Una convenzione per gli Stretti inefficiente senza la partecipazione dell'Italia

Una convenzione per gli Stretti inefficiente senza la partecipazione dell'Italia Una convenzione per gli Stretti inefficiente senza la partecipazione dell'Italia La riunione a lunedì della conferenza plenaria Equivoci o ricatti? La catena degli equivoci si prolunga da Ginevra a Montreux; con una mano sembra si tenda alla collaborazione mentre l'altra prepara l'insidia ricattatoria. Eppure, dopo la prova del conflitto etiopico, ogni statista che non sia un irresponsabile sa che coll'Italia fascista non si ottiene alcun risultato con simili metodi. Perchè questa affrettata, anzi precipitata volontà di approvare senza indugi la nuova convenzione che dovrebbe sancire il diritto della Turchia a riarmare gli Stretti ? Evidentemente per far dispetto all'Italia, per premere sull'Italia. Del resto fin dalla sua impostazione la richiesta della Turchia fu una manovra combinata e diretta contro di noi. Non si ebbe il timore di chiedere e di procedere ad una revisione dei Trattati (ma attenzione al precedente che non rimarrà sterile!), non si paventò di mettere all'ordine del giorno una questione spinosa storicamente insolubile pur di promuovere una specie di mobilitazione mediterranea antiitaliana. Nei primi giorni della Conferenza di Montreux, quando gli interessi britannici erano difesi da lord Stanhope, il secolare conflitto tra la Russia e l'Inghilterra non potè non manifestarsi in una forma acuta. Sempre | Londra fu contraria a che la flotta russa abbia libero accesso nel Mediterraneo; inoltre nelle attuali posizioni internazionali la tesi di Mosca rivolta ad ottenere la possibilità di congiunzione tra la flotta del Mar Nero e le flotte del Baltico e dell'Estremo Oriente, ha carattere nettamente antitedesco e antinipponico. Ma sopraggiunge a Ginevra Eden che si incontra con Litvinof ; quelle che sono le lineari forze in giuoco sono avviluppate in un compromesso societario, secondo cui gli Stretti dovrebbero aprirsi e chiudersi a giudizio arbitrario del Consiglio della Lega, dove Germania e Giappone sono assenti. In realtà è la ripresa in pieno della combinazione contro l'Italia; permane e trionfa, sopra ogni motivo logico e storico, lo spirito di quegli accordi mediterranei che Eden ha difeso a spada tratta nell'assemblea della Società delle Nazioni. Noi abbiamo affermato ed affermiamo che le sanzioni non furono soltanto di natura economica e finanziaria; sono in atto anche delle sanzioni di natura militare (concentramento della flotta inglese nel Mediterraneo) e delle sanzioni di natura diplomatica (accordi tra Inghilterra, Francia, Turchia, Grecia e Jugoslavia del dicembre scorso). Quelle militari sono di competenza sovrana del governo britannico e noi non possiamo che adottare delle contromisure adeguate di precauzione; ma per le seconde abbiamo il diritto di chiederne l'abrogazione qualora sinceramente si desideri la leale collaborazione italiana per la pace, per la sicurezza e per l'equilibrio del Mediterraneo. Non esiste alcuna intransigenza preconcetta da parte nostra ; siamo disposti ad esaminare con comprensione tutti i problemi, poiché siamo stati i primi a proclamare l'assurdità di una cristallizzazione indefinita delle posizioni giuridiche e territoriali stipulate in trattati che non possono essere eterni, ma l'esame e la discussione debbono avvenire sur un piede di perfetta uguaglianza. Partecipare alla Conferenza di Montreux, come a qualsiasi altra riunione concernente il Mediterraneo, finché sono in vita gli accordi del dicembre, significherebbe per noi riconoscere una posizione di inferiorità e di minorità diplomatica che non potremo mai sottoscrivere. E' un ragionamento di una logica e di un realismo impeccabili che non dovrebbe trovare obbiezioni; disgraziatamente la mentalità sanzionistica non vuol cedere le armi e così la rimilitarizzazione degli Stretti è diventato un problema in funzione di alleanze contro l'Italia. Noi siamo certi che il tempo darà torto ad uomini e a sistemi che hanno il difetto di giungere sempre in ritardo di fronte all'incalzare degli avvenimen¬ bl ¬ ti; ma intanto si perde un'ottima occasione per un riesame sereno della situazione mediterranea in modo da giungere a quella collaborazione che l'Italia auspica più sinceramente di ogni altro Stato. La Convenzione che dovrebbe essere approvata a Montreux lunedì prossimo, resterà aperta all'adesione e alla firma dell'Italia? La soluzione è ridicola ed offensiva insieme; sono dei procedimenti condannati sempre dall'esperienza e che possono essere eccezionalmente adottati verso dei piccoli Stati ad interessi limitati. Questo non è il caso dell'Italia, che è l'unica grande Potenza il cui territorio nazionale si specchi esclusivamente nel Mediterraneo; essa è protagonista nei destini di questo mare ed è inconcepibile pensare che si possa rassegnare a passar lo spolverino su quanto è stato pattuito da altri governi coalizzati ai suoi danni. Sono, queste, condizioni che si fanno ai vinti; l'Italia invece esce con spiriti e con forze potenziate dalla più grande impresa d'oltre mare che ricordi la storia. Alfredo Sìgnorettì ■ Una riunione a Ginevra per concludere i lavori di Montreux | Parigi, 3 notte. UHuvas riceve da Ginevra: « Eden, Litvinof, Titulescu, Rustu Aras, Paul Boncour si sono riuniti nel pomeriggio per esaminare lo stato dei lavori della conferenza di Montreux. Questa riunione ufficiosa ha fatto apparire che l'accordo sarà possibile su parecchi punti importanti, e che resta da concretare la formula diplomatica dopo che si sarà ottenuta l'adesione delle Potenze che non assistono a questa conversazione, e cioè la Bulgaria e la Grecia. Qualche punto rimasto in sospeso sarà oggetto di una nuova conversazione che avrà luogo domani mattina fra gli stessi delegati. La discussione plenaria sarà ripresa a Montreux lunedi ». Apprensioni a Londra per i negoziati di Montreux Londra, 3 notte. Il discorso pronunziato ieri notte da Baldwin ha notevolmente migliorato i corsi delle azioni go- vernatlve. Essi sono oggi In rial-zo nei circoli politici della capitale, non tanto a causa delle dichiarazioni fatte dal Premier sulle vedute del Governo in materia di politica internazionale, quanto per la dimostrazione, così ansiosamente attesa dal grande pubblico inglese, che Baldwin ha l'intenzione di governare. Non gli si chiej devano in questo momento idee precise di politica, ma la prova di una ferma volontà di tenere in mano le redini del Governo, a dispetto delle difficoltà costanti create da statisti troppo premurosi di raggiungere l'apice della carriera politica. Ossigeno al Premier La Morning Post e il Times, che hanno ultimamente partecipato al coro delle critiche, oggi si dichiarano felici di poter nuovamente salutare in Baldwin il Primo Ministro d'Inghilterra. Le frasi che incontrano maggiore approvazione sono infatti quelle nelle quali Baldwin ha dichiarato che se ne andrà da Downing Street il giorno che piacerà a lui e non quello che piacerà ai suoi critici. « Questi — dice il Times — sono gli accenti con i quali un Primo Ministro d'Inghilterra deve parlare e finché Baldwin parlerà in questo modo e dimostrerà la sua volontà e la sua capacità di tenere alla sua parola, egli può fare affidamento sulla fiducia del Paese ». Solo a non lasciarsi impressionare dal discorso di ieri è il Daily Mail, il quale trova ancora una volta oggi il modo di riaffermare che le dimissioni di Baldwin sono inevitabili nel corso della prossima estate. Siccome però lo stesso giornale aveva sostenuto che il Primo Ministro avrebbe rassegnato le dimissioni ieri notte, sarebbe troppo il pretendere che esso dovesse condividere l'opinióne dei suoi confratelli circa le migliorate sorti del Governo nazionale. Di politica estera si preferisce, tuttavia, parlar poco o niente e gli organi conservatori sono d'accordo con gli organi liberali nell'augurarsi che la commedia ginevrina finisca al più presto possibile, gli uni perchè tormentati dal dubbio che per troppo parlare in seno all'Assemblea si finisca per aggravare la situazione europeain luogo di migliorarla; gli altri perchè comprendono che il signor Tafari è rientrato definitivamente nel rango di quei mortali di cui è bene parlare il meno possibile e che, pur avendo egli posta ieri la sua candidatura a futuro miglionario a spese dei contribuenti europei, dovrà accontentarsi dei talleri di Maria Teresa, che egli ha, con occhio lungiml- e e rante..., portati via da Addis Abeba al momento della sua fuga. Si prevede dunque che le sanzioni saranno revocate fra il 10 e il 20 di questo mese. Il problema degli Stretti Circa poi la questione del riconoscimento dell'annessione della Etiopia all'Italia, è largamente diffuso qui il convincimento che si addiverrà a Ginevra a una soluzione di compromesso, nel senso che non si riconoscerà la conquista abissina, ma si cesserà di riconoscere l'esistenza di un'Abissinìa indipendente. Il Comitato esaminerà il problema e quando si radunerà l'Assemblea nel mese di settembre, esso informerà quest'ultima che un Governo abissino non è stato riscontrato malgrado le più attive ricerche. Così automaticamente, secondo Londra, si giungerà al riconoscimento del fatto compiuto. Londra si augura ora che la Lega non lasci dietro di sè uno strascico di insanabili risentimenti e che l'Italia possa senza indugio riprendere il suo posto a fianco delle altre grandi Potenze, per risolvere tanto il problema del Dardanelli, quanto quello che a Bruxelles, alla fine di questo mese, sarà affrontato dalle Potenze locarniste. Il rappresentante dell'Inghilterra alla Conferenza di Montreux, lord Stanhope, è in viaggio di ritorno a Londra, per rendere con■ to al Gabinetto del corso delle trattative; e lord Stanley, Sottox | segretario all'Ammiragliato, è partito ieri notte per sostituire il partente in qualità di rappresentante provvisorio dell'Inghilterra esqcclnldqencnsUlso e e a à a Ciò che desta qui qualche apprensione è la quasi nervosa im- Il Consiglio dei Ministri ROMA, 3 notte. Domani sabato, 4 luglio, alle ore 10, si riunirà a Palazzo Viminale, sotto la presidenza del Duce, l'annunziato Consiglio dei Ministri. pazienza manifestata a Montreux e nei colloqui privati di Ginevra della delegazione turca, la quale, agendo certamente dietro istruzioni dì Ankara, fa tutto il possibile per essere autorizzata a riarmare i Dardanelli senza indugio di sorta. Corre al contempo la voce che un raffreddamento si sia e prodotto nei rapporti fra Ankara - |e Mosca e che la Delegazione tur-|ca abbia manifestato la sua in- i r o j e i n ti a s, si e il n i. oe à a di ò el a e o isil ease ioe, e cleial n er dipendenza dai consiglieri sovietici, i quali ultimi spiegano tale situazione improvvisa mediante le favorevolissime condizioni fatte al Governo turco dalla ditta Krupp per l'esecuzione di imponenti piani di fortificazione degli Stretti. Solo motivo di seria inquietudine a Londra rimane la Germania. Si riprende a sperare in una replica al memorandum del Foreign Office e così pure si augura che il Cancelliere Hitler intervenga personalmente entro i prossimi giorni a rimuovere fra la Germania e le grandi Potenze europee quegli elementi di apprensione che potrebbero obbligare l'Inghilterra ad adottare posizioni dalle quali finora si è tenuta lontana. Vi è chi esprime l'augurio che a Berlino si comprenderà la estrema delicatezza della situazione inglese e si mediteranno le parole dette ieri da Baldwin, ossia si farà tutto il possibile per impedire che Londra compia l'atto disperato di una alleanza con la Francia. Una viva impressione ha frattanto destato una dichiarazione fatta oggi alla Camera dei Comuni dal Cancelliere dello Scacchiere Neville Chamberlain secondo la quale anche quest'anno ci sarà un deficit di bilancio. « Di ciò vi è certezza, egli ha detto: l'unico problema che rimane sono le sue dimensioni ». Si rileva negli ambienti di Westminster che il ministro ha dovuto cambiare idea cosi rapidamente in seguito all'accelerato ritmo dato al riarmo del paese in conseguenza del quale la somma supplementare che dovrà essere spesa a scopo militare raggiungerà probabilmente i cinque milioni di sterline. Renato Paresce Malcontento a Mosca Mosca, 3 notte. Il malcontento sovietico di fronte alle proposte turche per la fortificazione degli Stretti era già affiorata durante le sedute della conferenza di Montreux. La «Pravda» di ieri riprende in esame la questione precisando l'opinione de¬ a!gli ambienti responsabili russi i or ndi sounna, l- « E' deplorevole — scrive il giornale — che neppure la Turchia abbia adottato una chiara linea di condotta nei confronti delle Potenze rivierasche del Mar Nero ». Dopo aver analizzato e criticato le proposte turche, la « Pravda » deplora che la Turchia non abbia tenuto conto degli interessi della Russia che con Ankara è in rapporti amichevoli.