Le sorprese di Cazzulani

Le sorprese di Cazzulani Le sorprese di Cazzulani e i n o a a o ; ; - , , , ! e ; l . 9. , a e 8. R. ; iR. ti , 0. s , Evian, 7 notte. La previsione di un arrivo in gruppo a Evian si è, in omaggio alla storia del Tour, avverata appieno. Quella, invece, che è ancora mancata, è stata una vittoria dei nostri colorì, che, nelle mìe considerazioni della vigilia, non mettevo nel regno dei sogni. E facevo anche un nome, che mi dava speciale affidamento, quello di Meini, uno dei nostri più veloci corridori su strada e in chiaro progresso di forma. Ma proprio contro di lui, che oggi avrebbe potuto darci la gioia del primo successo, si è rivolta questa maligna sorte che non intende assolutamente lasciarci in pace. Gente che sa il suo mestiere ropofrtialfovaqustcuMchvgQuando si pensi che è giunto terzo Cazzulani, che non vanta un notevole spunto di velocità, sì posso- ìl^vsa Jno valutare le possibilità e**aw|J^il toscano di tagliare per pruno il dtraguardo di Evian, se una foratu- cra nonio avesse appiedato nella di- dscesa della Faucille, dopo che aveva vottimamente resistito alle azioni in salita, che, pur non essendo portate a un tono di eccessh battività, non hanno tuttavia calo di farsi sentire alla dista %^^L^fnàJ^nTVu^3''ot^LnL9%Wn9e' inre in vista del Lago Lemano. asoloadecisivo^ ma più ^nwZ'ralivo \ slfermato quello che già sapevamo,: mcioè che nella nostra squadra non ci insono uomini che abbiano le doti diìrvelocità per competere, se la tappa\anon li ha.messi a dura prova, con quegli abili ed agili finalisti francesi, che rispondono ai nomi di Lapebie, Le Grevès, Speicher e anche Louviot. mmsmL'assenza di Battesini, per non, dire dì Guerra, sì fa indubbiamente\csentire. Ma sappiamo tutti le ragioni che hanno impedito di dotare la squadra di un uomo veloce, ed è inutile recriminare su di una visio- vnttne più generale, che i gerarchi han-ìqno della destinazione dei migliori gatleti in difesa dei nostri colori e pche se oggi ci fa mancare delle soddisfazioiii che ognuno di noi desidererebbe, speriamo ce ne riserbi altre non minori a breve scadenza. La squadra è quella che le necessità e le aspirazioni del nostro sport hanno consigliato, ma essa indubbiamente potrebbe rendere di più in tante circostanze, se i nostri ragazzi sapessero fondere le loro forze e avessero la finezza tattica e la decisione che dobbiamo riconoscere nei loro più diretti avversari. I quali, non solo sano più agili pedalatori, ma hanno il senso della posizione, l'intuito dell'accorda, la prontezza della concezione nel difficile momento della volata, assai più spiccati dei nostri. Abbiamo visto a Charleville come la mancata intesa (guardate che non parlo di disaccordo, perchè l'armonìa è completa fra i «tricolori »J fra Martano e Bergamaschi finì per dare a Magne un abbuono, che avrebbe, invece, dovuto premiare la grande corsa degli italiani. Ieri, a BeiJori, Morelli e Molinar non seppero fiutarsi a vicenda, anzi addirittura ■ si danneggiarono. Oggi avevamo nel 'gruppo di testa Martano, Cazzulani, j Gestri, Morelli, Franzil e ognuno fe- ! ce da sè, non per malanimo, ripeto, [ma perchè incapace di trovare queir i l'intesa che strinse Speicher, Le Grevès, Lapebie e Louviot attorno a Magne per cercare di fargli guadagnare un abbuono, cioè per farlo arrivare primo o secondo. Se e.s.si, che ui duecento metri occupavano tutta /•« prima linea in uno schieramento a protezione di Magne, non riuscirono nell'intento, lo si deve solo alla minaccia isolata di Cazzulani, che veniva da solo sulla sinistra in un pericoloso ritorno, in cui Magne era irrimediabilmente battuto;! difensori allora partirono per loro conio e, direi quasi, contro lo* ro volontà, e occuparono i primi'posti. \r , . ìCose da imparare [La compattezza della squadra] francese, dunque, che aveva dato ot- tima prova nell'azione seguita ieri alla foratura di Martano, è apparsa formidabile oggi nella fase risoluti-}va della tappa, come a- Charleville, quando il giaco fu tutto in sua mano. E' vero che le conseguenze di questa superiorità tattica non si ripercuotono, a Evian, sulla posizione di Martano, perchè io contìnuo a con che tecnicamente necessario per dar- vi conto degli elementi essenziali di,gara, potrebbe essere utile, se, corneiìl oommiseario ^fonico fra>tt°J^^^At&.^Ì^L^^Mvolte osservare ai suoi uomini, que-\sh ne tenessero conto, per mettereia frutto 1 esperienza di queste prime \ J..... „7. .7 „7.7- „ ...' „ ... |J^,'^*« .So^^1*^Viw^'| derlimù vadroni dell'arte di correre che è fatta, non soltanto di sforzò di muscoli, ma anche di lavoro di eer- ' veli0. ''oMisU, dove ad essi si cominci ad insegnare ad andare in macchina e a veJdala.re> fino a ragionare nelle sì- \ slife'eti ^Si^ee^qS^k «Mi|: meni e inferiori a nessuno, nia'rozzi. ingenui, irrìflessivi nel loro mesfie-ìre. Il contatto e il confronto cogli\avversari che inonesto campo sonomaestri non potrà che essere loro molto utile. Il guaio è che qui nonsiamo venuti per prendere lezioni, ma-, se possìbile, per darne... , \cor^a" Detto questo sull'episodio finale, vengo ad illustrare il res.o della La Belfort-Evian è stata poco o niente combattuta. Perchè? Anzitutto bisogna pensare che era la quinta di una serie di tappe il cui peso ìquasi tutti avevano accusato. Sono già più di 1100 chilometri che ci se parano da Parigi e che, in cinque giorni, non si compiono senza con- traccolpo sulle condizioni di j're- schezza e sulle disposizioni alla [combattività. Era anche la più lunga del Tour, se non la più severa per asperità naturali. La prospettiva di dieci ore di macchina non poteva essere il'mi- gliore incentivo a prodigarsi, a ten-dtare i colpi di scena, ad attaccare a fondo. Infine, nessuna squadra e nessun Tdi VrtrAan^tZ meno d{ riassestarsi e % ,non meno di loro. Non par.., i oeigi che continuano a trascinarsi francesi ^^ Mm meno dì loro. Non parliamo toi\a \ gnoU e degli svizzeri, che non sónoi in grado di dare un loro tono aUa \ aara . |*,*^8j je tre salite della aiornata * + jL 7f y ■ ~"°df eneroie e "fra"''una ei'aWra tirato a diq'Jrire con cornato ti centinaia di chilometri che erana la _ |2SÌ^iiSìKfflK^>^¥^«ria» ',r'hpR^TTnZ"T^frint Klartì ài vmt. !,' ,-,f al scal \ °L'italiano vr^^^ due ma \ si accolntento e a sua volta, lì brividi dell'emozione. Eppure si è cominciato in un mo¬ ,. do da lasciar prevedere chi ^J^improvvisamenie agli eventi , , w mt dì M ■ m gruppetto con Louviot, Buse, Vi gnoli, De Caluwé, Wauthers e La- \pebie', e poi Magne, che precedeva j di poco Martano, di più Verwaeclce e dì un paio di centinaia di metri la fila allungatasi nella furiosa tirata. L'italiano non mollava, la caccia si faceva accanita. Un'iniziativa poco gradita Che cosa avesse in mente di fare Cazzulani, insistendo nella sua fu¬ ga, non riuscivo a capire. Eppnre\ egli doveva sapere che Bergamasche era partito in condizioni tutt'altro che liete e col dubbio perfino di non\ finire la sua tappa, causa il male ali ginocchio che Manchon aveva di- chiarata cosa da poco, ma che a lui! procurava sofferenze preoccupanti, danto che Girardengo aveva dato'or dine a Folco di star vicino al com pagno e, comunque, di accompagnarlo all'arrivo in tempo massimo. Ne a Martano che s'affannava a in 3 lo scherzo poteva piace a lui, infine, che utile poteva por- ?ìm^ aveva dicMarato i'aUro m bisogno m ,che Cazzulani'giorno di \~^^ cuno scattava, e lui gli era addosso;%'"XZ>X "» risposta atto di dargli Ma questa era un po' troppo lun- 9a. e allora intervenne Girardengo, che avnena note farsi larao fra le ' vet ture, andò a dare una tirata di ■ orecchi aWimpulsìvo suo uomo. ' Nel frattempo Martano aveva lduel e Geyer- D°v° MontoeUÌ ! vedemmo cml nostro gran Bergamaschi con Galatcau e, p dì Saint Hyppolite, la compagv ricostituì quasi completamente, li chilometri percorsi nientemeno che a 1/2 e mezzo di media. Si ricon giunsero, poi, Gestri, Viratelle, Sa^lazard, Jlarcaillou, Gjissels, Bon- sollievo e ¬ ta, caduta e il ritiro di ArchambaudMancava- un personaggio d'impor-tanza: Archambaud. Doveva essergli capitato per forza qualche incidente, perche non era uomo da farsi staccare per così poco. Ne chiesi notizie ad un collega francese che allora risaliva dalle retrovie. Otto chilometri dopo la partenza, mentre infuriava la mischia accesa da Cazzulani, Archambaud incastrò la sua ruota anteriore nella rotaia di un tram. Uscì la gomma dal cerchione e il corridore fu lanciato a terra, an- dando a cadere su di una spalla, proprio sull'allra rotaia: non fu capace di sollevarsi da solo, lo tirarono su ed egli si mise ad urlare dal dolore che gli immobilizzava la spalla. Ebbe subito la sensazione della gravità della contusione e. piangendo un bambino, si mise a geniere disperatamente: « Addio « Tour »; per me è finita, povero me! ». Manchon lo visitò immediatamente e il suo responso fu: frattura della spalla, occorre portarlo all'ospedale. E così fu fatto, fra la costernazione dei presentì, che per il monello, come lo chiamano, avevano una simpatia particolare. E se la meritava, Archambaud, la popolarità che godeva, perchè il suo aspetto quasi infantile, ì suoi modi spigliati, lo stile delle sue corse ne avevano fatto a ragione uno dei corridori più tipici e simpalici, che nell'anima delle folle faceva- concorrenza all'ormai sfruttato « Charlot ». In lui là squadra francese perde, se non un probabile vincitore del «Tour», un elemento che a Magne avrebbe potuto essere molto utile per le tappe di pianura. A S. Hyppolite si attaccò la salita di Malche con un primo spunto di Trueba, Cazzulani e Gestri, inseguiti e presi da Magne, Ezquerra e Marcaillou. Sorpreso dallo scatto, Martano era rimasto nella fila e, quando potè sbrogliarsi, aveva duecento metri di ritardo. Ma il suo ritorno fu im capolavoro di decisione, che alla sua ruota non riuscì a restare nessuno degli inseguitori. 11 comando passò allora da Magne a Gestri, poi a Martano, ma quelli che ho nominato giunsero insieme in vetta, dove ripresero Vignali, Salazard, Vervaecke e, in un tratto di discesa, parec- \cJ^ con Meini, Cazzatimi, Molie „ar6ì(*9***- m^e ritorno anche Berg„mascn^ \tarsi Per " SM0 adocchio. i j frances: dominano in volata „ ! A. Morteau (Km. 89) erano cin quanta^ in gruppo e la media di c I 1 Km. dire in 30,5. E' inutile che vi stia a della corsa, che, a questo momento, entrò in una zona morta. 1 corridori, più che ad essa, pensavano a godersi il meraviglioso pano- ~Daubs stende va sotto i loro occhi e che si allargava- sui monti del Giura in ima successione dì scene limpide e colorite, , di una bellezza lieta e mite che rin- 'pescava lo spirito. Dai laghi di Chaillexon, piccoli bacini in una con- di roccie) risaliamo alle chiùse di ': Entreroches, ai laghi di S. Point e $ Romoray, sempre seguendo il corso del Doubs snodantesi fra pareti \ f roccia I /•r<?' pareti e selve di una \}re*cura smossa, < Fummo a Pontarher (Km. 120) «#» 28.8 e a-Cham- Pinole (Km. 162) sempre sullo stes d 1 i o e a n e - sieme, meno Bergamaschi, nuovamente in- difficoltà. Scendemmo a Morez per riprendere e salire al Colle della- Faucille. Condusse da prima Louviot, interruppero il suo calmo comando Cazzulani, poi Vervaecke, con strappi nervosi; ripresero le redini Louviot, Magne, Martano e provocarono alla vetta la riduzione del gruppo a queste unità: Martano, Magne, Vietto, Geyer, Cazzulani, Buchi, Lapebie, Louviot, Pastorelli, Salazard, De Caluwé, Sylvère Maes, Vervaecke, Erne, Memi, Ezquerra, Vignoli> Gotti, Level, Morelli, Franzil, Viratelle e Trueba. Alla fine dell'altipiano, eravamo in vista del Lago di Ginevra e iniziammo la discesa. Alle prime svolte Martano forò. Per fortuna Gotti potè dargli aliasi subito la ruota e quegli si butto a corpo morto all'inseguimento, riportandosi presto su Ma- gne e sugli altri. Forò anche Meini, quasi contemporaneamente a Molinai-, e la fila si spezzò verso Gex, per passare la frontiera svizzera in un convulso agitarsi di fuggii ivi e inseguitori. Al passaggio di Gine vra, ì primi precedevano di l',20" un gruppetto in cui erano Lapebie, Vignoli e Vervaecke, di 3',20" Meini con R. Maes, Dictus, Wauthers, Viratene, Salazard e Gjissels, di 4* S. Maes, e di 5',30" Gotti e Molinai: Dell'avanguardia facevano parie Martano, Cazzulani e Gestri, ma questi fu staccato e raggiunto da Lapebie, che aveva lasciato il suo gruppo; col francese, Gestri potè rientrare prima di Thonon. Geyer cercò di involarsi parecchie volte> ma non ci riuscì. La decisione doveva darla la volata. Oggi si riposa ad Evian / francesi furono così decisi, che, quando il gruppo apparve alla, voltala che era a duecento metri dal traguardo, non si vedevano che maglie bianco-rosso-blu, quella gialla dì Magne e quella del campione del mondò. Magne, protetto da questo schieramento, attaccò la volata, ma sulla sua sinistra sbucò Cazzulani, che, ai cento metri, aveva già rimontato Magne. Allora Lo Grevès e Speicher, vedendo che non potevano più far niente per Magne, pensarono ai fatti loro e lottarono gomito a gomito fin sulla linea del traguarda. A me è parso che Le Grevès precedesse, sia pure di un'inezia, Speicher, ma il giudice d'arrivo decretò il pari merito. Cazzulani fu terzo. I commissari modificarono, poi, fi responso e assegnarono la vittoria a Le Grevès, che, così, ha potuto aumentare il suo vantaggio in classifica su Martano di 1' e 30" di abbuono. Nulla di male, quindi-, per Martano, il quale, per mancato rifornimento, ha passato un brutto momento a una quarantina di chilometri dall'arrivo. Ma con un po' di zucchero si è ripreso suMto. Cazzulani avrebbe forse potuto fare ancora meglio hi volata-) se avesse disposto di un maggior rapporto, dato che l'arrivo era un po' in discesa. Gestri nella seconda parte della corsa non si è sentito bene ed è finito piuttosto provato: il caldo e le troppe bevande debbono essere state la causa di questa passeggera indisposizione dalla quale stasera si sente già rimesso. Bergamaschi continua a lagnarsi del ginocchio: ha compiuto si può dire tutta la tappa pedalando con una gamba sola e, per colmo di disgrazia, ha forato sul Colle della Faucille. Folco si è dedicato completamente a lui, assistendolo dal principio alla fine. E così Gotti, salificatosi a Martano nella, discesa su Ginevra. Vignoli è stato disturbato da emorragia nasale. Come vedete, i nostri uomini non mancheranno di approfittare del riposo di domani. Ma non crediate che in casa d'altri si stia molto meglio. La condizione delle squadre e degli uomini e la situazione di gara sarà oggetto del mio esame domani. GIUSEPPE AMBROSINO Ancora un documento del valoroso comportamento degli Italiani al Tour. Bergamaschi conduce Martano a tut ta andatura nella Charleville-Metz, mentre gli stranieri hanno il loro da fare a non perderli di vista.