Vignoli precede gli "assi,, a Luchon di oltre 4 minuti

Vignoli precede gli "assi,, a Luchon di oltre 4 minuti La grande gesta di un corridore italiano nella seconda tappa del Tour sui Pirenei Vignoli precede gli "assi,, a Luchon di oltre 4 minuti Magne e Martano arrivano insieme e la loro classifica non cambia -(DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE )- Come nella Napoli-Bari... fcnldcrcscsdsncrscrrmtaavoscatufLuchon, 21 notte. Una sospirata, sorprendente vittoria italiana ha colluso questa Ax-Luchon. Il ragazzo, che, nella Napoli-Bari del Giro d'Italia, si era fatto improvvisamente un nome con una fuga che rimarrà fra le imprese più belle del ciclismo italiano di quest'anno, ha saputo confermarlo presso a poco con la stessa gesta in terra di Francia, vincendo alla maniera forte, come una volta sola, a Grenoble, si era visto in questo Tour. Forse voi, come noi, avreste atteso che ciò avvenisse ad opera di un altro nostro atleta, di quello che, di giorno in giorno, protrae l'ansia della comune attesa nel successo finale, ma ciò non è stato permesso dagli avversari, che vigilano e si difendono dalla minaccia del capo della nostra squadra, mentre è siato possibile all'umile gregario, che non rappresenta per nessuno un pericolo. Il fallito attacco di Martano Basta, infatti, avere anche poca pratica del nostro sport, per sapere che le figure secondarie, in una corsa a tappe specialmente, possono, talvolta, riuscire in tentativi che non hanno alcuna probabilità di riuscita per i protagonisti, e ciò senza che sia invertita la scala dei valori. Con questo rilievo, non voglio assolutamente sminuire l'impresa di Vignoli, ma soltanto in parte spiegarvcla e senz'altro assicurarvi che essa non è frutto della minima indisciplina, ma della più stretta compattezza e della più intelligente manovra della nostra squadra. Se questa non è riuscita a far sentire il suo peso sul tema centrale della gara, che è e rimane il duello Magne-Martano, ha ben valso a ridarci, dopo otto giorni, la grande soddisfazione di un successo di giornata. E vi riassumerò senz'altro come ad esso siamo giunti. Vi dicevo, ieri sera, che non credevo ad un urto decisivo fra la « maglia gialla » ed il nostro miglior « tricolore » in questa tappa; e vi elencavo le ragioni di questo mio convincimento. Eppure Martano ha tentato di portare a Magne nn serio attacco sul Col de Port, e, in un certo momen- rio. è sembrato che esso potesse riu- dscire. 1Ma questa grata impressione fu qbreve. \9Quando Vitaliano dono imo tratto z^o^Xm^à^de^d^&\^rarf/a ^ s\ldGegtictufgesi7ldvisibilmente di non gradire la sfida e perse contatto. Ciò, forse, illuse il nostro corridore, che insistette nello sforzo, non riuscendo, però, ad aumentare la distanza che aveva gua dagnalo di scatto. La « maglia gialla », sempre cai ma, anche se non nelle migliori disposizioni, non crollò, non si scoraggiò nel vedersi ripreso da uomini che non dovevano essere al suo fianco e si tenne aggrappato al non lontano punto di riferimento chc gli offriva l'avversario. Poi. poco ulta volta, si rifece sotto, mentre Martano non fu più capace di aumentare il suo rendimento e fu ripreso da Vietto e, poco dopo, anche da Magne. L'attacco era, bisogna ammetterlo, fallito e Martano vii aveva fatto la sfessa impressione' che in altre occasioni sulle Alpi, quando, ]>iir prevalendo su Magne, non era riuscito a liberarsene: d'impeto, ma nello pqstesso tempo di pesantezza e di non\ tenuta all'alto rendimento, di frontealla freddezza, alla regolarità, all'insistenza di Magne. Così l'azione sul Col de Pori, che fino allora pareva ingaggiata fra i due rivali maggiori, finì in un duello fra Vietto e Trueba alla caccia del premio per il miglior arrampicatore. Ed ebbe la meglio il francese. ' Nella successiva discesa Martano cadde, ferendosi al fianco e al gomi-, to destro e riportando una forte con- '. ' ìi fusione al fegato; ma i due erano on-i cora insieme al momento in cui Re-1 naud mise in scena ìa sua fuga tra] la polvere, che lo portò solo ai piedi del Col del Portet d'Aspet. _ ... „ UOme è SCappatO VlgnOli II gruppo, che sembrava non preoc- pcuparsi dell'isolato, si lasciò prendere di sorpresa da uno scatto di Geyer, che si portò sulla ruota Gjissels e suscitò la pronta reazione di Vignoli, che, da fedele gregario, cercò, con ìa sua presenza, di smorzare l'ardore del tedesco e del belga. Rimase per un pezzo sulla loro scia, mentre, dietro, nessun uomo e nessuna squadra stendeva lewir le castagne dal fuoco per gli altri. Sarebbe stato più logico che ci pensassero i francesi, i quali non potevano cerio sperare che quella nullità di arrampicatore che è Renaud potesse reggere sui due colli che ancora rimanevano da superare, mentre Martano sapeva benissimo che Vignoli avrebbe avuto ragione di lui e degli altri due coi quali era fuggito. Insomma, il gesto di Vignoli doveva, o mettere a freno i fuggitivi, o obbligare Magne e compagni ad inseguire. Non avvenne nè l'uv.a nè l'altra cosa. I francesi ormai hanno già fatto abbastanza bottino di vittorie di tappa, per preoccuparsi di prenderne una e non vollero nuschiarsi nella'' faccenda: che vincesse Vignoli, o\ llcdsssrivo, di cui. Quindici in discesa, sei dì salita e i rimanenti dì piano. Con- 1' e 19" di vantaggio su Vietto, il quale, però, doveva pensare a Ma-h9»e, e, con 2'15", su questi, la situa-1 zwne era Pitì chc favorevole, tayito >^ che-' h»> continuava,[ ^mrdi, una certa indiffe-\Il suo vantaggio aumentò a 3'5" sul Col des Ares e parve, fin da allora, incolmabile, e, all'arrivo fu dì 4*2". Geyer, o Gjissels, o Renaud. a Magne'e compagni importava ben poco L'importante era di »™ n iapoco non fare il gioco dei nostri, per tema che Martano tornasse all'attacco. Per parte sua, Vignoli, visto che il gruppo non se la dava per inteso e; che gli avversari non cadevano in\ trappola, pensò di trarre il maggiori utile dalla situazione che gli si of-\ friva, facendo la sua corsa. E non, gli fu gran che difficile, che Renaud era già « scoppiato » e Geyer e Gjis-\ sels erano ormai prossimi ad esserlo.\ Partì a fondo, lasciò il tedesco el i7 belga, andò a prendere il francese, lo salutò e filò da solo verso la-vetta del Colle. ìRimanevano 47 chilometri all'or- Il gregario vittorioso Magne, con un altro sacrificio di Vietto. riuscì a salvarsi da un serio pericolo causatogli da un guasto di macchina, e fu molto lieto che anche questa tappa dei Pirenei fosse superata senza perditu alcuna del suo vantaggio su Martano. Questa è, senza dubbio, la constatuzione meno lieta per noi, ma, ripeto, non era inattesa. Martano ha fatto il possibile per mettere nei guai l'avversario sul Col de Port; ci è riuscito solo in minima parie e apparentemente; altrettanto ha fatto e ottenuto sul Portet d'Aspet. Ciò si può spiegare con la non ottima giornata del nostro corridore, con la sua caduta e con l'ancora non menomata efficienza- di Manne che sembrava dovessero stroncarlo rendendo preziosi servizi al capo, sempre modesto, lieto nel compi- Ma non siamo chc a metà dei Pi rcr.ei e il più duro ha ancora da ve nire; lu resa dei conti, probabilmente, non si avrà che sull'Aubisque e sul Tourrnaìct, l'ultima giornata. Intanto, salutiamo con gioia questa vittoria del volonteroso, audace e- tenace bolognese, che è giunto a questo successo, attraversando crisi '< I j mento del suo dovere, oggi fiero e orgoglioso di aver fatto trionfare i nostri colori. La sua prova, pur nel quadro a lui favorevole della gara, ha un significato sportivo ed un va- lore atletico che lo eleva nella consi- derazione dei tecnici e nella sim pitia della folla. Abbiamo lasciato Ax sotto un cielo coperto che sembrava garantirci dal tormento della solita arsura. I nostri partirono svelti, ma, presto, in cima alla fila, vidi maglie france- . si, che rispondevano con scatti altaicloro velocità, e, poi, formarsi un gruiipetto di otto, fra i quali Magne e Gotti. Ma Cazzulani riportò sotto Martano, e gli altri ripresero poco dono. In questa sfuriata si fecero tredici chilometri in venti minuti, cioè a trentanove all'ora. Poi i bollori si calmarono e si andò scivolando giù per la strada che serpeggia a fianco dell'Ariège, chiusa ira monti incappucciati e svettati di fiocchi perlacei. Bidot guidò la marcia fino al controllo di Tarascon (Km. 26), dove la media era calata sui trenta. Si cominciò subito a salire verso suo attacco, lasciando a Trueba ed Ezquerra la guida. Metro per metro Magne riguadagnò il terreno perdu- h0, finché anch'egli fu coi primi, Esaurito il tema Magne-Martano, cominciò quello Vietto-Trueba-Ez[guerra, per il Premio della Monta- gna. Gli scatti che Trueba piazzava gVGcndusgc7sdMsVfpddmsH v£ ,„"l„»f IU VJT j r ba Vervaecke Maes, Salazard e La Pggw-.GjW* ultimo, pero, resse poco rSi il Coi'de Port BÌdoi fasddìa Ói^ a Vietto, mgnfeLoìS ^ques^dopo Savrat, intensificò il tiro, fin-1 che Ezquerra diede una tirata, alla quale Martano rispose, intonando un comando estremamente energico. Solo Magne ed Ezquerra furono sulla sua scia, poi anche la « maglia gialla » cedette e fu presa da True- Perfino Franzil precedette il lea der della classifica, al quale venne ad unirsi Vietto. Questi andò ad aggregarsi alle vedette, fra le quali, ormai, Martano aveva desistito dal tbdall'andatura, Intanto, Martano, che Ezquerra lasciava solo a condurre, o sostituiva solo per mettere il freno, non riusciva ad aumentare quei cento metri che aveva guadagnato su Ma-\ gne. il quale dovette lasciare che' Trueba e Maes andassero avanti a ricongiungersi ai priìni due. Vietto primo sul Col de Port , senza che nessuno pensasse Così, a Suini Girons (Km. a ripetizione facevano sempre rimanere Magne a una decina dì metri I dalla coda della fila, ma, ogni volta, la « maglia gialla » si riappiccicava all'ultimo anello. Poi intervenne anche Ezquerra, ma i due spagnoli non poterono aver ragione dell'agilità di Vietto, che, con un balzo decisivo, passò per primo in cima al Colle, precedendo Trueba, Maes, Martano, Magne, Vervaecke, Ezquerra, Franzil di 5'; Goffi e Renaud di l'5"; Salazard di VIS"; Cazzulani, Vignoli e Geyer di 1*22" j Morelli, Gestri, Lapebie e Level di l'37". Come vedete, la prima scalata non aveva dato una fisonomia alla corsa. E, se a una considerazione si prestava, essa non era del tutto favorevole a chi aveva inutilmente attaccato. Nella lunga discesa sassosa e polverosa, forarono Louviot e Gotti, che iniziò qui la serie delle sue disI avventure, Franzil, Canardo, Verj vaecke e Lapebie, e si formò un gruppo cori Magne, Martano, Cazzulani, Gestri, Trueba, Vietto, Geyer, Morelli, Maes, Level, Molinar, Ezquerra e Renaud. Avvene la caduta di Martano di cui vi ho parlato. Renaud. prima di Massat, approfittando del nebbione di polvere sollevato dalle vetture, se la svignò a lui. 85) il . iche la catena si era contorta fuggitivo aveva l'40" sul gruppo, che si era venuto ingrossando anche di Monterò, Buse, Salazard, Gjissel3, Vervaecke, Bonduel, Folco, De Caluwé, Buchi ed Erne. Prendemmo, allora, la vaTle del Lcz, che seguimmo fino ad Andressein (Km. 97), per infilare, poi, quella del Bovigane, cominciando a salire verso il Colle di Portet d'Aspet. Renaud procedeva sempre da solo con quasi due minuti di anticipo. Fu solo dopo Argein che scattarono Geyer e. Gjissels, i quali si videro presto a ruota un terzo incomodo: Vignoli. L'italiano stette in attesa sulla scia dei due, i quali fecero ridurre a Saint Lary, cioè al punto dove la salita si faceva più dura, il distacco di Renaud a l'30", mentre essi precedevano di 1' il gruppo condotto da Vietto. La fase decisiva Sotto un breve scrosciare a dirotto, si iniziò la fase decisiva della corIsa. Quando Renaud fu in vista dei tre, Vignoli andò a prenderlo da solo e, dopo breve e inutile resistenza, il francese finì in compagnia di Geyer e Gjissels. Lasciai andare Vignoli per suo conto e mi fermai a vedere quello che succedeva nel gruppo. Sotto l'azione di Vietto, tutti piegarono, meno Martano e Magne. Poi mollò per un poco l'italiano, infine anche la « maglia gialla ». A tre chilometri dalla cima, Vignoli aveva 50" di vantaggio su Gijssels; 1' su Geyer; l'15" su Vietto; l'SO" su Renaud; l'$5" su Martano; 2' su Magne, Lapebie, Vervaeche, Maea e Franzil; 2'10'f su Morelli. Al passo del Colle questo distacco era cambiato così: Vignoli in testa; a l'IS" Vietto; a l'Sl? Gjissels; a l'W Geyer; a l'SO" Martano; a 2' Lapebie, Magne, Maes, Vervaecke; a 2'S2" Franzil e Morelli; a 2'55" Cazzulani. Ma la discesa sul controllo di Segoagnet (Km. 126) unì Martano, Vietto, Vervaecke, Maes, Morelli, Geyer e Lapebie, mentre Gjissels ancora faceva da anello di congiunzione fra questo gruppo e Vignoli. L'ultima salita era quella del Col des Arès. All'inizio, Magne sentì la catena uscire dal pignoìie e andare a incastrarsi fra questo e la forcella. Il guasto era serio, irreparabile, per- I suoi compagni erano in capo alla fila e 7ion s'erano accorti di niente. Magne sceso di macchina ebbe un gesto di disperazione e disse: Addio Tour! Ma, mentre assistevamo a questa scena semi-drammatica, vedemmo Vietto tornare di corsa indietro e offrire senz'altro la sua bicicletta al capo, il quale, così, perse solo poco più di un minuto e mezzo, mentre Vietto dovette attendere un pezzo la « camionette » per poter rimontare in sella. Lo salita, compiuta da Vignoli colrapporto forte, lo portò in cima con S'5" dì vantaaaio su Martano Ver-ii 7 i# ™ su .marrano, ver ^eB*^ ^ 1 a 3'25' S'SO' Gijssels a Si poteva ancora sperare che Martano, il quale non si era accorto subito dell'incidente di Magne, difendesse quei venti secondi di vantag- gio, ma egli era dolorante per le ferite e, dietro di lui, Lapebie ricondusse impetuosamente la « maglia gialla », cosicché i due protagonisti si trovarono di nuovo insieme a venti chilometri dall'arrivo. La corsa era finita, perchè, poi, nessuno ebbe più speranza di riprendere Vignoli, il quale andò ancora mettendo più spazio tra sè e gli inseguitori. Martano seriamente contuso Nel bilancio della giornata, figura, dunque, la gemma splendente «Vla vittoria del gregario, ma- getta un'ombra la mancata riuscita del tentativo del capo e quella che potrà essere la conseguenza della sua caduta. Martano, oltre che di una forte contusione all'anca destra, si lamenta di una contusione nella regione del fegato. Non vi nascondo che il « tricolore » è piuttosto impressionato di ciò, ma noi non lasciamo la speranza che le cure e il riposo di questa notte possano ridarci in efficienza l'uomo sul quale sono ancora basate le nostre speranze. La tappa di domani sarà la più breve, ma non la meno difficile del Giro. All'inizio dovremo immediatamente salire al Cólte dì Peyresourd, che, in tredici chilometri, farà fare un balzo di oltre novecento metri. Poi si scenderà ad Aneau, dove si ricomincierà a salire per il Col d'Aspin, con un dislivello di 785 metri in altri tredici chilometri. Di qui, per compiere i 91 chilometri della tappa, non ne rimarranno ohe 46. Certo, era questa una delle tappe sulle quali Martano faceva maggiore affidamento per muovere decisamente all'attacco della « maglia gialla ». Ma far 'previsioni nell'incertezza delle condizioni nelle quali egli potrà scendere in campo sarebbe affrontare alla cieca un problema che finora non hanno risolto sedici tappe Preferisco attendere domani sera, per dirvi francamente, se e quali probabilità ha ancora Martano di vìncere il Tour. GIUSEPPE AMBROSINI da La nostra Istantanea ricorda Vignoli subito dopo l'arrivo di quella Napoli-Bari, dell'ultimo Giro d'Italia, che lo rivelò atleta d'avvenire. Il modesto emiliano ha ripetuto ieri, con egual fortuna, l'esperimento nella Ax-les- Thermes-Luchon. A quando un nuovo colpo?

Luoghi citati: Andressein, Aneau, Bari, Francia, Italia, Martano