Liquidazioni in corso

Liquidazioni in corso Liquidazioni in corso // decreto per Vabrogazione delle sanzioni firmato da Re Edoardo — Dopo la dichiarazione francese di decadenza, Londra dovrà decidere della sorte degli accordi mediterranei coi paesi minori Londra, 10 notte. Re Edoardo Vili ha apposto oggi al Palazzo di Buckingham la sua firma ad un decreto abrogante la misura adottata dal governo britannico per la esecuzione delle sanzioni contro l'Italia. Per ciò che concerne dunque l'Inghilterra le formalità ultime dei funerali delle sanzioni sono state compiute. E rimosso il cadavere, Londra pensa che la collaborazione con Roma sarà ripresa in modo quasi automatico. Il « riserbo » d! Roma I corrispondenti romani di questi giornali fanno però osservare die il governo italiano, pur compiacendosi del ritiro delle unità soprannumerarie della flotta inglese nel Mediterraneo, adotta un atteggiamento di « prudentissimo riserbo *. Vien fatto osservare pure da questi corrispondenti che il governo di Roma ha preso atto della dichiarazione di sir Samuel Hoare, secondo la quale la flotta permanente inglese nel Mediterraneo sarà più potente di quella distaccata in quel mare prima del conflitto italo-abissino e così pure del sussistere, a dispetto di una situazione radicalmente mutata, degli accordi di mutua garanzia contratti dall'Inghilterra con alcune Potenze mediterranee. Lo statu quo anteconflitto non è realizzato e ciò giustifica le riserve di Roma. In quanto al ritiro delle navi inglesi, il collaboratore politico del Daily Mail sostiene che esso era stato posto quale condizione di sir Hoare per la sua accettazione del portafoglio della Marina. Circa i motivi che hanno indotto il governo a prendere la decisione in questione, alcuni collaboratori diplomatici di questa stampa si danno una gran pena a dimostrare che l'importanza di essa non va esagerata. Questa è l'opinione, ad esempio, del collaboratore diplomatico del Times il quale dichiara che « non vi è un significato politico nascosto nei movimenti imminenti della flotta che non hanno rapporto con i negoziati attualmente in corso a Montreux ». Questa è l'opinione di vari scrittori, i quali ricordano come il ritiro venne da vari mesi preannunciato dal governo quale conseguenza diretta della revoca delle sanzioni. Ma il collaboratore diplomatico del Manchester Guardian esprime un'opinione diversa in quanto che attribuisce il ritorno delle navi nelle acque britanniche agli enormi progressi compiuti dal riarmo tedesco, riarmo il quale avrebbe obbligato il governo a farsi propugnatore dell'abolizione delle misure sanzionistiche appunto per poter radunare entro le proprie acque territoriali il maggior numero possibile di unità della flotta. Decisione necessaria Ciò che acquista importanza è la decisione che Londra dovrà prendere nei prossimi giorni nei riguardi degli accordi mediterranei. E' ammesso qui che dopo la denuncia dell'accordo anglo-francese di mutua garanzia, in caso di un attacco da parte dell'Italia, sarà impossibile a Londra tener vivi i suoi impegni con la Turchia, la Grecia, la Jugoslavia senza dar la sensazione all'Italia ed al mondo che intende proseguire imperterrita lungo la strada antitaliana battuta fino a oggi. Vero è che VEvening Standard pretende che questa promessa di mutua assistenza rimarrà in vigore per qualche tempo e che nel recente discorso a Ginevra Eden venne informato dai rappresentanti delle tre Potenze mediterranee del loro vivissimo desiderio di vedere tenuti in vita i mutui impegni assunti l'anno scorso. Ciò non di meno Londra riconosce che un ulteriore passo deve essere compiuto per ristabilire i rapporti normali con Roma ed ottenere la partecipazione dell'Italia ai negoziati di Montreux. La conferenza degli Stretti marca il passo; ma nella lingua dei poveri mortali si trasforma in un comizio nel quale il pubblico si scambia opinioni spregiudicate e dà prova di una disarmonia profonda La discussione sul problema degli Stretti è seguita a Londra con interesse dal grande pubblico a causa dei suoi aspetti drammatici. Londra è convinta che è a Montreux che per la prima volta il governo britànnico manifesta la sua ostilità tradizionale verso la Russia ed apre la via ad una configurazione europea mirante ad escludere la Russia dal concerto di quelle Potenze che sono destinate ad assicurare uno stabile assetto alle faccende del vecchio mondo. Renato Paresce Nessun mercanteggiamento per il rimpatrio della Home Fleet Londra, 10 notte. L'Agenzia « Reuter j> apprende che la decisione di ritirare certe unità navali dal Mediterraneo è stata presa senza mercanteggiamenti con l'Italia. Le disposizioni per far rientrare le unità navali furono prese da qualche settimana. Il provvedimento sarà attuato rapidamente. CsngAtnr a a a a a d e o o t e e è i i o Crescente ansietà francese per l'atteggiamento di Roma Parigi, 10 notte. Gli ambienti francesi, sempre sospesi all'incognita delle decisioni italiane, danno segni di un leggero incremento di ottimismo. Ancorché l'argomento sia trattato con estrema prudenza, volendosi evitare ad ogni costo che la legittima suscettibilità del Governo di Roma abbia ad interpretare come una mancanza di tatto da parte della Francia un eccesso di sicurezza preventiva circa la linea di condotta che esso adotterà, è chiaro che gli sforzi fatti tanto a Parigi quanto a Londra per venire incontro alle esigenze dell'Italia infondono nuovo alimento alla speranza di vedere ormai la situazione evolvere favorevolmente. La logica I giornali ci intrattengono di una visita che gli Ambasciatori di Francia a Roma e a Londra avrebbero fatto ai ministri degli esteri d'Italia e d'Inghilterra, per informarli che la Francia considera caduti gli accordi mediterranei conclusi in ordine alle sanzioni. Ma il Temps tiene a spiegare che un vero e proprio passo ufficiale non c'è stato, in quanto che Roma e Londra conoscevano già la tesi del Governo della Repubblica, consistente nel ritenere che gli impegni in questione <: non avevano valore se non per la durata delle sanzioni e che, tolte queste, diventavano privi di oggetto ». Secondo l'organo ufficioso i fatti si sarebbero svolti come segue; quando Eden si pronunziò ai Comuni per l'abbandono delle sanzioni egli incluse alla fine del proprio discorso alcune frasi che potevano far credere che l'Inghilterra intendesse mantenere in vita, anche a sanzioni abolite, gli accordi di mutua assistenza conclusi con le Potenze mediterranee. Sorpreso da questa dichiarazione e informato che in Italia essa veniva deplorata, come intesa a togliere alla rinuncia alle sanzioni gran parte del suo valore, il Governo francese « fece spontaneamente sapere a Londra, con tutta la cordiale, reciproca fiducia che caratterizza i rapporti francobritannici qual'era la sua interpretazione del principio giuridico in questione e cioè che, tolte le sanzioni, le promesse fatte per tutta la durata della loro applicazione, non avevano più scopo e cadevano da sè ». E' questa l'interpretazione di cui fummo a suo tempo i primi ad informare i lettori italiani. Naturalmente, oggi come oggi tutta la questione per Parigi si riduce a sapere se l'Inghilterra accoglierà o meno, anche per conto proprio e delle altre Potenze mediterranee, il principio formulato dalla Francia e se, di conseguenza, la difficoltà sarà eliminata integralmente anziché da uno solo degli interessati. I dispacci dei corrispondenti londinesi lasciano prevedere che il Governo britannico, avendo giudicato logico e legittimo quel principio, non tarderà ad applicarlo per conto proprio. Ma nell'ipotesi che cosi non sia, il Temps insiste nell'esporre i vantaggi politici della decisione preconizzata dal Governo di Parigi, notando che « se la fine delle sanzioni non dovesse avere per effetto di assicurare il ritorno dell'Italia alla piena cooperazione ^internazionale, il sacrificio di dot¬ tisrsI |! 1 I j , ||j•)Ii:I e a e o e r e trina fatto a Ginevra alle realtà immediate e ineluttabili sarebbe stato inutile, dato che si perderebbe così il beneficio politico che si era in diritto di attendere da quella iniziativa ». L'Italia ha ragione L'organo ufficioso si affretta di aggiungere che l'Italia ha perfettamente ragione di non voler affrontare le sue responsabilità alla Conferenza dei locarnisti e a quella degli Stretti senza essersi prima procurata la garanzia che nessun accordo anti-italiano di carattere permanente sussiste in Mediterraneo dopo la fine delle sanzioni. E conclude dicendo che I nessun accordo generale europeo |è possibile senza l'Italia e che, ! quand'anche non eistesse un mo1 tivo giuridico ineccepibile per considerare caduti gli accordi mediterranei dell'anno scorso, il più elementare buon senso politico dovrebbe bastare a farne le veci, dato che nessun errore potrebbe essere più grave del pretender mantenere — quando l'affare I etiopico è ormai liquidato — imj pegni particolari diretti contro , una Potenza mediterranea, il cui | concorso è indispensabile per la | organizzazione della pace in Europa. L'invito all'Inghilterra, alla j Turchia, alla Grecia e alla Jugo• slavia non potrebbe suonare più ) esplicito. Ma, come abbiamo detI to, in generale qui si spera che il i Governo di Londra, dopo la pro: va di realismo data annunziando I il ritiro dal Mediterraneo delle sue forze navali in soprannumero, non esiterà a lungo a fare un nuovo passo avanti sulla strada della necessaria conciliazione con l'Italia. L'attenzione di queste sfere continua, intanto, ad esser concentrata sulla futura conferenza di Bruxelles; su questo punto, tuttavia, poco avremmo da aggiungere a quanto notammo ier sera, se si eccettua che il desiderio francese di veder Roma accogliere l'invito del Governo belga diventa di giorno in giorno più acuto e il sentimento della necessità della nostra collaborazione più assillante. In un mese di governo, le idee del gabinetto Blum sull'Italia sono cambiate parecchio! Siamo sicuri che se il Presidente del Consiglio dovesse tenere oggi un nuovo discorso allo American Club non gli accadrebbe più di scordarsi di fare menzione di quella che sembra esser per tutta la Francia, in questo momento, la grande assente. Concetto Pettinato e o r ù , e r e o i a a ù l o e , n e a , r a ù e m o r o Il Governo svizzero ed i giornalisti italiani espulsi Divieto di ritorno fino a un deliberato della Lega -- Il sopruso dell'autorità cantonale Ginevra, 10 notte. Il Consiglio federale elvetico ha diramato oggi il seguente comunicato ufficiale circa la decisione presa in merito ai giornalisti italiani espulsi da Ginevra, in seguito ai noti incidenti svoltisi durante l'ultima assemblea societaria: « Il Consiglio federale constata che gli otto giornalisti italiani, che hanno causato un incidente nel corso dell'ultima sessione della Lega, e che, conseguentemente, hanno dovuto essere allontanati dalla sala dalla polizia, hanno lasciato la Svizzera subito dopo la loro messa in libertà. L'incidente può essere considerato come liquidato nella sua parte essenziale. E' vietato ai giornalisti in questione di ritornare in Svizzera prima che la Società delle Nazioni si sia pronunciata in merito alla loro ammissione ulteriore nei locali della Società. Il Dipartimento federale di giustizia e polizia è incaricato, in collegamento col Dipartimento politico, di chiarire in modo generale i rapporti della Confederazione e della Società delle Nazioni per quanto riguarda la polizia nei fabbricati della Lega e di presentare rapporto a questo proposito al Consiglio federale ». A questo comunicato 1 giornali fanno seguire una nota ufficiosa nella quale si rileva come il governo elvetico abbia constatato che il capo del Dipartimento di giustizia e polizia del cantone di Ginevra ha « con ogni evidenza, oltrepassato le sue competenze, pronunciando l'espulsione dal territorio cantonale. Ciò facendo, egli ha applicato una legge cantonale del 1905 che si trova di fatto abrogata dalla nuova legge federale sul soggiorno degli stranieri. Tuttavia, siccome un ricorso è stato presentato dagli interessati al governo cantonale di Ginevra, il Consiglio federale elvetico non ha preso per il momento alcuna misura. E' da rilevare tuttavia che la questione potrebbe essere eventualmente evocata di nuovo davanti al governo federale ». Il signor Taf ari « va a incominciare » Londra, 10 notte. Il signor Tafarl ha accettato l'offerta di comparire, venerdì 17 luglio, in una rappresentazione pomeridiana sul palcoscenico del ; teatro « Vaudeville », dove terrà !un discorso in lingua amarica, I che verrà tradotto dal dottor ; Martin. La rappresentazione sarà a beneficio del <: fondo per l'Etiopia^. ! Gli impresari, in un comunicato ai giornali, spiegano che, offrendo a Taf ari questa occasione per ! raccogliere denaro, non intendo' no manifestare sentimenti antiitaliani, ma vogliono' piuttosto mettere alla prova i sentimenti jdi... simpatia per Taf ari, manifestati finora a parole da una parte [del pubblico. ! Nessuna indiscrezione si ha pe: rò circa i propositi a venire del 1 signor Taf ari. . Il Manchester Guardian riferisce oggi che Tafari ha realmente 1 chiesto di poter far ritorno nell'Abissinia occidentale attraver. sando il Sudan, e che questa sua j domanda ha ricevuto un netto rifiuto. Lo stesso giornale aggiun1 ge che telegrammi spediti da Tafari a Immirù, a Gore, sono stati deviati dalla linea Cairo-Kartum verso la linea di Asmara. e sono caduti In tal modo nelle ma; ni degli italiani. ; La revoca ufficiale delle sanzioni Praga, 10 notte. Il Consiglio dei Ministri, riunitosi ieri a Praga, ha deciso di abolire, ai sensi della risoluzione ginevrina, le sanzioni contro l'Italia. La Banca Nazionale ha riat! tivato il traffico dei pagamenti con l'Italia e il Ministero del ComImercio toglierà le limitazioni finora imposte alle importazioni di l merci italiane. Madrid, 10 notte. Il Gabinetto spagnuolo ha deliberato oggi di revocare le sanzioni ! contro l'Italia. Oslo, 10 notte. Il Consiglio di Stato ha deciso di abolire le sanzioni contro l'Ita lia il 15 luglio. a e M UN POSTO DI '■ MONTAGNA » BLOCCO PER MITRAGLIERI alla periferia di Addis Abeba della popolazione indigena. DEL GRUPPO per il controllo RE EDOARDO D'INGHILTERRA ha ispezionato gli aeroporti, le macchine e i piloti dell'Aviazione britannica.

Persone citate: Blum, Concetto Pettinato, Edoardo Vili, Ginevra Eden, Hoare, Renato Paresce, Samuel Hoare