Ansia guerresca tra i reparti in agguato di Mario Bassi

Ansia guerresca tra i reparti in agguato Ansia guerresca tra i reparti in agguato (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Bologna, 18 notte. E' difficile stabilire da che cosa si ritragga, per quali elementi si concreti così viva questa impressione, veramente di « sona di operazioni », così acuto questo senso di attesa e di ansia guerresca, risalendo oggi l'Appennino emiliano lungo la grande direttrice stradale che inette capo al passo della Futa e soffermandosi a quel valico fra prato e bosco onde di là si ridiscende in Toscana e onde si spiega tanta meraviglia dì panorama per irti monti e per aspre giogaie e poi digradare di poggi e approfondirsi di valli e poi ancora un mareggiare di colli uno sterminato accavallarsi e scendere e perdersi dì alture dall'una e dall'altra banda, per quanto l'occhio abbracci di orizzonte. Difficile a spiegarsi, impressione e senso, dacché non si incontrano, strada facendo, reparti di truppa, non si vede, per frugare che si faccia dovunque, su per le erte tra il verde delle strade, non si scopre nessuno spiegamento di armati nò in sosta nò in campagna, non una macchina da guerra, un cannone, una mitragliatrice, non un uomo col fucile. Pure — sappiamo — questi monti e queste valli già pullulano di armati, sono piene di armi in ogni loro recesso. Ma questo appunto dà l'impressione e il senso della verità guerresca non di una finzione che sarebbe tanto più manierata e assurda quanto più apparisse visibile e spettacolosa, dà l'impressione e il senso della realtà questo non vedere, non scoprire nulla del tanto che si prepara dell'enorme organismo che già invertebra poderoso e tentacolarmente si espande in potenza e che sta per entrare in funzione, nella sua funzione — al caso vero — strepitosa e terribile. IAZI~.,"seànò dell'invisibile Il disciplinamento delle retrovie Certo, qualche cosa nutre non soltanto il nostro immaginare, ma questa nostra percezione dell'invisibile organismo che ci vive così nascosto intorno. E a parte che siamo informati della sua esistenza, ì segni indicatori ci si moltiplicano per via; ma niente più che segni e tali anche che richiedono un occhio non del tutto profano per essere visti e soprattutto per essere ricollegati insieme e misurati nella loro gigantesca portata. Ecco a Pianoro nella valle del Sàvena, a 15 minuti di automobile da Bologna, un vastissimo spiazzo trasmutato in autoparco; e vi si allineano per più file, in un geometrico ordine perfetto, centinaia di autocarri militari tinti di grigio-verde. E rami verdi tagliati sono disposti a ricoprire il tetto delle macchine e sui parafanghi e sui radiatori a dissimulare ìa caratteristica forma; è il «mascheramento » perchè non sia facile l'osservazione dall'alto dei velivoli che eventualmente si spingessero in ricognizione. E la vigilanza stradale. Tutta la strada è perlustrata da carabinieri, i quali dispongono e fanno rispettare una rigorosa disciplina stradale. Vietato sostare con le macchine, scrupolosa osservanza della propria mano. Si nota insomma la organizzazione del traffico sulle retrovie, il disciplinamento delle retrovie. Poi, a un paese, il Municipio, la scuola, vigilati da carabinieri o soldati; e 'die porte un labaro o un vessillo indicatore: — Comando tuie — Comando tal altro. — Nel Mu nicipio, nella scuola vi è insediato uncomando. E' un altro segno. Corriamo per la magnifica strada urinata 0perante~Quulchc autocarro inilitarec/it' fila via veloce per i tortuosi rì-giri. Qualche motociclista. E questi fasci di fili telefonici, dei telefoni da 'campo c/ie si svolgono ai aiocro m albero semplicemente appoggiati ai rami o poggiati sulle siepi; e vengono da quei comandi installati nelle scuole e nei municipi e vanno verso quei reparti che non si vedono, verso quei corpi dì truppa invariabilmente nascosti. Sono come il sistema nervoso di questo organismo militare, nervi che collegano il cervello agli arti fino alle ultime estremità. Su un paggetto fra gli alberi vediamoemergere sottile l'antenna di unastazione Marconi. Un altro centronervoso, un altro dei gangli. In un paese, sostando, ci affacciamo al Municipio dove si è installato un alto comando, comando di armata. Qui la sensazione guerresca si completa. Le carte topografiche spiegate sui tavoli tracciate dei segni delle dislocazioni delle truppe; ufficiali di. Stato Maggiore chini a consultarle; ticchettare di una macchina da scrivere. Piantoni recano dispacci. Un colonnello di Slato Maggiore detta degli ordini. E' diffuso, pure in calma e silenziosamente un fervore intenso di attività. Qui si sorprende la vita di quell'immenso organismo che fuori, nello spazio, per monti e valli, intende e opera, la si sorprende come ascoltandone questo chiuso e sommesso battito del cuore. giunti si sono schierati davanti al-'l'albergo, bambini hanno in mano In un altro paesctto la popolazio i ne si è riversata per la via; i villcg l bandierine. I carabinieri di servizio\si informano che è, che cosa cerca, \che cosa aspetta la popolazione conquest'aria di festa grossa, con que-sti preparativi. ■— Ma il Re, il Duce, devono pas- saie. Devono passare adesso di quu. I carabinieri non lo sanno; assicurano che non hanno ricevuto nessun preavviso. Oh! si. Il desiderio dì questa gente è così ardente e teso, ! E ancora i fili del telefono da '.campo si inseguono dì albero in almero, di siepe i'i'siepe. E sfilano au- la loro aspettazione è così ansiosa chegiù essa ha creato il fatto; e si prc-cipitano a ogni automobile che pus-sa scrutando avidamente nell'in- terno. E ancora tocarri militari che portano botti di acqua. Poi una autoambulanza. Qualche motociclista saetta via col moschetto a tracolla; e giù per ì rigiri ghiaietta minuta. Pace agreste La Campagna intorno si eripidi della strada, sull'asfalto lucido dove è stata sparsa alle curve unapiace gode sovranamente nel sole. Una se-rie di monti mostra profili scabri,si appuntano rupestri. Verde fondo diboschi, verde chiaro di prati. Peri colli le culture si alternano alle macchie con zone sterilì di giallocupo. Là, una chiesetta accenna colsuo campanile aguzzo; di qua un ca-stello torreggia. Ville patrizie si a/-facciano tra la quiete di ombrosi par- chi. Nelle fattone si svolge la ope-rosa vita colonica. Sulle aie solatiegruppi di bambini e il vagolare del 'pollame. I gigunteggìanti pagliai a cono, luccicano d'oro nel sole.'Altra- 'verso i paesi gruppi di villeggianti, qualche comitiva in chiari vestiti \cstivi. Una gaiezza serena pare in- sita nelle cose e negli uomini; una \gran pace, una pienezza di pace agre-lste e montanina spira dovunque nel- l'aria meridiana, fulgidamente luminosa. E finalmente, al margine d'un bosco, in una specie di grotta nel verde, lo vediamo, un cannone, un gros- 'so calibro, tutto coperto di rami e ì frasche, sommerso sotto il frascame, ' trasformato in uno strutto masto \ doniico cespuglio. E più in là, in una raduradel bosco, i cassoni, anch'essiricoperti di fogliame; e un altro can-\none; e le motrici del treno Ma stupefacente, in verità, questo occultamento delle masse di uomini raccolte e pronte per le operazioni, e l'occultamento della massa immane dei materiali. Tolti ì pochi, i mi- quelli, nuli altro rivela 1 adunata de- \gl, uomini, Vammassamento dei ma- unni segni che abbiamo accurata\mente elencato, e che potrebbero anche facilmente sfuggire ad uno che passasse ignaro e poco attento, tolti \ feriali. Nulla ammirevole, questo; e ]che, nella realtà guerresca, costitui irebbe già un eccezionale successo, i e una validissima preparazione di : successo. In sostanza — ora che sia\mo giunti al Passo della Futa, — i cioè abbiamo superato il limite di \divisione — vogliamo dire il coti- !/ine? — tra i rossi e gli azzurri dobbiamo confessare che non ci \ stato dato di scoprire un solo repar-] to dei rossi, di cui pure abbiamo at- [traversato in pieno la linea, iti prò-'fondila, e in parte l'abbiamo percor- su, e sulla loro stessa direttrice dinon ci è manovra, e su una delle loro stesse principali arterie di transito. Mera- \ viglìoso. ì E dobbiamo soltanto alle sapientìle minute indicazioni di un coman- 'dante se, finalmente, dal Passo deZZa Futa, scendendo nella Pineta, riusciamo a trovare un reparto di fanteria, che è sostato per il rancio e ora sta riprendendo la sua marcia: secondo battaglione del 22.o Fanteria. Ma questi sono — azzurri, — le avanguardie degli azzurri che, secondo il supposto delle esercitazioni, all'atto dell'inizio, saranno già in possesso del valico, occupato con una presupposta azione di sorpresa, corrispondente all'altra, per cui, gli azzurri stessi, dalla, testata di Val Reno hanno reciso il saliente che la valle stessa forma nell'Appennino Pistoiese, verso Prunetta e Piastre, che hanno raggiunto la linea Comi alle Scale — La Maceglia — Punta del Crina — Poggio Lagoni. — Ora, qui da Passo della Futa, queste altre avanguardie azzurre marciano verso le alture di Poggio Castellacelo che là si inarcano boscose; e cui segue, oltre, quella fila di aspri monti selvaggi, il Asso di Castro, Monte Freddi e l'irto cono antistante di Monte Beni, e Monte Oggioli, e Monte Cauda: tutti sopra dai mille metri. La situazione delle due armate Stasera la nostra attenzione si concentra sul diramato comunicato del — supposto — delle esercitazioni, supposto comune ai due partiti. Poi sono stati diramati comunicati speciali, della situazione particolare della prima Armata (partito azzurro), e della situazione particolare della seconda Armata (partito rosso): si tratta, cioè, delle istruzioni e disposizioni generiche che i due cornati-danti delle contrapposte Armate hanno ricevuto ciascuna dal proprio comando in capo. Ecco, dunque, la situazione particolare dell'Armata degli azzurri: « Il comandante della prima Arma ta (partito azzurro) riceve dal co mandante delle forze armate azzur-re le notizie e gli ordini seguenti: « Notizie fin qui pervenute confer-mano la previsione che il nemico in-tcnde mantenere, per ora, atteggia-mento difensivo. Prptiimihiimpn/f frestimiOtlmenle,, sulla fronte di codesta armala esso] mata attacchi al pià presto » \ m eccQ ]u sìtuazione particoiare ha attestato un certo numero di di-visioni; altre forze, di entità non pre-cisata, sono segnalate in arrivo. « E' indispensabile sfruttare la no-stra attuale prevalenza di forze per1 superare l'ostacolo appenninico eraggiungere la pianura emiliana. «Pertanto V. E. con la prima Ar-dell'armata dei rossi: «Il comandante della II Armata (partito rosso) ha ricevuto dal comandante delle forze armate rosse le seguenti direttive: « E' necessario tenere per ora atteggiamento difensivo: la seconda Armata ha il compito di arrestare sulla displuviale appenninica una eventuale offensiva nemica, « NcWipotcsi che la )Wstra radu. \mta riesca phì pronta c]j qucìla a;._ versarla, così da farci una prevalenza iniziale forte, sia studiala la possibilità di una puntata offensiva. « Tale azione sarà effettuala solo di questo co¬ \socne au improvviso, ni moauiiasio-™ generale; contemporaneamente,"0""0 inizio le ostilità...», eoe. -1, U giorno X è domani, domenica, i! 19- Le ostimà — come diceva 0Melin seguito ad ordine mando ». Il giorno X cui si riferisce il supposto comune ai due parlili. — « // ^9^orno % 1 beUigcrantiiiid'u Il giorno X è 19. Le ostilità e'buon montanaro che si preoccupava che ogni lume nel paese fosse spento \— le ostilità cominciano alla messa-\notte: ossia per essere più che precisì alle-ore 0. l Mario Bassi / \ J) 0 Bucfrìo OLOGNA

Persone citate: Cauda, Comi, Duce, Marconi

Luoghi citati: Bologna, Pianoro, Toscana