La prima delle "Baruffe Chiazzotte,, a S. Cosmo della Giudecca a Venezia

La prima delle "Baruffe Chiazzotte,, a S. Cosmo della Giudecca a Venezia La prima delle "Baruffe Chiazzotte,, a S. Cosmo della Giudecca a Venezia Pubblico d'eccezione: i Duchi d'Aosta, il Duca di Genova ed il Ministro Alfieri : , Venezia, 17 nntte. (g.o.g.) Le (Baruffe zotte a, in campo di San Cosmo, alla Giudecca, fra la chiesa, i giardini delle Clarisse, il ponte, e lo sfondo di un canale sul quale getta un'ombra l'edificio del penitenziario femminile (una platea gustosa e misteriosa che, ad aggiungervi le vele e le reti dei bra Chloz- gozzi, componeva un affascinan- to quadro di Chioggia ) ricostruite a Venezia come spettacolo d'arte a sè, in una fusione di elementi che tenevan conto degli accordiuna bella minori, rapprescntan vittoria del regista al quale scendendo dal piedestallo di San Bartolomeo, Goldoni direbbe volentieri una arguta parola di compiacimento. Baruffe SUlle " Baruffe ,, Nessuna quinta di teatro, lanto se ne curassero i le i cartoni e si aggiungesse per ninntn qe ne curassero i le?ni e quanto se ne cura.,, ero t, ~vrebbe potuto darci il colore Jo-cale e l'odor di salso e di sciita > che sa d'alga e di conchi-glia, come la Fondamenta di San-"fì "t'Eufemia e il Campetto di San Cosmo, questa sera. Di fronte al monastero delle Monache di San Francesco, nella stessa casa di Rosalba Carriera Goldoni aveva abitato qualchetempo e, nella Cancelleria crimi-nale dove sostava per ragioni di ufficio, aveva avuto modo di rac-cogliere dalla viva voce dei rap-presentanti i più poveri ceti dellacittadina, testimonianze altrettan-to curiose che fedeli. Fu proprioin ciuell'epoca (essendo podestàFrancesco Bonfadini, marito _diAdriana Dolfin, alla quale Goldo-ni doveva dedicare la «Donna, diqarbo ») che le «Baruffe-» ebbe-ro la lor nascita per germinazio-te di Chioggia risuonano sempre più alte da due secoli. Ma non fu solo Carlo Gozzi a condannar le Baruffe, che anche nel secolo dopo, trovarono acerbi contradditori, e quando, nel settembre del 11829, la famosa compagnia del Duca di Modena, diretta da Fran-mediti "nuora intitolata «Le Chioz--nUe-A e ouanto prima ne senti-S2J ,Li,o li mondo». So no noti gli attacchi di Carlo L,oz-zi ed è risaputo che, malgrado lecritiche acerbe e le scuse del gran-de autore, le rozze voci della gen-ne spontanea. A rileggere le cronache più antiche dal carnovale del '60 in giù, non si trovano notizie se non in una gazzetta dove è pubblicato quest'annuncio « nel teatro di San Luca è imminente la rappresentazione di una Com-, e I bart Charfield Taylor, un bizzar \ro figlio di Chicago, che abitò a e'\ung0 a Venezia dividendo il suocesco Augusto Bon, autore del Ludro e rivendicatore di Goldonidiede alcune recite al teatro Rementre si eran trovati facili e unanimi entusiasmi per il Burbero Benefico, per il Curioso Accidente, per La Putta Onorata, per le Baruffe col pretesto della burletta, qualcuno aveva detto più forte che le lezioni di convenienza, di morale, di buona società« si potevano avere in piazza dai fruttivendoli »! Dopo tanta noia di poemi eroici e cavallereschi trionfi ed accademici, questo teatro non si puòcapire del tutto e gustare, sen»ripresentarsi la visione di queltempo, l'ultima creazione di Venezia che sbigottisce il mondo su un palcoscenico stupendo sostenuto da Goldoni e da Tiepolo. Noi e gli stranieri Non dimentichiamo che entusiasti delle Baruffe furono glstranieri, da Violet Paget e He tempo fra i libri, i salotti e le shating, e appunto per Taylor nessun'altra commedia poteva avere tanto fremito di vita e ricchezza di colori e fedeltà di toccoma se lo stile può essere vecchioei aIUn accorgimento e un intuito che a l dobbiamo riconoscerle ma a Sio jlnonj clle ].ha riCOstruita in un come Menandro, quante prima dquesta, riuscirono a specehiareuna serena e sincera umanità? Sele Baruffe — difficili ad essercapite anche da noi — hanno tro-vato fra gli stranieri giudici cosspassionati vuol dire che nell'ope-ra teatrale si ò riconosciuta l'ani-ma del popolo, appunto perchènella schietta allegria delle sceneSi uniscono e si innestano spuntidelicati e passionali che dal li-vello più umile, sollevano la com media al dramma sceglierla fra tante, e a ripre-sentarcela questa sera a San Co-o ^ambiente sognante, fra l'arco delecicl° della Giudecca e l'acqua tre [mante del Rio, col solo stratagem- ma della piattaforma girante sul bordo del canale per farci vedere la casa e nasconderci la Cancelleria, piuttosto che imporci dei pas-saggi obbligati che avrebbero di- sturbata la nostra attenzione, dob- biamo essere riconoscenti perchèjnella riesumazione, vi fu una ener- gia creativa di ambiente che rive-?. ... . , lo non soltanto la severa prepara- zionc ma il profondo amore per la commedia che, nella strada, rieb- be lo splendore possente della sua vita primitiva. L'eco delle ultime battute -r Mot- Ls-Ì balenio, divertitnasc, za che se- mo novizi, ma la senta, lustrissimo. glie vorave. dir do parolete...r>, neppur questa sera si è spenta del tutto perchè Lucietta l'abbiamo vista ieri sul molo e la rivedremo do- mani sulla riva, e alla coreografia v'ha aggiunta la furlana di ricpn- ciliazione che ha fatto rinascere nel cuore i balletti delle .. "vl tllu'c 1 »»"«="•« ««=■«= cortl j grandi, alla Giudecca, dietro ili convento dei frati redentoristi, do-!ve la fondamenta profuma di la-i „,'„/T1f'1'~ ^ della laguna li trascina lon- ivande e gli innamorati si ripetono ancora giuramenti d'amore e l'ac- L'esecuzione tano... Questa sera San Cosmo della Giudecca ha vissuto una vita feb-camerini7i"un"\eatro"im- brile e le case basse che si stacj cano da Sant'Eufemia hanno ospi[tato — camerini di un teatro im-.pensato - gli artisti di una com- Jpagnia messa assieme da Simoni, | fusa dalla stessa passione, cemen-! tata dallo stesso desiderio di mo- strare ancora una volta alla folla italiana e straniera che riempiva | la platea.il colo,, e lo spirito di ; un'arte immortale, Per tre ore le case che si affac! ciano sul campo e sulla gola del Rio accolsero Padron Toni, Madonna Pasqua, Lucietta, Beppo, Padron Fortunato, Madonna Libera, Orsolina, Checca, Padron Vincenzo, Toffolo, Canocchia e l'aria, il cielo, l'acqua si riempirono, quasi per una magia, dei loro caldi dialoghi che, sul più futile dei pre1 testi, ripresentarono una grande ; commedia raccolta prodigiosamen- te da,^marciapiede. > gè la regia di Simom ebbe mo- , menti di splendore e di luminosità ! (sarebbe bastato Io spettacolo del [ canale con i bragozzi e l'arrivodella tartana) la interpretazione di tutti, nel quadro d'assieme, e di ciascuno considerato a sè, fu davvero esemplare e memorabile. Nelle canzoni nostalgiche che hanno salutato il mare di Chioggia e la sua bellezza pittoresca, il pubblico ha ritrovato la sua Toti; ma nella parte di Lucetta, maliziosa e impertinente, garbata e festosa, gaia e patetica, Toti Dal Monte, che debuttava nel teatro di prosa, è stata una rivelazione. Cesco Baseggio nella difficile azione di padron Fortunato fu attore pieno di risorse, di uno sconfinato umorismo. La signorina Palmer recitò con una fluidità melliflua e astuta, e Rina Berton cello, magnifica e freschissimaOrsetta, ebbe l'estro garbato e lagelosia contenuta del sue> perso-naggio. Tutti gli altri, attrici eattori, divisero gli onori e gli ap plausi, che furono a piene mani Statiti dal pubblico enorme , Mlchenjzzl a stivai, ai due Ca- j Venezia metropoli ì coi Duchi d'Aosta, valieri, a Emilio Baldanello, una macchietta riuscitissima, a Giuseppe Zago, che nella parte di padron Vincenzo parve ereditare dall'arte del padre la furberia e l'innocenza, a Gianfranco Giachetti, Isidoro elegante e lisciato e sorridente e compiacente, a Giselda Gasparini, una Madonna Libera nella migliore delle sue forme e delle sue espressioni. Vi era nel pubblico, stipato oltre il verosimile, tanto che alle file dell'enorme gradinata se ne dovettero aggiungere all'ultimo momento molte altre, il fiore di del turismo; col Duca di j Genova e con S. E. il Ministro Al j fieri, una folla di autorità e di |rappresentanze, uomini politici, letterati, accademici d'Italia, un 1 gruppo numerosissimo di giorna;listi stranieri che rappresentava!no la grande stampa d'Europa, : magnifiche signore, tutta una ga !Ia « bellezze e di signorilità, Renato Simom ?uesta lmPresa. tarsi C01 SU01 c i ideale per una commedia, che do-|p0 ,un£hi anni è apparsa piu vivaanimatore di'suoi attori ; cielo di Venezia dovette presen-collaboratori e coiene trovarono sotto ilil palcoscenicoe più gloriosa che mai