LA MUSICA

LA MUSICA LA MUSICA Nuove inscenatare wagneriane . , , „ ..„:,„7 „ L La nu,ova in,scf tatura del Bayreuth ha destato una polemichetta e qualche saggio pensiero intorno al modernismo nelle rappresentazioni. Un bayreuthiano fervente, Max Mo rolcl aVendo letto in un giornale vien h ;l itt Roller incal.iCato dcUa nuoya raf la deU'uItima ope- ra wagneriana, dichiarava difficil cosa la conciliazione delle intenzioni di R. „ TinUnn ™ strauss, ? dell intendente Tietjen_ con <ì^nc del regista, trattandosi anche di sostituire ai cambiamenti di scena fino ad ora usati un nuovissimo sistema di quinte, sorse a domandare nella Zeitschrift Sur Musili se più delle intenzio, di strauss e di Tietien non avesse- . .. _ ,, „„„,„ ,„ ro valore quelle di Wagner, i quale la sciò minuziosamente descritta 1 ìnsce natura del Parsifal e ne approvò la rea lizzazione fattane sotto i suoi occhi dal l'joukowski. Al Morold replicarono u dott stl.0bel, che quasi lo accusò d. disfattismo bayreuthiano, e la signo- ra Winifred Wagner, la quale smentì la intervista viennese e affermò che il Roller era stato designato da Hitler. Successivamente il Morold, scrivendo dello stato attuale della scenografia wagneriana, riferiva un caso curioso: ,„ ° „„„♦„,'„! ,i„i „;„„„ „„i r „ a- restaurazione del cigno nel Lo,ic'l'','m< annunciata da un teatro tede tazione" 0r°a°si tratta di cercare mezzi tener_ .*=„ ... .__ si alle sue prescrizioni per non infran gere 1 unita e 1 essenza della concezio ne. Invece, le inscenature bayreuthiane dell'anno scorso già contrastavano col sco; poiché quell'apparizione, considerata da alcuni moderni inscenatori repugnante per la sua imperfetta meccanicità o per il suo realismo, era stata condannata all'abolizione. Il Morold ricordava quanta parte visiva, oltre che drammatica, abbia il cigno lohengriniano. Anzi che sopprimerlo, i moderni abilissimi ingegneri teatrali avrebbero dovuto tentarne una men banale realizzazione. Ricordava anche il concetto wagneriano del dramma e della parità, non della preminenza, dell'arte figurativa su le altre arti, e, se mai, dell'importanza dell'arte musicale come rivelatrice dell'azione intima. Indubbiamente i mezzi scenici del tempo di Wagner non erano tali da compiere il )mpn suo vagheggiamento della rappresen- pensiero wagneriano. Il favoloso che è iti Fafner o fu sostituito dal realistico o diversamente concepito. In un ambiente diverso da quello prescritto le valchirie sembravano straniate. Erda, nell'Oro del Reno, non restava nel piano terreno, ma saliva più in alto degli stessi dei, infine troneggiava nella not te La „randezza morale del personag j , b, , { di Erd » • \ . ' non ha bisogno di ingrandimenti mate rialistici e cinematografici, j n Morold conclude dicendo che le due ! maggj0ri tendenze scenografiche del !nostro tempo sono improprie a Wagner, i „v, * HIi„„Q ^rJUrir.» » iw. quella che stilizza, geometrica e livellatrice, e quella che oscura la scena e tutto tramuta in ombre e spettri. « L'attuale scenografia wagneriana indebolisce l'impressione della musica, ostacola la nobile illusione, infine rende Wagner irriconoscibile ». Altri pensieri si leggono nelle relazioni giornalistiche, naturalmente favorevolissime, dei Festspiele bayreuthiani. Da esse si ricava che le inscenature parsifaliane del Roller ricercano il sintetico più del particolare, il I pittoresco ricco di contrasti, lo spazio- so più del limitato. La Deutsche Allg. Zcitung ammette che la scena del tempio evoca la magìa più che il misticismo. In massima si dice che questo del Roller è « un primo passo verso una scenografia rispondente al nuovo stile... ». *** « La mia vita è un mare di contraddizioni)/. E. Bucken cita nella prima 1 Pagina del suo Wagner (Akad. Verlags. 1 Athenaion, Potsdam) questa frase di Riccardo a Otto Wesendonk, quasi per : avvertire il lettore che non ogni pagi!na delIa biografia di lui apparirà lim da. sicura. Difficolta imprescindibile, 1 abilmente superata, e cosa secondaria, I1" questo volume, dove la succosa ìstoI "a della vita, e soltanto 1 introduzione lalla valutazione dell'artista. Questa si . inizia con ì problemi estetici del ro! manticismo tedesco, con le visioni, le i utopie, i tentativi dei primi operisti, ai i quali aderirono, ner allontanarsene su ""0, ì primi saggi di Wagner, tipica I mente gianpauhzzanti, affini a quelli schumanniani, e miranti soprattutto al 1 teatro. Contestata l'artificiosa distinzione di opera e dramma, poiché lo stesso Wagner credette di affidare la sua fama al ripudio dell'opera e alla pratica del dramma, il Bucken sostiene che l'an¬ titcsi è da cercare soltanto fra opera e Wortdrama, in quanto quella si giova soprattutto del linguaggio e questo soprattutto della musica, quali mezzi della espressione. Egli respinge anche ogni distinzione fra opera e dramma musicale. Vanamente sperarono Wagner e i suoi seguaci che la musica, soltanto un mezzo, prendesse il posto del dramma. Il dramma è azione, processo di divenire, che si sviluppa di momento in momento, e non v'ò successione di logica musicale che possa sostituire la logica di una vicenda drammatica. Wagner scambiava col dramma vero e proprio l'impalcatura dell'opera, fatta di sinfonia, di scene a monologo, a dialogo, corali, d'insieme, di na di opera e dramma. Resta il concet- to dell'opera, in cui lo sviluppo dram matico e la musica sono soggette ad ^ 'g j co7lskiera che il processo - drammatico è realmente la base dell'o- d> t cfa , ift „ è „ llpza caci„ ,a distmzlone wagneria un determinato procedimento; Infatti ^^à^Z* 5tfSS 1! T^Zt'^ KS^™ ; 0 ° P^S^J^^^!iJÌ^t, ' ,u i,,f Ì^,rS^ ;° ne d lui, raffrontandole noli archi .lettura con quelle degli altri, i Benché non procedesse empiricamen ; te, il pensiero di \\ agner non eliminò la pratica, e la sua scena e appunto il !luogo della pratica, inoltre Wagner so stenne l'importanza della riflessione, L'epoca dell'opera d'arte inconsapevol lnfnt« prodotta era ormai lontana, co fctiLSdlXlSS S«ad'a?g £ puo nou essere colta. Del resto nep pure la poesia cristiana del medio evo aveva datu una compiuta opera d'ar t»?- Perciò egli affermava la necessità -1'1 ^"'.-''ungere le potenza dello spiri^ ,,U realistici mezzi di espressione, quali aveva dapprima ammirati nella beetho veniana ouverture di Leonora, dram m;l "uI PW> ideale significato», e eh cKh stesso assiduamente realizzò, an- hau„?UnpnsÀ '^'Tlu Ua SeJwpen . nauer, penso la realtà come fantasia, Aspirava alla trascendenza dell'arte, restando sul campo della umana real|ta dell'anima e delle cose. Improntava Ìdi ^'Iassicisnio il «meraviglioso» dei !romantlci- | a. d. C.

Persone citate: Hitler, Max Mo, Parsifal, Roller

Luoghi citati: Potsdam