L'azione italiana di pace riconosciuta a Parigi e a Londra

L'azione italiana di pace riconosciuta a Parigi e a Londra L'azione italiana di pace riconosciuta a Parigi e a Londra Parigi, 25 settembre. Il discorso pronunciato da Mussolini al Palazzo Venezia ricevendo i gerarchi di Bologna, qui riportato integralmente da tutti i giornali, ha fatto oggetto di un immediato commento delle due grandi agenzie francesi. Una nota ufficiosa A quello deW Agenzia Radio che vi trasmettemmo sabato sera, ha fatto riscontro -la seguente nota dell'ufficiosa Havas: « A Parigi si è presa conoscenza con interesse del discorso di Mussolini e delle indicazioni che dà sull'atteggiamento italiano in presenza del conflitto attuale. La azione del Capo dei Governo italiano per mantenere la pace, quale si era tradotto il 1° settembre, è stata altamente apprezzata dal Governo francese. La risposta che questi diede allora alla nota italiana lo testimonia. L'aggressione tedesca contro la Polonia, lo stato di guerra fra il Reich, la Francia e la Gran Bretagn) conseguenza di questa aggressUne, l'esecuzione da parte della Germania di un piano militare minuziosamente stabilito in anticipt*., la spartizione della Polonia e in generale i molteplici eventi sopravvenuti dopo l'iniziativa italiana, hanno sconvolto le condizioni internazionali dell'Europa. Il Governo francese, al pari del Governo britannico, ha già fatto conoscere con la maggior chiarezza la sua posizione. Le dichiarazioni di Daladier come quelle di Neville Chamberlain hanno definito una volta per sempre questa posizione delle potenze alleate prese in conformità con gli accordi conclusi con la Polonia ». E' su questa trama ufficiosa che sono intonati i commenti dedicati dai giornali al discorso del Duce, discorso che, a giudicare dall'Oeuvre, attesta l'ampiezza delle reazioni prodotte in Europa dalla spartizione della Polonia e che, per quelli che ascoltano assiduamente la radio italiana o leggono i giornali italiani, è assolutamente conforme a quello che si potè va aspettare dal Capo del Governo italiano, dati i giorni che si'stanno attraversando. Riferendoli tutti non si farebbe che ripetersi. Citeremo invece VExcelsior il quale scrive che, senza dubbio, non è nell'abitudine del Duce, che ha raddrizzato il suo popolo sottoponendolo ad una disciplina ferrea, fare del sentimento, ma è da stupirsi che il martirio della Po Ionia, che ha cosi profondamente colpito il Vaticano, non sia, ai suoi occhi, che un affare liquidato, al quale l'universo civilizzato deve rassegnasi. Per Marcella Pays è un errore il ritenere che la guerra non sia cominciata pel fatto che non v'è stato ancora l'urto fra le masse degli eserciti. Può darsi, del resto, che questo urto non sia ancora entrato nei calcoli degli Stati Maggiori alleati. Una partita a scacchi « Perchè voler prendere di assalto a prezzo di gravi perdite una piazza assediata — per l'articolista la Germania non è altra cosa — quando è possibile ridurla con operazioni di circonvoluzione e di blocco? E' forse supponibile che una partita di scacchi non sia co minciata solo perchè abili mano vre hanno lasciato sulla scacchie ra tutte le pedine? Non sono che i cattivi giocatori o quelli troppo frettolosi che fanno inutili massacri di torri, cavalli e alfieri. Francia e Inghilterra, che hanno nel loro gioco il mare, il tempo e risorse illimitate, intendono condurre la partita in modo come piace loro e che a quanto pare reca scompiglio nell'avversario. « Il discorso ai Mussolini — conclude Marcello Pays che tiene a rilevare come la Francia sia stata riconoscente all'Italia per la generosa iniziativa presa da Roma per un salvataggio in extremis della pace, nelle giornate della fine dello scorso agosto — proviene da un'idea eccellente, e, cioè che non si fa la guerra che per avere la pace. Ma esso giunge troppo tardi per una pa-;e preventiva e troppo presto per una pace di regolamento generale che allo stato attuale . delle cose obbligherebbe i due piugrandi imperi del mondo, sostenuti dalia coscienza universale, ad in chinarsi davanti ad un fatto compiuto che non sembra loro nè giusto nè umano e che se fosse accettato condurrebbe a nuovi atti di aggressione ». Nel Temps, che nel suo editoriale di politica estera si occupa del Libro Bianco inglese, troviamo il commento al discorso di Mussolini in un lungo fonogramma del suo corrispondente romano il quale, riferendosi ad un articolo pubblicato al principio del mese dal Popolo d'Italia sulla X Legio di Cesare dice che nelle circostanze attuali il Capo del Governo italiano intende imporre e mantenere in tutta la penisola una ferrea disciplina. Il corrispondente dell'organo parigino fa poi notare che il Duce ha adoperato la forma condizionale quando ha detto che « se » fosse indotto a parlare dall'alto del balcone di Palazzo Venezia, sarebbe come in occasione della guerra di Etiopia, il 2 ottobre 1935 o della proclamazione dell'Impero, il 9 maggio 1936 per comunicare al popolo decisioni di una portata sto rica. L'impiego di questo condizionale mostrerebbe dunque che il Duce non è ancora certo di prendere la parola. <; Ma, — aggiunge il corrispondente, — si prevede che il Capo del Governo italiano non parlerà alla folla ammassata dinanzi a Palazzo Venezia, altro che nel caso si tratti di una grande notizia, come, per esempio, che l'Italia entri in guerra. « Mussolini — prosegue il corrispondente del Temps — ha poi adoperato il plurale quando ha detto che l'atteggiamento dell'Italia corrisponde ai « nostri interessi nazionali, ai nostri accordi e patti politici... ». Se avesse parlato al singolare — osserva il corrispondente — non avrebbe potuto trattarsi che del Patto di Acciaio; col plurale il Gentìement's agreement che sussiste sempre si affaccia naturalmente allo spirito. Il tono del discorso — conclude il- fonogramma — rimane freddo davanti al martirio polacco. Anzi, innegabilmente, è animato da inclinazione favorevole alla Germania. E', per esempio, il caso quando parla del dinamismo naturale dei popoli che hanno annientato la Polonia. Il Duce si inchina davanti a certe forze come il « dinamismo » che dirigerebbe la storia. Il Capo del Governo italiano si riserva la sua libertà di azione pur sottolineando che gli interessi principali dell'Italia in questo momento sono pel mantenimento della pace. Ieri ancora, ha concluso con la Grecia un'intesa che potrebbe essere il preludio di altre realizzazioni dello stesso genere ».