Minaccia di Circe

Minaccia di Circe Minaccia di Circe Si stava alla Trattoria del Sole, a Canelli. Scuro e tracagnotto, il macinino del pepe posava sulla tavola, in mezzo a noi. La sua natura, la sua funzione, questo piccolo utensile le nascondeva sotto una mentita spoglia di fungo porcino. Anche un macinino dunque disistima a tal segno la propria « realtà », da nascondersi sotto un'apparenza «diversa», un'apparenza « più bella » ?... Esempio commovente di scultura idealista, di scultura estetizzante. Ho detto in una nota precedente che l'esteta mira alla perfezione. Aggiungo che in questa sua aspirazione ebbrosa, l'esteta non si perita di cambiare faccia alle cose: per renderle degne dell'alta destinazione. L'espressionista deforma la realtà, l'esteta la riforma. Entrambi sono scontenti della realtà : la stimano insufficiente, indegna di rappresentazione. Mediante sondaggi ed escavazioni, l'espressionista tenta esumare ■una « segreta » realtà ; l'esteta la « nasconde » sotto un'apparenza « decorosa ». Sbagliano entrambi. 11 secondo in maniera più sciocca e superficiale. Attiro l'attenzione sulle velleità apostoliche dell'esteta, sulle sue evangeliche ambizioni. L'esteta porta non la buona, ma la « bella parola » alla bassa umanità. Il suo gesto è ieratico, la sua serietà a prova di bomba. Quando s'imbatte in gente particolarmente ignara e credulona, riesce persino a farsi una fama di « piccolo santo». Ci sono professionisti dell'estetismo. Ci sono coloro in cui l'estetismo diventa una seconda natura. Ci sono strane creature in cui l'estetismo è la sola natura. Ci sono le « incarnazioni » dell'estetismo. Specie tra le donne, come meno irrobustite dal realismo. Casi di estetismo incarnato: Ida Rubinstcin, Greta Garbo. Che entrambe queste finte donne siano incarnazioni dell'estetismo, ce lo testimonia il fatto che nè in Ida Rubinstein ne in Greta Garbo sono reperibili le riconosciute qualità, i precisi requisiti della donna — colei che, dalle parole di Nietzsche, è la « consolatrice del guerriero : l'uomo». Tuo dare Greta Garbo i frutti della maternità? Può dare robusti e nutrienti amori? Può rallegrare, riposare, confortare?... No. Come « consolatrice del guerriero », Greta manca al proprio ufficio. Altre sono le sue qualità. Ma questo è appunto il trauma dell'esteta : avere qualità « diverse », da quelle che dovrebbe avere. Ergo, qualità « negative ». Il carattere « negativo » della Garbo risulta « plasticamente » nei film in cui questa sedicente attrice sfoggia la sua orripilante vacuità. Finché lo schermo è pulito di lei, l'azione, anche se stupida e seccante, ha una sua logica, un suo calore, un suo ritmo umani : non appena appare la « maga », l'azione si paralizza, l'ambiente si raggela, il ritmo si coagula in una stasi inumana, in un sogno idiota. Come Emilio Combes è stato l'ultima reincarnazione dell'anticristo, così Greta Garbo è la più recente reincarnazione di Circe. E su Circe come sovrana dell'estetismo, su l'isola di Circe come sede dell'estetismo, ho lungamente parlato nella prefazione al mio « Capitano Ulisse ». Ne starò a ripetermi. Giova insistere tuttavia sugli effetti deleteri dell'estetismo, sul potere della « maga » di convertire gli uomini in porcelli. Eppure tante donne mirano a Greta con desiderio, con nostalgia. Disgraziate! In colei che è un pietoso errore, veggono la donna « superiore », la donna « perfezionata ». Come appunto è costante funzione dell'estetismo, mostrare agl'ingenui, ai creduloni una falsa perfezione, una illusoria superiorità. Ho accennato al carattere riformista dell'esteta. Giova aggiungere che l'estetismo è un'eresia? E' ovvio che l'estetismo alligni particolarmente tra i «riformisti», tra coloro che alle sacre esigenze della realtà, antepongono l'ipotesi deprimente del « problema spirituale ». L'estetismo fa parte di quelle forme di atassia, di quella vasta paranoia che costituisce il curioso repertorio ideologico di taluni popoli settentrionali, e particolarmente degli anglosassoni. Al lume dell'attuale comportamento inglese, stupiscono molti che la giustizia professata ideologicamente dagli anglosassoni, possa essere in cosi stridente contrasto con l'effettiva prassi di questa virtù? Gli è che anche la giustizia (come tutte le virtù del resto : « La sinistra non sappia ciò che la destra dà ») può subire una degenerazione per estetismo : nascondersi dietro un'apparenza che non partecipa affatto, e anzi contrasta alla vera essenza della giustizia. Ci sono paesi in cui l'estetismo è allo stato endemico. Tale l'oriente, particolarmente l'India. Dai primi inni vedici agli ultimi canti di Tagore, le stesse manifestazioni del morbus estheticus si ripetono con una virulenza, un?-cronicità impressionanti. Si potrebbe disegnare una « geografia dell'estetismo ». A che prò, se nessun ufficio di igiene e disposto ancora a prendere in considerazione i pericoli dell'estetismo? Si vedrebbe il percorso del virus estetico, le sue ramificazioni, e come dai centri d'origine (Asia Meridionale) l'estetismo si dilunga fino alla Scandinavia, fino alle coste settentrionali della Scozia. Si vedrebbe «soprattutto» come questa diagonale del perìcolo passa accanto all'Italia, ma non la tocea. Ci siamo capiti? L'Italia, eterna reazionaria alla cultura arabo-gòtica, irriducibile avversaria della cultura settentrionale, reagisce del pari a ciò che è il lato peggiore di essa cultura : l'estetismo. Reagisce con violenza. Reagisce con tutta la forza della sua natura sana, rigogliosa, irrobustita dalla secolare, dalla continua contemplazione della realtà. Attenzione però! Un organismo intatto, è forse chiuso per questo agli attacchi del virus? Casi gravi, ancorché mimetici, di estetismo nostrano mettano in guardia. Massime ora. Che al calore e alla luce dei nuovi destini, si rinnovella l'immortale cultura dell'Italia. Alberto Savinio

Luoghi citati: Asia Meridionale, Canelli, India, Italia, Scozia