L'ultimo René Clair

L'ultimo René Clair Sullo ss cH termo del Litio L'ultimo René Clair (DAL NOSTRO INVIATO) Venezia, 26 notte. Il giorno prima di venire al Lido avevo visto annunciato, tra le <• riprese » estive d'un cinema di quart'ordlne, Il milione di René Clair, ed ero andato a rivederlo per la sesta o la settima volta. La j copia era ridotta al lumicino; rigata e graffiata, pareva che sullo schermo sempre piovesse; non parliamo poi di ciò che talvolta si udiva. Eppure, quale incanto. Dal Clair migliore, si è ogni volta riconquistati. Era il vaudeville millenovecentotrenta, poetato alle più sottili raffinatezze da un uomo di grande ingegno e d'un gusto indiscutibile, la cui presenza era evidentissima a ogni istante, fra le suo marionette e i fili che le governavano. Tornavano alla mente i ricordi del Clair romantico di Sotto i tetti di Farini e del Ih luglio; ma le preferenze andavano pur sempre a // cappello di paglia di Firenze, a II milione, alla prima parte di A noi la libertà, ai primi episodi de L'ultimo miliardario. Se per qualche anno il cinema francese ebbe qualche diritto di esistenza, lo dovette a Clair, e bgmriquasl soltanto a Clair. Ma questo cregista che aveva dato al cinema ! del suo Paese le pagine più genuine, si vedeva sempre più attorniato dalla diffidenza e dall'incom. prensione. Ai suoi primi film aveva arriso il successo; poi il favore del pubblico, del grosso pubblico, gli era venuto quasi completamente a mancare. Lo confortavano Ioidi e giudizi, tutti sinceri, ma per qualche tempo il giovane artista credette perfino di dover abbandonare il cinematografo, quantunque gli giungessero da Hollywood offerte su offerte. Egli capiva che, accettandole, avrebbe dovuto ri¬ tcsavvsGdnunciare alla sua indipendenza, prima » da importare, ma da ri- mdtfiPpa'alla sua arte, perchè laggiù s'era i?|fiutata in lui un'ottima «materia^rsfdurre e da plasmare poi secondolo necessità del « made in Holly-*„,„„,i » m: r.: i„ ,.;„„■„„,.,;, twood ». Gli si offriva la ricchezza, le la rifiutava; chiedeva di lavorale nel suo Paese, come aveva fatto fino ad allora, e non gli era ■ concesso. I più indulgenti cpnsidejravano l'opera sua come un fioro di serra, che già aveva vissuto la sua breve stagione; i più grossolani non nascosero le loro allusioni al bluff; I più crudeli parlarono di vena esaurita, di promessa nlclammancata. E avevano di fronte un!igiovane di 35 anni, uno del po- Beh issimi veri artisti sui quali il ci- lnenia, da quando esiste, abbia po- ictuto contare. |vPoi, d'un tratto, corre la voce riche aBVtoTàrttato*W^cìS|tdi Korda, il maggior produttore ! londinese. (Korda, a quel tempo, Itaceva collezione di registi d'ecee-lczione: al Clair ed al Plaherty Cavrebbe voluto aggiungere anche fPabst). Pettegolezzi, sogghigni; e'lClair non se ne va sbàttendo la ' »porta, ma salutato da pochi amici tsoltanto. Nasce a Londra questo \The ghost yae.s west, tradotto poi nell'ingrata Patria con lo spiritoso! Fantòme. A vendre, e che da nol icapparirà, più dolciastro, Il fanta-\tìsma (/alante. Il film fu subito e'dovunque accolto da un successo so vi interessano anche le cifre, 1ha sovente uguagliato gli incassi di Tempi moderni, l'ultimo film diLChaplln Clair che fa cassetta: chi l'avrebbe detto'.' In Francia per! la prima parigina del Fantòme, ri- jcevimenti, pranzi, * embrassons-1nous», per poco non lo chiamava-Ino * notre Rene nntional »; ora lo faranno magari ufficiale'della Le- gion d'onore; ma vediamo un po' il film, il solo che per davvero c'interessi, proiettato alla Mostra quest'oggi con Traumulus di Cari Froelich. la migliore interpretazione di Jannings dopo Angelo Azzurro, e con Pacsirta, una mediocre operetta ungherese. Dura guerra, nel Medioevo e in lscozia, tra le due famiglie dei.iGlourie e dei MacLaggan. Com-' battendo contro sei MacLaggan il giovane Murdoch Glourie trova la morte saltando in aria con un barile di polvere, entro il quale po- co coraggiosamente s'era rifugia to. Adiratissimo, il padre maledice la memoria del figlio: il suospirito non potrà aver pace, dovràapparire ogni mezzanotte nell'a-vito castello, fin quando non avràvendicato tale onta su di un di- scendente dei MacLaggan. ravano dup oecoll Domici Gtouric?direttLsimoC° discenSJdelio sventurato Murdoch, è tor-montato dai debiti. Il cnstello è ridotto a una rovina, visitato soltanto dai creditori. Ma lo scova lafiglia d'un miliardario americano, Peggy Martin; se ne innamora; papà glielo compra in quattro eauattr'otto- il cnstello sarà smon- i?^^' 1 ÌZS>^ ^^^^^roscafo. rimontato in America. 1.ogni notte ad apparire sugli spalti, si trova allori costretto afare le sue apparizioni in una sti-,""u"LttLU u -» **n*""a" Poveraccio, condanna to ogni notte ad apparire sugli » tuttìnumerati. Chiede ogni tanto al l'ombra del padre le istruzioni del caso; il vecchio, inflessibile, glie le comunica. A bordo i Martin trovano un amico, Bigelnw, concorrente in miliardi e in castella. Discussioni, !ironie, sarcasmi; Martin vende a Bigelow il castello imballato nel- la stiva; subito dopo, con la per- icentuale del caso, Bigelow lo ri- |vende a Martin. Finalmente s'ar-riva in America. Donald avevaS|t^,20 la faccenda del fantasma, ! Per tlmore chc 1 Mnrtln P,u non I» comprassero quella eatapee. lchla: aveva pero accettato da COmpagnare quei ruderi fino al loe f° definitivo domicilio, per sovrae'lntendei'ne a!la ricostruzione. Quea ' »ta avvieno f"za rjfPai™'o. con tutt,° 11 confort moderno » e conquelle graziose varianti che iMartin vanno a gara nel suggerì-o o! l icanale, con gondole veneziane; fa--\tì de&IU d un incrociatore coraz e'zato investigano il cielo dagl o spalti; la radio s'insinua nei re¬cessi più impensati; non si entra , 1^1 castello se non indossando .un i costume scozzese, confezionato dal iLmlBUof snrt" '» ^,\°rk: Pure i ln costume i negri del jazz, r! Tutto ciò, con quel che segue- jfc, por ehi conosca Clnlr, abba-1stanza alla Clair. Lo spunto ò cer-Ito divertentissimo, era «uscettibio le di trovate, di sviluppi impensa-- ti; e il film è tutto piacevole, sem ' pre pervaso di un'arguzia lieve eo disincantata. (Quando il fanta-a sma giunge alle calate del portodi New York, subito s'imbatte Ini ,,- ,,.-„•,,,! .nn-ti-n tra „.„„, un tremendo scontro fra ters e poliziotti. Si volge allei dlà: «Padre, dove sono? >; rlspon-de tra due raffiche di mitragliatri-ci la paterna voce cavernosa: «Fi-glio, in America»). Si oompren n de il successo che ha *vuto, so-i.prattutto fra gli anglo-sassoni-'questa commedia maliziosa e im- l a - o perturbabile, tutta d'un brio intelligente, retta da un regista di gusto e ottimamente interpretata da Robert Donat, da Jean Parker e Eugene Pallette. Ma alla fine non ci si può non chiedere: e Clair? Quel suo riuscire ad e-à esprimere con mezzi rigorosamen--] te cinematografici le più sottilià I allusioni;, quegli sviluppi ironici e- j talvolta mordenti affidati a un e- j stro un po' < fumiate v ma sem-i Pre sorvegliatissimo; quelle de-J j «*'enti « ispirate/-!2uel contrappunto quasi impalpabile, qui pm non si ritrovano. Teatrino agile e gustoso, ma teatrino, tutto affidato a dialogo ea, , ! sceneggiatura, che non sono nem; ime"° dl Re.™ Clair. Strana nue sc'ta Per chl ?bbe ^ustamente ad -I afferraare: * Un cieco' a teatro' >w Poter fendere ciò che si^mm* alla ribalta; un sor-.1 ^SlfffiSi I Presenta . Pareva una «bouta-a ! ^ »; edAera un rigoroso principio- .*«*•■■*| ''^f'» i tìl^alrcon^tofillm^ venuto»^e no. Pausa di pigrizia, nità di guadagno, o un volere di-mostrare di saper meglio di tan-acciuffare il successo>ti altri acciuffare il quello largo e clamoroso, che fa n | beati gli esercenti e gli amminin stratori? Se cosi fosse, poco ma, j le; ne avremmo presto un Claira!più sereno, e perciò più -;e sicuro; ma se cosi non fo.=se, se -|ia tappa londinese, come manie-ira, fosse il preludio a quella di -1 Hollywood, o dovesse a 1 ripetere se stessa, chi ama l'arte , j del cinema ne vedrebbe allora im-n ! pallidire, sotto una pioggia dautenticocomunquesterline o di dollari, uno dei suoartisti più degni. Mario Cromo TRAUMUtUS j (Germania).