CHI HA UCCISO Adolfo Mayerhold?

CHI HA UCCISO Adolfo Mayerhold? CHI HA UCCISO Adolfo Mayerhold? RomafiZO mhteHOJO dì BRUNO CORRA - (10."' Pulitala) J DROBABILMENTE — risponde con candida ironia l'ispettore r Kriil — perchè è già scarico, mentre gli altri non lo sono ancora! Piovono nella stanza, martellanti chicchi di grandine sonora, i bronzei rintocchi dell'orologio della torretta. E subito si ridesta, s'innalza in breve volo, scorre giù a rivoli frementi, la fluida, fragile, carezzevole, ricca armonia delle suonerie, degli orologi appesi alle pareti. I pendoli oscillano, scoccano frecciate di luce, si ammiccano l'un l'altro Soltanto l'orologio di legno tace, col suo bilan- cere fermo, con le sue frecce morte, fulminate, stecchite. — Il secondo fatto —■ continua Moriset — che fino dall'inizio«f^^iS^hf?.^ PCr Ze ^PÌt3le imP°rtanzt,' è 10 sti-pendio mensile che 1 ingegner Mayerhold corrispondeva alla sua as-sistente e segretaria: millecinquecento franchi svizzeri. E' esatto. è vero ^-'i^nora Tauber " non lia, segretaria assente, con un rapido secco moto del capo. Mail cuoco Otto Schultz, che le sta vicino, d'improvviso cede a unoscatto di esasperata ribellione: —■ Ah, basta, senti! Perchè non dobbiamo dire tutta la verità? Adesso mi toccherà di sentir cantare le lodi di quel... di quel... Si-curo, lo stipendio che ti pagava, la sua magnifica generosità! Vorreiche fosse vivo, toh, per buttaglierli in faccia i suoi quattrini! Marta Tauber ha afferrato per un braccio il fratello, e lo scuote. lo scrolla, per impedirgli di continuare. ■— Questo no, Otto, non lo devi dire: Ti prego! Non perdere la testa. Dirò tutto io. Ma non voglio sentirti parlare così! Vana fatica. Il cuoco non intende ragione. Dalla impacciata goffa timidezza di poco fa, è balzato di colpo in uno stato di esplosiva violenza. E' rosso come una bistecca cruda. Fa dei gesti come se tirasse il collo a un pollastro. — Niente affatto! — grida — Mancava proprio la storia del gran stipendio che si degnava di pagarti, quel pezzo di mascalzone! Oh, gliel'ho detto in faccia, qui, "proprio in questo studio, che era un egoista, un farabutto! Ecco, signor ispettore, di che cosa sonovenuto a parlare con l'illustre ingegner Mayerhold. Gli ho detto quel che si meritava. E siccome lui la mattina dopo mi mandava a chia- mare di nuovo, io tornavo, sissignore, e gli ripetevo che da lui nonvolevo un centesimo, e che se ne andasse all'inferno! — Otto! Otto! — fa la segretaria, cercando di rabbonirlo con una carezza — Tu non sei persuaso di quel che dici. Ne sono sicura, Poco fa sei scoppiato a piangere... Otto Schultz la guarda un istante, china la testa confuso e pen- si asciuga In tito. si tira fuori di tasca un fazzolettone turchino fretta una lasmmuccia _ Ammett0, signor Moriset _ soggiunge Marta Tauber - che 1 0 n l'ingegnere mi pagava uno stipendio molto generoso. Ma il motivo è molto diverso, da quello che voi immaginate- — Millecinquecento franchi al mese! — esclama Moriset, ed ha un gesto reciso che vuol significare: - Silenzio. Oramai parlo io sino in fondo!». — Una bella sommetta! Non vi pare, ispettore Kriil ? E non vi siete mai chiesto perchè Adolfo Mayerhold, che era un misantropo chiuso in sè come un'istrice, un egoista, e in certo modo anche un tirchio, pagasse un così lauto stipendio a una sua assistente ? Kriil lancia un'occhiata a Marta Tauber, e ha l'aria di pensare: « Se fosse una bella ragazza, lo capirei subito il perchè. Ma con quella faccia da mummia! ». Anch'io guardo la segretaria. E' inde- scrivibilmente pallida. I segni di una profonda stanchezza incidono il suo volto scarno. Sta appoggiata con una mano alla spalliera di una sedia, quasi a reggervisi per non cadere svenuta. Stringe i dentiper farsi forza. Chiude gli occhi... E' un momento. E' un lampo. Vederla così bianca, emaciata, disfatta, con le palpebre chiuse, escoprire la ragione dell'effetto pauroso, agghiacciante, che il su.i viso ha prodotto su di me fino dal primo incontro, è tutt'uno. Alla scena reale che mi sta davanti, se ne sovrappone un'altra, viva nel ricordo: la camera mortuaria del cimitero, quella mattina che, su bito dopo il nostro arrivo a Lucerna, io. Moriset e l'ispettore Kriil, andammo a esaminare il cadavere dell'assassinato... La faccia di Marta Tauber, ogni volta che l'ho veduta, ha destato in me il ri- cordo del viso cereo del morto. La somiglianza è evidentissima: la stessa mandibola forte, la stessa fronte larga. Sua figlia? L'ispettore Kriil, senza rispondere a Moriset, dal canto suo lOtinterroga: \la mancanza del I - cos e questo girare intorno, questo dire e non dire? Sapete qualche i a— E il terzo fatto? Il terzo indizio rivelatore, secondo voi, sarebbe... ? — ...sarebbe — dichiara Moriset — anzi è... testamento di Adolfo Mayerhold, nella cassaforte. Si ode la voce della vedova Mayerhold, acre, stridula: — Certo, l'ho rubato io! Dato che una ignobile spia ha potuto -.riferire il mio litigio con mio marito, dato che io ho confessato ia | mia preoccupazione che Adolfo diseredasse i figlioli... è chiaro che ! gsono stata io ad assassinarlo e a far scomparire il testamento! Ma ditelo! Ditelo dunque! 11Fa una risatina arida, acida. Ed è il giovane Franz, che genero- samente interviene a difesa della madre: [gSignor Moriset, non mi piacciono le vostre insinuazioni. Che [s1! Ecco quel che capita a chiamare qualcuno, che deve 1irsi su per gli specchi per dimostrarsi più bravo e più 1cosa? Parlate. E se no, state zitto. Ma io non posso tollerare chej voi continuiate a offendere mia madre! — e, volgendosi alla madre e alla sorella: — Io. per me, mi sarei fidato a occhi chiusi della! nostra Polizia! poi arrampicar intelligente di un comune ispettore! Moriset lascia che il giovanotto termini il suo sfogo. E, imper- turbabile, riprende la propria esposizione: — L'orologio fermo, lo stipendio esagerato, il testamento che! non c'è. Quale relazione può esistere fra queste tre cose ? Il problema | c è tutto qui. E' un'equazione da risolvere, una sciarada da interpre-1 tare. Vediamo. Kriil. Cercate di scoprire, di immaginare un rap-! g porto fra i tre fatti, un legame logico che li renda conseguenziali ; Ae necessari l'uno rispetto all'altro. |m —Vi confesso che non vedo fra i vostri famosi tre indizi nessuna parentela logica più stretta di quella che può esistere, che so io?, fra una zucca, un campanile e un piroscafo! A meno di mettersi ail fare un gran lavóro di fantasia, che ci porterebbe a mille miglia : q dalla verità vera, quella che si tocca con le mani e si documenta, coi fatti... —■ Cominciamo dallo stipendio, volete? E teniamoci pure terra; a terra, avanziamo a passettini di logica e di buonsenso. L'ingegner; Mayerhold si sarebbe potuto procurare una segretaria, un'assistente. laureata in scienze fisiche e chimiche, per seicento o settecento zfranchi al mese. Perchè mai pagava più del doppio alla signora isjTauber? Prendiamo la spiegazione Più semplice, senza cercar, lon itjtano, {Continua), [cvmj l; u; tG