Baer, Carnera e C,

Baer, Carnera e C, Panorami pugilistici Baer, Carnera e C, Ci mancava la sorpresa del 14 maggio Per mettere la rivoluzione anche nella categoria dei pesi massimi, che dopo l'avvento di Primo Camera, sembrava dovesse — salvo i combattimenti, diciamo cosi, d'ordinaria amministrazione — restare tranquilla per un paio d'anni almeno. Perchè se a Carnera non capitava fra capo e collo quella tegola che ha fatto e farà versare fiumi d'inchiostro, per quanto riguardava la massima categoria c'era poco da lambiccarsi il cervèllo. Volere o no, dopo un'infinità di giri e di ragionamenti, tutti i tecnici — anche quelli americani, che pure avrebbero pagato qualche cosa per fare differente — dovevano arrivare alla conclusione che il titolo mondiale assoluto spettava a Primo Camera. Il gigante aveva infatti messo fuori combattimento Jack Sharkey e Ennie Schaaf (quest'ultimo, purtroppo, per sempre) aveva battuto ai punti due volte quel King Lewinski (Harry Krakow), che pareva dovesse essere la stella nascente, il secondo Tunney, e superato Tommy Loughran, il più abile dei massimi americani», aveva, insomma dimostrato di poter tagliare la strada agli uomini più in vista nel 1932 e '33 salvo che ad uno stranissimo tipo di atleta, molto amante degli ambienti cinematografici e così poco propenso a calzare i guanti di sei once da camparire in veste di combattente tra le corde del ring una volta all'anno: Max Baer. Se Camera avesse battuto anche il fotogenico Max », chi si sarebbe opposto a « Primo » con speranza di successo? I pesi massimi di valore sono pochi nel mondo e per raggiungere la dozzina bisogna già mettere in lista degli uomini pressoché raggiunti dai limiti di età. Il colpo di mano del protagonista di « Idolo delle donne » ha, con la sua inattesa vittoria, se non cambiata o moltiplicata la lista, fatto sorgere molte speranze e messa un po' di rivoluzione tra i ranghi specialmente dei giovani, che vedono in Baer l'uomo che batteva meglio di quando sul trono mondiale sedeva il gigante italiano. Siamo, per esempio, convinti che il tedesco Walter Nensel — che con le sue vittorie su Stanley Poreda e Ray Impelletteri nel 1933 e quelle ancor più importanti su Lewinski e Loughran nel '34 ha posto la sua candidatura al titolo mondiale — sia molto più contento di doversi battere con Max Baer che con Primo Camera. Vediamo dunque di dare agli appassionati dello sport del pugno, un quadro di questi atleti che hanno titoli per essere riguardati tra i più forti del mondo. Una dozzina in tutto Abbiamo detto che è già difficile riunirne una dozzina ed infatti ecco una lista di tale numero che, premettiamo, non tende a fare una graduatoria, ma una semplice elencazione: Max Baer, Primo Camera, Walter Nensel, Steve Hamas, Art Lasky, Max Schmeling, Jack Sharkey, King Lewinski, Tommi Loughran, Larry Gains, Paulino Uzcudun, Pierre Charles. Che questa lista sia completa lo prova, tra l'altro, la graduatoria risultata alla fine del 1933 dopo la votazione annuale di cento tecnici del Nord America: Eccola coi relativi punteggi ottenuti dai singoli pugnatori: Camera, punti 933 su mille; Baer, 932; Schmeling, 711; Loughran, 624; Lewinsky, MS; Sharkey, 436; Patsy Perroni, 190; Risko, 187; Impelletteri, 169; Hamas, 155. Come si vede, arrivati a Sharkey si inizia la dispersione di voti, poiché i critici avevano troppi uomini in vista presso a poco dello stesso valore. Sarebbe perfettamente uguale, infatti, sostituire a Risko, Larry Gains ed a Perroni, Pierre Charles o « Paulino ». L'unico pugilatore che con un balzo deve aver guadagnato nell'opinione dei tecnici molte posizioni è Steve Hamas, che ha battuto Schmeling nel febbraio scorso, dando un colpo mortale alla fama dell'ex-campione del mondo. Sulla lista da noi compilata si può dunque ragionare per stabilire quale è l'attuale situazione mondiale nella categoria dei « massimi ». E' intanto interessante mettere accanto ad ognuno di questi campioni il relativo anno di nascita, poiché contro le leggi del tempo l'atleta del pugno potrà combattere più o meno efficacemente, ma o presto o tardi deve pure soggiacere. In tal modo si verrà a dividere la lista in due gruppi: uno di pugnatori che hanno un record poderoso, ma macchiato, in questi ultimi tempi da gravi sconfitte, l'altro di giovani stelle che si sono arditamente portate alla ribalta reclamando il diritto di sostituirsi ai vecchi idoli nel cuore delle folle e nella raccolta dei grossi pacchetti di dollari. Al primo gruppo assegneremo Jack Sharkey, Tommy Loughran, Max Schmeling, Larry Gains, Pierre Charles e Paulino Uczudum. I primi due sono nati nel 1902 e perciò hanno raggiunto quei 32 anni che, salvo rare eccezioni, segnano il periodo di decadenza dei professionisti del guantone; Schmeling, pur essendo del 1905, pare possa difficilmente risalire la corrente e cancellare le sconfitte subite da Hamas e Baer; Larry Gains ha raggiunto l'età adatta alla vita tranquilla, il belga Pierre Charles, oltre ad avere trent'anni, non ha la classe per aspirare a farsi luce tra i giovani di primo rango e, infine, « Paulino », per quanto appartenga alla categoria dei duri a morire, non può nascondere la sua classe di leva: 1899. Come vedete, anche solo sulla base dell'età, già si possono trarre molte significative conclusioni. Se poi mettiamo il naso nei records allora vediamo che Sharkey è stato battuto troppo chiaramente da Camera per sperare in una rivincita. Gli stessi tecnici americani, del resto, che avevano concesso all'ex marinaio S97 punti alla fine del 1932, mettendolo al secondo posto in graduatoria, non glie ne hanno dati che 436 alla fine del 1933, relegandolo al sesto posto nella scala dei valori mondiali. Vediamo, proseguendo, che Tommy Loughran non ha potuto che difendersi coraggiosamente di fronte a « Primo » ed ha dovuto cedere all'irruente giovinezza di Stewe Hamas; constatiamo che il pugilatore di Pomerania registra nell'ultima parte del suo record delle sconfitte troppo significative e che Larry Gains, per quanto vanti una discussa vittoria su Camera, deve accontentarsi di battere ormai degli uomini di secondo piano in Europa, avendo una quotatone bassissima negli ambienti nord americani. I giovani La rosa dei dodici si riduce perciò ad una stella con sette punte, tra le quali occorre cercare la più aguzza. Tra i giovani, quello che ha dimostrato, sia pure a lunghissimi intervalli, di essere il più forte, è certamente Max Baer. Il venticinquenne ebreo, che ha fatto della California la sua residenza abituale, dopo un grigio periodo nel 1931, durante il quale è stato sconfitto da Loughran, Risko e « Paulino », si è riabilitato nel 1932 battendo due volte Lewinsky e Ernie Schaaf ed è balzato di colilo in primissimo piano nel 1933 con la sua vittoria,prima del}imirn =■» aohmollnt; oho,- ffì ^muvipo,emsaespetvcnfiCpllitcsmaptztncttraGciDrtItiKtznsisztsclpvct era ancora ritenuto il più diretto rivale di Camera. Baer è un atleta dai grandi mezzi e u intelligenza non comune, ma la sua ecnica ha bisogno di molti ritocchi e, senza una salda tecnica, si possono avere sempre delle brutte sorprese. Oggi Baer detiene il titolo e, potete essere sicuri che lo difenderà strenuamente sorretto, oltre che dai suoi muscoli, dallo smisurato orgoglio che lo anima; ma è inattaccabile il suo trono e la sua lama appoggia su un piedestallo di granito? Non siamo di questo parere. La sua vittoria su Schmeling e inconfutabile e schiacciante, ma è altresì inconfutabile che il tedesco attraversava un pessimo periodo di forma, come lo prova la netta sconfitta subita nel febbraio scorso da Hamas. Tutta la forza del suo record di campione del nondo sta nella recente vittoria su Camera. E' sufficiente un trionfo, sia pure sensazionale, per iscrivere nella ista dei fuori classe mondiali un pugiatore, tanto più quando questo trionfo mpallidisce dando un'occhiata ai cartellini dei giudici ed al film del match, che rivela molte scorrettezze commesse dall'immodesto -.Max»? Logicamente no. Quando si parla di battaglie a colpi di pugno inguantato e dei suoi gsplqpmCviLqgtidgcnuLAlatzrsprotagonisti, non bisogna lasciarsi ! ltraspoKare né dall'eccessiva ammira- rzione per una vittoria, nò dal precipi- etato pessimismo per una sconfitta se Bnon si vuol cadere in errori gravissimi che il tempo ed il quadrato da combattimento potrebbero mettere in luce. Baer deve pensare a difendere il suo titolo, oltre che da Camera, che ha diritto ad una prova d'appello con un arbitro severo che la diriga, da altri mdCci giovani « assi » come lui in rapida ascesa e di lui solo, forse, meno fortunati.Essi sono Neusel, Hamas e Lasky, 1 primi due suoi coetanei ed il terzo del'età di Camera. Neusel, ha, presso a poco, le stesse qualità atletiche e pugilistiche del pupillo di Dctnpsey. Pesa un chilo o due meno di lui ed è leggermente più alto. Come temperamento e potenza lo equivale e come tecnica non ha nulla da mparare dal neo-campione del mondo. Le sue chiare vittorie — specialmente quella riportata ultimamente su Loughran tecnici d'oltre Oceano chc'lo ritengono l più serio pretendente al titolo mon diale. hanno molto impressionato ^Anche Hamas ha fatto grandi prògrossi in questi ultimi tempi — propriocome Baer — poiché nel 1932 ed anchenel 1933 ha subito delle sconfitte dauomini non di classe mondiale comeLee Ramage, oltre che da Loughran Anch'egli ha lustrato la sua fama con a vittoria su Schmeling. E' un bello atleta di 85 chili o poco più, alto metri 1,82. Il terzo alfiere della nuova generazione che si fa avanti è Art Lasky, che, rimasto nell'ombra fino alla fine dello scorso anno, avanza a grandi tappe,'ultima delle quali è stata la sua vitto-ria su LevinKk.V f12 giugno). E' anche e"li un giovanottone della taglia di Bacr Con chi si batterà Camera? Nuovamente con Baer o con uno dei vincitori di Levinsky e Schmeling? Vedremo. Come nota di chiusura dirò ai lettori che Neusel e Lasky sono, come Baer, sraeliti. Carlo Volpi

Luoghi citati: California, Europa, Hamas, Nord America