BRUSCHI MUTAMENTI DI FRONTE TRA I SANZIONISTI DI LONDRA

BRUSCHI MUTAMENTI DI FRONTE TRA I SANZIONISTI DI LONDRA BRUSCHI MUTAMENTI DI FRONTE TRA I SANZIONISTI DI LONDRA I) dibattito di politica estera, ; ifissato per mercoledì della setti- cmana ventura, riserba edelle sor- tprese anche a Eden, il quale l'ave- dva concesso per meglio conoscere sl'opinione della Camera prima di:trecarsi ad assistere, alla riunione'aLondra, 1 notte, jmdi politica estera, I pdel Consiglio della Lega. La sorpresa principale sarà causata dall'atteggiamento che, nei riguardi delle sanzioni, sarà assunto dalle più importanti personalità del gruppo parlamentare conservatore. Attorno a sensazionali cambiamenti di posizioni in fatto di sanzionismo, si era tentato, qui, a Londra, di fare il più completo silenzio. La maggioranza parlamentare aveva taciuto per z_hlSn°n ' dcreare nuove difficoltà a Eden, e i pl'opposizione disorientata nel mo-; rido più completo dal precipitare ddegli eventi in Abissinia, aveva , ipreferito rinchiudersi in una torre ; adi silenzio, lasciando che contro j cl'Italia sbraitassero i Lord Cecil, aDavies e compagnia. gConversioni inattese ! Iv,onverMum iimiicac pMa oggi, due giornali, la Mor-1 ning Post e il Manchester Guar- d-ian, rivelano in termini cosi ìden-1 tici, da suggerire una identità di j fonte d'informazioni, ohe il Comi-ltato degli affari esteri del partito sconservatore si è radunato ieri, Snotte in un'aula della Camera dei mComuni per tenervi una vivacissi- srna discussione sulla politica del- ti'Ing'Vilterra e della Lega, di fron-1 ate al conflitto italo-abissino. Oc- i lcorre notare che questo Comitato ! pdi affari esteri, del quale fanno [ dparte anche personalità estranee lalla Camera dei Comuni, ha tale-auna potenza e tale un'autorità da .qpoter esercitare una influenza de- [ vcisiva sul Governo. Ne sono mem bri fra gli altri Austin Chamberlain, Churchill e Amery, eccetera l<spLa potenza del Comitato e statai vrivelata al governo in circostanze | sdrammatiche, quando esso si è po-Ivsto alla testa dell'insurrezione po- ppolare contro Sir Samuele Hoare 1 me ha obbligato Baldwin a sconfes-^sare l'operato del suo ministro de- i ugli esteri. L'attacco definitivo con-1 gtro l'accordo Hoare-Laval venne coor,ifo»,Qt-n Ho Austin charryhoy.\lcapitanato da Austin Chamber- slain, appunto per incarico del Co- ! mitato del quale è presidente. E' simportante tener conto di questo ;tlatto per giudicare il significato Cdi alcune prese di posizione di le-1 pri notte, c per avanzare pronosti- rci sulle loro conseguenze. I pHa preso la parola, a quanto si ri vela, Winston Churchill, la cui rposizione di aperta avversione al-: la politica italiana in Abissinia è ben nota. Egli, con viva sorpresa del suo uditorio, ha sferrato un attacco violentissimo contro la po- litica sanzionista ed ha sostenuto che qualsiasi misura coercitiva . 1 ,. contro 1 Italia dovesse essere im- mediatamente rescissa, dato che. le sanzioni non erano state capaci di impedire o di accorciare il con-' flitto ed avevano sortito l'unico effetto di esasperare gli animi in Italia e di creare seri pericoli di conflagrazione mondiale. Le san- zioni istituite per difendere l'Abis- ■ sinia non avevano raggiunto il lo- ro scopo e quindi, secondo Chur- chili, dovevano essere abbando- nate prima che una dichiarazione aperta di fallimento non giunges- se a porre nel ridicolo tutto il san- zionismo governativo. Se i membri del Comitato sono rimasti stupiti dall'atteggiamento ' quest'ultimo sembra di Churchill essere rimasto ancora più vivamente stup'.'-n dall'accoglienza entusiastica fatta alle sue parole. Altri oratori dopo Churchill hanno preso la parola per appoggiare a fondo la sua tesi, e la decisione finale è stata di incaricare Winston Churchill a prendere !a parola nel dibattito di politica estera di mercoledì per scongiu- rare Eden a farsi propugnatore dell'abbandono delle sanzioni. L'ultra sanzionista Manchester Guarcti'.tn, il quale fra tutti gli organi del sanzionismo britannico è forse l'unico che sia riuscito a non perdere la bussola e l'intelletto, riconosce oggi che il dibattitodi ieri notte eserciterà una consi derevole influenza sul futuro del la politica britannica, e che, se il Comitato persisterà nel suo at- teggiamento, il Governo cosi disposto a lasciarsi guidare dietro le quinte, dovrà probabilmente piegarsi ». Cambiamento di rotta? Certo si è, dice sempre il giornale in parola, che il discorso di Churchill riscuoterà calorose approvazioni di una fortissima sezione della maggioranza conservatrice, di guisa che al Governo sarà estremamente difficile ignorare queste vedute. Un cambiamento di politica, dunque, in fatto ri; sanzioni, rientra nelle possibilità che. secondòil Guardian, sarebbe una follia ignorare. Un attacca alla politica sanzionista si svolgerà pure alla Camera dei Lorda mercoledì prossimo, e sarà aperto da Lord Newton, in base a una domanda di informazioni circa le spese affrontate dall'erario britannico per contentare la Jugoslavia per i danni ad essa causati dal sanzionismo. Si conferma, poi, oggi, che divergenze di vedute piuttosto acu te si sono prodotte in seno al Ga-binetto nei riguardi del questio- r.ario desinato al governo tedesco, E' la divergenza accennata ieri da coloro, i quali, aderendo al puntodi vista francese, chiedono che ledomande siano enunciate in ter- ; i"cl-la'ul,c Mau""a ul rmpuavs, e in coloro i quali per contro consen-! tono un massimo di elasticità on-, d de ottenere da Berlino una rispo-'c sta soddisfacente in via generica,, m:ta,e comunque da spianare la via i c'a trattative generali fra le Poten-|F jmini di tale precisione da esigerei a I precisione assoluta di risposte, e mze locarniste. R P. tac_ . - , iFhnerSICO aPPeliO a o3rr3Ullrper la revoca delle sanzioni ! lcr , SParigi, 1 notte, .icSi assicura che, qualunque sia ql'esito delle elezioni di domenica, mSarraut non presenterà per ora le t ' dimissioni del Gabinetto. Poiché's i prima dell'apertura della Camera a; rimane un mese di tempo, il Capo;}* del Governo intende studiare bene;a , ia situazione, prima di decidersi [R ; alla ritirata. Se queste voci si s j confermano, la Francia si recherà c ai convegno ginevrino dell'll mag- 'in gio senza avere modificato In^ul- S ! Ia ne 1S-nentinè 1 piam r propria politica estera. , c1 JJ mailOVra inglese 1 v"a "««»"" 5'*- j Flandin si è dunque rimesso al'slavoro per preparare l'azione dais svolgere nelle prossime settimane, i^, Secondo questi ambienti, il me- m morandum a! Reich, cui Londra (j sta ancora lavorando, sarebbe sta- to redatto a bella posta in termini t1 abbastanza indeterminati per non a i legare le mani all'Inghilterra. I p ! passi più nebulosi ed elastici del ^ [ documento sarebbero proprio quel- \ V li relativi all'Austria, a Memel e è-a Danzica. Accontentandosi di uni q .questionario rudimentale, e in- : s [ viandolo a Berlino alla vigilia del- 'tdtbla riunione di Ginevra, sotto ri- q<serva di farlo see-uire da un sud-izseiva di lai io seguire oa un sup aplemento orale di quesiti, il gorUei verno inglese tenderebbe a la-'s | sciare aperte le questioni più gra- sIvi, in modo che la situazione si s presenti impregiudicata al mo- z 1 mento della riunione del Consiglio; .^ che Eden possa subordinare^ i un'altra volta la condotta del suo J V1 governo a quella del governo fran- ! v cese, circa l'aggravamento delle s\l : , n sanzioni. ! La Francia, non appena avuto o sentore della manovra, ha manda- z ;to al Foreign Office l'ambasciatore f Corbin, per dichiarare che la prò- s1 pria tesi rimane invariata, che Pa- Ic rjgi p0ne esattamente sullo stesso jt I piano la sicurezza dell'Europa t centro orientale e quella dell'Eu- a ropa occidentale, e che il governo i: della Repubblica non considererà £ soddisfacente una risposta tede- p sca che tenga conto solo dell'una N delle due facce del problema della j s- pace, ignorando sistematicamente No l'altra. Un passo analogo sarebbe'la stato fatto a Londra "dall'amba- £ .-. , . „ n- sciatore dei Sovieti. Maisky. se. In quanto al problema abissino hi propriamente detto, si ritiene qui a-' che la Francia abbia già rinun-J o ciato all'idea accarezzata, come ' mn vi dicemmo pochi giorni or sono, t Fi di porre a Roma Vaut-aui invitan- i a- dola a scegliere fra una soluzione s- ■ pronta ed « equa » della vertenza - e il passaggio della Francia al - sanzionismo integrale. Secondo le - informazioni più recenti, il proe gresso irresistibile della penetra- zione italiana in Etiopia, l'immi- nenza dell'occupazione della capi- ; tale e probabilmente anche qual-1 o che edificante contatto diplomati o co avrebbero persuaso il Quai a d'Orsay a non cullarsi in inutili chimere e a rendersi conto che unjPaese il quale ha riportato una vittoria integrale quale quella del- l'Italia, non si può accontentare di una soluzione di compromesso, t giorni del piano La.val-Hoare so- l e no passati a Sempre ambiguità a - e ln tacondizioni, per non fre a11 «tremai! conflitto di Klee fra Parigi e Londra e tenere pin- r li o a o, seguita da uno strascico di gueril alla Lega t- non prendere pei e erdi peaare a, ò]mori a oa e n alre a iu e aperta la porta alle ulteriori ma- novre, Parigi si preparerebbe a sostenere che. nell'eventualità the l'occupazione di Addis Abeba sia riglia necessitante da parte dell'I- talia un ulteriore sforzo militare, dclle Nazioni convenga li momento al-tra iniziativa e stare a vedere do- ve si va. La Francia speculerei be, insomma, sull'idea fissa ingle-: se di poter fiaccare l'Italia mcr- cè un prolungamento della cam- pagna. Non si tenta forse, infatti, stasera di accreditare la. voce che il negus stia per trasportare la sua capitale a Gorea. sulla strada da Addis Abeba a Machar, al confine sudanese, fra l'Uollcga e il Kaffa'.' Alessandro I-Selassiè. che attira Badoglio a Mosca per lasciarvdo a macerarsi durante la stagione rielle piogge! Ecco quello che, secondo i accolti dall'Oeuvre, in un articolo insolitamente mito nei confronti italiani, sarebbe stato trovato di meglio a Parigi per ot- tenere da Ginevra un nuovo rinvioe ritardare l'ora fatidica di una scelta fra Italia e Inghilterra; giacché, come soggiunge il gior- nate in questione — e la testimo-niànza è interessante -■ «nem- meno un governo francese diestrema sinistra potrà mai fareilina scelta decisiva fra Londra e Roma, data la certezza che una ruJa-> simile scelta lo trascinerebbe in o- complicazioni mediterranee gravi,o, e ciò quando l'Inghilterra non puoa dare alla Francia altro aiuto fuor- to.che tre o quattro divisioni e solo le una decina di giorni dopo I'aggres-r-lsione, aggressione che coi mezzi ib\ NI f inumai». \d! Il solo inconveniente del piano] , dilatorio attribuito alle sfere fran-;S'cesi è che esso implica il manteni-jy, mento inalterato delle sanzioni, e n i che le sanzioni perpetuano tra p|Francia e Italia proprio quella si- j ci attuali mineo» può avere effetto ful- tuazione equivoca che Parig avrebbe maggior fretta di veder cWcessare. Proprio oggi il comitato [q iFrance-Italie ha inviato a Sar-ìclrautunaPPel,ocoslconcePito: \l« Rovinose — dice la lettera —' t ! lcant°Perf ritalia come P.erj Pae Si, abbastanza rari — si dice — iche le applicano scrupolosamente, queste sanzioni, dopo che la Ger mania ha violato i trattati met tendo il suo esercito nella zona 'smilitarizzata del Reno, appaiono ancora più inique e pericolose per ;}*; pace^dTirEuropa Intaue erano ;aj nostri ocelli fin dal principio, [Rifiutando di effettuare un'inchie sta sugli atti di brigantaggio, di cui l'Italia si lamentava e di cui 'inoltre_ tutti i vicini dell'Etiopia S^f^Sm?slfKli ritto di Pronunciarsi sul conflitto che evidentemente ne derivava, e 'sia delle sanzioni, quali esse fosiseroi in Q.ue' in cui non ave- i^^"^0/'^^ m'sura contro la mYnTe,ln vfoLziòne del trattato (jj Versailles. « il trattato di Versailles è sta to violato una seconda volta, e anche il trattato di Locamo — prosegue la lettera — il 7 marzo ^°trasoi:Q nne^"na, """SSf e, sta^a \ Vìmini, nessuna salone™ ciò è evidente, verrà presa contro i quelli che, foglio per foglio, di : struggono, gloriandosene, il trat 'tato di Versailles, mentre più di d'altra parte questa stessa Società delle Nazioni era nell'impossibilità di prendere contro chicches- èdLoPFz quals asi altro impegno interna- izlonale 11 Co>'e«a«* era destinato a farlo rispettare. Per tale fatto, Ue sanzioni adottate contro l'Italia 'sono diventate ancora meno giu stificabili e non possono, senza co stituire una seria sfida alla giusti zia> essere mantenute più a lungo, ; . * Pe.r di.PfV.' minacciando fin ^^ bcnttcNcsgSpzmds Vpìinnìn 103^ Ha TT1 H' , » ( ! vai con la Nazione soreUa Queste I sanzioni coatituisconoT^ nirni o-in.-r,^ r,;,-, 1 nostra sicurezza. Dopo il 7 mar-1 ogni giorno sempre pu grave per| zo' nessuno può dissimularselo, la f^tfo ?iaSffl«a lo sta nuovamente alla portata dei Icannone tedesco, può essere viola jta in poche ore e l'invasione sca tenata rapidamente. Noi avremmo all<?ra bisogno non soltanto di aio i^fTa-t,/0!":.^!; dì fIleati £0°, un anno "a, ^'Xata n* 1 tem p0 stesso sicura forte e pronta, a Noi chiediamo al governo che pre- ! a j siedete di fare di tutto affinchè la' e Nazione, che ha tante volte mescoe'lato *' s.u° f.an£>ue al nostro sui - £anip' ,f'tag:'11?'ofridlve",U per noi la preziosa alleata che la no- stra partecipazione alle sanzioni o ha cosi lungamente arrischiato di i alienarci». -J Avrà il nuovo appello risultato e ' migliore dei precedenti, se la.| , t Francia pensa davvero a rinviare - i ancora una volta le proprie ree sponsabilità invece di affrontarle? a l C. P.