Il rinnovamento della Rumenia secondo il programma della Guardia di ferro

Il rinnovamento della Rumenia secondo il programma della Guardia di ferro Il rinnovamento della Rumenia secondo il programma della Guardia di ferro (Dal nostro Inviato) BUCAREST, giugno. iI processi intentati alla Guardia di ferro sono tutti finiti con assolu-, zioni clamorose e all'indomani di o- gni assoluzione il movimento ha ri-ipreso con acc esciuta energia. Gli'amici a voce alia e i nemici a bassa voce dichiar io concordi che per laiGuardia di ftrro lavora un formida-j bile alleato: il te ». Imprimere al-llista rumeno~e come se" ne"immaginila vittoria. Sempre preciso nelle sue risposte, ricche di dati e di dettagli, Codreanu dice: • ,v,;„- -,w,;„; io„oì con i miei amici, levai la Grande Rumenia un ritmo di vita radicalmente diverso da quello dell'anteguerra e dell'immediato dopoguerra non è facile; ma il tempo compie il miracolo. Ho chiesto a Cornelio Zelea Codreanu, il figlio del popolo che in tal miracolo ripone la maggior fiducia, come si sia deciso ad iniziare un movimento naziona- — Nel '22 la voce per le rivendicazioni della studentesca; cinque anni dopo ripresi la lotta, vedendo nella realizzazione degl'ideali della gioventù rumena la realizzazione degl'ideali nazionali. « La nostra fede è grande. I punti, i dogma per i quali combattiamo, sono tre: per primo aspiriamo a una morale, nel senso che vogliamo porre fine al disagio spirituale dell'odierna Rumenia; vogliamo far rinascere le grandi virtù della nostra razza, vogliamo una rivolta spirituale della nazione. Il punto secondo ^etTamenTéTuonalita; su 18 milioni di abitanti, si contano 14 mi lioni di rumeni poveri e privi di cui tura, quindi tre milioni di ebrei (se condo le statistiche ufficiali la cifra sarebbe notevolmente minore). I filosemiti stranieri se vivessero in Rumenia sarebbero di certo degli antisemiti. Confronti con l'Italia non sono addirittura possibili, perchè in Italia gli ebrei saranno forse numerosi non più degli zingari. Qui, invece, hanno occupato le città, e le città sono i centri economici della nazione, in quanto in esse si accumula la ricchezza, i centri culturali, in quanto in esse sorgono scuole, biblioteche e laboratorii, e sono al tempo stesso i centri della vita politica. Chi tiene le città tiene lo Stato. «Noi consideriamo inoltre gli ebrei i rappresentanti della massoneria e del bolscevismo; nei processi contro i comunisti che si sono avuti in Rumenia dal 1919 in poi, gli imputati erano ebrei per il 90 per cento. Gli ebrei si sono stabiliti in Rumenia un centinaio di anni addietro, noi viviamo qui da tempi storici. Insomma, la Rumenia è invasa da una popolazione straniera venuta ad occupare le sue terre, e che è per noi quello che francesi, spagnuoli e austriaci furono per l'Italia (il lettore sia av- 1 vertito che queste dichiarazioni ven gono riprodotte, in forma testuale, allo scopo esclusivo di illustrare un particolare stato d'animol. Cosa vogliamo? prosegue Codreanu; vogliamo l'applicazione del protocollo per le minoranze, cioè a dire vogliamo che la minoranza venga subordinata alla maggioranza. La stessa parola « minoranza » deve escludere che la maggioranza sia sfruttata in casa propria. D'altro canto gli ebrei sono nemici della Guardia di ferro e del nazionalismo rumeno in genere. « Il punto terzo del nostro programma concerne l'assetto statale. La forma scaturita dalla rivoluzione francese è moribonda, anzi è già ! morta assieme all'ideologia che l'ha fino ad oggi sostenuta. Io sono contro la ideologia della rivoluzione tro la laeoioBia ueu«i iivu.u^u.ic francese, che del resto finisce anche senza la mia ostilità. Lo Stato demo- ; cratico di tipo parlamentare spari- sce; e poiché la scomparsa e mevi- tabile, il nostro movimento si chiede che cosa si debba fare, quale sia la soluzione più vantaggiosa per noirumeni. Il problema dell'assetto fu- turo della Rumenia non l'ho ancora studiato a fondo : Mussolini, nel '22, ha in primo luogo pensato all'azione; il resto è venuto dopo. E dopo Mussolini ha anche dimostrato che il Fa seismo è realizzabile in tutto il mon do e ha fissato certi principii fonda mentali. Ma in ogni paese, questo e I evidente, esistono delle particolarità , locali ; noi prenderemo, perciò, i |la scomparsa dello Stato di tipo pai- | [ameiJ,tat;f • jf!1 40P.1.a.!KL° _se ."„elIa...,„'", locali ; noi prenderemo, perciò, 1 |grandi principii e li adatteremo alle \9ȩ́^ nazionali. , Slccome Codreanu e convinto del- tura Rumenia si avrà o no un parla- mento. Risponde: — Credo che un parlamento la- vremo anche noi, soltanto ignoro se subito. Forse resteremo senza par- Ilamento per un anno, e dopo ne avre- mo, forse, uno a tipo corporativo. Oggi come oggi non vedo la possibi- litàdi una altra forma. La stessa Ita- lia sta facendo in materia una gran- de esperienza storica, che noi seguia- mo con la massima attenzione. Co- munque io credo nello Stato dell'av- venire basato sul corporativismo. La cosa che più colpisce l'interlo- cutore, conversando con Cornelio Codreanu, è che molte sue espres- sioni tradiscono ubbidienza all'istin- to; anche quando dice che ha fattoi conti e ha riflettuto, il frutto delcalcolo e della riflessione non è poi che un prodotto del suo istinto. La partita ch'egli gioca non permette di fare conti con entità numericjunen. te esatte. Gli amici lo considerano un vero e proprio istintivo » e da per-sone e personalità che vorrebbero di-ventare sue amiche egli si tiene lon- tano « per istinto », in quanto non la scuola politica ma l'istinto gli fa sen- tire che imbastardire il suo movimento significa fargli perdere freschezza e forza e comprometterlo alla stregua degli antichi. — Sebbene i rumeni siano per l'ot- tinta per cento dei contadini — spiega il Capitano — lo Stato cor- porativo è possibile ove si s: bili- lecano delle ragionevoli proporzioni: pon possiamo evidentemente fare uno Stato corporativo governato da contadini, i quali ignorano che cosa il corporativismo significhi. Non è al bolscevismo che noi miriamo. In ogni caso, il nuovo parlamento, per uno o due anni, sarà un semplice organo consultivo. j _ Dicono che la Guardia di ferr0 lsia xenofoba e di uno sciovinismo uno che peserà sulla sua politica estera. — Non sono per niente xenofobo — ribatte Codreanu. — Io mi limito a distinguere fra minoranze che rappresentano un pericolo per i rumeni in casa loro e altre che non presentano tale pericolo. Contro le minoranze inoffensive non occorre pren|dere misure. Gli ebrei costituiscono un grande pencolo, ma le altre mino |ranze le giudicheremo a seconda del 1 le rispettive situazioni. Gli unghere- si costituiscono un pericolo relativo: !non g. moltipUcano^ sono assimila. bili e lavorano come i contadini ru- meni. La minoranza tedesca, composta di poche centinaia di migliaia di individui, neppure è pericolosa. Coi bulgari della Dobrugia accomoderemo le faccende alla svelta, applicando il sistema dello scambio delle popolazioni. Già nel gennaio scrivemmo che la Guardia di ferro differisce dal Fascismo italiano e dal nazional-socialismo tedesco, a motivo del suo carattere anti-revisionista: le parole ? Codreanu lo confermano. Il Capi- e n tano ha aggiunto: — Gli ungheresi reclamano la Transilvania, sostenendo che l'hanno posseduta per mille anni. Io rispondo loro che per i prossimi mille anni ce la terremo noi e poi riparleremo. L'antirevisionismo della Guardia di ferro è dunque incontestabile e ciò dimostra che gli avversari, accusandola di voler compromettere i frutti della vittoria, agiscono per motivi affatto personali. Ad esempio Codreanu dice: — Io non vedo la possibilità di continuare la politica estera del signor Titulescu: sono assolutamenle contro la politica dei banchieri e dei massoni parigini e voglio liberare il paese dalla tutela di Parigi, che ci tratta come se fossimo una colonia. Ho un grande rispetto per i soldati francesi morti per la Rumenia, ma non voglio che il nostro esercito diventi un corpo a disposizione dei banchieri parigini. Non è il pericolo revisionista che trapela da questo programma. In linea di massima il Capitano è riluttante a fare dichiarazioni concernenti la sua politica di domani: — Per ora — osserva — non posso dire di più, perchè a meno che non si verifichi nulla di anormale, mi occorrono ancora tre anni per vincere. Certo, se l'occasione si presenta, noi siamo pronti. Ma la nostra vittoria non la vogliamo mendicare: i nostri morti sono appena dieci, e ce ne vorranno duecento. — Tace un poco e riprende: — La forza della Guardia di ferro non si può misurarla dal numero degl'iscritti; io voglio liberarmi della tirannide del numero. La forza della Guardia di ferro la si giudica dalla potenza della sua fede, dall'eroismo dei suoi soldati, dalla perfetta unità dei suoi membri, dalla fermezza della sua disciplina... Visto che dell'avvenire delta Rumenia Codreanu non vuole più discorrere, ci mettiamo a discorrere di altri paesi: dell'Italia. Codreanu non conosce l'Italia, avendola semplicemente attraversata nel '26, recando- : . . Pranci Grenoble, per termi , ro . ■ ■-, .... . . • £ - Fl,.ln. nare i suoi studii in legge; e in Fran eia, otto anni addietro, deve essere L ^ y . disposto ffl • Mussolini :a uuSare per mussolini, a — Non ho avuto occasione di.stuldiare il Fascismo sul posto — escia ma — ma, così come lo vedo da lon tano, considero il Fascismo simile i alla luce, la quale non può venire che dal sole. Intendo dire che il Fascismo non può venire che da Mussolini, così come la luce non può ve!nire che dal sole, e che insomma 'l'elemento essenziale del Fascismo è ; Mussolini. A mio avviso, Mussolini Iè il più grande uomo vivente della nostra epoca. Ritengo superfluo p0 fa Lui verranno altri, ma non 1 Kri}ndi .Som? Lui' Verchè è stato Lui nostra epoca. Ritengo superfluo esporne i motivi: io lo vedo così. In primo luogo Mussolini è grande per- chè è nato sulla linea di Roma: do- a dare il primo passo, Lui a traccia ire il solco. Vi sono nel Fascismo due elementi: l'essenziale e l'accessorio, L'essenziale è l'anima, che ha deter minato la rinascita spirituale del po ,,„]„ italiano: immenso il merito di nvere scosso un popolo, trasformah dolo spiritualmente come per effetto d'una bacchetta magica, < L'elemento accessorio del Fasci- . . , . . , smo e ll Programma, che e mutevole e si adatta ai luoghi: in Italia s'è adattato alle necessità del paese e popolo, ,: Ma l'elemento essenziale va do ., - , ,,, . ,. n ™?ejJ1 f?0C0 ?el1 anlma * Ro" 'm» sl diffonde anche qui, in Rume.nia, e la nostra aspirazione è quella di portarci allo stesso livello del po polo italiano. Dal punto di vista dei i'animai Mussolini è il padre spiri tual dl nazional-socialismo tede .. , , ,sco- men re 11 Programma del nazio:nal-sociahsmo e un altra cosa, in quanto serve per i tedeschi. Hitler non potrà mai negare che il suo faro 5 stato Mussolini. E anche noi, i gio- vani rumeni, abbiamo avuto Mussolini come faro. Nel '32, nel mio primo discorso alla Camera, ho detto che Mosca rappresenta l'estrema si- nistra e Roma l'estrema destra: noi =ir)mo per Roma_ itai n 71npadi:iii ! il AHI IINLiAKeXLI