Il Duce inaugura la Colonia "28 Ottobre,,

Il Duce inaugura la Colonia "28 Ottobre,, BIMBI D'ITALIA AL MARE D'ITALIA Il Duce inaugura la Colonia "28 Ottobre,, La festosa e vibrante manifestazione dei quattrocento operai che hanno creato in dieci mesi la nuova ardita costruzione destinata ad ospitare milletrecento ragazzi provenienti dall'estero • (lini nostro Inviato). Prue sull'Adriatico Cattolica, 28 notte; Cinque sagome dì navi, terse e lucenti, con la prua rivolta verso l'Adriatico, quasi pronte a salpare da un momento all'altro, si sono offerte stamane allo sguardo del Duce allorché Egli, pilotando un velocissimo motoscafo, è giunto, dal largo, nelle acque di Cattolica. Era questo il profilo architettonico, ardito, moderno nuovo, della grande colonia « XXVIII Ottobre » per i figli degli italiani all'estero, che attendeva dall'Ospite desiderato il suo battesimo: profilo di piccola flotta impaziente di navigare, perchè instilli nella fantasia dei nostri piccoli fratelli il ricordo di un anelito di conquista che, certo, li sorreggerà e li colmerà di orgoglio anche tornando lontano. E l'alta approvazione del Duce, adesso che l'opera è completa e attende solo i suoi giovani ospiti, è il meritato premio di una intelligente concezione vasta e originale. Cerimonia di stile fascista Per l'inaugurazione della nuova colonia non vi è stata affatto, stamane, una vera e propria cerimonia. Poche autorità, pochissimi giornalisti insieme alle maestranze che hanno costruito i magnifici padiglioni, sono stati ammessi nel recinto della colonia durante la visita del Duce. Niente discoi'si, niente etichetta, niente ufficialità: pieno ed assoluto stile fascista. Ma, in compenso, la visita, anche se rapida, è stata minuziosa e, secondo il Suo costume, il Capo del Governo ha voluto rendersi conto di ogni minimo dettaglio costruttivo ed organizzativo Provene7ido, come si è detto, dal largo, ti Duce è giunto in vista di Cattolica alle ore 10 precise. Un mormorio della piccola folla che in attesa scrutava lontano, ha accolto l'apparizione del velocissimo battello diretto con sicura manovra verso il pontile antistante la colonia. Disegnando mia larga scia bianca, il motoscafo ha guadagnato rapidamente la distanza che lo separava dal luogo di attracco, mentre al largo, le ■innumerevoli imbarcazioni dei bagnanti si animavano di un gioioso agitarsi di mani e di tino sventolìo di fazzoletti. Allorché le sagome si fanno più distinte è agevole riconoscere la familiare figura del Duce, ritta dietro il timone ed attentissima alla manovra: allora l'impazienza, l'entusiasmo della piccola folla che attende si fanno più vivi e una acclamazione alta e affettuosa si leva verso l'Ospite. Sul pontile di sbarco ad attendere il Duce, sono: il Ministro Piero Patini, direttore dei Fasci italiani all'estero, il generale d'Armala S. E. Grazioli, il Prefetto di Forlì S. E. Dino Borri, il Segretario federale della Provincia conte Tcodorani Fabbri, il Questore di Forlì, il console Brandimarte, comandante la Legione che al Duce s'intitola, il Segretario del Fascio di Cattolica ing. Ricci, che ha portato a compimento i lavori, il direttore della colonia seniore prof. Eugenio Canepa, e il direttore amministrativo cav. Tedesco. II bacio del Duce Appena il Duce mette piede sul pontile, dalla «nave ammiraglia» della colonia parte il primo dei colpi a salve che un cannoncino da « 75 » dedica all'Ospite. Incorniciate dalla breve nuvoletta di fumo bianco, con le bandiere che sventolano sui pennoni, le cinque navi offrono veramente uno spettacolo suggestivo: fanno pensare ad una piccola flotta schierata in ordine di battaglia che debba prendere da un momento all'altro il mare. Il Duce percorre il pontile e, giunto all'estremità di questo, si fer- ma a baciare due piccoli balilla che stanno a guardia e che lo hanno salutato levando in alto il braccio. Dall'estremità del pontile e fino quasi all'ingresso dell'edificio principale della colonia, sono schierate, su due fitte ali, le maestranze che hanno dato vita in un anno di lavoro, alla bella opera. Da queste partono entusiastiche grida di saluto all'Ospite che, a passo rapidissimo, seguito dalle autorità, attraversa il breve tratto di spiaggia e si dirige verso la « ammiraglia ». Bisogna a questo punto, perchè i lettori intendano meglio, soffermarsi brevemente sull'opera che, tanto è nuova dal punto di vista architettonico, potrebbe non essere giustamente valutata. Diremo dunque che gli ideatori, intendendo dì offrire ai piccoli ospiti della colonia una costruzione che, anche nella sua apparenza esteriore, avesse un significato ed un contenuto, hanno scelto cinque padigliotii che riproducono, con scrupolosa fedeltà, nella forma, nel colore, nei minimi particolari, le soprastrutture di cinque grandi navi. La nuova costruzione s'intona al più schietto razionalismo architettonico ed applica con modernissimo materiale quanto di più pratico poteva corrispondere alle moderne esigenze. L'opera è ispirata ad una interpretazione dell'architettura navale e aerodinamica che non poteva non straripare dalle norme consuete. La planimetria e l'elevazione dei padiglioni sono studiati in modo da dare un senso dì dinamismo alle costruzioni. Per quanto riguarda la forma esteriore dell'opera, aggiungeremo che il colore argento alluminio dei tetti, contribuisce a completare l'idea di una favolosa flottiglia navale. Del resto, tutto, nella colonia « XXVIII Ottobre » è intonato a questa visione navale. Ciascun dormitorio è suddiviso in due ponti so vrapposti. E l'edificio centrale è dominato da due torri che ricordano la- plancia di linea di un incrociatore, Ancora: i pennoni, i particolari decorativi, le distribuzioni dei servizi, l'illuminazione, sembrano tutte cose prese a prestito dalle caratteristiche della nave da guerra. Infatti nei dormitori che sono, come si è detto, a forma di ponte, i posti sono sistemati in comode cuccette e ognuna di esse ha il suo armadietto e la sua fi nestra. Naturalmente, l'aerazione è stata studiata con molta cura e con un sistema ingegnosissimo essa svolge il suo prezioso compito. L'illuminazione è razionale, la luce diffusa. I! refettorio per 1300 bimbi Al pian terreno della « nave ammiraglia », il Duce visita anzitutto il grande refettorio collettivo dove le tavole, stile novecento, sono disposte a raggiera. Già, in attesa dei 1300 ospiti che prenderanno possesso del nuovo ambiente il 3 luglio prossimo, sono siate allineate sulle tavole le stoviglie e le tovaglie dì color azzurro pallido. Il D.ice esprime il suo vivo compiacimento per tutto questo e si sofferma in particolare ad ammirare l'unico motivo di decorazione vera e propria che la grande sala, candida e luminosa, offre; il gruppo « Duce al timone », dovuto allo scultore Publio Morbiducci. Esso ritrae il Capo in divisa marinara, mentre regge la barra di un timone. Per chi ricordi di aver veduto poco prima, al suo arrivo in motoscafo, Mussolini in quel medesimo atteggiamento, la sorpresa è lieta. La statua poggia su una mensola a forma di carena e reca la dicitura: « O forza, o gloria d'Italia, avanti! ». Visitato il refettorio, il Duce passa nelle linde e bene attrezzate cucine; quindi, salendo a quattro a quattro i gradini, raggiunge la terrazza dell'« ammiraglia », da dove si ve- dono le altre quattro navi-dormito- rio: ciascuna di queste ha un nome glorioso: « Luigi Rizzo », « Costanzo Ciano », « Nazario Sauro », « Gabriele d'Anyiunzio ». Mentre continua la visita e, più tardi, allorché passa nelle navi-dormitorio, Mussolini non rista un attimo dal chiedere schiarimenti e notizie ai suoi accompagnatori; così ad un certo punto, rivolgendosi al seniore Canepa, direttore della Colonia e ricordando l'opera da lui svolta a Torino, gli dice una breve frase di compiacimento e di elogio. Alla fine della minuziosa visita, il Duce, sempre accompagnato dal piccolo gruppo di autorità, lascia la colonia e ritorna verso l'imbarcadero per ripartire. Anche questa volta le maestranze schierate lo acclamano calorosamente e poiché qualcuno deiseguito gli dice che tra codesti operai uno ve n'è che ha avuto 17 figli, Mussolini sì ferma e dice: — Voglio vederlo. Viene chiamato il nome dell'operaio, certo Gino Foschi, da Gradura, che si fa avanti tìmidamente. E' un brav'uomo di circa quarant'anni: ha avuto 17 figli, dei quali undici sono viventi. Il Duce dà subito l'ordine di dargli una somma di denaro, che il bravo Foschi accoglie commosso. Quindi Mussolini, attraversata velocemente la passerella dell'imbarcadero, balza sul motoscafo e, afferrato il timone, si stacca subito, dirigendosi al largo, mentre una acclamazione formidabile si alza a salutarlo. Dalla « nave ammiraglia » della colonia « XXVTLT Ottobre » echeggiano altri colpi a salve e l'eco si propaga rombando sulla calma distesa delle acque. E' il saluto che la piccola flottiglia, splendente sotto il sole, manda al Duce. MINO DOLETTI. 1 LUMINOSI PADIGLIONI DELLA NUOVA COLONIA MARINA Dl CATTOLICA

Luoghi citati: Cattolica, Forlì, Italia, Torino