Un grande spettacolo lirico sul più grande palcoscenico del mondo

Un grande spettacolo lirico sul più grande palcoscenico del mondo Un grande spettacolo lirico sul più grande palcoscenico del mondo VERONA, luglio, Nella cavea della bimillenaria Arena,sotto le mazzate del sole, che arroven-ta le pietre e abbrustolisce le carni, ac-cecando con millanta riflessi, una squa-dra di 40 uomini - attrezzisti, sceno-grafi, carpentieri — sta lavorando, daoltre un mese, nel nome della Scalige- ra,. per continuare una delle più belle eldgantili tradizioni della bella e gentile j gcittà di Giulietta: quella che anche quest'anno le garantisce la più grande stagione lirica all'aperto, del mondo. sbqqssvScenografi e artisti La città, che dal 1913 ad oggi ha cresciuta questa sua meravigliosa crea-1 tura con affetti e sacrifici veramente amaterni (conscia anche del beneficio c-imconomico che le deriva dell'affluire di ! cdel Regime, tendenti in proposito ad, ehminare le imprese private a caratte-1 nre speculativo, dotare 1 Anfiteatro Romano di un Ente Autonomo per gli Spettacoli Lirici al quale ha demanda ^m°°,r^ ad ogni stagione), ha voluto, guest an- fno, ispirandosi pure alle sane direttive ddS. ndato un compito gravoso: riconsolidare,gil prestigio dello spettacolo e sollevarlo j sempre più in alto agli occhi della con- csiderazione universale onde il primato. ,mondiale non venga menomamente in- tlaccato dai varii tentativi del genere dche, in Italia e ali estero, si moltiph cano oltre ogni dire. Cosi, sotto la costellazione del Solleone, il 2S, varii mesi di preparazione e di lavoro, avranno il loro battesimo, dal quale la tradizione dovrà uscire, ancora una volta — anche per merito particolare di Filippo Nereo Vignola, che nell'Arena trasfonde tutta la sua pas- ramcpaione di artista e la sua anima di poe- ; lta — ingigantita e progredita, miglio- drata e più perfetta. rPer essa, infatti, si sono mobilitate ! ple forze migliori del Paese: da Ettore1 qFagiuoli, veterano di questa particola- ' re scenografia, tridimensionale e pia- j stica, e dei suoi infiniti problemi, ad Alessandro Sanine, per quanto riguar-da la preparazione dell'immenso palco- scenico e la distribuzione delle masse, ;da Gigli alla Toti dal Monte, dallo Zi- ' liani al Franci, dalla Caniglia alla HclmiSbisà, dal Borgioli alla Buades d'Ales- i sio, per non citare che i maggiori in-L L~ ^-.ì. *_ r- ] ' terpreti delle tre opere scelte, La Gio conda, Andrea Chenier e Li«?io di Z,am mcrmoor; a Gino Marinuzzi, cui verrà affidata la colossale orchestra di 130 elementi; a Ferruccio Cusinati, che dirigerà l'enorme massa corale; a Bianca Galizia, prima ballerina; ad Ileana Leo-, pS^f"5S«„e *rST2Si?n Pcomparsiera, infine, che farà salire il, totale degli esecutori, per ogni sera, ad oltre 1800 persone. ** Straordinario cantiere L'Arena, in questi giorni, è letteralmente trasformata in una bolgia. Collocare, anche in un palcoscenico ' 1 così grande, e che ha 32 metri di boc-cascena, 20 mila metri quadrati di tele dipinte — che tante ne occorrono perriprodurre al naturale le varie scene delie tre opere — e le ossature atte a sostenerle, senza che alcuna delle co-struzioni di un'opera sia visibile nei quadri delle altre due; non solo, maavere anche la possibilità di fare scom-parire, nel breve lasso di tempo diun intervallo, la maggior parte di ciòche è servito per un atto (quintali e quintali di materiale) onde lasciare il posto al materiale dell'atto successivo, in. un teatro in cui non si duo assor-in. un teatro in cui non si può assor-bire verso le inesistenti cantinelle sof-fittali alcunché, e tanto meno verso le quinte, è cosa che può far credere, per le acrobazie scenotecniche e scenografiche a cui si deve ricorrere, ad unprodigio. Se a ciò, poi, si aggiunge l'inevitabile confusione che al momento meno opportuno, ma indifferibile, anche sotto la più rigida disciplina, farà l'enorme massa degli esecutori (che per un aualsiasi altro teatro potrebbe costi- tuìre già di per se un buon pubblico) e jl, groviglio che creano le migliaia e migliaia di costumi, calzature, parruc- che, mantelli, armi, attrezzerie varie cce, che occorrono per vestire ad ogni atto nuovo Quasi in nuova fogeria, tan-^„ V7~ „„ ' Hi7„m' -, te persone, e in un soffio di tempo, ci si può fare una pallida idea di quale difficoltà sia l'ingranare questa enor-me; impensabile macchina, e quale prò- blema sia quello di dare ad ogni cosa e ad ogni uomo un posto in cui lavo- , , , , ...» ,,• . , rare al buio degli intervalli con quel- la precisione che è indispensabile quali- to la celerità. 11 ì n in i ii 'i / in ni. -i irini-nn illuminazione a giorno Jla tutto troverà posto. Tutto agirà dietro pochi e secchi comandi. Come per incanto sorgeranno i giardini fantastici del castello di Rasenswood, le torri di Wolferag, la fontana della Sirena, le t tombe degli avi... suoi », per la « Lucia », che ha richiesto non pochi adattamenti: il Palazzo Ducale, e la Scala dei Giganti, e il Portico della Carta, e un angolo di S. Marco, e la Ca' d'Oro, e l'Hècate, (brigantinoal naturale, capace di 60 persone abordo, della lunghezza di 14 metri), da ancorare nelle acque di Fusina, per La Gioconda; l'Andrea Chenier. al cor.tra- rio della Lucia, non ha richiesto che pochi adattamenti. Costruzioni, tutte queste, che monteranno talvolta per oltre venti metri dal piano della platea fino a mosche- rare completamente le gradinate po steriori al palcoscenico, ondo il « sen so dell'infinito » non venga in alcun modo turbato. Sorgeranno, così, con una semplicità sbalorditiva, sorrette da una nuova applicazione delle intelaiature,, (tubi vuoti nell'interno, in metallo), mentre si spegneranno le 400 mila can dele del palcoscenico, ed i fari abbaglianti, protesi dalla ribalta sull'orche stra, toglieranno al pubblico la possibilità di seguire la preparazione dei quadri e delle scene, che appariranno, quindi, come sempre, a sorpresa, qua- ansescsesevidosi che si aorisse un velario- s'anrirà un'Usi cne si aprisse un velano, s aprirà un.ydivelario di luce. L'allestimento dello spettacolo, non I g avrà paragoni in nessun'altra delle nu- i merosissime edizioni delle altre opere 'lu c non 0 azzardato l'affermare fin da ora | te ,la che dara VArena, L'Ente Auto n infatti sorto volontà del Po dpbdte CrÌtÌChe ChC Si P°tranno!d? f ben aifflcilmente sarà dato rive-, ed d altrove un'edizione che uguagli ! ddesta, on. Donella, e con l'appoggio del Segretario Federale dott. Frediani, pur non dimenticando che un suo predeces-1 ngore( durato in vita due soli anni, ondeire ter dare „„„ spcttacolo unico, ha ac-'b cumulat0 una passività di oltre un mi- L ,lone e 600 mi/a lirC| è deciso a risvcn. b to,are anche quest.anno la bandiera della viUoria artistica ed a farla 8aIi ii•lere sul pennone più alto, senza badare a lesinerie di sorta — anche se vige un; maggior senso d'economia — sicuro com'è che ciò ch'è ben seminato non può mancare di dare i suoi frutti. Attesa febbrile In questi giorni di vigilia, la febbre rsdpsv lirica prende la città con un crescen do che ha del meraviglioso. Si può di re che, come Oberammergau respira! P per la sua Passione, così Verona, <U M questi tempi, non vive che per la sua adtd <; Stagione ». Forzano, una sera, or è j qualche anno, mentre dopo lo spetta colo ci s'avviava verso il Lungadige di Ke Teodorico, a scrutare le pietre del [c «ponte antico» e lo sciabordio « d;pacque pazze » assieme a Katuscha: m' Wesselowna, che aveva voluto rivede-1 sire la CUp0ia di San Giorgio in Braida'ri stagliarsi nell'alone lunare, giungendo ! uL ,,oi da auei auartieri n'onolari ovc'r a n01; ua o-uei quaiuen popolari ove riconfluiva la folla che aveva assistito dallo spettacolo, l'eco delle romanze e jdelle frasi migliori, definì Verona c. La | d] città canora ». Non so, mai frase come questa, tan' to semplice, di un certo sapore parte- , m , cosi iena ^ P»- Nei bar c nei caffè infatti' anche! , artisti ricanticchiano — un ! Pdsmgia gli poco gigionando — i motivi più noti; tGrammofoni óvunaue li rinetono- le òr- giammotoni ovunque n ripetono, il oi nliocH-i.in nntininann in KnKKniltnnil.lt- cilestrine anticipano, in sessantaquat tresimo, le melodie della più grande or chestra; gli amplificatori radio dei ne ! ! £ozi di musica fan coro colla folla, che « A ; ^.mnin/in .-.. « .-w>n ,se ne impadronisce avidamente per « cordarteli ad ogni crocicchio ri E ovunque, questa febbre di bellez za, si espande, mentre verso tutte lei parti d'Italia e d'Europa affluiscono i: ! cartelli pubblicitarii, invadendo treni e i stazioni, luoghi di cura e cantonate, ;centri di maggior affollamento, aggre1 dendo perfino in aperta campagna, per i;invitare alla più grande festa della Li- ò]rica, a questa sagra canora che non e ha eguale. l gul podio il Trismegisto torna, col-' , ; le antelucane, ad inarcare la sua squii- -.i_ . j_~u „„i; „ „,,n„ „„„„_! -|la mentre dagli arcovoli e sulla gran-l -j...- — « ■ — !. d'Ala, protesa verso il cielo, i Citare- e di impugnano gii strumenti per lan- r ciare ,.mvlto iu beUo nj CARLO MANZINI Chi non lo vorrà accettare? ! LA SCENA FINALE DELLA «LUCIA»

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