L'intricata contesa per una questione ereditaria

L'intricata contesa per una questione ereditaria L'ODISSEA DI UN GIOVANE L'intricata contesa per una questione ereditaria Il 15 febbraio 1927 decedeva in Toino senza testamento la signora Giuia Salvi in Sordelli, lasciando a sucederle per legge i figli Arturo, maggiore di età, e Giacomo Cesare, in anor tenera età, e per le ragioni legali i usufrutto il marito Enrico Sordelli. n patrimonio lasciato dalla Salvi era " ^. ,. , .... ... . ospicuo e di grande reddito per la detinazione speciale di uno degli stabili; sso consisteva in varie case a Torino, a Cuneo, a Venezia, in una villa a Polloe jn libretti di deposito presso il Cre,t italiano ed in preziosi di alto vaore y . . jaIIj, trm,j a 1 Peni ut uà litui tei n d vo Sordeiii, qualche anno do . „ ,, -____,,„ i„ ° la morte della moglie, sposava la onna che aveva assunto quale goverante dei suoi figli. Da questo matri- monio nacque una bambina cui il Sor elli, in ricordo della prima moglie, imose il nome di Giulia. La giovane sinora Sordelli, allo scopo di costituire n cospicuo patrimonio alla propria filia, si sarebbe avvalsa dell'ascendente i cui godeva presso il marito, per spoliare i figliastri; questo è per lo meno addebito che le viene mosso dal Giaomo Cesare Sordelli, che elenca una unga serie di fatti che, secondo lui, tetimonierebbero dell'azione svolta dala matrigna. La signora Giulia Salvi, colpita da malattia infettiva, era morta all'ospeale Amedeo di Savoia, dove aveva vouto recarsi ornata di tutti i suoi giolli. Al suo decesso l'Amministrazione ell'Ospedale, in considerazione del vare ingente dei preziosi e dell'esistena di un minore, per la loro restituzioe pretese un provvedimento del Triunale che autorizzò il Sordelli al riro dei gioielli con obbligo di conserarli fino alla maggiore età del Giacoo Cesare. Di questi gioielli però non sarebbe trovata traccia. Su un liretto del Credito Italiano intestato al Giulia Salvi erano depositate lire 7.500. L'Enrico Sordelli, coi pretesto urgenti riparazioni allo stabile di uneo — adducendo che non aveva sponibilità liquide mentre lo stabile Torino, senza calcolare gli altri, gli ava un reddito di L. 10.000 e più menli e mentre acquistava in proprio noe altro stabile in via San Domenico 2 — otteneva dal Tribunale lo svinolo di L. 17.500 con l'obbligo di reimego di L. 20.000 in un libretto in cao al minore Giacomo Cesare. Questo bretto però non sarebbe stato creato. Tra i beni lasciati dalla Giulia Salvi era una villa a Pollone, riccamente mmobiliata; alla giovane signora Sorelli essa sembrò non fosse troppo ondana, tanto che preferi la spiaggia Alassio e i soggiorni di Montecatini, enezia e Rimini; l'Enrico Sordelli alra cominciò a trasportare altrove ed vendere il mobilio, quindi si fece auorizzare a vendere lo stabile. L'autozzazione fu concessa dal Tribunale on l'obbligo di depositare la somma cavata su un libretto intestato al miore. Nemmeno questo obbligo fu dempiuto. La situazione dei figli I figli della Giulia Salvi erano due, Arturo Sordelli ed il minore Giacomo esare. Il primo per una malattia conatta divenne affetto da paralisi proressiva; il padre denunciò questo stao mentale del figlio al Tribunale, ma oi ritornò sulla sua decisione prefeendo farsi donare dall'Arturo i beni sciatigli in eredità dalla madre; otenuto questo scopo, faceva rinchiudee il figlio in un manicomio dove poco opo moriva. Il minore, Giacomo, fu bbligato ad allontanarsi dalla casa paerna ed a vivere in pensione presso ualche trattoria, poi fu internato in n riformatorio col pagamento allo tato di L. 150 mensili. Per intervento i amici, il ragazzo otteneva di essere ismesso, ma non riuscì a tornare alla asa paterna. Il padre, anzi, riunito il onsiglio di famiglia, faceva da questo pprovare una proposta di interdizione el figlio; questi, però, comparso dianzi al Presidente del Tribunale, sepe cosi bene sostenere le proprie raioni che il padre abbandonava la caua. Per provvedere però a che una tera persona curasse i rapporti tra pare e figlio, i patroni delle due parti rmarono un'istanza al Tribunale per a nomina di un amministratore provisorio. Raggiunta l'età maggiore, il Giaco¬ i a a a - e e o a a e n mo Sordelli si fidanzava con una distinta signorina della nostra città; i due fecero le pubblicazioni alla chiesa di San Carlo, ma alla vigilia delle nozze gli sposi furono avvertiti dal parroco che il matrimonio era sospeso per intimazione dell'amministratore provvisorio ed in applicazione dell'art. 6 del Codice Civile. Poco dopo — il 23 maggio dello scorso anno — improvvisamente l'Enrico Sordelli decedeva, lasciando il suo patrimonio alla moglie ed alla figlia in seconde nozze, legittimando il figlio Giacomo Cesare. Questi allora, col patrocinio dell'avv. Guidetti Serra, conveniva avanti il Tribunale le eredi del padre, esponendo i fatti che noi abbiamo riassunti, e chiedeva loro conto di tutte le somme che il genitore gli doveva per decreti del Tribunale, degli oggetti preziosi e di tutti gli incassi costituenti il patrimonio eccedente il diritto paterno di usufrutto. Il Giacomo Sordelli chiedeva ancora l'annullamento dell'atto di donazione del fratello al padre in istato di riconosciuta demenza e chiedeva l'annullamento di scrittura fatta dal padre relativa all'esercizio di via Conte Verde 21, di cui dimostrava l'assoluta sua proprietà come erede della Giulia Salvi alla quale apparteneva. La matrigna rispondeva a questa iniziativa del Giacomo Sordelli riprendendo la vecchia causa di interdizione contro di lui promossa dal padre e poscia dallo stesso abbandonata. Il patrono del Sordelli chiedeva per il suo cliente una perizia nella formula più ampia e decisiva. Il Pubblico Ministero, rappresentato dal cav. Casalegno, concludeva favorevolmente al Giacomo Sordelli che raccomandava al Tribunale, affermando che apparivano oscuri interessi nei confronti dell'attrice e che dovevasi dare incarico ad un illustre psichiatra di indagare sulle condizioni mentali del Giacomo, senza tener conto di una perizia parziale prodotta dall'interessata. Il Tribunale accoglieva le conclusioni del Pubblico Ministero, dando incarico al prof. Lugaro di esaminare il Giacomo Sordelli. Nelle altre cause la vedova Sordelli sosteneva l'improcedibilità dell'azione per incapacità del figliastro a stare in giudizio, essendo pendente la causa di interdizione. Il Tribunale, con sua sentenza pubblicata ieri, accogliendo la tesi della vedova Sordelli e degli altri convenuti, li assolveva dall'osservanza del giudizio, condannando il Giacomo Sordelli alle spese.

Luoghi citati: Cuneo, Montecatini, Pollone, Rimini, Torino, Venezia