I nuovi impianti idroelettrici

I nuovi impianti idroelettrici I nuovi impianti idroelettrici Verso la soluzione del problema ilei trasporto dell'energia dalle regioni più ricche di risorse idroelettriche alle più povere Gli impianti idroelettrici che sono in costruzione presentano, per la maggior parte, grande perfezione tecnica. Le condizioni locali vi sono ogni volta studiate a fondo e utilizzate per il meglio: gallerie forzate, bacini di espansione scavati nel seno della montagna, centrali in caverna. Anche alcune installazioni minori presentano in più di un caso grande interesse perchè servono a correggere o completare utilizzazioni già in atto, avvicinandoci sempre di più a quella coordinata, totalitaria utilizzazione delle nostre risorse idroelettriche, utilizzazione che pone la nostra Nazione in un invidiato posto di avanguardia. Il ritmo con cui procedono queste nuove costruzioni è veloce e lo sarebbe anche di più se disponessimo di maggiori quantitativi di materiali metallici. Diversità di costì Una certa preoccupazione aveva sollevato nella fase costruttiva iniziale, il presunto costo di questi nuovi impianti e aveva trovato credito l'opinione che il grande sviluppo nelle utilizzazioni idroelettriche avesse esaurito o quasi la serie degli impianti « buoni » cioè di quelli costruibili con costi convenienti. La pratica attuazione dei nuovi impianti sta sfatando questa opinione: gli impianti in corso, pur superando spesso per complessità e per costo unitario quelli precedentemente costruiti, non hanno affatto costi proibitivi; fatti i debiti ragguagli e tenuto conto della qualità, il più spesso regolata, dell'energia prodotta e del miglioramento indiretto che i nuovi impianti arrecano a quelli esistenti, si può ritenere che il costo medio dell'energia dei nuovi impianti non | tanlsdlcictgsbb1pbnefplpladbbaptatKesncpgbdslsia superiore a quello del costo dell'energia degli impianti in esercizio. Esiste comunque una notevole disparità tra il costo unitario degli impianti della cerchia alpina e quello degli impianti appenninici o insulari, nel senso che i primi hanno un notevole minore costo degli altri: questa considerazione unitamente all'esame della ripartizione regionale degli impianti mostra l'importanza che incomincerà ad assumere nei prossimi anni il travaso di energia dalle regioni più ricche di risorse idroelettriche a quelle meno ricche. Provvederanno a questo travaso, le primarie delle FF. SS., le linee colleganti regioni adiacenti e il Sistema Nazionale di Interconnessione. E' anche possibile che si addivenga presto alla traduzione in atto di un progetto da lungo tempo accarezzato dai tecnici: quello del trasporto dell'energia elettrica dal continente alla Sicilia, mediante cavi sottomarini attraversanti lo stretto di Messina. Le producibilità che ho enuncia te nel precedente articolo, parlari do dei nuovi impianti, si riferiscono naturalmente alle condizioni idrologiche normali; resta perciò da esaminare che cosa avverrebbe nel caso di avverso andamento idrologico. Si può ritenere, in base alle osservazioni di pioggia e di portata dell'ultimo cinquantennio che, in caso di magra assoluta, la producibilità degli impianti idroelettrici dell'Italia Settentrionale, quali saranno nel 1942, risulterebbe inferiore alla producibilità normale di 1 miliardo e 200 milioni di Kwo. Analogamente quella degli impianti dell'Italia Centro-Meridionale e delle Isole risulterebbe minore di circa 900 milioni di Kwo. E' poco probabile il contemporaneo c duraturo verificarsi delle magre nei due territori considerati ed infatti la statistica vi assegnerebbe una probabilità di solo il 3%, ma comunque anche in tale evento si ritiene che l'attrezzatura elettrica della Nazione possa bastare; si verificherà se mai qualche temporanea deficienza di potenza di punta a cui si provvederà con razionamenti non gravi e di breve durata. Molto più probabile è invece la magra limitata ad un,solo dei due territori considerati: in tale caso è pLngflgmdtrlvirggrpdcpptvglltnblHlmmSnlmsesi,.ileciio supporre che ai periodi di ; ddeiicienza in uno dei territori cor-1 rrispondano, almeno in parte, perio-l tdi di eccedenza nell'altro territorio j pe che i travasi di energia di cui 6 6stato detto più sopra permettano tdi ridurre di molto la produzione lptermoelettrica. / programmi Per il secondo quinquennio dei piani autarchici 1942-1947, i più importanti gruppi elettrici e le grandi industrie produttrici per auto-consumo hanno già fissato sia pure in linea di massima, i loro programmi. Questi programmi mi rano principalmente ad una sempre più completa utilizzazione dei %• corsi d'acqua che gli Enti già sfruttano e naturalmente gravitano intorno alle concessioni di cui essi dispongono o di cui hanno avanzato domanda. Nei programmi sopra indicati sono enumerati per l'Italia Settentrionale 35 nuovi impianti da costruirsi negli anni successivi al 1942 c 5 ampliamenti di impianti esistenti, il tutto per una produclbilità complessiva annua in regime idrologico normale, di oltre 4 miliardi di Kwo. Le analoghe cifre per l'Italia Centro-Meridio^ naie e le Isole sono 12 nuovi impianti per 1 miliardo e mezzo di Kwo. Altri minori impianti, oltre quelli considerati, appaiono senz'altro possibili per una complessiva producibilità per non meno di un ulteriore mezzo miliardo di Kwo. Sono cosi complessivamente sei' ngddpnvnpnmtRp1sddLgsuLuovi miliardi di Kwo. che potran-.po essere disponibili entro il se- vndo quinquennio, cioè più del nbbisogno ritenuto necessario vlle considerazioni che precedono. nuovi irn-C'nlCdl Per quasi tutti questi nti mancano i progetti esecu non sono stati sinora ese guite indagini o assaggi atti ad in ì trlbbe "eTs7re"ricavabìleB anche "da accumulazione di acqua in bacini naturali per cui esistono nell'Italia centrale alcune importanti possibilità. dicare l'importanza esecutiva delle opere ma, considerati nel loro complesso questi possibili nuovi impianti presentano caratteristiche tali da portarli a costi unitari pressoché identici a quelli degli impianti già costruiti o in corso di costruzione. Appare possibile quindi provvedere al fabbisogno di energia del quinquennio 1942-1947, senza ricorrere agli impianti « cattivi » e senza perturbare cosi l'attuale equilibrio economico nei riguardi dell'energia elettrica. Questa affermazione deriva dal favorevole consuntivo degli impianti recentemente ultimati e dalle non meno favorevoli prospettive per quelli in corso. Contemporaneamente allo sviluppo degli impianti idroelettrici altri incrementi nella producibilità di energia elettrica sono presumibili. Se l'utilizzazione dei soffioni boraciferl di Larderello sarà estesa a tutto il vapore già accertato, si potranno produrre ulteriori ingenti quantitativi di energia. Non appare infatti improbabile di poter salire dal mezzo miliardo di Kwo. attuale al miliardo nel 1942, e ai due miliardi nel quinquennio successivo. Qualche dubbio intor no al rapido raggiungimento di cosi elevata producibilità esiste, per il possibile impiego dell'energia di Larderello la cui disponibilità è costante per tutte le ore dell'anno e dato che "l'energia stes-sa non è suscettibile di accumulazione. Occorre cioè che contem-poraneamente ai due miliardi Larderello, si disponga di non me-no di ulteriori 3 miliardi di ener- gia regolata di altra fonte, onde far corrispondere la produzione al- le esigenze della richiesta di ener-già Questa energia regolata pò- Cinquant''anni fa Anche nell'Italia Meridionale si manifesta qualche promettente indizio di utilizzazioni geotermoelettriche. Altra energia potrà ancora ricavarsi dalla siderurgia integrale o da particolari cicli industriali. Con l'aumento della complessiva producibilità annua di energia idroelettrica si aggraverà, naturalmente, ii problema della integrazione termica in caso di magra e, in particolare, quello del raggiungimento della potenza di punta. Ad evitare la prospettiva di troppo gravi razionamenti in caso di magra persistente si dovrà probabilmente provvedere ad ampliare, prima del 1947, alcune centrali termiche esistenti. Sta per compiersi il cinquantennio dell'epoca in cui per la prima volta si imprigionarono nelle tubazioni forzate le vive acque dei nostri fiumi e se ne trasse ener- gia elettrica destinata a diventa- re luce, forza, calore. L'Italia ha percorso con notevo- li difficoltà il rammlnn rietrH inWi ì dirncolta il cammino degli inizi, la marcia si è accelerata in segui- to in base a chiare direttive e allanecessità di soddisfare pressanti bisogni. Si ricordi che dal 1925 al 1931, l'energia elettrica prodotta in Ita- Ha è- ttata raddonniata E' nresu-lia e stata raddoppiata, a, presu- mibile che un secondo «addoppia-mento avvenga dal 1931 al 1947. Se questo si verificasse, in 22 an- ni noi segneremmo nel campo del- l'energia elettrica il quadruplica- mente di produzione. ■m«„ a fi- -,„„ „.j, „„„,, „,,„ Non è chi non veda come que- sta sia una marcia ben quadrata e guidata da programmi che pre- sto si trasformano in realtà. Sono questi i miracoli dell'Ita-ila Fascista. Giuseppe Cobolli Gigli .Ministro dei Lavori Pubblici

Persone citate: Giuseppe Cobolli Gigli

Luoghi citati: Italia, Messina, Sicilia