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LIBRERIA LIBRERIA Assordo troppo taVdi.Dino Bonari/ già lo ab «biam° detto,.reca in queste analisi di Come sempre, anche in questo nuovo romanzo — Assurdo (Morreale Ed.) — Dino Eonardi affronta alti argomenti di psicoiogia e spiritualità. Caratterizzato da questa inquietudine interiore, da questa ricerca dei misteriosi motivi della nostra speranza e delle nostre tristezze, il Bonardi sa ridurre concettì e problemi a netta chiarezza di racS^S^SSS nl umane. Assurdo è il dramma di coloro che si incontrano e sarebbero fatti per intendersi, per amarsi, per unirsi in supcriore armonia di anime, e che u destino avverso, lo circostanze, magarl una futilità da nulla divide invece e a lontana per sempre. E istintivo, prf,p0tento nell'individuo il desiderio, ii bisogno di farsi capire, di comunicare con altri; è in ognuno di noi un segre to delicato e ineffabile, che vorremmo pur liberare, di cui vorremmo fare partecipe lo spirito altrui. Diversaniente ^Lpa^LC^,=i!?^rHìdtt=TJ?,^ sj,£°m' pia, che qualcosa di essenziale riman- j,a a mezlo; !a presa di contatto con il mistero psicologico di un'altra creatu ra sarebbe chiarimento di noi stessi, un veder meglio, un realizzarsi. Nei ro mantici fu questo il tema centrale del 1?™ ans,i0S0 ? insoddisfatto .etereo ero & il CffioiTStf JBSS ca scaltrezza. Comunque, questo par- ticolar caso amoroso rientra nel gran quadro dell'incomunicabilità umana; ma il Eonardi non ha colto soltanto questo tormento nella sua genericità; lo ha analizzato e rappresentato in una tipica situazione; quando cioè tutte le circostanze, tutte le condizioni già ccn- fe2^'0Jlì"SSS^JS^ aiV?fÌ!f della reciproca rivelazione, e il caso, l'abbietto caso, o la perversa volontà di un estraneo impediscono l'idillio de lizioso. Sergio Vares è musicista di ta lento, di sensibilità rara; ma è un fal lito- Col fallimento dei suoi sogni, delle sue. fantasie d;artista, con la mcrtifi cazione della vita pratica, le aspirazio m aIla bellezzai all£ gioria, s{ SOno rap- ipreSe nel fondo della sua coscienza, m un groviglio aspro e doloroso. E tanto più acuto s'è fatto il suo desiderio di aprire l'anima, gonfia d'amore e di mai Imconia, ad altri: doppio bisogno di e sprimersi, di confidarsi, come uomo e c'Qme rti ta_ Xravolto dunque dall'av- 1 versità| Vares se ne va in Affrica con un impresario di arte varia, e qui co, nosco una cavallerizza da circo. Nella terribile solitudine di Vares questa don "a strana e tenerissima pare inviata flal destin°- 1 loro spiriti sono prossi- mi, i loro cuori già palpitano all'unisiSono, nel segreto; il mistero di lei, in voiucro di un'arcana essenza, già si .scioglie e cede a contatto del fuoco, della volontà ideale di lui che, treman do, crede di riconoscerla: sua, creatu «* sua> nata Per lui- E in questo mo1 mento la malizia di un rivale getta tra k du(j Q ,Q improvviso di un jrrepa- . rat,jie malinteso. Poche parole, e tutto j quel moversi di desideri, di aspirazioni, ' di tenerezze, di armonie, si interrompe, ' e tutto quel fervore nascosto svanisce 'per sempre. Quando ancora l'equivoco j potrebbe essere chiarito, i due amanti ] ^S^é&SSS^SFSS^ ganno, essi tacciono. Dopo, è forse 'casi spirituali un'eleganza sobria e un ardore, che ben s'accoppiano. Talvolta I «» trasposizione del fatto psicologico aila intuizione e considerazione metafisica — incontro di destini, simboli universali — avviene con qualche eccesso di trascendentalismo: l'immagine e il discorso, le figure stesse dei personaggi si fanno un po' astratte. Ma v'è poi sempre quell'attenzione ai segreti dei cuori, quella nobilissima visione, e la nettezza del racconto, il gusto di ciò che è più altamente umano, v'è quell'austerità colorita e viva che già altre volte rilevammo. Romanzo che attrae 1 non per virtuosismo di fattura, ma per ' lo snunto mosso e romantico, e il ra j pido svolgimento. Persone e personaggi Le novelle, i racconti, le prose varie ohe Rinaldo Kufferle ha raccolto con ÌQ titolo: Persone e personaggi (Edizioi ni «La Prora»), sono animate da un ! particolare fervore di gentilezza: la ! gentilezza della bontà. Non è cosi fre quente nella letteratura d'oggi l'incon- tro «» *"«*f ^"LHES?^,,* 'SJSS perche non ci si soffermi sulle pagine ' iaCevoli e linde con sorridente fiducia, con istintiva simpatia. Si sente che per i l'autore la vita è sostanza preziosa, af: fettuosa, aperta, non solo utilizzabile j letterariamente, ma prima di tutto da i viversi con vigile spiritualità. Egli osiserva Su uomini, li ritrae, abbozza e compone, con un gusto che par più vi- l^r*wr.2*» 6. ... . r r._ cino alla cosa in sè, all'animo, alla verità degli individui, che alla elaborazione dell'arte; letterato egli è, e di molte opere e di sicura finezza, ma per sua fortuna il cuore e l'intelligenza prevalgono in lui sulla rettorica e l'artificio. In questi casi l'arte, quando c'è, la \ j , eì/Zal He^ ; lieve della pagina accorta due volte^in\ tensa. Un suo bozzetto, Bucolica, incoimincia così: «Mai come stavolta mi ha ! sorpreso il divario tra la vita e la let\ teratura... » e finisce con un tratto che .1uasl darebbe alla vita vittorioso so¬ l5?ntl™eP<». e quella bontà che identi- de Kufferle: pensosa purezza I i_4.-ii_It.._r_ __ nravvento- « dono aver snesso asni7- KfsluardoSoTdeluW^ ne e pa^ne| ecco che alla fine lo ave- vo abbeverato negli occhi puri di un fanciullo, in cui si rifletteva tutta la poesia del cielo, della terra, e quella, ' ancor più profonda, della bontà incon- i sapevole ». Ecco ben disposti i motivi >del Kufferle: pensosa purezza, curio- fica u letterato con l'uomo. Non qui rarte prevale, nè l'incomposta vita: si I contemperano in schietto, naturale di: scorso, in narrazioni nelle quali rau¬ tore è sempre presente con la sua te- nér„ Berieta, con quella convinzione di Umanità che non concede troppi margi- j nl a scherzi e ironie. Quando scherza '0 ironizza, quando tenta la situazione comica. Kufferle 1° ta in sordina, come so temesse di offendere quella commo vente realta cne e U dolore e la gioia . «Jegli uomini. Aggiungeremo cne nel ' volume si scorge per queste ragioni |un adesione alla c: sia lo scrittore si intrattiene coni'iden- 1 che non sempre si muta in autonoma vivezza poetica: tra sentimento e poe ' s!a,lo scrittore si intrattiene coniiden: «ale, nnelligente, col lettore; parla di !sè, degli uomini e della fantasia. Ed è «"dmi e dTquesto^suo ««^MM^*» suo stile un po incetto, iamigiiaie e vagamente autobiografico; il titolo lo idlce chiaro: persone e personaggi, ero- ,naca e immaginazione, ' I. b. !

Persone citate: Bonardi, Come, Dino Bonari, Dino Eonardi, Morreale, Sergio Vares