Folla a Venezia

Folla a Venezia Folla a Venezia Popolaristi e grandi firme dell'arte - Belle donne - Alberghi esauriti - L'aperitivo di quest'anno: una spremuta di pomodoro VENEZIA, luglio. La sera del giorno 15 luglio i Direttori degli alberghi delle ville delle pensioni del Lido ricorsero automaticamente al telefono. Sebbene il congegno « della ruota » non permetta — salvo casi speciali — di sorprendere delle conversazioni, un cronista fedele che ha eseguito sul posto una inchiesta molto accorta, ha potuto stabilire che tutte le conversazioni ebbero lo stesso toma e l'uguale risultato: — Ho l'albergo pieno da questa notte. Mi farebbe un piacere... — Con tutto il cuore, ma mi trovo nelle stesse condizioni... — Tuttavia... Bagni e tende Si ricorse al solito espediente dei bagni, si mutarono i bagni in alcove, si levarono delle tende nelle terrazze — e il Lido è tutto un profumato giardino pensile — ma alla fine la sera del 17 del 18 del 19 ci si trovò ad una identica conclusione: che gli italiani e gli stranieri che volevano restare al Lido dovevano... andare a Venezia. Allora ci si trovò di fronte ad un nuovo imbarazzo: il giorno 20 tutti gli alberghi di Venezia, grandi e piccoli, erano già occupati da prenotazioni precedenti. Il feno- meno, non nuovo ma forse im- proVviHo e insperato, ebbe una so - ■ luzione di continuità; nessuno ri- I prese il treno per la montagna o per il lago. Tutti fecero lo stesso ragionaménto: se al Lido e a Ve- i nezia tutto è oggi esaurito, do- : mani, oh! domani, sarà un'altra cosa. Illazione profondamente sbagliata. Il 21 di luglio .e succes- 1 sivi furono giorni (o notti) ben peggiori; nessuno si muoveva e la ente continuava ad arrivare. I treni popolari di due sabati e di due domeniche avevano rovesciati al Lido e a Venezia trentamila italiani; questi ripartivano il giorno dopo o la sera stessa. Ma i popolari » sanno fare le cose per bene; molti di quelli che erano obbligati a pernottare a Venezia avevano risolto magnificamente il più arduo dei problemi; con 32 gradi all'ombra, notevolmente accresciuti da uno scirocco livido, vischioso, untuoso, attaccaticcio, senza speranze di... trombe d'aria, nessuna camera d'albergo poteva essere più ventilata del marcia- i piede. Gli italiani che viaggiano con i « popolari » sono strateghi di gran stile; in meno di un'ora i popò- nono rtSTtai&ttt! Passare ,a pnotte, chi in gondola, al largo, ma £ILla maggior parte ai tavoli del Mo- != £il'ta- R'na d£Rli ?ch'ilvoPi' del- ala fieta, alla Veneta Manna, di Lriazza San Marco (incluso il Florian, il Quadri, il Lavena, che so¬ ngnno... 1 punti nevralgici della città ce osservatori aristocratici' m" ,n 1 ma in j modo particolare agli Scalzi, al mban Simeon Piccolo, in Lista di,,Spagna, a San Leonardo. aHanno fatto il bagno quelli che;rsapevano nuotare. Questi hanno ' paiutato gli altri. I più timorosi.l.^hmle, , |df sette_giorni aspettava l'arriv-o più hanno scelto le acque morte, al di qua delle corde di San Niccolò, della Terrazza, delle Quattro Fontane. Tutti gli altri sono stesi nelle onde appena accennate degli Alberoni, di Malamocco, di San Pietro in Volta, di Pellestrina, o addirittura di Chioggia, e intere falangi si sono buttate in acqua dalla Fondamenta dello Spirito Santo e del Divino Redentore, dalle Zattere alla Giudecca. Attori in vacanza Passati i due sabati e le due, domeniche, il mare ha allargato I ale sue braccia agli ospiti di tutte I le stagioni d'estate, la folla gaia!ze clamorosa che arriva al Lido dal uogni angolo d'Italia e da ogni par- jute del mondo. Marta Eggerth, che 1 sdi suo marito, è stata la prima I pstella a cadere sull'arena infuoca 'dta del Lido dopo Myriam Opkins, \ cma, subito dopo, son giunte tutte i ple altre e nella moltitudine non si mè più riusciti a fare le solite se-'llezioni, perchè se uno di noi passa I rappena la soglia della gran sala tnella quale ride e canta la fonta- ! na di Apolloni, fra tanti dorsi nu- pdi bronzei e bellissimi, non si rie- j nsce a distinguere, e si finisce per'lsopravalutare o per confondere, 'lMarion Dawies, la più graziosa i dvenditrice di spumante di tutto le gmarche che possegga il Lido, non j ha ancora annunciato il suo arri-' vo; lo farà fra qualche giorno. Al-.nlora una pagoda galleggiante i muoverà dalla darsena del Palace.lsolcherà la laguna, si spingerà : tino al bacino, attraverserà il na- stro del Canalazzo. si fermerà di ìfronte a Santa Maria di Nazareth.! Palma Palmer, la signorina ! Bertoncello, la Gasparini, la si- I gnora Toti dal Monte, la Seglin, ! e Easeggio e Stivai e Cavalieri eìBaldanello ci avevan fatto rim-jpiangere la furlana; non è stato che un fuoco fatuo, un fuoco d'ar- Jtificio che ha illuminato la rivaidel canale di San Cosmo. Marion 1 Dawies che fa parte del gruppo americano che viaggia con 17/e de France ci porterà a Venezia la nuova danza folle d'oltre mare; non sarà nè la cuecca, nè la ca riocca, nè la rumba nè la rancherà, nè la gioia nè la malinconia, e la vedremo dall'alto dei ponti dagli Scalzi, da Rialto, dall'Accademia, o dalla riva della Madonna della Salute, o dalla punta della Dogana; la balleranno le amiche di Marion, gli amici di Marion, da Norma Shearer a Gary Cooper... Nell'attesa saliamo, adagio adagio. la scala più ripida del Lido quella che porta sulla terrazza dell'Hotel Excelsior, più alta dell'Osservatorio che un giorno ospitò il frate irlandese Hoening O' Caroli. Vista di lassù, nessuna umanità è più frenetica di quella che corre nell'arena e si tuffa nell'acqua. Un arabo apre il suo caffè rosso. Maurice, il inditi', che rassomiglia a Menjou, apre gli incanti e ordina al gong la prima danza su l'acqua. Molte statue di sabbia crollano come molte giovinezze, come molte bellezze, segno di tutte le vite e di tutti i tempi turchino che cade a falde ne l'ac qua e questo mare immenso. Alii che Maurice ride. Ride come Adoli io Menjou. ! Por aver servito mille colazioni I di pesce fresco in riva al mare, logli ha il potere di vedere e di ! giudicare, e la parola spetta a Maurice. L'aperitivo di quest'anno si fa soltanto col succo di pomodoro... G. O G Resta il cielo,;