L'immediata ripercussione di stampa a Londra e a Parigi

L'immediata ripercussione di stampa a Londra e a Parigi L'immediata ripercussione di stampa a Londra e a Parigi l i n ■ I ■ iLa parola al Relchstag Berlino, 6 ottobre. Tornato già ieri sera a Berlino in aeroplano da Varsavia, il FUhrer si è presentato oggi a mezzogiorno davanti al Reichstag per fare la sua attesa dichiarazione. Moltissimi deputati attualmente sotto le armi erano venuti alla seduta in divisa militare; al posto di un deputato morto in combattimento era stata posta una grande corona di alloro. Hitler ha iniziato senz'altro il suo discorso. Egli ha detto: « In un momento fatidico voi siete venuti, o deputati, nella vostra qualità di rappresentanti del popolo tedesco per riunirvi qui il 1° settembre di quest'anno. Io ho dovuto allora comunicarvi delle erravi decisioni che ci erano state imposte dall'atteggiamento intransigente di urto Stato. Dopo di allora sono trascorse cinque settimane. Se io Vi ho pregato di ritornare ancora in questa aula oggi, è per potervi presentare un rapporto in cui rendervi conto del passato: come pure per illustrarvi la situazione presente, e, nella misura del possibile, la situazione futura. La sconfitta polacca « Le nostre città, le nostre borgate, i nostri villaggi sono ornati di bandiere e di simboli, del nuovo 'Reich. Al suono delle campane il popolo tedesco festeggia una grande vittoria; è una vittoria che per la sua natura è unica biella storia. Uno Stato che non contava meno di trentasei milioni di abitanti, un esercito dì circa cinquanta divisioni di fanteria e di cavalleria era entrato in lotta contro di noi. I suoi progetti erano vasti: esso non aveva alcun dubbio di poter distruggere il Reich tedesco. Ora, otto giorni dopo l'esplosione del conflitto, le sorti della guerra erano decise. Dappertutto dove le truppe polacche si sono urtate con le formazioni tedesche, queste truppe sono state respinte o distrutte. L'audace struttura dell'offensiva strategica della Polonia contro il territorio del Reich si è frantumata dopo le prime b$ ore di campagna. « Sfidando la morte nell'attacco e realizzando incomparabili prodezze per la rapidità e per la durata delle loro marce, Divisioni tedesche, aviazione, formazioni blindate e unità della Marina si sono impadronite dell'iniziativa delle operazioni. Quest'iniziativa non ha potuto da allora in nessun momento essere loro tolta. In 15 giorni la maggioranza dell'esercito polacco era distrutta o accerchiata. « Ora le Armate tedesche avevano in questo lasso di tempo diminuite le distanze e avevano occupato dei territori per impadronirsi de: quali 25 anni or sono ci sarebbero voluti mesi. Un certo numero di strateghi della stampa, quell: che particolarmente si chiamano <; spirituali » nel campo avversario, hanno preteso che il ritmo di questa campagna è stato, ciò nonostante, una delusione per la Germania. Ma noi tutti sappiamo che non sarebbe possibile trovare nella storia militare una provt. più gloriosa di un così sublime eroismo militare. « Se gli ultimi resti delle armate polacche a Varsavia, a Modlin e ad Hela hanno potuto resistere fino al l.o ottobre, ciò non è stato effetto del loro valore, ma soltanto il risultato dei nostri calcoli ben riflettuti e del nostro sentimento di responsabilità. Io ho proibito che fosse sacrificato più di quanto era assolutamente necessario. In altri termini, io ho deliberatamente sottratto la condotta della guerra al principio che prevalse ancora durante la guerra mondiale, di voler risolvere certi compiti l'uno contemporaneamente all'altro per ragioni di prestigio, senza un tempo determinato. Ciò che è assolutamente indispensabile viene realizzato senza riguardo ai sacrifici, ma ciò che può essere evitato deve essere evitato. Non sarebbe stato per noi infatti un problema rompere entro il 10 o il 12 settembre la resistenza di Varsavia, come noi l'abbiamo potuto spezzare dal 25 al 27 settembre. Io ho voluto soltanto seguire in primo luogo i metodi tedeschi; secondariamente mi sono cullato nella speranza del resto ingannatrice, che da parte polacca, una volta almeno, la ragione cosciente e il senso della responsabilità avrebbero avuto il sopravvento sulla pazzia. La caduta dì Varsavia « Ma in un quadro ancora più stretto s'è riprodotto precisamente lo stesso spettacolo che noi avevamo dovuto vedere prima in un più vasto campo. Il tentativo di convincere il Comando responsabile delle truppe polacche dell'inutilità e della follia di una resistenza di una città che contava milioni di abitanti, è completamente fallito. Un generalissimo che ha preso lui stesso il primo la fuga in un modo poco glorioso, im¬ rose alla Capitale del suo Paese! pose alla Capitale del suo Paese una resistenza che doveva terminare tutt'al più con la distruzione, riconoscendo che le opere fortificate di Varsavia da sole non avrebbero resistito sicuramente all'attacco dei tedeschi. Si trasformò la città stessa in un campo trincerato, si crearono da tutte le parti delle barricate e si installarono su tutte le piazze, in tutte le vie, in tutte le corti delle batterie, furono costruite delle migliaia di nidi di mitragliatrici e s'impegnò la popolazione tutta intera a prendere parte al combattimento. « Per pura pietà verso le donne e verso ì fanciulli io ho offerto a coloro che tenevano il comando di Varsavia di fare uscire almeno la popolazione civile. Io ho ordinato una sospensione delle armi, ho assicurato le vie necessarie per l'esodo di questa popolazione e tutti noi abbiamo atteso un parlamentare polacco, cosi invano come alla fine del mese d'agosto noi attendemmo un negoziatore polacco. « Il fiero comandante polacco della città di Varsavia non si degnò neppure di rispondere. Per tutte le eventualità io feci prolungare il termine fissato. Io ho ordinato ai miei bombardieri e all'artiglieria pesante di non attaccare che obiettivi assolutamente militari ed ho ripetuto il mio invito. Ma una volta di più invano. Io ho allora proposto che ci si astenesse dallo sparare su un quartiere della città, cioè sul quartiere di Praga e di riservare quel quartiere alla popolazione civile, acciocché essa avesse la possibilità di cercarvi rifugio. A questa mia proposta si è risposto da parte polacca ugualmente con il disprezzo. « A due riprese io mi sono sforzato di fare allontanare dalla città almeno la colonia internazionale. Questo tentativo è riuscito, infine, dopo numerose difficoltà e per la colonia russa soltanto all'ultimo istante. « Io ho allora ordinato che si cominciasse l'attacco il 25 settembre. I difensori che avevano considerato al disotto della loro dignità di prendere anche in considerazione le proposte umane da me fatte, non hanno tardato a cambiare atteggiamento con una estrema rapidità II giorno 25 l'attacco tedesco è ricominciato e il 27 la difesa ha capitolato. « Con centoventimila uomini questi difensori non hanno osato (come già una volta a Przinsy dal nostro generale Litzmann con degli effettivi di gran lunga inferiori a quelli dell'avversario) di fare una uscita ardita. Essi hanr j preferito deporre le armi. Non bisogna stabilire con ciò dei paragoni con l'Alcazar. Là degli Eroi spagnuoli affrontarono eroicamente durante settimane i più duri attacchi e si resero giustamente immortali. Ma qui, senza il minimo scrupolo, s'è consegnata una grande città alla distruzione e poi dopo quarantotto ore di attacchi ci si è risolti alla capitolazione. io alle truppe « Il soldato polacco individualmente, ha combattuto con valore in molte località, ma i capi, cominciando dai più elevati, si sono mostrati privi d'ogni senso di responsabilità, di ogni scrupolo ed incapaci. Cosi pure davanti ad Hela io ho dato l'ordine di non sacrificare alcun soldato, inutilmente. Là pure, la resa ha avuto luogo nel momento in cui l'attacco tedesco fu annunciato ed iniziato. « Se ho fatto questa constatazione è per prevenire che si creino delle leggende storiche, oppure che, se questa campagna autorizza la creazione di tali leggende, è soltanto attorno al fantaccino tedesco che, attaccando e marciando, ha aggiunto una nuova pagina alla sua storia gloriosa ed imperitura. « Queste leggende possono formarsi attorno alle armi pesanti che, a prezzo di sforzi indicibili, sono accorse in aiuto di questi fanti. Degni di queste leggende sono i nostri soldati in uniforme nera, gli uomini dei nostri carri d'assalto e quelli che, con un'audacia temeraria, senza curarsi della superiorità del nemico e dei contrattacchi, hanno portato sempre più avantl la loro offensiva e, infine, la leggenda potrà glorificare i nostri aviatori, che disprezzarono la morte. Essi sapevano in anticipo che, una volta il loro apparecchio fosse rimasto distrutto, essi sarebbero stati terribilmente massacrati nell'atterraggio. E lo stesso può dirsi degli eroi della nostra armata sottomarina. •s Quando uno Stato di trentasei milioni di abitanti e una tale potenza militare può essere intieramente distrutta in quattro settimane e quando in tutto questo tempo i vincitori non hanno dovuto registrare un solo rovescio, non si può vedere in questo fatto la grazia di una fortuna speciale, bensì la prova della più alta istruzione, del miglior comando e di un valore che sfida la morte. « Il soldato tedesco si è cinto ancora una volta la fronte della corona di alloro che gli era stata perfidamente strappata nel 1918. Noi siamo tutti pieni di gratitudine profonda e commossa per le numerose prove date dal nostro popolo e rimaste anonime e sconosciute. Questa è la prima volta che esse sono venute da tutte le regioni della Grande Germania. Ma I il sangue sparso in comune le unirà più fortemente ancora che ogni ! costruzione di diritto pubblico. ■ m v m <w m i LA PORTATA DEL DISCORSO All'indomani del suo ingresso a Varsavia, il Fiihrer, dinanzi ai membri del Reichstag, ha pronunziato un discorso che può essere definito di portata storica e decisiva. Infatti bisogna innanzi tutto rilevare che la parola costruttiva e di pace del Capo della nuova Germania è stata pronunziata quando gli eserciti tedeschi e tutto il popolo germanico sono temprati ad affrontare e superare le prove più ardue. Hitler, nella sua complessa esposizione, non ha tralasciato di trattare tutti i problemi che direttamente o indirettamente 3i ricollegano alla azione svolta dalla Germania nei confronti di quello che era lo Stato polacco. Da questa analisi acuta ed esauriente risulta chiaro che i suoi obbiettivi oggi raggiunti non vanno al di là di quelle ri¬ «■1)1 ] I ) < I i 111111111 ■ r I i 111111 < 11J111M1111 < 1111111 ] 111J111 r chieste che la Germania ha In \ chieste che la Germania ha In ogni momento rivendicato contro l'ingiusto quanto infausto trattato di Versaglia; richieste che non solo da parte tedesca, ma anche francese e britannica, furono in passato ritenute ragionevoli e fondate. Alla luce della sua rapida.vittoria militare Hitler avrebbe anche potuto dichiararsi l'assoluto padrone dei territori conquistati. Invece assicura all'Europa la costituzione di un nuovo Stato polacco che risponda effettivamente alla sua storia e alle sue precise condizioni etniche. Nel riaffermare il rispetto assoluto delle frontiere con tutti gli Stati che da nord a sud, dall'occidente all'oriente, circondano la Germania, il Fiihrer ha nuovamente proclamato la volontà di pace della Germania desiderosa solo di vedere sviluppate .al massimo le sue reiasioni politiche ed economiche con tutti i paesi. Ma il Fiihrer, è doveroso riconoscerlo, è andato oltre. Smascherate tutte le menzogne e sfatate tutte le leggende che in queste ultime settimane sono corse all'estero sull'ap¬ ( 1 J1 [ I ] 11111111111111111 i ! 11111111111111111 i 1111111 1111 \ vetito insaziabile delia Gei-ma- petito insaziabile della Germania, dopo avere nei minimi dettagli illustrato l'amichevole posizione del terzo Reich nei confronti di tutti i paesi vicini e lontani, ha lanciato al mondo la sua parola per una vasta collaborazione che dalla tregua delle armi si indirizzi con intendimenti seriamente costruttivi a una più ampia e generale ricostruzione politica ed economica. Le acclamazioni al Duce e all'Italia fascista che il Reichstag ha fatto quando Hitler ha ricordato l'amicizia e la cordialità che legano i due popoli che si affacciano all'immutabile e sacra frontiera del Brennero, rivelano la piena coscienza del popolo germanico per il chiaro e netto atteggiamento italiano nei confronti della situazione politica e militare succedutasi tn queste ultime settimane. A tale proposito bisogna sottolineare la visita fatta stamane dall'ambasciatore von Mackensen a Palazzo Venezia, che non ha avuto altro scopo se non quello di mettere al corrente il Duce del testo del discorso di Hitler. 111 ■ IM11 ! 11 ! 111111 i M1111M1111111 ! 1111M1111 ) 11111 f ! 11 j II 11 i n • Da oggi l'Europa si trova ancora di fronte al dilemma della pace o della guerra, di una guerra terribile t etti effetti spaventosi possono essere incalcolabili, come le sue sorti e la sua durata. Risolto il suo problema coloniale secondo giustizia e senza essere sorretta dalla forza, come il Fiihrer ha dichiarato, la Germania non avrà più niente da chiedere a chicchessia restando così implicitamente soddisfatta di ogni sua giusta ed equa rivendicazione. Negare la portata costruttiva del discorso di Hitler non potrebbe che significare un'ostilità preconcetta a un sano disegno di pace e di collaborazione. Non sappiamo ancora quali saranno le reazioni di Londra e di Parigi alla parola di Hitler, ma ad ogni modo tocca ad esse pronunziarsi per la pace o per la guerra, mentre gli eserciti sostano dietro le due grandi linee fortificate del Reno e i popoli sperano per una pace giusta e durevole senza la tragica necessità di un sanguinoso conflitto. n 11L11111111 i 11111111111111M1111 i ! 1111111111 ] 1 i I ! MIM M j 1