riguardo alle condizioni etnografiche e senza tener conto dell' opportunità economica, venne creato a Versaglia uno Stato che, secondo la sua natura, o prima o poi do- veva diventare causa di crisi di estrema gravità. « Un uomo, il quale è oggi purtroppo ridiventato uno dei nostri più rabbiosi avversari, previde allora tutto ciò con chiarezza: Lloyd George. Questi, come pure altri, si limitò ad ammonire non soltanto m,entre si stava creando questa co: struzione, bensì anche durante la sua successiva espansione che fu intrapresa contro ogni buon senso e contro ogni buon diritto. Allora egli espresse il timore che si stesse preparando con questo Stato una enorme quantità di cause di conflitto le quali prima o poi avrebbero potuto offrire motivi a gravi dissidi europei. « Il fatto è che la struttura nazionale di questo cosiddetto nuovo Stato non ha potuto essere, fino al giorno d'oggi, chiaramente definita. E' necessario conoscere i metodi dei censimenti polacchi, per sapere quanto assolutamente lontano dalla verità e quindi scevre di importanza, fossero e siano le statistiche del complesso dei popoli di quel territorio. Nel 1919 furono pretesi dai polacchi territori in cui essi dichiaravano di possedere la maggioranza del 95 per cento, per esempio, nella Prussia orientale, mentre poi, nella votazione che ebbe luogo più tardi, risultò per i polacchi un'aliquota del due per cento! « Nello Stato che fu quindi costituito esclusivamente a spese della Russia, dell'Austria e della Germania di allora, i popoli non polacchi furono maltrattati così barbaramente ed oppressi, tiranneggiati e torturati che ormai qualsiasi votazione dipendeva dal beneplacito di questo o di quel Voivoda; ed in tal modo si ottenevano i risultati desiderati, oppure un risultato falsato. Ed anche il solo elemento che era irrefragabilmente polacco riusciva a malapena ad ottenere una valutazione più alta. Se questo complesso doveva, secondo gli Uomini di Stato del nostro emisfero occidentale, apparire come una democrazia, esso costituisce I invece una vera ironia, che tocca : le basi dei loro stessi sistemi. I « Infatti, in questo Paese governava una minoranza di latifondisti 1 aristocratici o meno, e di ricchi , intellettuali, per i quali il popol lo polacco rappresentava, ne! caso : più favorevole, una massa di lavoratori. ' * Questo regime riposò perciò , su non più del 15 per cento di tutj ta la popolazione. Ad esso si do; vettero le disastrose condizioni economiche e il basso livello culturale. Nell'anno 1919 questo Stato prese dalla Russia ed anche dalI l'Austria delle Provincie progredir I te attraverso un faticoso, secolare , lavoro, e che in parte erano vera! mente fiorenti. Oggi, vent'anni do' po, queste sono a poco a poco dij venute delle steppe. La Vistola, e , cioè il fiume il cui sbocco al mare J fu sempre considerato di straordinaria importanza, si trova già ora, i data la mancanza di ogni cura adatta, per un tratto vero e proprio, ridotta, a seconda della stagione, ad un torrente impetuoso o ! ad un rigagnolo disseccato. Città j e villaggi sono in completo abbandono. Le strade, tranne qualche ! rara eccezione, sono abbandonate i ed in preda ad incuria. Chi per la j prima volta visita questo Paese i può riuscire a farsi un'idea esatta j dell'amministrazione polacca. Tentativi di accordo « Nonostante le insopportabili condizioni in cui questo Paese si trovava, la Germania tentò di al1 lacciare con esso rapporti che fos; sero tollerabili. Io stesso mi sono sforzato, negli anni '33 e '34, di concludere con quel Paese un qual, che giusto ed equo accomodameni to che conciliasse i nostri interessi ; nazionali col desiderio di mantene, re la pace. < Ci fu un tempo, quando viveva I ancora il Maresciallo Pilsudski, in I cui parve che si potesse riuscire a i realizzare questa speranza, anche se in modesta misura. Per questo fine fu necessaria una pazienza inaudita e una ancor più grande padronanza di se stessi, poiché per molti del Voivoda polacchi l'accordo statale tra la Germania e la Polonia appariva soltanto come una patente d'impunità per le persecuzioni e l'annientamento dei gruppi etnici tedeschi. Nei pochi anni che precedettero il 1922 più di un milione e duecentomila persone dovettero abbandonare l'antica patria. Ne furono scacciate spesso senza poter neppure portare con sé gl'indumenti più necessari. « Quando, nel 1938, il territorio dell'Olsa passò ai polacchi essi si rivolsero cogli stessi metodi contro i cechi che colà abitavano. Molte migliaia di essi dovettero nello spazio di poche ore abbandonare le loro officine, abitazioni, villaggi e città; a malapena era loro concesso di portare con sè una valigia o una cassetta d'indumenti. Cosi si svolgevano le cose in quello Stato e per tanti anni siamo stati ad osservare tutto ciò, sempre coll'intento di poter ottenere, mediante la revisione delle nostre relazioni politiche e statali, un miglioramento del destino dei tedeschi che colà vivevano in infelici condizioni. Non si poteva però non tener conto del fatto che ogni tentativo di eliminare in questo modo questi gravi inconvenienti fosse considerato dai dirigenti polacchi soltanto come un segno di debolezza, forse anche come una stoltezza. « Poiché il Governo polacco mirava a soggiogare a poco a poco in mille modi anche Danzica, io tentai, con proposte adatte, di giungere a una soluzione, la quale avrebbe potuto riunire Danzica al la Germania secondo il desiderio della popolazione, senza con ciò recar danno ai bisogni economici e ai cosi detti diritti della Polonia « Se òggi qualcuno afferma che si trattò qui di pretese con carattere intìmativo, dice una men zogna. Infatti le proposte di soluzione sottoposte nel marzo 1939 al Governo polacco non erano niente altro che i suggerimenti e i pen sieri che erano stati già molto tem po prima discussi da me personalmente col Ministro degli Esteri Beck. « Però io credevo nella jvera del 1939 di poter facilitare al Governo polacco di fronte alla sua opinione pubblica l'accettazione di queste proposte mediante l'offerta, a titolo di corrispettivo, di una partecipazione alla garanzia d'indipendenza richiesta dalla Slovacchia. Se il Governo polacco si rifiutò allora di entrare m discussione su quella proposta, ciò avvenne per due ruotivi: «Primo: Le forze sobillatrici sciovinistiche allineate dietro -di esso non pensavano minimamente di risolvere la questione di Danzica, ma vivevano già nella speranza, più tardi manifestata pubblicamente e violentemente, dì poter ottenere ben oltre Danzica anche territori germanici del Reich, mediante la aggressione e la conqu ista. La garanzia anglo-francese prima- « Questi desideri non si arresta-no alla Prussia orientale. In un'ondata di pubblicazioni e con unaserie continua di appelli, di discorsi, di risoluzioni ecc. venne richiesta, oltre all'assorbimento dellaPrussia orientale, l'annessione del-la Pomerania e della Slesia, sipretese, come minimo, la frontieradell'Oder e non si esitò a definire1'Elba come linea naturale fra laGermania e la Polonia. guerra, di battere i tedeschi alle porte di Berlino e di annientare ilReiCh « L'uomo che voleva «sminuz-zare» le Armate tedesche alle porte di Berlino non era un qua- funque piccolo anaifabeta polacco. « Queste richieste, forse considerate oggi pazzesche ma allora propugnate con fanatica serietà, furono motivate in maniera addirittura ridicola con l'asserzione di una « missione civilizzatrice polacca » e furono addotte come autorizzate e attuabili, mercè la strapotenza delle armate polacche. Mentre io inviavo al Ministro po-lacco l'invito, a discutere le nostre proposte, i periodici militari polacchi parlavano della nullità dell'Esercito tedesco, della viltà dei soldati tedeschi, della qualità scadente delle armi tedesche, dell'ovvia superiorità delle forze armate polacche e della certezza, in caso di era il generalissimo Rydz-Smigly, attualmente in Romania. Tutte le violazioni e le offese che la Ger-mania e le Forze Armate tedesche hanno dovuto subire da questi mi- ques litari dilettanti non sarebbero state sopportate da nessuno Stato, nè, del resto, si potevano attendere da alcun altro popolo. Nessun generale francese, nè inglese si sarebbe mai permesso simili giudizi sulle Forze Armte germaniche, e. inversamente, sulle forze polacche. « Ci voleva una grande forza di autopadronanza, per restare calmi di fronte a questi insulti, im-pertinenti e sfrontati, malgradol'intima convinzione che le ForzeArmate tedesche avrebbero spez-zato m poche settimane questo stato ridicolo ed il suo eseicito. Tuttavia questo atteggiamento, per il quale era responsabile la classe dirigente in Polonia, formò la causa prima per cui il Governo polacco si rifiutò di sottoporre le proposta tedesche, sia pure ad una discussione. « La seconda ragione fu quella infausta promessa di « garanzia » data ad uno Stato che non era affatto minacciato e che però, sentendosi ormai protetto da due Potenze mondiali, venne rapidamente nella convinzione di poter provocare impunemente una Grande Potenza e, forse, sperò perfino di poter stabilire le premesse per la realizzazione delle proprie folli ambizioni. i Non appena la Polonia si seppe in possesso di questa garanzia, cominciò per le minoranze residenti in Polonia un vero regime di terrore. « Io non ho il compito di parlare della unità etnica ucraina e della Russia Bianca, i cui interessi sono rappresentati oggi dalla Russia, ma ho il dovere di parlare della sorte di quelle centinaia di migliaia di tedeschi che furono i primi a portare, da molti secoli, la cultura in questo Paese, tedeschi che si cominciò scacciare, ad opprimere, a violentare e che infine, a partire dal marzo 1939, furono in balìa di un vero regime di satanico terrorismo. « Quanti di essi furono deportati, dove essi si trovino, non è stato possibile stabilire, neanche oggi. Villaggi, campagne, centinaia di abitanti di razza tedesca non hanno più uomini. Essi sono stati completamente annientati. In altri luoghi sono state violentate jed assassinate le donne, si è fatto scempio delle ragazze e dei bam¬ bini. Giudizio inglese del 1598 « Nell'anno 1598 l'inglese sir Giorgio Carey scrisse nei suoi rapporti diplomatici al Governo britannico che le caratteristiche predominanti dei polacchi erano la crudeltà e la sfrontatezza morale. Questa crudeltà non si è cambiata nei secoli da allora trascorsi. Cosi, come in un primo tempo si massacrarono e si martirizzarono a morte sadicamente diecine e diecine di migliaia di tedeschi, nello stesso modo si sono maltrattati e massacrati i soldati tedeschi caduti prigionieri durante le ostilità. Questa pupilla della democrazia dell'Europa occidentale non appartiene affatto alle Nazioni civili. « Per oltre quattro anni, durante la Grande Guerra, io fui al fronte occidentale. Nessuna delle parti belligeranti fece allora qualche c'osa di simile. « Quel che è avvenuto negli ultimi mesi in Polonia e quel che vi è avvenuto nelle ultime quattro settimane rappresenta un' accusa tremenda contro i dirigenti di un organismo statale mancante di ogni base popolare, storica, culturale e morale. Se soltanto l'uno ' j | , jper cento di questi errori fossero ,stati consumati in un qualunque i punto del mo"tl0 a danno degli 1 inglesi, avrei voluto vedere gli | indignati dabben uomini che oggi con alto sdegno condannano " la nazione tedesca o quella russa! « Fornire a uno Stato e a un Governo come questo una garanzia non poteva condurre che alla grave sciagura. Né il Governo polacco, nè la fazione su cui esso si appoggiava, nè il popolo polacco, come tale, erano in grado di valutare la responsabilità derivante dall'impegno preso a loro favore da mezza Europa. « Da questa passione sobillata, come pure dalla convinzione di essere al sicuro in qualunque circostanza, scaturi l'atteggiamento del Governo polacco nel periodo che va dal mese di aprile al mese di ; agosto di quest'anno. Ciò deteri1™1"0 anL'ne, la Presa di posizione !dl fronte alle mie proposte di pa- &"?^L*1 StSU^P.^SP re' 'F?"ft fl"es'e^poste poiché esso ! !» "fiMffiS^, ?,h^-rtlno ,Jncl | ntÒne pùbmica "o pS^loTrì: citò a sua volta su questa via, perchè era stata fuorviata dal Gover- | ,„ no l^SSS^^JS^^JS!^* Va„^Sf&S^S^^9^-. | 1 della possibilità lnori pretese. 1 II monito al Governo polacco di non continuare più a molestare Danzica con ulteriori note intimiJ datorie e, soprattutto, a non stran- < Si doveva giungere cosi alla frequenza di terribili atti terroristici contro le unità etniche germaniche, al rifiuto di tutte le proposte di risoluzione e, infine, ad attacchi sempre più gravi contro il territorio del Reich. <.< Con una tale mentalità era tuttavia ben comprensibile che si considerasse la magnanimità tedeIsca come debolezza, e cioè che ogni atto di arrendevolezza tedesca venisse considerato come la prova di avanzare ulte- ; I I , ! ' j , J i!j!ijij1; La seduta al Reichstag durante il discorso del Fiihrer (TelefòtoJ

Persone citate: Beck, Blaskowitz, Giorgio Carey, Lloyd George, Pilsudski