Dove va la Marianna

Dove va la Marianna MANUALE PER CHI VA IN FERIE Dove va la Marianna Carissimi amici, Finalmente, dopo quindici giorni di lavoro, ci siamo sistemati nella nostra casetta, quassù inaperta campagna tra ameni colli, Siamo soddisfattissimi; ci dispiace soltanto di essere un po' soli. E' forse scomodo arrivarci, si deve cambiare tre volte di treno. Tuttavia non mancate, domenica prossima. Vi aspettiamo senza fai- lo. Non crediate già di annoiarvi. In città i cinematografi danno riesumazioni di terza visione. Riteniamo senza dubbio che qui, nel cinema all' aperto della Mutua Agricoltori, sarà proiettato proprio domenica « Becky Sharp v, E' annunciato anche « Tempi moderni » di Charlot. Possiamo contare sulla vostra venuta? Teresina ed io siamo impazienti di rivedervi. In attesa, un caldo abbraccio dal vostro Ercole. PS. - Già che venite su, siate cosi gentili di portarci una ventina di pacchetti per acqua effervescente e una bottiglia di tamarindo buono. Mia moglie vi prega di un favore: andate dalla tintora a ritirare il vestito bianco che non le è stato consegnato il giorno della partenza. Un'ultima seccatura. Portate su un po' di pesche e di susine. Un paio di chili bastano: qui se ne trovano di rado e a prezzi proibitivi. Ancora saluti affettuosi. Perbacco, dicevamo, il nostro Ercolino sa godersi la vita. Rifugge dai luoghi di convegno mondano per andarsene in campagna tranquillo a passarsi un mese di vero riposo. Però la campagna si guasta. Questo urbanesimo è una vera piaga. La questione dei film non ci andava giù. Perciò abbiamo portato al nostro amico il « Sabato del villaggio » di leopardiana memoria da rileggere per dimostrargli le gioie della vita semplice nei paeselli rurali: r,a donzelletta vicn dalla campagna in sul calar del solo con le calze di seta e reca in mano un boccettin d'essenza di viole onde, siccome suole, a aulire, ella si appresta i come alla festa, fan le pignorine. gìcde *on le vicine su la scala a parlar la. vecchierella: \'_n ciarlo e maldicenze passa i e più non fila, poich'é perder tempo: a macchina si fanno tele e stoffe. Pel doppio del valore venduto ha rocca. fu*o ed arcolaio ad un marchese in vena di Folclore. Oià tutta l'aria imbruna e. già. la luce elettrica s'accende in strada e nelle case (Leopardi, a che serve la tua luna?). L'autohusse dà. il sedilo che la posta è arrivata e ni suo retar diresti che il core ti vieti meno. I fanciulli (iridando su la piazzuola in frotta di sport vanno parlando ie fanno alto clamore. ] 'E intanto rlede alla sua lauta men=a'auto il zappatore. ; Non il carburatore! %I seco pensa: \ Poi qua mio intorno è spenta nani attuilo l'altro tace, [tra fa onferenza, j„,|j |„ radio urlar la frasi pubblicitarie. "?? a l','.'"™ i'!"i('nZil ,nt'Mon *"«!. L'inquilino di sopra tutto sossopra viene a reclamare. Questo di selle è il più sgradito giorno:\>'e il treno. L'unico inconveniente del viaggio fu che, dopo il secon do trasbordo, il pacco delle peschehanco tardi a venir non ti sia graveOre 5,12. Siamo partiti senzadormito, per tema di perde-1 ri-ivano 1 manti di pacchi lieti forniti. .Sol posdomani al suo travaglio usato ciascun di loro alfin farà ritorno. Garzoncello scherzoso, cotesto età fiorita è come un giorno d'allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita. Godi, fanciullo mio: stato soave, stagion lieta è cotésta, Altro dirti non vo': ma la tua festa ave — non si sa come — finì sul vestito bianco della signora Teresina. Dicono clic le macchie di pesca non vanno via. ! 1 ! ; „, ■ ... . . . Wm^! S^Znl?^5*£a^\vialett0 che porta alla villa di Er- co/c, quando una numerosa e va-Ore 9. — iSce.si dalla diligenzasi assunsero informazioni dai buo-Ini villici che erano in piazza, poi-\chè la «villa» abitata dal nostro\amico era « un po' fuori ». — E' a due passi... Dieci minutiDopo tre quarti d'ora di cam-mino,ma vecchia ci avvisò che ilpercorso era ancora di mezz'ora. ciewte brigata ci seguì per lo stes-!*0 "> * Hi J.?!°..d "bl,\H b.0C™'J.aZS0:letto attorno al collo, paglietta sul-la nuca, giacca a spalle) si avvi-cinò a noi con un largo sorriso: — Ah, ma anche loro vanno da Ercole ì — Come vede. — Anche noi. Mi pareva di averli visti in treno. A saperlo si faceva il viaggio in compagnia. Già, pensavamo, ci avrebbero aiutati a portare i pacchi, specialmente nei trasbordi, così le pesche... il vestito... Beh, lasciamo andare! Sono in molti, costoro, dicevamo: l'invitato, sua moglie, suo fratello, un amico, la vecchia zia. Un bambino (il figlioletto dell'invitato) stava tirando sassi in uno stagno. Si suonò il campanello. Ercole tu maglietta, accorse col sorriso da villeggiante modello: — Ah, ci siete tutti?! Teresina, vieni a vedere! Ci sono tutti. Proprio tutti! Non si aspettava di certo una simile carovana. Lo si capì dalla faccia della moglie e dagli ordini irosi impartiti alla serva-cuocacameriera-tuttofare. Ercole aveva pensato ad ogni cosa: — Avrete caldo, con quelle giacche. Ecco! Ho provvisto a tutto. Ci obbligò a spogliarci dei nostri indumenti e a rivestirne altri]di tela, appartenuti a chissà qua li antenati cacciatori. Eravamo buf- fissimi tutti, senza eccezione. (Ci venne in mente, indossandoquegli abiti estranei, il famososcherzo della giacchetta di tela, inuso nelle migliori famiglie. Potete farlo anche voi, se siete in cam-pugna. Badate però che le giac-chette da imprestare abbiano mol-te e comode saccoccie. Non ap-pena i vostri invitati le avrannoindossate, cercheranno nelle loro tasche diversi oggetti, dei qualihanno continuo bisogno: fazzo- letti, portasigarette d'oro e d'ar-gento, borse da tabacco, cerini,portamonete ecc. per metterli nelle tasche delle vostre giacche. La cerà, cinque minuti prima dell'ai- timo treno, non avete che da lanAdare il grido: «Ohe, ragazzi, vi resta solo il tempo di correre alla stazione. Sono le nove e venti- cinque!». Va sempre liscia. Gli in-vitati, cambiandosi in fretta, di-menticuno tutto nelle vostre giac- che. L'indomani non vi rimane che ^ falica di raccoanere ,7 bottino, se qualcuno reclama poi il porta- sigarette d'oro, rispondetegli: ti Però... però, è un bel caso. Chi aveva accanto a lei, a tavola? »;.Ore 11. fi quest'altro ul¬ Ccvano scuotere mestamente il \^« Ercole" Tutti, in coro, trasecolavamo di fronte a quei rachitici esemplari bercilo l'ho piantato tre anni fa. Dà le famose susine dette « Be-gina Claudia» frutti di paradiso.Corre la leggenda che li manginoangioli ». In gruppo, sotto il cocente sole, guardavamo quell'alberello altocinque spuline, con tre, diciamotre, fogliatine e un enorme cartello con la scritta latina sbiadita dallepioagie. Il famoso pero «Colmar» Ura un po' più basso. I peschi * tobrini (due), con le foglie accar. tacciate e l'aspetto malaticcio, fa-idi fiora intisichita i cui fruiti su- ST^ Tf" 'ni- f' pronipotiÌe}j!"Vta:t0''e,- ChlSSà .ie 1 no8tnfigli saranno loro amici Mentre si visitava la conigliera nazionale Giorgetto, giocando con le galline, andò a cadere nella fossa del letamaio. Non si ruppe neppure una gamba. Fortunatamente era tutto vestito di bianco. Ore 12,30. — Un brodino leggero e un'insulntiiut. di cicoria. — Bisogna mangiar poco, ammonisce Ercole, perchè poi non si ha più appetito per la merenda che si farà alle cinque sull'erba. Si cerca Giorgetto. Dov'è? La cameriera-sc-rva-cuoca-t ulto fare lo ritrova in un sottoscala, intento a leccare la carta moschicida rubata in sala da pranzo. Ore 14. — « Tuffi i giorni fac- io questa ginnastica. Niente acidi urici ». Ercole 6 al volante dalla pompa e gira: — Cento giri tutti i giorni. — Non è faticoso affatto. Come fai a sudare, Ercole?, interrompe uno dei convitati. — L'acqua nella cisterna comincia a mancare, ci dice l'amico. Colui che gli ha venduto la villa gli ha assicurato che teneva quindicimila litri d'acqua e che ne avrebbe avuto a iosa anche lavandosi le mani tutti i sabati. Ore 15. — Partila alle boccie. Giorgetto. impadronitosi di una ^ fm „rafo , voJo , {ed| g. Corm in ' Vacqm di nrnica c n ghiaccio. Qre 17 _ A oanuno e stato nf. fldato un .pacco di vettovaglie, La camcriera-serva-cuoca-tuttofare segm n ,,ruppo con un cesto. Dopo ,t'H buon quarto d'ora di cammino cj si decide a scegliere U pn!ifo Sfìle in ottimo „Ulto (chi ha detto rhe si sta lontanando dalla terraf). Nell'unico punto d'ombra ,ìa preso sta c Ia fa dn drone, un esercito di formiche an tropofaghe. Al momento di attaccare le polpette (ah, finalmente!) sbuca di dietro una proda il padrone del prato. Il contadino avanza minac cioos brandendo una murra e imprecando a squarciagola. La zia, malgrado l'età e il piede invalido, è la prima a tirarsi su per pren der.e la fuga. Il signore col fazzoletto attorno al collo è bravissimo in questi frangenti. Si alza serio e coinpas sato, avanza verso il contadino minaccioso e gli dice poche paroVediamo il rurale togliersi il cappello e ritornare sui suoi pas si rapidamente, — Coi contadini infuriati non c'è che un mezzo: spacciarsi per l'ispettore del catasto. Ore 20. — Partenza. Al momen- to di andarsene si cerca Giorget- to. Dov'è Giorgetto? Si è addor- mentato in cucina con la testa su una torta di fichi. Lo svegliano 00'1 nno SC04'S0"e- Ha subito cura ^ tergersi il volto nei calzoni ca- "f"'"° rfc' papà. La ZM' malgrado gli anni e l'in- . •fc''""'" al piede, ha perso tutti i P»f" del ritorno. Imprecazioni, 1"*"1"' * colluttazione. AV^.rano fcum f/os« sc»ret\ /«" miglimi dei nostri compagni di gita. I biglietti si ritrovano ull'ul- timo momento nel taschino della .borsetta, loro sede naturale. Abbiamo ancora un pacco della signora Teresina. Precisamente lo ,(elM abito portato su al mattino. Lo ha di nuovo lutto sporcato di l'errfe sedendo sull'erba, durante la merenda. Prevediamo che glielo spediremo per mezzo del corriere (porto: L. S). Si viaggia in piedi. L'unica che abbia trovato posto è la zia, la qualc, malgrado l'età c il piede in fermo, trova modo di commentare: — Però... nè Ercole nè Teresina, quando credevamo di aver aito smarrito i biglietti, ci hanno of-' ferto ospitalità per la notte. Che gente! Ai miei tempi Conferenza sulle godurie del 1895. Prima dell'arrivo in città Giorgetto non lui mancato di sedersi sulle uova che Ercole ci ha rega¬ Nizza e Morbelli. (Disegno di Bioletto).

Persone citate: Bioletto, Corm, Ercolino, Morbelli

Luoghi citati: Nizza