COLOMBI E DIVI all'ombra di San Marco

COLOMBI E DIVI all'ombra di San MarcoCOLOMBI E DIVI all'ombra di San Marco P 1 dlvl e le Venezia, 14 notte. Due artisti molto noti nel cinematografo verranno a Veneziama non per il Festival, anche perchè> allora, non se ne parlerà piùamericane ci avranno lasciato, abbandonandoci una curiosità o una rarità sportiva o mondana che aveva bisogno del battesimo internazionale di questa città: la venere nera, e l'attore che, in virtù di un mirabile sdoppiamento, sa essere allo stesso tempo un prin-clPe dcl sangue o un cameriere dJ perfettissimo stile: i lettori hiinno capito bene che parlo di Josephine Baker e di Adolfo Menir„, Ma la =ienorina Josephine min" la di divenire veneziana 1ua. dl orvenire veneziana Perche vi capita molto spesso, conosce le calil, i campi, i campielli. Sa trovar da sola il dedalo intricatisslmo di Santa Marina e, he è vero che un assassino (siarilti,, „ ,.nmr„-,.=n mn ^'trpma ?nn. detto e compreso con estrema sop.portazione) ritorna sul luogo del delitto, Josephine ogni volta che arriva a Venezia passa per le stesse strade e raggiunge la riva di un canale, accosto ad un muretto, come quella notte nella quale le sue mani tremanti raccolsero una gattina smarrita che, la mattina dopo, in virtù di un arcano battesimo, rispondeva al nome che la stella giallo-nera le aveva im-za almeno del colore. Dal Danubio alla Laguna La signorina non giungerà co-me al solito da Vienna o da Pa-posto nel vestibolo di un grandealbergo sul Canalazzo — Joseph!-ne — questa volta non per amordei contrasti ma per le necessitaimprescindibili se non della razzrigi dove possiede una casa af-follatissima di animali domestici ma. da Budapest dove gira o gire- rà un film danubiano. Il signor Adolfo Menjou principe e carne-riere applauditissimo, giungerà da Boriino dove dovrebbe lavora-re fra il viale dei Tigli e la piaz-za Alessandro, ma giungerà per amore dei colombi veneziani chesono un po' la ragione e il tor-mento della ineffabile nostalgia che egli prova per la nostra città, - Tornerete veramente perquesto? — ho chiesto ad Adolfoho chiesto ad Adolfo mentre stava per lasciare l'alber-go con la sua giovane sposa e do-dici cappelliere. - Tornerò anche per questo, Venezia ha un patrimonio d'arte che non si può vedere in pochi giorni e possiede il panorama più ncantevole che un turista di buonrtfete p^^™vtf^eSZcreso nella sua vita I fiori deisuoi giardini hanno, a primave>ra, un odore tenace, che sa di ma- re Guardate vi nrco Aperse delle scatole che pare-vano canestri e mi fece ammirareElsa Polo che ha* un negoziettosegreto vicino alla casa del « Mer- cantc di Venezia », mi mostrò unaspecie di reliquiario pieno soltan-to di corolle appassite e terminòi fiori dei giardini di S. Sebastiano, di S. Trovaso dei Catecumeni, acquistati da Ossena a San Marco, da Urbani a Rialto, o piuttosto raccolti dalla più bionda fioraia di Venezia, quella signorina Per dichiararmi che, dopo suamoglie, egli, non amava che duecose in questa vita: i fiori dei no- stri giardini, sconosciuti alle fol-e, e i colombi di piazza S. Marco, / misteri di mille colombi — Credetemi, sono adorabili,senza colombi, sarebbe la Uscimmo assieme. Molti colonibi riempivano S. Moisè, staccandoal daUe statue ornamentali del¬assai più di quelli che si vedonon altre città. Piazza S. Marco,Pmz"za... senza la Basilica di porfidoe di porpora. ™"■ ù,^" S~ ""^ 1»*™*M*> a-MMai'c0' vel'so la bocca dell'Ascen- sione, il lastricato lucido di sci¬ „"«, nTtVr^f^Tt^i V,*.occo era tutto punteggiato di az-zurro cupo e_ cU nero fondo, _un"5* mquriet0 -di «ne capric-iose, un frusciar lieve di alette, o di piccole teste inquiete. Le no-. K ... 1 e della mattina, Adesso mentre Meniou sta ner Adesso menue ivienjou sia pei venire, i colombi sono l'eterno e nuovissimo spettacolo che la cità offre a tutti i visitatori nel suo eatro più affascinante: un procenio che ha per sfondo il mo- saico della chiesa che trascolorae per quinte, fuori dall'arco, del'Orologio e del Lìston, le Procuatie vecchie e le Procuratìe nuove. Quanti saranno? Nessuno lo sa, certo più di mille. Dove vivono, come vivono? Domande illecita. Alle nove di ogni mattina e alle quattordici, esattamente due volte al giorno, al consueto richia110 delle campane si precipitanozai tetti della Marciana, della sa-a Napoleonica, del Palazzo Du-cale, del Palazzo Reale, da piùontano, da luoghi famosi e daontrade ignote, dalle Zattere eda S. Polo da Rialto e da S. Già-orno, da S. Zaccaria e da Sant'E-ena, da S. Margherita e da S. Vi-ale, da S. Maurizio e da S. Ste-ano, da molti cortili della perife-ia, si staccano improvvisamentedalle alcove solitarie, passano ilielo, lampeggiano da tutti i pun-i cardinali, senza vani rumori,occano San Marco preceduti danimose pattuglie, cerchiano il eie-», sono raggiunti da falangi piùimorose, tutto un esercito agilei abbassa sul marciapiede, vi pas-a vicino, vi minaccia il volto egli occhi... Volano ad un metroa terra,e non vi toccano mai. E'a terra e non vi toccano mai. E'n'offensiva innocua, placida, vi-Sile. attenta, misurata. Sanno che,ue volte al giorno, il Comuneella citta getta sulle pietre dellaua piazza diciotto chilogrammi* grano e che le campane bene-olmente, lealmente, due volte alffi°rno danno il loro segnale conW rintocchi che essi solo cono-con°: 'e razze più giovani I'han-° aPpreso dalle più vecchie, ed divenuto un esercizio o un me-tiere che par miracolo, ancora unP0' di c°l°re e di seduzione per un1uadro che. dentro la cornice dei-e Procuratie, ha un suo meravi-glioso splendore... TnHo lo Star nmorirnnamie ir oiur umenianeSe dovessi dar la precedenza aualche esperto perchè mi parlassedei colombi di Venezia dovrei ri-ordare Savi, Bonaparte, Tem.minck, Strickland, Glyth, Brekm...on una lontanissima origine chei perde nei tempi della Repubbli-a. Senza che qualcuno sia riu-cito a scriverne una storia veri-iera, i colombi sono l'immagineiva della città di San Marco.Essi hanno dato origine ad una ndustria fra le più semplici e aun mercato fra i più umili, per-he, se il Comune provvede a no-me di tutti j citudini al grano di ogni giorno, italiani e Venezia- i e stranieri, passando da San Ma Tutte le « stars » americane, fran-ési, tedesche, tutte le mi iarda-in 'rtotr11 stat tTniH io noiose rco, non per un capriccio ma per una specie di dovere sentimentale, vengono incontro ai coombi con un cartoccio in mano. el teatro e del cinematografo, il de Wanderbilt e il £~*&a; esi, tedesche, tutte le miliardaie degli Stati Uniti, le celebrità „ ,. a e ah Bernhard ° di co'ombi che accorrevano ai uoi medi annetta la vedevano ;tr-ogni mattina alle ieci, offriva il gl'ano ad un grup- uoi piedi appena la vedevano arivare e Harold Lloyd con due a ammaestrato, dalla testa sai ava ora in una mano ora nel attore americano anche perchè., n alto del campanile un fotograo era pronto con la sua Kodak. gni anno, sopratutto d'estate, ualcuno è tentato di fare un'inhiesta, per stabilire il numero eatto, tenendo conto dei colombi he emigrano nel raggio della cità, da campo a campo, da chiesa chiesa, e qualche volta disertao la piazza o vi tornano soltanto opo giorni. Il guardiano del Paazzo Reale, Francesconi, che co- artocci nelle man. e un colombo n testa chiese di salire alla cellaampanana d. San Marco. Salen- o le rampe, li colombo che pare- =n™ rr,* r^cri.mtn 1= -„mmM a tra ma. raggiunta la -sommità, picco il volo con disperazione del- „,.,. „„„!,„ osce pm dogm altro le abitudini d i metodi, non può illuminare il ubblico a questo proposito. Ma e il rombo del cannone di mez- ogiorno percuote l'aria, un granemme di colombi attraversa il ielo della piazza, da Palazzo deiog. ai Mori dell Orologio, dai ca-alli di Costantinopoli al Museo orrer: soltanto un attimo. Un ttimo dopo le bestiole riprendo- o coraggio e passano tra ìe Vo- tre gambe, dal Flovian al Lni'e-n. dal Quadri all'Olimpia, dalar Americano ai negozietti di merletti di Burano e di perle di Murano, Amico di tutti, affezionato con iscrezione, cortesan di gran sti- e, per tutte queste infinite caro- ane di stranieri che arrivano da utti i continenti, il colombo è il, . mbolo perenne della dolce e so . nante citta. A nome di questasso porge il suo saluto a tutte e genti del mondo, nella sala palenziosa e più bella che abbia oggiogato l'umanità. g. o. g. i « CUORI GIOVANI» (Olanda) mg 1 colombi di San Marco danno il primo saluto di Venezia agli Italiani e agli stranieri di tutto il mondo.

Persone citate: Adolfo Menir, Adolfo Menjou, Bonaparte, Francesconi, Harold Lloyd, Josephine Baker, Murano, Strickland, Urbani