L'arrivo del Re e del Duce nella zona delle operazioni

L'arrivo del Re e del Duce nella zona delle operazioni Le grandi manovre si sono iniziate a mezzanotte L'arrivo del Re e del Duce nella zona delle operazioni Mussolini riceve il generale Baistrocchi e i Sottosegretari all'Aeronautica, alla Marina e agli Esteri - I campi di aviazione ispezionati dal generale Valle -- Intensa attività dei reparti aeronautici dei partiti rosso e azzurro L' (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Zona di manovra, 18 notte. Non sempre le cosidette grandi manovre, oggi si chiamano più propriamente « grandi esercitazioni », sono state una cosa seria ; che spesso esse erano talmente addomesticate, talmente imbrigliate, talmente preordinate, talmente artificiali, da scivolare nella commedia e in questo caso esse riuscivano pericolosamente dannose, poiché deformavano la personalità morale e tecnica dei partecipanti e creavano assurde convinzioni e teorie che la guerra doveva poi incaricarsi di affogare negli insuccessi o nel sangue. Nessuno potrebbe pretendere che le grandi esercitazioni di pace rendano l'immagine della guerra, perchè l'immagine vera della guerra non è data da uomini armati e in uniforme, moventi gli uni contro gli altri secondo regole determinate, non è data dagli ordegni piazzati in offesa o fragorosamente inviati al combattimento, non è data dal frastuono degli scoppi e dei proiettili, essa è data essenzialmente, se non unicamente, dalla emozione dominante del rischio mortale, dalla ec- citazione o dalla depressione che questa emozione suprema diffonde negli ambienti e nei reparti, dalla visione e dalla vicinanza costante della morte e del sangue; per questo la guerra è e rimarrà sempre una manifestazione di ordine soprattutto morale e per questo nessuna grande esercitazione di pace, per quanto immaginosa o realistica, potrà mai evocare il clima unico e inimitabile del campo di battaglia. Direttive e scopi Ma le spese e le fatiche che le grandi esercitazioni comportano saranno sempre largamente giustificate e compensate, quando le esercitazioni riusciranno a riprodurre, con criterio nazionale e realistico, almeno qualcuno degli atti e delle situazioni che il supremo e irriproducibile atto della battaglia precedono ed accompagnano. Diceva il maresciallo di Saxe: La tète tourne toujours aux hommes, lorsqu'il Venir arrive des choses auxquelles il ne s'attendent pus; è certo che di tali cose al soldato ne capiteranno a ogni minuto in combattimento ; per ciò un grandissimo risultato avrà già ottenuto chi saprà portare le proprie truppe al combattimento, senza che si sia verificato, sino a quel momento, tanto di imprevisto da far loro perdere la testa. Le grandi manovre dovrebbero, dunque, avere lo scopo essenziale di portare l'addestramento dei quadri a un punto tale di esperienza pratica da ridurre al minimo il quantitativo di imprevisto che, in azione, può loro capitare. Perciò, esercitazioni realistiche, esercitazioni libere, esercitazioni senza rime obbligate. La lettura delle direttive di queste grandi esercitazioni appenniniche dell'anno XII, i criterii di organizzazione e di impianto, i nomi dell'alta gerarchia di manovra, le sensazioni locali di ambiente, sensazioni dove domina quella della presenza del Duce Capo Militare; concordano nel dare l'impressione confortante che ogni vieto convenzionalismo sarà bandito da queste nostre esercitazioni militari e che, alla non sempre comoda realtà, sarà accordata obbedienza incontrastata ed assoluta. Se questo sano e razionale criterio, felicemente seguito nell'impostazione delle manovre saprà prevalere costantemente fino alla fine di esse; e vi sono molte ragioni, fra le quali una altissima, che ce ne affidano, queste esercitazioni segneranno l'apertura di un'era nuova, di un'era squisitamente Fascista, nella storia dell'alto addestramento militare. Il supposto di esercitazione, comune ai due Partiti, supposto col quale le ostilità vengono aperte alle ore 0 del giorno 19, è il seguente: « Il giorno X i belligeranti indicono, pressoché all'improvviso, la mobilitazione generale ; contemporaneamente hanno inizio le ostilità. Offese e difese « Tra il giorno X e il giorno X + 6 le truppe di copertura dei due Partiti si fronteggiano lungo la linea di confine. Questa ( per quanto interessa) segue la displuviale appenninica da Corno delle Scale a Monte Paganino: indi, per le falde occidentali di monte Carzolano, si porta sullaIcresta del contrafforte fra Sernio e1 Santerno e la segue fino a Bolognese, per poi raggiungere il rmo e\CaStC'rmare lungo il torrente Sernio « Fra le propaggini appenniniche il mare, un robusto sistema di ope-' re permanenti organizzate sin dal tempo di pace dai rossi, impedisce agli azzurri di agire offensivamente per la pianura. Esso si appoggia alla zona montuosa con opere sorgenti fra Prugno e Orsara, a Fontanaelice e a S. Clemente, per sbarrare, rispet- tivamente, le strade provenienti da^Casola Valsenio, da Castel del Rio e da Sassoleone. « L'attività delle opposte truppe di copertura, mentre ha impedito l'esecuzione di notevoli lavori difensivi, non ha modificato sostanzialmente la situazione. Per altro, alla testata di Val Reno un'azione offensiva, preordinata e condotta di sorpresa, ha consentito agli azzurri di recidere il saliente che la testata di Val Reno fa verso Prunetta e Piastre e di raggiungere la linea Corno delle Scale — La Maceglia — Punta della Crina — Poggio Lagnoni. « Contemporaneamente, al riparo delle rispettive coperture, grandi unità dei due partiti stanno ultimando la loro radunata con movimenti per via ordinaria e per ferrovia ». Supposto, dunque, dei più realistici, persuasivi e convincenti: sia mo in piena guerra brusquée, cioè in quel solo tipo di apertura di ostilità che i tempi e l'etica politica internazionale moderna fanno prevedere logicamente attuabile. Quindi, niente bagaglio accademico (e purtroppo anche regolamentare; ma, grazie a Dio, i regolamenti nostri oggi sono in revisione generale) di quella famigerata « esplorazione strategica » che, nel maggio e giugno 1915, fece perdere all'Italia un'infinità di buone occasioni e la fece arrivare troppo tardi su molte eccellenti posizioni, niente coreogra ifia di « marcia al nemico » e abolì-1 zione, altresì di quella paradossale « marcia di avvicinamento » che, in certe ineffabili descrizioni e precisazioni regolamentari di tempi e di procedimenti, faceva tanto irresistibilmente ripensare alla popolare pa¬ rabola di Bertoldo in cerca dell'albero per impiccarsi. Nelle nostre esercitazioni abbiaimo invece truppe di copertura av- 1 versane a immediato contatto e che si azzuffano subito senza compii-1 e che, naturalmente, si affacciano menti. Gli azzurri, anzi, hanno già effettuato un'operazioncella di sorpresa che mette il loro fianco sinistro al coperto e assicura loro una buona posizione di partenza per l'ulteriore operazione offensiva nella vitalissima direzione di Bologna. Vorranno e potranno essi approfittare del vantaggio che si sono assicurato, o la felice operazione condotta a termine ha soltanto un carattere precauzionale e difensivo; o non vuole essa piuttosto costituire una finta per mascherare intenzioni offensive risolutive in altre direzioni? Ed i rossi quali disegni e possibilità hanno di reazione locale e generale? A quale distanza si trovano dal confine le prime truppe azzurre e rosse disponibili per azioni efficaci? Ecco una quantità di interrogativi che sorgerebbero nel caso vero spontanei anche a chi assiste a questa apertura di esercitazioni militari che si presenta piena di verosimiglianza e densa di attesa e di interesse. La prima giornata di operazioni vede 1 impiego dell'aviazione che, proprio in questa fase può dare il suo massimo rendimento, e mediante il sondaggio pratico del combattimento potrà, forse, fornire già qualche indizio attendibile sull'atteggiamento e sulle intenzioni degli avversari. Per ora, i dati cogniti sono troppo poco numerosi e troppo insignificanti per consentire di avanzare qualche giudizio fondato. S. M. il Re è già sul terreno delle manovre; il Duce è presente; il generale Baistrocchi ha tenuto ieri il rapporto degli ufficiali. Giacomo Carboni. I comunicati ufficiali SCARPERIA, 18 notte.' Alle ore 19,30 proveniente da Riccione il Duce è giunto alla Villa Palagio dei Principi Borghese sede del Quartiere generale. SCARPE RI A, 18 notte. Appena giunto a Scarperia il Duce ha ricevuto il generale Baistrocchi, che Gli ha riferito sullo svolgimento delle manovre, e i Sottosegretari all'Aeronautica, alla Marina e agli Esteri. SCARPERIA, 18 notte. S. M. il Re è giunto nella zona delle grandi manovre oggi alle ore 19. Erano a riceverlo le LL. E E. Badoglio, De Bono, Grazioli, Perris, Ago, Di San Marzano, Calcagno, Marinetti, S. E. il Prefetto di Bologna, i Podestà di Bologna e di Sasso e molti generali e ufficiali superiori partecipanti alle manovre. Numerose rappresentanze erano schierate al suo arrivo. La popolazione raccoltasi presso il treno reale ha improvvisato a S. M. una calorosa dimostrazione. ROMA, 18 notte. II generale Valle, partito in volo alle 7,25 di stamane dall'aeroporto di Montecelio con un apparecchio trimotore da bombardamento ha ispezionato i campi di Pisa, Bologna e Firenze, ove sono dislocati i reparti della R. Aeronautica, che partecipano alle grandi manovre ed ha proseguito quindi per il quartiere generale delle Manovre. BOLOGNA, 18 notte. Le due aviazioni avversarie entrambe assai attive, specie la rossa, hanno nei giorni scorsi svolto azioni intese ad ostacolare la radunata degli eserciti nemici, colpendoli nei loro centri vitali di alimentazione. I rossi, per concordi informazioni, constatato di essere temporaneamente superiori in forza sulla linea di confine mentre altre unità azzurre a qualche giornata di marcia affluiscono verso il nord, decidono di sfruttare immediatamente con puntate offensive questa superiorità per migliorare la propria posizione. manovTe dell'Esercito italiano dal Fa ««smo rinnovato nelle armi e nello spi. II saluto alle truppe della Decima Legione Bologna, 18 notte. In occasione delle grandi manovre, il Segretario Federale ha rivolto alle truppe il seguente caloroso saluto a nome della X Legione. <?. Si svolgono in questi giorni nell'Appennino tosco-emiliano le grandi rito. La X Legione saluta cori vibran}0 .entusiasmo i camerati in grigio verde cne si addestrano mento e alla vittoria al combatti- ..v, ..è alla vittoria e innalza ancora una volta il proprio grido di fedeltà al Duce che sarà sul campo in mezzo ai suoi fanti, Animatore e Condot- tienfìT « La massa non vince la massa; un Esercito non vince un Esercito; la quantità non vince la quantità. Bisogna affrontare il problema da un altro punto di vista, quello della qualità ». MUSSOLINI ce Le armi sole non bastano senza lo spirito. Le armi sole non bastano a dare la vittoria, se gli uomini non la vogliono tenacemente e disperatamente conseguire». MUSSOLINI a ...l'Esercito ha un compito solo, il compito supremo: prepararsi per essere pronto, in ogni momento, a difendere gli interessi della Nazione». MUSSOLINI