DISERZIONE DALLE CAMPAGNE e disoccupazione nella metropoli di Concetto Pettinato

DISERZIONE DALLE CAMPAGNE e disoccupazione nella metropoli LA GROSSA PIAGA DELLA FRANCIA DISERZIONE DALLE CAMPAGNE e disoccupazione nella metropoli PARIGI, agosto. Il problema più grave sospeso ull'avvenire della Francia è quelo del ritorno alla terra. O risolerlo, o perire. In dieci anni, dal 926 al 1936, l'agricoltura vi ha erduto quasi un milione d'uomii, retrocedendo da otto milioni a ette milioni e ventiquattro mila avoratori. Mentre nelle città crece la disoccupazione, che ufficialmente non supera il mezzo milioe di sovvenzionati ma che in realà, compresi i giovani ai quali non u mai corrisposto un salano, si ggira intorno a un milione e seteccntomila individui, le campane si vuotano. La Francia assume sempre più l'aspetto inquietane di una piramide rovesciata. Tutti i grandi mali di cui il paee soffre hanno origine nella dierzione in massa del contadino: rimo fra tutti, la crisi demograca. Il contadino che si inurba on fa più figli. Anche in tempi i lavoro facile e di paghe alte la siguità degli alloggi, funesta alla tessa borghesia agiata, spinge ala restrizione delle nascite. Propaanda ripopolatrice, premi di naalità e di nuzialità, indennità alle amiglie numerose sono palliativi orse più dannosi che utili, come uelli che inducono i pubblici poeri a illudersi di aver fatto per avvenire della stirpe tutto quano stava in loro, mentre non hano fatto se non oberare il bilancio ello Stato. Non si fonda una famiglia in una camera di cinque metri per tre e cinquanta. In una camera sola Ora in agglomerazioni indutriali quali Parigi, Lione, Lilla, Marsiglia l'alloggio ad unico vao è divenuto per l'operaio quasi na fatalità. Se non vi fossero alri molivi per desiderare il decenramento dell'industria, e a Parii ve ne sarebbero di fortissimi, a ominciare dalle necessità della ifesa acrea, dovrebbe bastare il roblema dell'alloggio. Un'indutria decentrata permetterebbe aloperaio di mantenere un piede in ampagna e di non rinunziare del utto alle condizioni di vita dei uoi ascendenti rurali. Gli alloggi ustici o semi-rustici renderebbeo agevole e gradita la formazioe di famiglie numerose. Il lavoatore sfuggirebbe alla psicosi dela metropoli con le sue pessime onseguenze morali e politiche. Lo tesso valore relativo del salario umenterebbe. Se si potesse calolare il numero di milioni intacato in capo a un anno dagli inumerevoli bettolieri e caffettieri i Parigi, si rimarrebbe stupefati. Ma i quattrini della paga finicono dall'oste perchè la vita in ittà, nelle condizioni in cui è cotretto a viverla, toglie al lavoatore il modo di farne impiego migliore. Avaro in campagna, il ontadino passato alla fabbrica dienta prodigo senza accorgersee: alcool e sigarette, sigarette e lcool, a poco a poco il superfluo ode nel suo bilancio la parte del ecessario. Rimettete l'operaio in ampagna o in prossimità della ampagna, e il denaro cesserà di ruciargli le dita, poiché le condiioni più normali in cui vive, la minor virulenza dei contagi mora, la possibilità di ingrandire la ropria famiglia, l'emulazione vero il vicino o il parente che ha del uo gli insegneranno a utilizzare on più costrutto il modesto marine di cui dispone. Lo Stato inasserà di meno in diritti sugli alool e in profitti sui tabacchi, ma vrà una popolazione operaia semi-rurale moralmente più sana, siologicamente più feconda, poliicamente più calma ed economiamente più solida. Gli industriali odranno di minori comodità di roduzione e di esercizio, ma anh'essi non tarderanno ad avvanaggiarsi delle migliorate sorti dela loro mano d'opera. Il sogno di Doriot Purtroppo, questa retrocessioe alla terra delle braccia che inombrano le città è nello stato di ose attuale un'impresa superiore lle forze della Francia. Se ne para da anni, per scarico di cosciena, ma in realtà nessuno ci cree. L'industria, premuta dalla crii, non è in grado di affrontare le pese di un decentramento su lara scala. Lo Stato, dal canto suo, on ha i mezzi ne la voglia di imorglielo. I maligni pretendono he siano i deputati a non volero: quelli dell'estrema perchè non orride loro l'idea di perdere le migliaia di elettori addensati nei obborghi della capitale e ormai cquisiti alla rivoluzione sociale, uelli del radicalismo moderato erchè la prospettiva dei collegi rovinciali invasi da una turba di rossi » reduci da Parigi sorride oro ancor meno. C'è In questo del ero, ma se il problema finisse ui, non sarebbe insolubile. La erità è che il ritorno alla terra rta principalmente contio il voere dol primi interessati: gli perai. Per sfollare Parigi, quella Paigi della cosiddetta t. cintura » he quest'anno ha mandato alla Camera 1 due terzi della nuova alange parlamentare comunista, isognerebbe poter far atto d'imerio. Una emigrazione interna a copi agricoli sarebbe possibile oltanto qualora si istituisse, come in Germania, il servizio di laoro obbligatorio. Ma la milita* izzatone del bracciante suppoe, oltre che un regime autoritaio, il trionfo di una mistica poolare e nazionale. Per riuscire nell'impresa la Francia avrebbe in mano una cara di cui nessun altro Paese delOccidente dispone: l'abbondanza di terre. Invece di offrire ai propri soldati agricoli un lavoro da ervi della gleba. essa potrebbe sitemarne una buona parte in quaità di piccoli proprietari o di membri di cooperative nelle vaste zone metropolitane che giacciono n ahbsndono e trasportare il resto in colonia. In cinquant'anni una ripartizione giudiziosa del paio di milioni di individui che la crisi industrale lascia senza lavoro, trasformerebbe letteralmente il volto del Paese, ripopolando le campagne, intensificando la natalità, sviluppando il mercato interno e bonificando Io stesso spirito nazionale. E' il sogno di Doriot. Diremo che sia anche il sogno degli operai disoccupati ? L'ostacolo Ahimè, no. La vita in una grande metropoli, per male che ci si stia, ha attrattive le quali modificano radicalmente lo stato d'animo, l'indole e fin le capacità fisiche dell'uomo. Dormirà all'asilo notturno, sotto i ponti della Senna o nelle scale della Metropolitana, e mangerà la gamella della «Mairie»; ma la libertà di vagabondare per le strade piene di gente, di leggersi in pace un giornale fresco raccattato su una sedia di caffè, di sfuggire a responsabilità domestiche, a piagnistei di donne, a scrupoli di amor proprio semplicemente cambiando quartiere, e poi, a poco a poco, il disfarsi delle energie, ''nbito dell'ozio, l'adattamento lugubre a circostanze più forti d'ogni volontà d'uomo, il pensiero consolante che il proprio caso è quello di tanti altri, rendono il malcapitato pressoché inaccessibile alle seduzioni di un ritorno alla terra che ai suoi occhi assume sempre più l'aspetto di un'avventura difficile e faticosa, piena di rischi e di agguati. Peggio che mai, se si tratta di un disoccupato provvisto di sussidio, cioè di un privilegiato. Per vincere l'inerzia che trattiene in città tutta la gente di cui la città non sa che farsi occorrerebbe mutarne lo stato d'animo, restituirle l'amore dei campi e la stima della solitudine, correggerne lo abitudini gregaristiche, rianimare in essa una folla di idee, di sentimenti, di bisogni dimenticati. Ma chi oggi in Francia oserebbe tentare un'opera slmile? L'agricoltore è individualista, laddove l'educazione politica del giorno spinge i cittadini agli antipodi dell'individualismo. Socialismo e comunismo, religioni nate in città, non insegnano all'uomo se non a far massa col proprio simile, a pensare e ad agire collettivamente, a disciplinarsi nell'obbedienza passiva e a ripudiare la responsabilità. All'agricoltore la terra chiede invece di misurarsi di continuo con la responsabilità. Egli è solo e padrone nel suo campo come il navigatore sulla sua nave. La sua fortuna, il suo malanno dipendono da lui, dal suo accorgimento, dalla sua iniziativa, dalla sua diligenza. Socialismo e comunismo non fabbricheranno perciò mai degli agricoltori e non risolveranno mai il problema della terra, che al contrario lascieranno aggravarsi fino all'assurdo là dove esiste, e creeranno là dove non esiste. Per ripopolare le campagne ci vorrebbe una religione politica capace di conciliare lo spirito di solidarietà con l'attitudine a governarsi e ad agire da solo, il sindacato con l'individuo e la famiglia, l'arengo con la chiesa. Questa religione esiste. Ma è proprio quella di cui ai francesi è stato insegnato a odiare sinanco il nome. Concetto Pettinato

Persone citate: Doriot