CALEPINO

CALEPINO CALEPINO Cecco Frate — Da Francesco Donati, sacerdote delle Scuole Pie, dotto filologo italiano, latino, greco, professore in Firenze, in Urbino, ad Imola, impararono « come l'uom s'eterna » —■ dice Emilio Pasquini nel suo volume: Cecco Frate (Francesco Donati), Le Mounier Ed. — giovani quali Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Rodolfo Renier. II Pascoli che soleva affermare: « Se so il latino, 10 devo ai primi insegnamenti dei Padri Scolopi di Urbino », del Donati, suo maestro d'italiano in prima liceale, diceva poi ch'era, « quanto nessun altro mai, simile, nel tratto e nel piglio, nel gesto e nell'accento, nel dire e nel pensare, e nell'ira e nell'amore, al Carducci ». Del poeta delle Odi Barbare il Donati non fu vero e proprio insegnante; tuttavia fin dalla prima conoscenza (1853-'54) si stabili tra i due salda amicizia, ispirata dall'affinità intellettuale, rafforzata dalla comune terra d'origine ( il Donati, pure versiliese, era- nato nel marzo 1821 al Marcacelo presso Seravezzal; e il frate ebbe non piccola parte nella formazione del giovane Giosuè, nè il Carducci dimenticò mai l'amico e consigliere, ricercandone anzi, a lungo, l'approvazione e 11 giudizio. E lo ammirò non solo 1 quale letterato, e giudice di filolo già e poesia autorevolissimo e di gran gusto, ma quale poeta; a proposito di una ballata gli scriveva nel '57: « Addio, figliuolo di Lapo Gianni e Gianni Alfani e di Guido Cavalcanti, addio contemporaneo di Dante Alighieri. Stammi bene: e preparami il quadernetto in cui sian copiate tutte le tue ballate di mano Itua». E' del Donati — da lui ri1 battezzato padre Consagrata, con ;il nomignolo che l'Aretino e il La |soa avevano affibbiato al bibliofilo Giovanni Mazzuoli da Strada — è del Donati che il Carducci scriveva al Chiarini, il 7 febbraio '61: Salutami di grandissimo cuore il • gran Padre Consagrata e digli co'me io spasimo per lui, ed amerei essere, piuttosto che qui in questo tristo giovedì grasso, nella sua I cella a bere quei famosi ponci, co|me nel felice 1856 e 1857». E si .legga poi nella Vita di Giosuè Car ducei del Chiarini la pagina ■ sull'ultima visita del Carducci, e del Chiarini stesso, al Donati, '[che il Pasquini riporta, delica ta e commovente. Il Donati ave i va voluto accompagnare i cari ospiti per un tratto di strada, ben- che il camminare lo affaticasse, lpoi, fermatosi su un rialto, aveva seguitato a salutarli con la mano e '1 con la voce, fin che credè ch'essi 1potessero udire le sue parole: «Le 1 ultime che ci giunsero all'orecl chio furono: — Addio per sem- j pre. — E fu vero: non passò un è arnese, ch'era morto». -| * Manon Lescaut — Una nuo, iva. traduzione di Manon Lescaut e ,è stata curata da Marisa Zini per e : è l la collana dei Grandi Scrittori Stranieri, diretta da Arturo Farinelli (Unione Tipografico-Editrica Torinese). Nella garbata e linda n, introduzione, la traduttrice trac- ,, eia rapidamente un profilo di Anr i I tón Francesco Prévost, ed esami-1 na il romanzo famoso, tenendo -1 presenti i risultati e i vari punti o' di vista della critica più recente. ni Dopo aver definito il modo di cono] cepire là passione proprio del Préi o r l vost, vero colpo di fulmine che sconvolge l'individuo, lo sradica dal suo mondo, lo fa vivere esclusivamente in funzione di quella n j fatalità (tanto che di ciò che i ajSUoi personaggi erano prima del e o e i n e r a e la grande tempesta d'amore, nulla egli ci dice; l'ombra li avvolgeva prima, l'ombra li avvolgerà poi) ; e mettendo accuratamente in rilievo i caratteri psicologici e moralistici del libro, la Zini giunge alla conclusione che questa storia di un piccolo cavaliere d'industria e di una donnetta di troppo facili costumi, questa storia in apparenza galante e frivola, talvolta piccante o salace, è in realtà. ".. una tragica avventura di amore e di morte ». Sul moralismo e -! ha voluto mostrarci i tristi effetti a i | la spiritualità del Prévost vi sono - '. accenni interessanti. Il Prévost - della passione sull'animo di un a giovane che nascita, educazione, a doti di cuore e di mente predispoa, nevano a brillante avvenire; ha o voluto studiare e rappresentare la e progressiva degradazione di que- sto giovane nel vizio e nella cor- razione: c questo studto, e questa à rappresentazione, sfiorano natuli] ralmente il grande problema del - la responsabilità umana. Proble-1 ma che è visto dal Prévost alla - maniera giansenistica, «come nee] gazione di ogni libertà dei propri - j atti ». Sotto questa luce la figura i 1 eli Des Grieux si amplia, e il rodi',manzo ritrova appropriati riferii, menti alla vita, alla sensibilità, e a] alle preoccupazioni spirituali e ree ligiose dell'autore e del suo temrjpo. Dietro il cavaliere amoroso e ; gemente scorgiamo l'uomo a faccia ala faccia col destino e col male; e - in lui, secondo la Zini, si deve vee dere «più un predestinato alla passione, che una grande anima I passionale, quali creerà più tardi il Romanticismo, osannanti alla -:sovranità e ai diritti di quella»; -', l'amore è per Des Grieux, uomo i, d'indole dolce e tranquilla, incline i,'al raccoglimento e alla rcligiosio1^ * un mal- di cui si S°àe e si o-soffre in Pari tempo, che si deve e1 suoive »• Accanto al carattere di - !Des Grieux, minuziosamente trata ' teggiato e chiarito in ogni sua o j Parte, il ritratto di Manon è quane\to mai lievc' accennato, quasi fug I gevole; ma, nella sua fluidità e o'™^2™' Poet!co e poeticamente ejpersuasivo, indimenticabile; deli-;cato P"^"0 da cui essa, quasi I ignara della sua terribile capacità idi distruzione, esce tutta rinfre Iscata e raggentilita. ** Storia della Russia — Una i-'\Breve Storia della Russia è stata i- scritta da Nicola Ottokar. Lo t- ' spunto a queste pagine fu dato alo l'autore dai lavori preparatori ad i- j un articolo per l'iSncirìopediiz Itan .liana, articolo che apparirà nel rie. spettivo volume dell'Enciclopedia, e- 'alla voce Russia. Studi e materiali to debitamente sviluppati sono ora e offerti al pubblico in un volume eija sè, edito dal Laterza. alfa

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