Attacco a fondo di Borah contro i monopolizzatori della ricchezza di Amerigo Ruggiero

Attacco a fondo di Borah contro i monopolizzatori della ricchezzaLA CAMPAGNA PRESIDENZIALE AMERICANA Attacco a fondo di Borah contro i monopolizzatori della ricchezza La NEW YORK, giugno, campagna presidenziale è virtualmente iniziata e una delle prime e più potenti voci a farsi sentire è stata quella del senatore dello Stato d'Idaho, William E. Borah. In un discorso diffuso da Washington con la radio a tutta la nazione pochi giorni addietro, egli con tocchi magistrali ha fatto intendere quali sono le cause della paralisi che affligge il partito re pubblicano. Ma questo, per se solo, non sarebbe di molta importanza se non avesse, nello stesso tempo, identificato in queste cause ' | ' il cancro che rode da anni l'eco , nomia degli Stati Uniti. L'attacco ■' contro il potere invisibile che schiaccia la nazione e la sta portando al precipizio è venuto da uno dei più eminenti rappresentanti del classico partito conservatore. Un ultimatum Il quale ha avuto il coraggio e la spregiudicatezza di mettere il dito sulla piaga scatenando l'offensiva contro i grandi interessi finanziari e tagliandosi inesorabilmente la via ad ogni possibile nomina quale candidato alla Presidenza per il Partito Repubblicano. Perchè, si possono criticare i rimedi che il Senatore Borah ha proposto in quella o quell'altra occasione per rimediare alla crisi economica e allo sfacelo politico come futili, privi di consistenza e di valore sostanziale. Lo si può magari mettere in ridicolo per le sue continue contradizioni nelle parole e negli atti riguardanti la politica, ma come demolitore di sistemi, d'idee e di programmi altrui egli è semplicemente formidabile. Il discorso pronunziato da Borah può esser considerato come un ultimatum presentato al suo partito. Questo o si rinnova di sana pianta, rinunziando a principi e pratiche che finora ne costituivano l'essenza o è destinato in breve tempo a sparire. E l'eredità non la raccoglierà nemmeno il partito democratico,ma un terzo partito che avrà la funzione di avviare la nazione americana verso i fondamentali rivolgimenti che hanno conosciuto alcuni grandi paesi europei. Borah ha cominciato con l'esor-tare il suo partito a disfarsi della cosiddetta «vecchia guardia», ilgruppo reazionario che lo ha do- minato finora, il gruppo che vor-rebbe il ritorno all'antico sistema, al sistema, cioè, prevalente prima della catastrofe del 1929. In che cosa consistesse tale sistema più o meno è noto. Per generazioni la massa del popolo degli Stati Uniti è rimasta soddisfatta di raccoglie- re le briciole che cadevano dalla mensa assai ricca di coloro che s'erano impadroniti delle risorse fondamentali del paese. Siccome queste briciole erano veramente abbondanti tutti sembravano più o meno soddisfatti. Il paese riboccava di ricchezze naturali e perfino i residui assumevano proporzioni rispettabili. Ma quando col 1929 il sistema del « robusto individualismo » tanto esaltato da Hoover toccò il suo apice e precipitò rumorosamente con crollo spaventoso, le briciole divennero sempre più scarse fino a cessare del tutto. Ora, la famosa « vecchia guardia » pretenderebbe far ritor- 6 ., r ,,, .. , , rl nare il paese ali antico sistema. Ilche avrà per risultato dice Borah — di far perdere al Partito Repubblicano, l'appoggio dei re-pubblicani liberali ai quali egli appartiene. Parecchi milioni di tali repubblicani, quattro addietro, si volsero dalla parte <MRoosevelt aiutandolo a vincere leelcàoni. Costoro possono non es-sere soddisfatti di come l'Animi-nistrazione democratica ha con-dotto le cose, ma sono ferma-,,mente determinati « non ritornareiiirficfco. I due governi Borah ha denunziato l'assurdoa cui conduce il sistema dei due. _1 _ • /HL-i! TT-_ 11.1 . Il governi degli Stati Uniti: il governo di diritto e il governo di fatto. Nel mondo moderno — ha detto Borah — i problemi socialiuiLlu ou,<1" — 1 ed economici sono indissolUbU-mente intrecciati ai problemi digoverno. E' stato sempre vero ed è ancora più vero al giorno d'oggi che la libertà economica e quella politica procedono di pari passo. Ora, la quarta patte dell'uno per cento di tutte le corporazioni finanziarie degli Stati Uniti controllano la metà della ricchezza corporativa, sono in grado di fissare i prtizzi delle cose più necessarie all'esistenza e d'imporre alle masse il tenore di vita che loro piace. Ciò significa che la concentrazione del potere economico ègià avvenuto e ad essa seguiràimmancabilmente 1' accentrameli-to dai potere, politico per far fron- te alla situazione che ne risultaSe noi non siamo preparati — continua il Borali — a sopprime-re i monopoli e la fissazione deprezzi da parte delle grandi or-F . r ii - ■ in i „oii„ganizzaziom, e inutile che. nellaprossima campagna inalberiamoil programma della libertà politi-ca e del rispetto alla CostituzioneMentre questa atessa Costituzione impedisce al Governo federaledi fissare i prezzi dei prodottagricoli ed industriali perchè ciòsarebbe contrario ai diritti desingoli Stati che compongono laFederazione, alcune giganteschcorporazioni economiche oltrepassano a loro volontà i confini statali ed impongono a tutta la nazione i prezzi dei generi necessari alla vita. La « Standard OU »per esempio, assieme ad altrquattro compagnie, mira presentemente ad assicurarsi il monopolio della produzione mondiale del petrolio. Lo hanno già negli Stati Uniti, dove alle compagnie indipendenti è solo pel-messdi esistere col beneplacito della« Standard Oil » <» delle sue assoaiate. Sei il Partito Repubblican non è pronto a rovesciare il potere di dette compagnie, e inutile parlare più di diritti statali. Potenze senza limiti La Corte Suprema ha dichiarato che il Governo Federale non ha la facoltà di controllare la produzione e i prezzi dei prodotti, perchè questa è materia di legislazione statala Ma cinque sole corporazioni controllano la pro duzione agricola con il prezzo degli strumenti e delle macchine necessarie alla produzione stessa. Non esistono diritti nè confini statali e neanrliei diritti individuali che Possano opporsi alle pratiche e allo sfruttamento dei giganteschi monopoli e della colossali combinazioni economiche. Non si può continuare a mantenere per lungo tempo ancora un governo con 18 Stati a solo scopo di governo e un impero a scopo di sfruttamento privato. La crisi è stata qualche cosa dippiù di un semplico crollo economico. E' stata anche un avvertimento: un sistema che lascia metà della nazione con appena le prime necessità indispensabili alla vita nel bel meazo d'immense ricchezze naturali, non è compatibile nè con una sana economia, nè con un governo libero. Questo ha detto Borah, mettendo in guardia il suo partito contro la nefasta influenza degl'interessi monopolistici che agiscono dietro le quinte deille Convenzioni politiche per la scelta dei candidati a loro favorevoli. Dipenderà dalla capacità del Partito Repubblicano di sciogliersi dai vincoli che lo legano ai grandi interessi finanziari sa esso potrà riguada- gnare una parte del potere encesercitava nella vita nazionale, o se dovrà rassegnarsi a sparire dalla storia degli Stati Uniti. Amerigo Ruggiero.

Persone citate: Hoover, William E. Borah

Luoghi citati: Idaho, New York, Stati Uniti, Washington