Il dominatore di "roulettes,, si dà alle divinazioni storiche

Il dominatore di "roulettes,, si dà alle divinazioni storiche Il dominatore di "roulettes,, si dà alle divinazioni storiche Alassio, 13 notte. Qui dove ora sorgono grandi alberghi e sontuosi stabilimenti balneari che in questi giorni hanno, in omaggio ai bagnanti, innalzano sui tetti e sui pennoni bandiere e festoni multicolori, sorgevano, cento, duecento, mille anni fa, umili casette di pescatori circondate da bnstioni e da fortilizi dove, uomini in cotta e lorica spiavano il mare e la montagna. Dal mare e dalla montagna piombavano a turbare la quiete del sobborgo, orde di predoni. Le fiamme dei casolari incendiati rosseggiavano, la notte, il cielo. E a volte i pescatori che avevano trascorsa la notte sul mare, al ritorno non trovavano più la famiglia che era stnta trucidata, e della loro umile casetta, trovavano un mucchio di tizzoni ancora fumanti. Storia e leggenda La storia e la leggenda portano fino a noi il ricordo assai vago di queste stragi. Dove finisce la storia e dove incomincia la leggenda? Ho proposto questo quesito a Max Moecke, il « Terrore di Berlino ». Quest'uomo straordinario che sa leggere, attraverso una successione di visioni, 11 passato come in un libro, non ha rifiutato di affrontare la prova ed è venuto qui ad Alassio per demolire, con la fantasia s'intende, le moderne e lussuose costruzioni, e ricostruire la vita di questa città. L'esperimento è stato assai interessante. Il medico, dott. Ropschit di Alassio che ne ha seguito le fasi assieme al segretario generale del Municipio, marchese Bernucci e al prof. Beniscelli che conosce profondamente la storia di Alassio, cosi si è espresso nei confronti del « Veggente di Berlino »: — Gli esperimenti di questo veggente, a mio parere, sono pienamente riusciti. La mia opinione come medico e critico sui fenomeni ai quali ho assistico è favorevole. Le visioni che Max Moecke ha avuto e ci ha descritto con grande precisione di particolari corrispondono ai dati storici. Egli poi, a mio riguardo, ha detto cose che sono strettamente mie personali e che egli, soltanto con la sua acuta veggenza, poteva scrutare e rivelare. E vengo alla cronaca. Max Moecke è giunto ad Alassio a tarda ora della sera. Era assai riposato e tranquillo che queste sono le condizioni essenziali al suo lavoro. Egli, per un primo esperimento, è statoaccompagnato sulla piazza dove sorge il nuovo palazzo del Podestà. Si è raccolto un istante, poi il suo sguardo, lentamente, ha percorso tutto attorno la piazza. — Vedo — ha detto il «veggente biondo » seguendo le sue visioni — un terreno ondulato. Al tempo dei romani, qui era una strada e qui, dove sorge il Municipio, era un fortilizio. Invitato a descrivere come era quel sito in tempo meno remoto e perciò più controllabile agli effetti storici, Max Moecke ha detto: — Esisteva qui una specie di monastero. Vedo infatti dei monaci. Poco discosto era un monumento sepolcrale. Quando il monumento venne demolito, si rinvenne uno scheletro umano. Le ossa non erano esattamente sotto il monumento, ma un poco più discoste: qui — ed indica un punto nel terreno che corrisponde esattamente dove le ossa furono rinvenute. Le tenebre parlano— C'era una chiesa che faceva corpo con un edificio dove era amministrata la giustizia. Questo edificio aveva una torre in mattoni rossi. Qui a destra, circa 400 anni fa, erano decapitati i ladroni. Amministrava la giustizia un alto prelato: un vescovo. Sulla chiesa era una croce; la croce, che ancora si conserva, è leggermente deteriorata da un lato. Max Moecke, attraverso una successione di immagini, a dire del prof. Beniscelli, ha ricostruita esattamente la piazza del Municipio come era 400 anni fa ed inoltre ha rilevato particolari conosciuti da pochissime persone. Il « veggente biondo », fin qui ha dato buona prova. Questo primo esperimento è durato solo pochi minuti. Si parte: nella notte due automobili, coi loro fari, fugano le tenebre che avvolgono la erta strada polverosa che conduce a Vegliasco di dove si domina AlassioDurante il cammino Max Moecke lavora. Egli osserva che le macchine sorpassano luoghi che furono teatro di sanguinosi scontri fra liguri e romaniAll'altezza di Moglio egli dice: — Vedo molto sangue. Qui i liguri furono massacrati e un gruppo di case che esistevano in questi pressi, arse dalle fiamme. Mentre le automobili salgono nella notte, Moecke descrive il percorso della vecchia strada di cui attualmente non esistono che vaghe traccie. Giungiamo a Vegliasco. Il veggente è il primo a scendere di macchina e subito sferma. La torre di Alassio— Qui sotto esiste un sotterraneo che si congiunge con quella torre — ed indica, sulla collina vicina, la vecchia torre di Alassio che appena si profila nella notte. Tutti ignorano l'esistenza del sotterraneo. Moecke insiste. Pretende che seseguiscano scavi perchè è certo di non ingannarsi... — Qui esiste un sotterraneo. — Vedo — prosegue — delle genti drazza germanica. Si tratta di molti secoli fa. Forse cinquecento anni avantCristo. Moecke è pregato di parlare della torre che la tradizione vuole sia stata eretta nel 1200. — Quella torre è stata costruita molti anni prima del 1200. Vedo dei guerrieri orientali; della gente che corre a rifugiarsi là dentro. La torre è assediata, espugnata e incendiata. — Qui, fino a 400 anni fa era una chiesetta e qui c'era un pozzo. A poco a poco l'acqua è venuta a mancare e il pozzo ò stato demolito. (I par* ticolari sono esatti). — Nella torre — prosegue il « veggente di Berlino » — 6 incarcerata una donna. Una dama bella che ha l'aspetto molto sofferente. E' vittima di una storia d'amore. Due fratelli se la contendono. La dama è torturata. La vedo ora, in cima alla torre, con le mani proteso verso il cielo. Sembra che invochi la libertà... La portano via... In un convento e là muore. Dice la leggenda della torre di Vegllnsco: «Nel 1100 una figlia di Ottone ni di Germania, invaghitasi di Aleramo, un prode guerriero, fuggi con lui, rifugiandosi su queste balze. Aleramo e la principessa per vivere, si misero a fabbricare carbone che vendevano agli abitanti dei borghi e villaggi sottostanti. « A poco a poco, attorno alla dimora dell'Aleramo sorsero del casolari. Si formò un piccolo villaggio. Aleramo aveva un fratello che si innamorò della principessa, fra i due fratelli nacque l'odio. Aleramo volle vendicarsi della donna e la imprigionò nella torre di Alasia. La principessa tentò la fuga. Riuscì a demolire parte del soffitto della prigione, s'insinuò nel vano ma rimase stretta dalla cintola in giù senza poter più uscire. Cosi, fra indicibili tormenti morì » E' questa la leggenda della torre di Alasia. Lo stemma di Alassio ha infatti una torre con una donna che uscendo dalla cima, protende le mani verso il cielo. Dice la leggenda che la bella principessa morì nella torre e sotto la torre fu sepolta. Max Moecke dice invece che la figlia di Ottone III morì e fu sepolta altrove. Questo suo particolare che tramuta la leggenda in storia troverebbe conferma in un documento rinvenuto poche settimane or sono da uno studioso e il cui contenuto è noto soltanto a due persone che mal hanno visto e tanto meno parlato con Max Moecke. Il « veggente di Berlino » s'intrattiene ancora a parlare. Le sue visioni sono talvolta frammentarie ma corrispondono esattamente per date e punti di riferimento ad elementi storici. Dice anche cose nuove e ignorate. Legge nella notte la storia dei secoli. — In questo punto — conclude —1 alcuni anni fa vennero trovate le ossa di una mano... E' vero. Si tratta di un particolare di scarsa importanza, noto solo a chi effettuò lo scavo e al Municipio. Comunque la rivelazione è così precisa che sbalordisce gli astanti. Gli esperimenti hanno così avuto termine. Max Moecke ritornerà ad Alassio per altri esperimenti. Pertanto sono state iniziate ricerche in base ai nuovi e precisi elementi forniti dal « veggente di Berlino »; ricerche che condurranno alla esatta ricostruzione della storia della perla della riviera di Ponente. Gim.