L'Italia in armi

L'Italia in armi L'Italia in armi Come è stata preparata e vinta la più grande guerra coloniale che la storia ricordi -- Un milione e 300 mila uomini, con 50 mila ufficiali, mobilitati dal febbraio 1935 al marzo 1936 L'occupazione incruenta di Addis Abeba ha posto la parola fine alle operazioni militari in Africa Orientale. E' giusto e doveroso, oggi, cominciare ad inquadrare nel bilancio della grande impresa, il contributo apportato dall'Esercito. Doveroso ed anche opportuno. Doveroso perchè si rende così omaggio di gratitudine a tutti i nostri eroi caduti sul campo dell'onore, nonché ai valorosi comandanti e gregari che hanno condotto a termine la campagna etiopica; opportuno perchè un esame di tale contributo, mentre documenterà 10 sforzo immane compiuto dalla Nazione nel cessato conflitto, lascierà altresì intuire su quali infinite risorse morali e di organizzazione, su quali poderose riserve di materiali e di uomini possa oggi contare il nostro Esercito. Impresa senza precedenti La motivazione dell'Ordine Militare di Savoia assegnato al Duce dice: -.'Preparò condusse vinse 2 la guerra; come il Duce abbia condotto e vinto la guerra è ormai universalmente noto; è bene conoscere anche come Egli la preparò. Ci occuperemo qui soltanto della preparazione immediata, tecnica, diremo, non della preparazione morale, poiché alle lotte, agli ardimenti ed ai sacrifici del destino imperialo dell'Italia fascista 11 Duce ha preparato gli Italiani sin dal primo giorno del suo governo ed è, ovviamente, proprio ed esclusivamente questa preparazione morale che ha potuto servire di base alla preparazione tecnica ed alla vittoria. La guerra contro l'Abissinia, svoltasi a 4 mila ed a 8 mila chilometri di distanza dalla madre patria, non ha alcun punto di contatto — come è stato riconosciuto esplicitamente da tutti i critici militari italiani e stranieri — con le altre guerre coloniali: essa le sovrasta nettamente tutte per le difficoltà offerte dalla natura del terreno, per la vastità della regione conquistata, per l'estensione delle fronti di battaglia, per la presenza di numerosi e forti eserciti avversari tradizionalmente guerrieri e modernamente armati, per i formidabili problemi logistici che si sono dovuti affrontare e superare. L'aver saputo portare a termino, in meno di sette mesi, una campagna cosi densa di ostacoli di ogni genere è merito indiscusso della capacità dei Comandanti, della perizia degli Stati Maggiori e del valore dei soldati, ma è anche e soprattutto conseguenza logica e diretta di un'opera grandiosa, illuminata e sagace di preparazione e di organizzazione. Opera che, frutto di un lavoro intonso ed appassionato, ha — corno disse il generale Baistrocchi alla Camera dei Deputati — « messo a dura prova il Ministero della Guerra in tutti i suoi uffici, comandi, dirigenti di servizi e soprattutto lo Stato Maggiore dell'Esercito Lavoro silenzioso, minuto, irto di difficoltà, gravido di responsabilità e per il quale si impone esperienza, competenza, previdenza e fede. Lavoro che ha sempre proceduto sereno e sicuro, perchè dominato dall'alta personalità del Duce, Ministro delieForze Armate ». E si tenga presente che tutto questo è stato fatto mentre il Ministero della Guerra continuava n realizzare il complesso suo programma di rinnovamento e di riforme ed a rinvigorire l'apparecchio bellico del Paese. I richiamati Dal febbraio 1935 al marzo 1036 sono stati mobilitati, equipaggiati ed armati, in Paese e per le "esigenze A. O., complessivamente circa 1 milione e 300 mila soldati, inquadrati da ben 50 mila ufficiali. Per raggiungere tale cifra è stato sufficiente e necessario richiamare alle armi: la intera classe 1911 e gran parte della classe 1912; alcune specialità e servizi delle altre classi fino al 1900. Tali richiami, studiati nei particolari, secondo le esigenze della campagna e attuati secondo un piano semplice ed organico, sono avvenuti tutti gradualmente e tempestivamente, sicché il completamento dei reparti mobilitati si è effettuato sempre nel massimo ordine e con perfetta armonia per quanto riguardava inquadramento, nonché rifornimenti di materiali e di mezzi. L'addestramento ha avuto le cure massime: i richiamali, indossato nuovamente il grigio verde, sono passati nei ranghi, ed ogni unità, appena mobilitata, e stata sottoposta alla vita del campo e ad un allenamento graduale. i''pi| e e d e . completo e razionale non soltanto dal punto di vista tecnico militare, ma anche dal punto di vista igienico (punto importantissimo in una guerra coloniale dove, nel passato, ogni concentramento di armati ora sinonimo di concentramento di epidemie! in modo che tutti i repartì mobilitati per PA. O. sono partiti in condizioni ideali di efficienza fisica, tecnica e professionale. Non accenniamo, qui, a quello che suole essere chiamato « lo spirito » dei partenti, poiché l'argomento rientra in gran parte nel quadro della preparazione morale e perchè ognuno sa in quale clima ardente di entusiasmo, di fede, di incontenibile fierezza, tutti i reparti dell'Esercito e delle Camicie Nere si siano imbarcati per muovere alla guerra. Per la prima volta nella storia delle formazioni volontarie, l'Italia ha inviato in A. O., accanto alile unità dell'Esercito, grandi unità di CC. NN. formate interamente da elementi volontari della M.V.S.N. Il Sottosegretario alla Guerra, in accordo col Capo di ' S. M. della Milizia, ha provveduto 'alla costituzione dei Comandi di queste grandi unità, al loro completamento con gruppi di artigliei ria, con elementi del genio e ser| vizi ed ha sottoposto le Divisioni a campi di addestramento della I durata di 3 o 4 mesi, che le hanjno portate alle condizioni migliori Idi «forma» guerriera, prima di i valicare il mare. I corsi precoloniali Per aggiornare le conoscenze tecnico-professionali del personale richiamato, ufficiali, sottufficiali c truppa, in relazione all'impiego ; dei nuovi mezzi tecnici ed ai pro! cedimenti tattici imposti dal no'stro nuovo indirizzo operativo rispondente alla realtà della guerra di movimento, realtà che la campagna d'Africa ha sanzionato, sono stati istituiti numerosi speciali corsi, fra i quali: corsi precoloniali di un mese per ufficiali presso le scuole di Civitavecchia e Nettuno; corsi sulle salmerie presso il reggimenti alpini e di artiglieria 'alpina per uffciali di complemento e sottufficiali; corsi di adde! straniente per impiego dei carri I veloci per ufficiali, sottufficiali e | truppa; corsi per addestramento (del personale destinato all'impiego !dei mortai d'assalto e dei reparti bombarde da 81; corsi di perfeziojnamento per militari di truppa alI lievi armaioli. Saltuarie ed improvvise ispezioni delle alte autorità centrali | territoriali, hanno continuamente j controllato tutto il lavoro di preiparazione, c le riviste passate dalla Maestà del Re e dal Duce hanjno infine collaudato la conseguita 1 maturità bellica delle unità mobijlitate. Per assolvere alle esigenze del ì conflitto africano, il Ministero del' la Guerra, tenute presenti le necessità di non indebolire in Patria le unità dell'esercito e di assieuIrare a queste la normale perfetta j efficienza per far fronte a qualsiasi eventuale possibilità, ha in1 viato in Africa Orientale: — unità già esistenti mobilitate le completate del fabbisogno di guerra (tutte queste unità sono state immediatamente ricostituite, nel territorio metropolitano); — unità di nuova costituzione. In tal modo sono stati mobilitati per l'A. O.: un comando superiore A. O. con Intendenza, un comando Corpo Spedizione con delegazione intendenza, un comando j base principale e due basi secondarie, 5 comandi di Corpo d'Armata, e oltre 23 divisioni al completo di personale, armi, munizioni e materiali. Inoltre in colonia sono stati inviati, per le esigenze della campagna, circa 100.000 quadrupedi, oltre 15.000 automezzi e circa un milione e mezzo di ton- i (iellate di materiali vari. La guerra mondiale, specie nell'ultimo periodo, ha mostrato in ; atto uno sviluppo colossale dei ser1 vizi e si è facili profeti affermando la sempre maggiore importanza che essi avranno nei futuri conflitti, data la tendenza sempre più I accentuata a formare eserciti su larga base e dati i nuovi, formidabili mezzi di cui tali eserciti vanno oggi forniti. Non è infatti j senza ragione che la nuova dottrina tende ad elevare la logistica (allo stesso piano della tattica. | E' quindi facile arguire quale ; peso determinante abbia avuto .sull'andamento del conflitto testé 'vittoriosamente conclusosi l'impianto e. il funzionamento dei servizi, quando solo si consideri, ad esempio; l'enorme distanza etie ln- |\1e■:iì!!i1iI; tercedeva fra la base ed il teatrodelle operazioni. Da un calcolo approssimativo è stato accertato che ogni unità in Africa Orientale ha richiesto unosforzo triplo di quello previsto perunità dislocate alle nostre frontiere, sicché, essendo stati mobilitaticomplessivamente, nei riguardi idei personale, delle armi, munizìo- ni e materiali vari, oltre 23 divi- sioni, come abbiamo già rilevato, è lecito affermare che lo sforzo militare sostenuto nell'attuale momento, £a superato quello sostenuto per la grande guerra. E' stata proprio questa capacità organizzativa quella che più ha stupito i tecnici stranieri, susci- a proprio conforto ed orgoglio. tandone l'ammirazione ed è giusto che il Paese sappia tutto questo,Giacomo Carboni Il generale Starace in volo a Debra Marcos (A. — .... . ~7.~. . . lutti 1 capi dipendenti da ras . . , . r . Immuti si sono sottomessi Gondar, 20 notte. M.). 7/ Luogotenente gene- iole. Starace, stamane ha atterrato L Debra Marcos, capitole del Goff-giam, accompagnato dal suo Stata Maggiore. Più tardi, in giornata, sopra*,- giungevano colonne di ascari, Ca- mire nere e. Bersaglieri, a cui era- no affiancate bande indigene al co- mando del figlio di ras Ailù. La popolazione ha tributato agli italiani le. più calorose accoglienze. Tutti j capi CÌIP avevano coni- battuto con ras Immirii, si sono sottomessi. ■