Barattare le sanzioni con un patto mediterraneo

Barattare le sanzioni con un patto mediterraneo i nisnawi ni bXmUm Barattare le sanzioni con un patto mediterraneo L'Inghilterra non sarebbe stata aliena dalle sanzioni militari ma aveva paura di restar sola nel duello contro VItalia Il; rzcbpj ^^^^^""^^™" 1 g: tParigi, 14 notte. Blum, il quale pronunzierà do -nani sera a un banchetto off erto- ' tgli dall'American Club un discor- dso sulla situazione internazionale,: oha avuto oggi un lungo colloquio | tc.on Flandin e un altro con Boncour reduce da Ginevra. Tali col- iij2^^^^.*^^^^f<MÌSL-.If5ÌS-S^SI 12in modo speciale, considerandosi dpiù che logico che. alla vigilia di j tcostituire un Governo, il futuro | nPresidente del Consiglio senta il : Gbisogno di esaminare con i prò- ipri predecessori lo stato degli af- j nfari esteri. Più commentati sono bgli scambi di idee che il capo del J npartito socialista ha avuto con ( Gl'Ambasciatore di Francia ad An- lfcara signor Kammercr e con l'ai- : dto Commissario per il Levante, ; sDe Martel. Le nuove direttive Qualche osservatore vorrebbe trarne la conclusione che il futuro capo del governo, il quale, secondo le ultime voci, avrebbe rinunziato a prendere per sè gli affari esteri, onde non complicare più del bisogno il gioco interna-^ zionale della Francia, e datine- srebhe l'importante portafoglio ad ,dHcrriot o meglio ancora a Camil-isncllo Chautcmps, conti sul serio far loro riprendere, come dicevamo dieri sera, l'idea del patto mediter-1 rranco. Si tratterebbe di un patto bdi mutua assistenza inglobante la rFrancia, l'Italia, l'Inghilterra, la' Spagna, la Grecia, la Turchia e la Jugoslavia e implicante la garanzia dello sfatti quo in quel mare. Dalla firma di esso da parte dei- lcl'Italia si farebbe la condizione dell'abbandono delle sanzioni. Blum, d'accordo con Boncour e Sarraut. nonché con altri Stati societari spererebbe procurarsi per tal modo, prima del 15 giugno, i pretesti necessari per eludere il problema angoscioso del mantenimento o dell'abolizione pura e semplice delle sanzioni, l'uno e l'altra considerati impossi-1 abili, accampando invece la tesi che la fine dell'assedio economico sia la conseguenza di una modificazione importante intervenuta nella politica estera dell'Italia. Non sappiamo se la campagna tendenziosa condotta da taluni giornali francesi per presentare lo stabilimento dell'Italia in Etiopia quale una rottura qqsstrLlMvrSNcmediterraneo e una minaccia alla integrità degli altri Stati rivieraschi sia da interpretare come un primo passo verso questa speciale utilizzazione del vecchio progetto di Barthou; ma quello che sem- Lpsdell'equilibrio sggsltlbra assodato è che la diplomazia ddel governo social-radicale cercherà la sua strada in questa direzione. Contemporaneamente si cercherà di porre in cantiere un progetto di riforma societaria. Ma su questo punto le difficoltà previste sembrano abbastanza grandi per non attenderne risultati mirifici prima di parecchio tempo. La Segreteria della Lega avrebbe già fatto capire che a parer suo la questione della riforma non potrà essere sollevata prima dell'assemblea di settembre. I pericoli d'un ritardo Diverse sfere parigine pensano al contrario che una così lunga at- ; tesa sia da evitare se non si vuole che l'Italia il 15 giugno abbandoni Ginevra per sempre. Sauerwein, più impaziente iU tutti, scrive in Paris Soir che sarà difficile ricondurre l'Italia a riprendere posto a Ginevra se i principi della Lega restano quelli che sono a dispetto del loro insuccesso. E' soltanto per la via indiretta, attraverso un organismo destinalo a occuparsi della sicurezza, che si potrà far tornare a Ginevra l'Italia e un giorno la Germania », Secondo questo giornale sarebbe dunque « eminentemente utile v che il progetto fosse presentato di urgenza e, in ogni caso, entro il 15 giugno. Paul-Boncour, il quale non appena giunto da Ginevra ha conferito con Flandin c Sarraut e promette per sabato al Consiglio dei Ministri una relazione sulle giornate ginevrine e sugli scambi di idee avuti con i Capi delle principali delegazioni, è verosimilmente acquisito a questi progetti del governo in fieri. Pare confermato in o.jni caso che egli farà parte del gabinetto e se ne deduce che la sua presenza assicurerà almeno una certa continuità alla politica de-lla Francia a Ginevra. In quanto alla stampa nazionale ersa continua con la soiita mancanza di successo a deplorate le sanzioni e l'incapacità leghista. La Action Franc,aisc giudica stupefacente che i Sovieti diano prova di resipiscenza e predichino tra le quinte l'abbandono dcl sanzionismo prima delle grandi potenze occidentali e in particolare della Francia. Che debbano proprio essere loro a dare all'Europa delle lezioni di buon senso è cosa fhe l'organo monarchico non avrebbe- mai credula. Il Qiiotidien. inquieto delle mire misteriose della politica inglese, mette in guardia il futuro governo diffidandolo dal mandare i soldati francesi a farla da Don Chisciotte alla crociata antifascista e antihitlerisna. Maurras torna a minacciare F.um di fargli lapelle se trascina la Frpncia alla guerra unicamente per acconten-I ztare l'Inghilterra e le sètte. Sonoì ntutti spunti cui la lettura quoti- ; ddiana della stampa francese ci haìcormai abituati. Ma essi ci traspor- tano in un campo che non è quello Iin cui si muove e pensa il Governo: in gestazione. La loro utilità è s2?*^-^. "^-^y^L-^J^^^lJ6*^^"*^?'?'! "di non farne menzione se non a,ctitolo di cronaca in attesa di co noscere meglio le decisioni di un Governo che non ha ancora pariato per la buona ragione che non na ancora esistenza ufficiale e probabilmente non ha ancora un pia no d'azione ben definito se se ne GSC]ufie una profonda antipatia per l'Italia e uno scarsissimo desiderio di averla collaboratrice nella dife sa della pacei che preferirebbe for- Come sarebbe il nuovo Ministero socialisti, sette ai radico-socialisti, dup a)lu)lione socialista. Blum lascierebbe a] partito radicale socia- icsnLT^rfi IL!enZa 6SSa' 86 n°n'' contro di essa. Concetto Pettinato la dier: Sarraut; alla Guerra, Dalaal Ministero dell'Aria, Cot; a rappresentanti. Agli esteri andrcb be Herriot o Chautémps; alla Ma rina nuovo Ministero :Secondo certe Va "riparti- ' ione del futuro Ministero sarebbe seguente: sette portafogli ai lista ed all'Unione socialista la cura di designare i loro rispettivi a De Monzie. quello del Commercio, Bonnet quello del bilancio, Palmade. I portafogli riservati ai socialisti sarebbero così distribuiti: Presidenza del Consiglio, senza portafogli, Leone Blum; Finanze, Auriol; Interni, Salengre: Lavoro, Lebas; LL. PP.. Morizet; Poste Telegrati e Telefoni, Sellier; Colonie, Mantet. In line, i due portafogli riservati all'Unione socialista sarebbero attribuiti il primo (Ministro di Stato incaricato alla Società delle Nazioni) a Paul Boncour; il secondo, per l'Educazione Nazionale, a ' La risposta di Vasconcellos al rappresentante del Cile Ginevra, 14 notte. Il Segretario della Lega ha oggi pubblicato la lettera del rappresentante del Cile, con la quale que sti chiede che, data la fine della guerra tra l'Etiopia e l'Italia, vengano tolte le sanzioni. Nello stesso tempo il Segretario pubblica la lettera che il presidente del comitato di coordinamento Vasconcellos ha inviato al rappresentante del Cile in risposta alla comunici- ; zione che gli era stata fatta at traverso il segretario generale. In questa lettera, il signor Vasconcellos. riferendosi alle decisioni da! Consiglio di riprendere le sue deliberazioni al 16 giugno sull'affire italo etiopico, annuncia che probabilmente avrà luogo una riunione del comitato di coordinamento prima del 16 giugno. In questa riunione il signor Vasconcellos assicura che la comunicazione del rappresentante del Cile verrà discussa. Baldwin riconosce l'inefficacia delle sanzioni economiche Londra, 14 notte. Eden ha ritardato di un giorno il suo ritorno a Londra per condurre a qualche porto le conversazioni con Titulescu e con altre personalità societarie, e Baldwin ha pronunciato oggi un discorso all'Albert Hall dinanzi a un uditorio composto esclusivamente di donne membri tutte del parlilo conservatore. Dinanzi ad esse il Primo Ministro non si è presentalo sotto la veste di persona perplessa che ha adottato da qualche tempo in qua, giacche le signore conservatrici inglesi avevano ieri adottato a enorme maggioranza e tra gran fragore di applausi una mo- zione nella quale era affermato ilnientemeno che mai il prestigio ! tdell'Inghilterra era stato così alto \ come al giorno d'oggi. 'l , ' oIDI pOnilBll 16 iBpiSITlO 061 P rBITI IG T ' Baldwin ha certamente soddi- i. lsfatto il suo uditorio dell Albert n "«Hi. ma non si PUÒ dire davvero ?cnc aDbia dato soddisfazione alla I bintensa curiosità dei suoi seguaci rin Parlamento. Questi ultimi più i oche sentimentali appelli alla concordia e. vaghe promesse di uno studio approfondito del Covenant| quale s'impone in seguito agli ul- ^ ctimi eventi, volevano sapere dal p« premier » quale fosse l'orienta- ! emento presente della politica go- ' vvernativa, non tanto di fronte a luna Lega astratta quanto di fron- fte ai problemi che la Lega deve m esaminare, e cosi pure di fronte sall'Italia. In altre parole si voleva aconoscere una volta per tutte se il |governo è o non è sanzionista e se il negus rifugiato a Gerusalemmvi d|ve rimaBnere qualc rifugiat Politico e, monarca ca«iato d 5110 P°Pol° °PPure 1uale 0SPlt gradito del quale domani la diplomazia britannica potrà servirsper agevolare altri suoi g-inchi. Baldwin ha parlato di molte co-, se, ha detto cose interessanti, ma : non una parola su quei punti precisi che maggiormente interessavano il Parlamento ed il Paese. Egli ha sostenuto che una Lega F dalla quale sono assenti tre fra le più grandi nazioni del mondo non può imporre che a malapena \&] sua volontà. « Fu posto in chiaro fin da prin- cipio — ha detto Baldwin — che insieme con le altre nazioni saremmo stati pronti a imporre e a mantenere le sanzioni. Il discorso di sir Samuel Hoare pronunciato a Ginevra nel settembre, un : discorso i cui termini furono con- ' cordati dopo completa e accurata disamina da parte del governo, produsse l'effetto di dar nuova vita alla Lega e di stimolare un reale sforzo in vista di j mantenere in moto il macchinario leghista. Tale sforzo sortì l'ino ad un certo punto successo. Noi soli però adottammo effettive misure del genere di quelle che debbono essere contemplate quale parte della politica sanzionista. Movemmo la nostra flotta e an-,che altre forze. Andammo incon tro a forti spese ammontanti a vari milioni e recitammo la nostra parte in ogni stadio delle discussioni sanzioniste quantunque corressimo il rischio di vedere inutilizzati i nostri sforzi. Ma facemmo questo perchè volevamo essere un buon membro della Lega, non ispirati da sentimenti personali ma dal desiderio di adempiere entro i limiti dei nostri poteri agli impegni assunti in base al Covenant (applausi). Questi nostri sforzi non riuscirono a impedire la guerra e neanche riuscirono ad agire in modo concreto sul progrèsso delle ostilità. Varie lezioni debbono essere tratte da tutto ciò e noi e le altre Nazioni dovremo metterci a pensare seriamente nei prossimi due o treI mesl *• | Sanzioni a tutto spiano Baldwin quindi ha detto che le lsi è ancora una volta parlato del economiche non potran- effetto fin tanto che le applicano\non saranno decise ad affrontare anche i rischi della guerra. «In realtà le sanzioni militari: — ha detto il Primo Ministro — ! sono una parte essenziale della si- sanzioni no mai sortire che le Nazioni curezza collettiva e presto o tardi, e forse più presto che tardi, tali sanzioni possono risultare inevitabili. Debbo a questo riguardo ricordare che nella presente vertenza eravamo pronti in i aso di necessità ad andare fino all'estremo limite a cui le sanziono potevano spingerci se le altre Potenze della Lega fossero state pronte ad accompagnarci ». Il problema di oggi, secondo Baldwin, è che non tutte le nazioni europee sono disposte ad assumere la loro parte completa nel piano della sicurezza collettiva. Alla Camera dei Lordi, mentre Baldwin parlava all'Albert Hall. le sanzioni e di tiva. Il Sottosegretario agli Esteri lord Stanhope ha replicato agli oratori dicendo: «Ciò che ha indotto l'Italia a ^^^^^""^^™" sicurezza collet-intraprendere una guerra contro l'Abissinia è stata la debolezza di niio^t'iiliima «So fow «tata nifi ?orte e avesse posseduto r.ar."Le solite ambiguità blindati e aeroplani, si trove rebbe essa nella sua posizione odierna ? ». per attuare una politica è nc cessano possedere la forza e l'ap poggio degli amici. Questi due ! elementi mancarono nella recente ' vertenza all'Abissinia e secondo lord Stanhope sarà necessario in futuro preoccuparsi con la massi- ma serietà di stabilire in anticipo se esiste la certezza che la Lega agirà compatta, ognuno dei suoi | •